O forse dovrei chiamarti Michel? [Parte 1]
Mi stiracchio passandomi le mani sugli occhi per poi sbadigliare ampiamente. Guardo la sveglia sul mio comodino e noto che sono appena le otto. Normalmente non mi sarei svegliato mai così presto un sabato mattina, ma un raggio di sole in sistemate ha deciso di focalizzarsi sul mio viso, impedendomi di proseguire il mio sonno di bellezza. Sbuffo infastidito guardando i due ragazzi che ancora dormono pacificamente nei loro letti... troppo pacificamente, per i miei gusti. Mi avvicino in agguato come le leonesse a un gruppo di prede ed estraggo la bacchetta in silenzio. Faccio apparire dei cubetti di ghiaccio per poi farli sparire nuovamente e materializzarli nei pantaloni dei due ragazzi. Un ghigno si apre sul mio viso quando programmo l'incantesimo per materializzare due cubetti ogni due secondi. Appena li sento muoversi, mi fiondo in bagno nel modo più silenzioso possibile. Un urlo, e io mi ritrovo a mordermi un labbro per non scoppiare a ridere e quindi farmi scoprire. "FrED!" La voce di George oscilla di più di un'altalena vuota sospinta dal vento. "Non sono st- AH! CAZZO!" "Se non sei stato t– uh! Allora chi..." Sento un silenzio carico di tensione e decido di aprire la porta del bagno, rivelandomi in tutta la mia magnificenza. Li guardo, loro ricambiano il mio sguardo e scoppiamo a ridere. "Avreste dovuto sentirvi, stavate urlando come delle ragazzine" li schernisco io. George ha entrambe le mani nei boxer e sta buttando fuori cubetti di ghiaccio a volontà; per quanti ne estrada, però, continuano ad apparirne, e allora sbuffa frustrato. "Dovreste ringraziarmi! Chi altri vi avrebbe svegliato in un modo così rinfrescante?" sogghigno, indossando la camicia e iniziando ad abbottonarla. Come sempre, lascio intravedere leggermente il mio petto muscoloso. Fred grugnisce. "Avanti, fatemelo un sorriso! Avete un'aria... glaciale!" Scoppio a ridere per la mia stessa battuta mentre mi tiro su i pantaloni. Infilo la camicia e poi li allaccio, per poi passare alla cravatta che però tengo larga, per non chiudere troppo i lembi del tessuto. Passo una mano tra i capelli lanciando un'occhiata allo specchio e ammicco. MI volto per trovare i due ragazzi che ancora stanno spalando ghiaccio a manate fuori dalle loro mutande. Rido leggermente e fermo l'incantesimo. "Era ora" sospirano i due, ributtandosi a peso morto sul letto. "Non osare mai più, o sarai tu a finire al fresco" mi minaccia poi Fred. Rido lanciando loro un cuscino. "Se non volete alzarvi sono fatti vostri allora, io me ne vado giù" proferisco. Non ricevo risposta, mi volto quindi nella loro direzione e li ritrovo addormentati con il mio cuscino ancora a coprire i loro volti. Rido sommessamente roteando gli occhi ed esco dal dormitorio, attraversando la sala comune. Sto per uscire, quando una mano me li impedisce.
"Harry Potter, giusto?" una voce mi chiama alle mie spalle. Mi volto sfoderando la mia migliore espressione da "bello e dannato". "Esatto, chi mi cerca?" Noto con piacere un lieve rossore apparire sulle guance del mio interlocutore. È una studentessa di Grifondoro, capelli biondi e ondulati che le ricadono fino alle spalle e occhi celesti. Ha la carnagione pallida, le labbra rosee e il viso un po' paffuto. "Il professor Snape... l'ho appena visto in corridoio, ha chiesto di avvisarti... ha anticipato la punizione, tra un quarto d'ora nei sotterranei" mormora frettolosamente, per poi voltarsi e correre via dal gruppo di oche-amiche. Sospiro ed esco a passo sostenuto. Davvero, non mi stupisce che Snape abbia anticipato il nostro divertentissimo "incontro". Probabilmente, il suo cecchino avrà avuto impegni per questa se– ma certo! È così palese! Snape e Abraxas sono alleati di Minus, e quindi devono sfruttare le ore della sera per confabulare e cospirare... ma non hanno idea del fatto che io – il grande, potente, immensamente intelligente e bellissimo Harry James Potter – li abbia scoperti, e che presto ne parlerò con Silente. Ah-Ah, siamo uno a zero, stupido ragazzo che fa la corte a Draco. In più, non appena smantellerò i loro piani segreti il ragazzino cadrà tra le mie braccia e–
"È stato avventato da parte tua, Michel. Seguire le orme di tuo padre non è la scelta giusta, e nemmeno quella migliore. Immagina la faccia di tua madre quando scoprirà che–" "Non nominarla nemmeno, Severus, tienila fuori da questo discorso. Lei non lo verrà a sapere, è chiaro? Né da me, né tantomeno da te, e se dovessi scoprire che tu–" "MI stai forse minacciando, ragazzo? Ricordati chi sono, Michel, vola basso" Sono Snape e Abraxas... ma perché Snape dovrebbe chiamare Abraxas Michel? Apro la porta fingendo di essere arrivato da poco e di aver sentito nulla. "Buongiorno, scusate il ritardo, Lavanda mi ha informato solo 5 minuti fa" proferisco, sedendomi. Abraxas sta fronteggiando Snape e il professore tiene la sua bacchetta puntata allo stomaco del ragazzo. Si staccano istantaneamente. "La prossima volta sii puntuale, Potter, o perderai altri punti" scandisce la voce monotona del professore. "Afferrato" rispondo trattenendo un ghigno. Hanno entrambi l'aria infastidita, segno che devo averli interiori nel mezzo di una conversazione importante. Per non dimenticare ciò che mi hanno detto dovrei farmi degli appunti mentali... che ovviamente non ho tempo di prendere, visto che Snape inizia a illustrarci le nostre mansioni. "Abraxas, tu ordinerai per forma, colore e misura le scaglie dei draghi in questo espositore, mentre Potter tu... ti occuperai della bava di lumaca, muco di rana e succo di tuberi. Dovrai dispormeli in fiale ordinate ed etichettate, e bada che tutto sia estratto secondo le procedure" spiega, guardandomi con astio, per poi sedersi alla sua scrivania. "Veloci, cosa aspettare?" Iniziamo quindi a lavorare.
Non mi stupisce che Snape abbia dato a me questa sostanza viscida e puzzolente da smistare in fialette. Apro il libro. "Per prelevare la bava di lumaca, con una pipetta stimolare l'animale affinché secerna una sostanza viscosa e biancastra. Mischiare tale sostanza con la bile di rana, passare tutto in un colino e versare nella fialetta" leggo, tra i denti, reprimendo un conato di vomito. Appoggio una lumaca su un vassoio e inizio a punzecchiarla. "Avanti chiocciolina, fallo per me, dammi un po' della tua preziosa bava" Dopo un quarto d'ora, finalmente, questo stupido invertebrato si decide e rilascia la tanto ambita sostanza... che ora devo mischiare con del vomito di rana?! Prendo una molletta per il naso e stringo tra le dita il secondo animale, viscido e appiccicoso al tatto. Non so come ma prelevare la sua bile non mi è difficile. La mischio alla bava, la passo nel colino e sospiro vittorioso. Ah! La prima fialetta! Tra l'altro mi ci sono voluti solo– due ore?! Mi butto sulla sedia in preda allo sconforto. Snape mi squadra. "Non osate toccare le bacchette ora che devo assentarmi. Starò via pochi minuti e vedo che avete molto Das fare entrambi. Rompete le regole e ci saranno conseguenze" ci informa con quella sua voce noiosa, per poi uscire sbattendo la porta alle proprie spalle. Squadro Abraxas. "Potrebbe essere un'occasione per parlare senza scontr–" faccio per dire, ma lui mi ferma con un'occhiata più gelida del ghiaccio che ho regalato stamattina ai gemelli. "Non rivolgermi la parola, Potter" mi intima. Scrollo le spalle infastidito da quel suo atteggiamento. "Certo, Abraxas. O forse dovrei chiamarti Michel?" proferisco, un ghigno vittorioso mi si apre in faccia. Si volta verso di me. "Non so a cosa tu ti riferisca" "Ho sentito Snape chiamarti Michel. Come mai?" domando bruscamente, toccando lo stomaco della rana per far sì che rilasci più muco. I suoi occhi si riempiono di timore. "Lui non mi chiama in nessun modo se non Abraxas" "Eppure l'ho sentito con le mie stesse orecchie. E sentiamo, Abraxas, ammesso che sia il tuo vero nome, come mai tu puoi chiamarlo Severus?" Il suo respiro accelera. Ti ho in trappola! "Come ho detto, non sono fatti tuoi, Potter" "Chi sono i tuoi genitori?" chiedo poi, a mitraglietta. Lui mi ignora, e io inizio a imbottigliare il muco. "Se non me lo dici tu, ne parlerò a Silente" minaccio. Lui mi si avvicina con una mano stretta a pugno. "Cosa vuoi dalla mia vita, Potter? Come mai ti interessa tanto?"
Io esito a rispondere, e lui sogghigna. "Oh, non lo sai nemmeno tu, vero? Oppure sei troppo codardo per dirmelo?" Non so come ma mi ritrovo senza parole. "Io..." esce dalla mia bocca in quel tono che di solito si usa quando si devono delle spiegazioni a qualcuno. Come è riuscito a ribaltare la situazione in questo modo? Mi mordo la lingua e torno a tentare di schiacciare i tuberi. Sento il comprimente sguardo del ragazzo puntato dritto addosso a me. La porta si riapre cigolando. "Le bacchetta sono ancora qui, bene. Abraxas" sento l'esitazione di Piton nel dire quel nome, come se non fosse abituato, "Hai finito? Vai pure. Potter, dovresti imparare da lui: veloce ed efficace. E ora muoviti, che ho altri piani e nessuno di questi riguarda guardare te schiacciare un misero tubero" Mi impongo di fare veloce, non per ciò che ha detto Snape ma piuttosto per seguire il Serpeverde. In ogni caso, per quanto veloce io provi a essere, non finisco prima di un'ora: me lo sogno adesso di ritrovarlo... per lo meno, però, ora ho tutto il resto del giorno libero. Dovrei cercare Draco per scusarmi e per invitarlo a uscire, così come aveva pianificato lui... "Potter, come ben posso notare hai finito, allora cosa ci fai ancora qui a fissare quel muro bianco?" Domanda severo il professore. "Stavo ragionando" rispondo. "Strano" proferisce lui, sbattendomi malamente fuori dall'aula e richiudendo la porta. Posso sentirlo ridacchiare tra sé e sé mentre mi indirizzo verso le scale.
Cerco Draco. Dove potrebbe essere il sabato poco dopo pranzo? Pranzo! E io che nemmeno ho fatto colazione... sospiro ficcandomi in bocca una caramella ripescata dal profondo della mia tasca. Non mi interessa se è scaduta, l'importante ora è che io sia carico per cercare il mi piccolo Corvonero. Corvonero... in biblioteca! Dove altro potrebbe essere, altrimenti? Lo troverò sicuramente lì, solo e chino sui libri, con la testa tutta rossa e il fumo che gli esce dalle orecchie. Trattengo un sorriso che mi nasce spontaneo quando penso a lui. Apro cautamente la porta della biblioteca solo per incontrare il brutto muso di Notte immediatamente davanti al mio perfetto ed equilibrato volto. "Cosa ci fai qui, Potter?" Domanda. "Che c'è, non posso nemmeno più studiare ora?" lo schernisco. Lui fa un cenno con la mano a qualcuno alle sue spalle. "Abraxas ti ha avvisato di stare lontano dal mio ragazzo Draco, chiaro?" "È forse una minaccia, Nott? Io posso fare ciò che mi pare quando mi pare, e se voglio vedere Draco, che tra parentesi non è in maniera più assoluta il tuo ragazzo, io lo vedo" Lui ghigna. "Credici, Potter" Posso scorgere Zabini che trascina Draco verso la seconda uscita della Biblioteca. "E Abraxas davvero crede che i suoi due cagnolini potranno tenermi lontano da Draco? Siete tre illusi" proferisco, e sto per girarmi e raggiungere Draco quando Nott butta a terra una enorme pila di libri per poi richiamare l'attenzione della signorina Pince. "Madama Pince? Potter ha disordinato questi libri e vuole che sia io a metterli in ordine" le mente, con una voce lamentosa. Lei mi squadra severa. "Oh no Theo, tu vai pure, sarà il signor Potter a sistemare qui" lo rassicura, indirizzandolo verso l'uscita presa da Blaise e Draco. Posso scorgere il suo sorriso vittorioso e sento le mie orecchie andare a fuoco. Mi chino e inizio a impilare nuovamente i libri in modo nervoso.
A cena, nonostante io non abbia mangiato nulla tutto il giorno, l'unica cosa che riesco a portarmi alle labbra, oltre un bicchiere d'acqua, è un pezzo di pane. Il mio sguardo percorre maniacalmente tutta la tavolata Serpeverde, eppure nemmeno una volta sono riuscito a scorgere Theo, Blaise, Abraxas o il mio piccolo Draco. I gemelli richiamano la mia attenzione. "Harry? Ti vediamo assente" sussurrano preoccupati. "In più non hai messo nulla nello stomaco in tutto il giorno. Sicuro di stare bene?" Io rispondo con un cenno della mano e mettendo nel piatto due verdure e un po' di riso. Mangio piano voltandomi verso il tavolo dei professori e fallendo nel trovare Snape. Qui qualcosa non quadra... Mi alzo fingendo uno sbadiglio. "Sono esausto ragazzi, io salgo" li informo, procedendo verso la porta della Sala Grande e uscendo subito dopo. Mentalmente percorro tutti i posti nei quali potrei trovare i quattro serpeverde. Sotterranei? Troppo immediato, troppo banale; magari l'ufficio di Snape. L'istinto, però, mi spinge a salire le scale. Quinto piano? A che pro? No, di sicuro. Magari il settimo, c'è sempre un'aura particolare lì... anche se al settimo piano è troppo facile essere scoperti da Flitch. Aumento il passo capendo solo ora la destinazione che datami dai miei piedi: la Torre di Astronomia. Mi mollo una sberla sul viso per non esserci arrivato prima.
Appena mi trovo nei pressi della porta, rallento il passo e cerco di rendermi il più silenzioso possibile. "Theodore, razza di imbecille, te ne vuoi andare?" Ecco Abraxas; sento dei passi indirizzati dove sono io ora, quindi mi acquatto nell'ombra e trattando il respiro. Theodore Nott mi passa accanto, l'aria arrabbiata, però non mi nota. Appena non sento più il riecheggiare dei suoi passi tiro un sospiro di sollievo e torno a tendere l'orecchio. "Draco, sto facendo tutto questo per proteggerti, non lo capisci?" "No, no che non lo capisco! Theo, ti ho raccontato mille volte di come si comporta Theo con me, eppure tu ti ostini! Lui–" "Non abbiamo scelta. Theo è il figlio di uno dei creditori di Lucius! Dobbiamo tenercelo buono, Draco, e tu devi smetterla di fare il bambino" Sento Draco tirare su con il naso. "Piccolo, smettila per favore... non è adatto a un Malfoy piangere in questa maniera.." "Non mi interessa" "Beh, a me sì" Abraxas ha un tono spazientito, ora. "Smettila con queste cazzate. Ho detto a Severus le mie intenzioni ma lui ha cercato di dissuadermi; ma io sono convinto, Draco, e voglio farlo. Ora sta a te decidere di essere uomo abbastanza per prendere questa decisione" Sento solo silenzio e dei singhiozzi spezzati. "Bene, allora. Quando ti deciderai, saprai dove trovarmi" Altri passi nella mia direzione, che mi obbligano a retrocedere. Abraxas, giuro dove sono io, si blocca e mormora qualcosa. Mi mordo il labbro e aspetto che passi, per poi imboccare le scale e raggiungere Draco.
"Michel, è inutile, ti ho già detto che–" lo sento esclamare prima di voltarsi e vedere me. Si porta una mano davanti alla bocca e posso notare i suoi occhi riempirsi di lacrime. Faccio un passo verso di lui.
Hola todos! Aggiornerò questa storia ogni fine settimana :3 e per ora vi lascio così, CONTINUA NEL PROSSIMO CAPITOLO :D
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro