Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

5

Quella stanza buia e silenziosa mi fece rabbrividire. Lo stridulo rumore della porta che veniva chiusa e quello rimbombante delle mani, che cercavano invano l'interruttore della luce mi stordirono.

Tutto in quella stanza mi ricordava con prepotenza la paura che avevo provato la sera in cui avevo perso i sensi. I ricordi riaffioravano brutali come i fiori dal cemento, tumultuosi e scostanti.
L'ardente bruciore che sentivo nel petto non fu sufficiente a placare il terrore che provavo all'idea di quello che sarebbe potuto succedere. Era incredibile come una stanza buia potesse riportare alla mente quei vaghi ricordi che avevo inutilmente cercato di infossare, e in qualche modo anche di cancellare.

Il pavimento in legno cigolò sotto il peso di quelle che sembrarono essere delle scarpe massicce.
«Arghhh!» lo sentii lamentarsi quando andò a sbattere contro la porta.

Sussultai per lo spavento portandomi con forza una mano sul petto, quasi come a voler calmare, da quello strano déjà-vu, il mio povero e dilaniato cuore. Nell'istante in cui lui mi sfrecciò davanti, strisciai rapidamente in un angolo ignoto della stanza, ponendo ingenuamente le braccia in segno di difesa. e con le mani a scudo mi preparai al peggio.

«Non farmi del male.» dissi in un sussurro, quando lo sentii avvicinarsi.

Percepii il suo caldo respiro a pochi centimetri dal mio, e quando con delicatezza provò ad accarezzarmi il ginocchio mi allontanai.

«Elizabeth!» lo sentii dire. «Sono io, Logan.»

Al suono di quelle parole mi si mozzò il fiato. Il trambusto che creò subito dopo nel tentativo di accendere la luce, mi fece in qualche modo rilassare. Quando però il buio fu sostituito dalla luce, la vergogna prese immediatamente il posto della paura. E per l'ennesima volta mi sentii umiliata.

Con le mani ancora a scudo, lo vidi inginocchiarsi di fronte a me, permettendo a quella poca distanza di separarci senza infierire.

Si schiarì la voce. «Scusami, non volevo spaventarti. Ti ho vista correre da sola nel buio e mi sono preoccupato.» disse con un sospiro.

Abbassai le mani dal mio volto per assicurarmi che fosse davvero di lui, ma quando incontrai quegli occhi magnetici fissarmi quasi con pietà, non potei far altro se non vergognarmi di me stessa.

«Non riuscivo a trovare l'interruttore della luce e così... Maledizione, avrai pensato che fossi uno squilibrato.»

Annuii e tremante mi alzai in piedi. «Hai per caso visto Karen?» chiesi cambiando immediatamente discorso.

Lui mi fissò silenzioso per un paio di secondi. «Perché stavi correndo in quel modo?»

Strabuzzai gli occhi per lo stupore. «Non ti hanno mai detto che è da maleducati rispondere alle domande altrui con altre domande?» chiesi inarcando un sopracciglio.

Logan scoppiò a ridere e scosse la testa. «Voglio solo accertarmi che tu stia bene, non vorrei averti sulla mia coscienza.» rispose borioso.

«Oh, ed io che pensavo che tu non l'avessi affatto, la coscienza intendo.» risposi battendo ritmicamente le palpebre.

Lo vidi contrarre la mascella. «E da cosa l'avresti dedotto?»

«Il modo in cui tratti la tua ragazza ne è la più chiara dimostrazione.»

Lui mi guardò in modo interrogativo, quasi come se non sapesse di cosa stessi parlando, poi però il suo viso si illuminò. «Io e Margot non stiamo insieme, lei è...»

«La ragazza con cui vai a letto?» conclusi al posto suo.

Annuì, visibilmente divertito, il che mi fece irritare ancora di più. «Molto peggio di quanto mi aspettassi.»

«Quindi, nutri delle aspettative sul mio conto? Interessante...» disse ammiccando.

«No, sono un'abile osservatrice, tutto qui.» risposi secca. «Sai dirmi dove si trova Karen o no?» chiesi spazientita.

Logan si avvicinò verso di me, fissandomi con curiosità e non più con tenerezza. «Se ti porto da lei, accetterai di venire a cena con me?» fece una pausa, poi riprese. «È il minimo che possa fare dopo lo spavento di questa sera.»

Alzai gli occhi al cielo e sospirai. «Vorrà dire che la troverò da sola. Buonanotte Logan.» dissi prima di uscire da quella stanza e lasciarmi il suo sguardo divertito alle spalle.

Trovai Karen pochi minuti dopo quella curiosa conversazione. Quando arrivai a casa mi recai immediatamente in bagno con l'intenzione di togliermi di dosso quello strano senso di paura e incredibile tranquillità che quell'incontro mi aveva trasmesso. Mentre l'acqua tiepida scivolava imperterrita, accarezzando ogni curva del mio corpo, non potei fare a meno di sorridere. Non capivo perché mi infastidisse tanto il comportamento di Logan, e per qualche motivo decisi di non sforzarmi. Certe attrazioni erano impossibili da spiegare, e la mia curiosità nei suoi confronti era una di esse.

     ***

Erano trascorse due settimane dall'ultima volta che l'avevo visto. Sembrava essersi volatilizzato nel vuoto, come se la terra lo avesse inghiottito. Scoprii solamente qualche giorno dopo grazie a Gabriel, che si trovava in visita dalla sorella.

Le uniche persone di quel gruppo di scalmanati con cui avevo mantenuto i contatti erano Gabriel e Tyson. Quest'ultimo si era rivelato essere una piacevole sorpresa. Eravamo usciti un paio di volte insieme, e dovetti ammettere che mi divertiva parecchio stare in sua compagnia. La prima sera si era presentato di fronte la stanza del dormitorio con un mazzo di fiori, cosa che detestavo, ma questo lui non poteva saperlo.

Nel frattempo, Henry e Karen continuavano estenuamene a litigare e a fare subito pace, il che la faceva soffrire molto più di quanto riuscisse ad ammettere.
«Sicura di non voler venire insieme a noi stasera? Ci sarà anche Tyson, ho notato come ti guarda, e poi avete passato molto tempo insieme in queste ultime settimane.» disse con un ghigno divertito.

«Sono sicura.» mi affrettai a dire. «E tanto perché tu lo sappia, io e Tyson siamo amici.» dissi prontamente. «Solo amici», precisai.

La vidi scuotere la testa divertita e allontanarsi in direzione della porta.

«Salutami Gabriel.» urlai sperando che mi avesse sentita.

Non appena Karen andò via, mi recai in bagno armata di accappatoio, ed impostai la riproduzione casuale sul telefono.
L' acqua calda era un perfetto diversivo, pronto ad alleviare tutta la tensione che avevo accumulato nelle ultime settimane.
Mentre cantavo a squarciagola, misi un po' di shampoo sui capelli, li massaggiai accuratamente per parecchi minuti sotto il potente getto d'acqua calda, e dopo aver eliminato ogni traccia di schiuma dal mio corpo li avvolsi nell'asciugamano.

Quando finii di lavarmi, andai dritta in camera con l'intento di vestirmi.
Uno di questi giorni dovrò per forza tagliare questi capelli, ripetei a me stessa mentre a testa in giù frizionavo la mia lunga chioma mora. La genetica mi aveva sempre impressionata, ed il fatto che avessi ereditato lo stesso identico colore dei capelli di mia madre mi sorprendeva.

«Che accappatoio anti sesso!» esclamò una voce alle mie spalle.

Mi girai terrorizzata e quando vidi Logan disteso sul mio letto rimasi impietrita.

«Cc-cosa ci fai tu qui? Come hai fatto ad entrare?» urlai imbarazzata.
In pochi secondi la rabbia prese il sopravvento sull'imbarazzo, senza pensarci due volte arrotolai l'asciugamano inzuppato d'acqua e glielo lanciai dritto in faccia. «Esci fuori!» sbraitai furiosa lanciandogli la spazzola che però riuscii facilmente a schivare.

Mi fissò incantato per qualche secondo, chiuse il libro che teneva fra le mani, e all'improvviso balzò in piedi dal letto, mettendomi una mano davanti la bocca per zittirmi.

«Anch'io sono felice di rivederti.» disse sogghignando.

Tolsi bruscamente la sua mano dalla mia bocca e mi allontanai da lui. «Chi ti ha fatto entrare?» dissi abbassando nervosamente il tono della voce.

«Ho le mie conoscenze.» rispose fissandomi il seno.

Strinsi l'accappatoio ancora di più a me e mi misi a braccia conserte.
«Ti lascerò scegliere» dissi puntandogli il dito contro. «O mi dici chi ti ha fatto entrare o urlerò talmente forte che ti cacceranno via da qui a calci in culo.» dissi esasperata.

Sembrò rifletterci un po' su e alla fine rispose con un ghigno divertito. «Ero venuto a trovare un amico e ho pensato di far visita a Karen, è stata lei ad aprirmi la porta.» disse facendo ciondolare le chiavi di lei.
«L'ho incontrata in corridoio e mi ha detto che non volevi uscire con loro, quindi ho pensato di farti compagnia.» disse poi con noncuranza.

Alzai gli occhi al cielo esasperata. «Grazie per esserti offerto, ma non ho chiesto la tua compagnia. Adesso, se non ti dispiace preferirei che te ne andassi via.» dissi risoluta.

Lui inarcò le sopracciglia. «Non ci penso proprio, ti porto a mangiare qualcosa prima che il tuo stomaco continui a brontolare. Vai a cambiarti, ti aspetto qui.» disse prendendosi gioco di me per poi sdraiarsi comodamente sul mio letto.

«Non puoi venire qui, irrompere nella mia stanza e dirmi quello che posso o non posso fare.» incalzai fremente di rabbia.

Mi avvicinai a lui e provai a farlo alzare senza però riuscirci; muovere quella massa di muscoli era impossibile anche per una tenace come me. Dal canto suo, Logan non mi diede neanche il tempo di capire cosa stesse succedendo, che mi afferrò per le braccia e mi attirò a sé.

Il mio corpo fu percorso da una miriade di brividi incontrollati ed inspiegabili. Il suo tocco, seppur estraneo, non mi inquietava, anzi. Il suo respiro mi scaldava dolcemente il collo, eravamo così vicini, così esposti l'uno l'altro che per un attimo mi sembrò di sognare. Tutto attorno a noi era silenzioso, nessuno dei due osava proferire parola, i nostri occhi stavano già dicendo tutto attraverso un silenzioso gioco di sguardi che mi dilaniava l'anima e forse, anche un po' il cuore.

«Ascolta, sto solo provando a scusarmi per la scorsa volta, non era mia intenzione spaventarti.»

Sospirai afflitta alzando gli occhi al cielo, e quando sentii il mio stomaco brontolare per l'ennesima mi convinsi ad accettare la sua offerta. «Va bene, dammi cinque minuti.» dissi allontanandomi e chiudendo a chiave la porta del bagno.

Dio non voglia farlo entrare anche qui, dissi a me stessa.

Rimasi davanti lo specchio a contemplare la mia aria sorpresa per vari secondi, l'idea di passare un po' di tempo insieme a lui mi divertiva e stuzzicava allo stesso tempo.
«Eccomi qua!» dissi senza degnarlo di uno sguardo.

«Cara Elizabeth, sei una sorpresa continua.» disse tenendo la porta aperta per invitarmi ad uscire.

Spiegare il perché avessi deciso di accettare il suo invito era abbastanza ovvio, tuttavia, sapevo che sotto ci fosse qualcosa di più complicato che non riuscivo ancora a spiegare.

«Elizabeth, la macchina è da questo lato.» disse ridendo.
Alzai nervosamente gli occhi al cielo, e imbarazzata lo seguii, entrando nella sua fantastica ibrida sportiva, una BMW i8 Coupé.

«Non è solo insolente, ma ha anche una bella macchina.» bofonchiai.

«Hai detto qualcosa? chiese rivolgendo uno sguardo truce verso di me.

«Solo che sei insolente e che hai una bella macchina. Niente di cui tu non sia già a conoscenza.» dissi sbuffando, per poi guardare fuori dal finestrino.

Lui mi fissò come se avessi detto qualcosa di stupido e ovvio allo stesso tempo, dopodiché chiuse la mia portiera. Qualche secondo dopo Logan avviò il motore dell'auto e imboccò rapidamente l'autostrada 501. Il modo buffo in cui fissava la strada mi fece sorridere, e rimasi colpita nel constatare che il mio buon umore era in parte dipeso dalla sua presenza. «Spero che la cucina tailandese ti piaccia.» disse tamburellando i pollici sul manubrio.

Mi girai mentre lui svoltava l'angolo e approfittai di quel momento di distrazione per osservarlo meglio. Mi piaceva molto il fatto che non seguisse la moda del momento, non aveva uno stile vero e proprio, il suo vestiario cambiava dal casual allo sportivo, all'elegante senza mai cadere nel banale. I muscoli delle braccia flettevano sotto il soffice tocco della sua camicia, che oltre a mostrare il suo corpo scolpito, aveva anche rivelato la presenza dei suoi tatuaggi sparsi sugli arti superiori.

Deglutii. «Non ho mai mangiato tailandese prima d'ora.» ammisi osservandolo di sottecchi.

«Allora sarò lieto di condividere con te questa tua prima volta.» dichiarò aprendo la portiera dell'auto.

Lo seguii incuriosita all'interno dello Spicy Basil, un piccolo e stravagante ristorante situato giusto qualche chilometro fuori dal centro. Come suggeriva il nome stesso, quel posto non odorava soltanto di spezie ed erbe aromatiche, ma anche di fritto. Dopo aver trascorso i primi cinque minuti a leggere il menu, alla fine decisi di fidarmi e di lasciarmi consigliare da Logan.
«Buonasera Mr. Emerson» disse il cameriere rivolgendosi a Logan con un cenno di capo.

«Miss?» chiese il cameriere rivolgendomi un sorriso educato e allo stesso tempo sorpreso.

«Harrison!» risposi prontamente.

«Miss Harrison, cosa desidera ordinare?» chiese gentilmente l'uomo.

Guardai nella direzione di Logan. «Prendiamo entrambi due piatti di riso fritto con pollo, verdure e uova. Ti ringrazio, William.» rispose prontamente lui.

«Porti qui tutte le ragazze con cui vai a cena?» chiesi guardandolo dritto negli occhi.

Con un gesto automatico si portò i capelli indietro. «No, Elizabeth, tu sei la prima.»

Mi sentii immediatamente le guance in fiamme, non tanto per la confessione che mi aveva fatto, quanto più per il fatto che lo continuassi insistentemente a mettere in discussione. Annuii senza aggiungere nulla, lieta dell'immediata interruzione del cameriere che arrivò con due piatti fumanti.

«Spero che l'aspetto rispecchi anche il sapore.» dissi smistando il riso con la forchetta.

«Fidati di me.» disse guardandomi dritta negli occhi. Quella frase mi lasciò per qualche secondo perplessa, e non riuscii a capire se si stesse riferendo ad altro.

Annuii e strabuzzai gli occhi quando mi resi conto che non si fosse affatto sbagliato, quel piatto era davvero buono.

Logan appoggiò i gomiti sul tavolo e mi fissò con sguardo sereno. «Quindi, oltre ad essere tremendamente diffidente, continuamente distratta e ad avere un terribile accento Geordie, sei anche curiosa... Non c'è nient'altro che tu voglia dirmi di te?»

Mi sbarazzai dell'espressione accigliata, consapevole del fatto che mi stesse solamente provocando e mi rilassai. «Cosa ti piacerebbe sapere?» chiesi bevendo un sorso d'acqua.

«Perché ti sei trasferita a Londra?» disse fissandomi con insistenza. «Intendo, il vero motivo che ti ha spinta a cambiare vita.» sottolineò.

Quella domanda mi spiazzò, e rimasi sorpresa nel constatare che Logan non avesse creduto alla scusa che avevo rifilato a Tyson.          
«Non è facile da spiegare.» feci una pausa, poi sospirai. «Ho stupidamente pensato che fosse stato meglio per me allontanarmi da Durham per un po', quella città incominciava a starmi stretta.»

«Si scappa sempre dalle persone, sono loro a lasciarti il marchio, non i luoghi.» aggiunse lui. «Sei riuscita nel tuo intento?» chiese subito dopo, rigirando il bicchiere tra le mani.

Scossi la testa, sorprendendomi del fatto che fosse riuscito a leggermi dentro in un modo in cui nessuno prima di lui aveva fatto. «Raccontami un po' della tua vita.» dissi sorreggendomi il viso col palmo della mano.

Lui aggrottò la fronte e sorrise. «Non c'è niente che tu non sappia già, sono nato e cresciuto a Londra, e studio Politica e Relazioni Internazionali con Gabriel.» disse con una scrollata di spalle.

«Vi conoscete da tanto?»

«Praticamente da quando eravamo dentro il grembo delle nostre madri.» disse sorridendo.

«E la tua famiglia vive qui? Hai fratelli o sorelle?» chiesi spinta dalla curiosità.

Logan serrò la mascella e sospirò. «Sì.» disse semplicemente. In quel momento mi resi conto di aver toccato un tasto dolente, e realizzai che lui stesse scappando dai propri demoni allo stesso modo in cui stavo facendo anch'io. Non l'avrei forzato a rivelarmi nulla che non gli andasse, anche se ero curiosa di sapere e soprattutto capire perché sin dal primo giorno lo avessi considerato un ragazzo estremamente misterioso ed enigmatico.

Il resto della cena continuò senza intoppi, quasi piacevolmente se non fosse per il fatto che le ragazze sedute sul tavolo accanto al nostro continuavano a fissare e a rivolgere insistenti apprezzamenti su Logan. Alzai gli occhi al cielo frustrata, quando un attimo prima di andare, una delle due gli diede un foglio con su scritto un numero di telefono. M'infastidiva il fatto che la gente si comportasse in modo così poco dignitoso, avrei potuto essere la sua ragazza e a loro non avrebbe importato comunque.

Mi portai le ciocche di capelli dietro le orecchie, sentendomi immediatamente di troppo. «Fai il cascamorto con tutti gli esseri umani che hanno una vagina? O anche con quelli che hanno un minimo di cervello?» chiesi dirigendomi a passo svelto verso la sua auto.

«Vedo che mi sottovaluti molto.» ribatte' leggermente infastidito.

Mi bloccai in mezzo alla strada portandomi le mani sui fianchi. «Dico solo quello che vedo.» ammisi facendo spallucce. «La tua sfera sessuale ruota attorno a minigonne, scollature e luccichii.»

Logan esplose in una risata fragorosa che si estese per l'intero parcheggio. «Vedi? Sai anche essere divertente.» disse aprendomi la portiera. «Comunque, che tu ci creda o no, ho dei principi a cui tengo molto. È vero, mi diverto, ma di certo non illudo le ragazze facendo loro credere di poter avere una relazione che vada oltre il sesso.» 

Feci spallucce e mi accoccolai al sedile.
Il tragitto di ritorno fu silenzioso, la scena delle ragazze che ci provavano con lui mi aveva irritata parecchio, e non capivo se fosse solamente per una questione di dignità femminile o perché davanti a loromi fossi sentita inadeguata.              

Quando finalmente arrivammo al campus provai ad uscire subito dalla macchina, ma Logan mi bloccò per un braccio.
«Aspetta. Qualcosa non va?» chiese aggrottando la fronte.

Lanciai un'occhiata alla sua mano che teneva stretta la mia, e con un gesto rapido mi divincolai dalla sua presa. «No, va tutto bene.» mentii.

Lui annuì, dopodiché scese dall'auto e si presentò davanti a me. «Non capisco se ti comporti in modo così cauto e scostante con tutti, o solo con me.» disse accompagnandomi alla porta.

Lo guardai di sottecchi senza interromperlo, curiosa di sapere cos'altro mi avrebbe detto.
«Però devo ammettere che mi piaci. Sono sicuro che potremmo essere degli ottimi amici, non ti pare?»

«Amici.» ripetei a bassa voce. «Ci sarebbe la remota possibilità di esserlo, a patto che tu la smetta di provocarmi, soprattutto per quanto riguarda la storia dei Geordie, sai, sono molto suscettibile...»

Logan mi porse divertito il mignolo in segno di promessa ed io feci lo stesso con il mio. «Te lo prometto.»

Sorrisi avanzando a passo spedito verso il corridoio principale, lasciandomi alle spalle il suo volto divertito.

«Ah, e per la cronaca ti consiglio di non tagliare i capelli. Stai benissimo così.» urlò dall'auto subito dopo averla messa in moto.




Nota autrice:

Ciao amiciii, ecco a voi il quinto capitolo!!! Allora, conosciamo meglio il carattere di Beth, cosa pensate di lei? Vi piace?? Finora quali sono i vostri personaggi preferiti? Fatemelo sapere lasciando una stellina o commentando qui sotto. Vi ringrazio e vi abbraccio forte. ❤️❤️

J_Oduan

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro