La Domenica [Parte 2]
Draco crolla a terra davanti ai miei occhi, le sue mani stanno tirando i suoi stupendi capelli biondi. "Sono un disastro..." lo sento mormorare, prima di chiudersi con il petto appoggiato alle sue gambe e gli avambracci che gli nascondono il viso. Mi siedo accanto a lui e lo guardo, accarezzandogli dolcemente i capelli fino a che lui non si avvicina a me e non appoggia la testa sulle mie gambe, accoccolando il resto del corpo contro il mio fianco. Continuo a far passare le dita tra la sua chioma senza mai trovare nodi che mi ostacolino. Passo il mio indice ad accarezzargli la fronte, il profilo del naso, le labbra, le palpebre chiuse, a spazzare via le sue lacrime. "Cosa ci fai qui?" mi chiede con la voce ancora rotta dai singhiozzi. "Non ho visto né te, né Snape, e nemmeno Nott e Abraxas in Sala Grande, temevo fossi nei guai. Dopotutto, sono o non sono incaricato di tenerti al sicuro?" "Quando mai ti hanno dato questo ruolo?" Scrollo le spalle. "Non dirmi che non ne hai bisogno perché non ti credo... ora, vuoi dirmi cosa sta succedendo?" Lui, inizialmente, sembra chiudersi e scuote la testa. "Non sono affari tuoi" replica duramente. Mi lascio sfuggire un sospiro mentre inizio a intrecciargli i capelli. "Potrei stupirti" "È una sfida, Potter, o sai più di ciò che dovresti sapere?" Non rispondo, al che lui subito alza la testa e si mette in fronte a me, per guardarmi meglio. "La seconda... lo sapevo che non c'era da fidarsi se si parla di Silente!" esclama, muovendo le dita nervosamente. "Non è esatto" mi difendo. "Lui non mi ha detto nulla, sono stato io a origliare la vostra conversazione. Non che vi stessi seguendo, anzi, sono capitato lì per caso, ma ho comunque sentito abbastanza per sapere–" "Stavi origliando! Mi stavi seguendo e poi hai origliato! Sei proprio un maniaco, non so nemmeno cosa stessi pensando quando ho accettato di farti lezioni private, bene ora però che lo so smetteremo, non mi ved–" "Aspetta. Sì. ho origliato, e capisco che ora tu sia arrabbiato con me, ma... non sono un maniaco. Ero in zona Voliera, dovevo spedire una lettera a mio padre per parlare di un qualcosa molto relativo a ciò che ti ha detto Silente." Lui mi guarda scettico, la fronte ancora corrugata e l'espressione ancora arrabbiata. "Scusami, ho sbagliato a origliare, davvero" gli sussurro poi. "Ciò che è fatto è fatto, Potter..." mi risponde sospirando rassegnato; poi continua:"ma non tutto è come credi. Non so quanto tu abbia ascoltato, ma a giudicare dal fatto che hai chiamato Abraxas con questo nome ti sei perso la maggior parte del discorso.
In realtà, lui non si chiama Abraxas ma bensì Michel, ed è mio fratello maggiore, il figlio primogenito di Lucius Abraxas Malfoy. Per questo ti ho chiesto di essere paziente con lui... è normale che sia geloso, suppongo, anche se non sono proprio abituato ad avere un fratello. Sai, non è sempre stato–" ma si blocca arrossendo, fermando un discorso che sembrava diretto più a lui che a me. "Scusami, stavo divagando. Theodore è il figlio di uno dei maggiori creditori di mio padre, ma anche il migliore amico di Michel. Lui non vuole credermi, ma io sospetto che Theo stia giocando con me come i gatti con i topi solo per vendicarsi di mio padre e dei soldi che suo padre non avrà mai da noi. Ora il padre di Theodore sta scontando alcuni mesi ad Azkaban, ma quando uscirà vorrà che il debito veng–" Draco va avanti a parlare, racconta i timori per sua madre, ma io lo guardo senza capire niente. Il mio cervello è focalizzato su Michel Malfoy, ovvero Abraxas. È solo gelosia quella che lo spinge a tenermi lontano dal biondo, oppure magari spera che Theo usi Draco e che si dimentichi del debito? Sento il mio cervello surriscaldarsi: la situazione è troppo complicata per me da capire... Vedo Draco coprirsi la bocca come se avesse detto qualcosa che non avrebbe mai dovuto nemmeno pensare, e io me lo sono perso. Lo fisso con lo sguardo confuso. "Ti scongiuro, Harry, giura che non dirai a nessuno ciò che ho appena detto" mi prega, e io annuisco. Tranquillo, vorrei dirgli, anche se volessi non potrei: non ho ascoltato una parola. In questo caso non so se si arrabbierebbe o se beh ne sarebbe sollevato, ma decido comunque di annuire e tenere la bocca chiusa. Mi ringrazia frettolosamente per po sbadigliare. "Ti riporto al dormitorio, magari possiamo parlarne con calma domani" gli propongo, ma lui scuote la testa. "Non c'è nulla di cui parlare... va bene così." Mi maledico mentalmente per essermi distratto, ma poi scrollo le spalle. "Come preferisci" proferisco, iniziando a scendere le scale al suo fianco. Passiamo la gran parte del tragitto in silenzio, lui mordendosi il labbro e sembrando sul limite di un esaurimento nervoso, io cercando di capire cosa abbia detto. È inutile aggiungere che fallisco miseramente così come lui, dato che gli occhi si fanno più lucidi man mano che ci avviciniamo alla sala comune. Siamo ora nel corridoio, manca solo una svolta per vedere il ritratto, quando una voce mi blocca e ferma anche Draco.
"Dovrebbe arrivare da un momento all'altro... Michel mi ha detto che questa volta non mi avrebbe rifiutato!" È Nott, e sta probabilmente pensando ad alta voce. Quale idiota farebbe ciò? Avanti, chi parla con se stessi? Nessuno, Harry, solo gli idioti: e Theodore Nott è di certo uno dei più grandi idioti al mondo, tanto idiota che a una gara di idioti non riuscirebbe a qualificarsi nemmeno da quanto è idiota. Sto per battermi il cinque da solo quando mi accorgo dell'espressione terrorizzata dal biondino. "Non posso entrare lì" mi sussurra, mordendosi il labbro e mordendosi una pellicina. "Harry, ora come faccio?" Il suo tono tradisce la sua disperazione e il suo timore. "Semplice" rispondo, voltando le spalle al corridoio e invitando Draco a fare lo stesso. "Rimarrai da me!" Lui si irrigidisce. "Se pensi che scapperò da un maniaco per seguirne un altro ti sbagli alla grande, Potter" "Non sono un maniaco" "Io non verrò comunque, anche a costo di... di dormire in corridoio!" Lo squadro alzando un sopracciglio. "Così Nott ti troverà nel sonno e cosa credi che farà, ti lascerà stare? Draco, mi aspettavo di più da un piccolo Corvonero intelligente come te" Vedo la sua fronte aggrottassi ma nei suoi occhi posso leggere di aver toccato una nota dolente. "Non ti toccherò, promesso. Anzi, dormirò a terra e ti cederò il letto, però ti prego, Draco..." Lui acconsente sbuffando e mi segue a passo trascinato e stanco. Arrivo al ritratto della Signora Grassa e sussurro la parola d'ordine; lei si sveglia, mormora qualcosa sul rispetto degli orari ma si apre e ci lascia passare. Come mi aspettavo, la sala comune è vuota e semi buia, le braci sono spente, i libri abbandonati sui tavoli accanto a una scacchiera vuota. Anche nel buio, però, la forte cromatura del rosso si può notare, e l'oro rilascia bagliori. "Mediocre" la scredita Draco, ma posso cogliere la bugia nella sua voce. Sorrido. "Sali per la scalinata a destra" lo intimo, e lui, scrollando le spalle, percorre qualche scalino; la scala, però, diviene presto uni scivolo, e Draco si ritrova a ruzzolare e fermarsi ai miei piedi. "Cosa accidente–?" mi domanda, mentre io cerco di sopprimere una risata. "È per il dormitorio femminile, diventa uno scivolo per chi non è una ragazza" "Anche i dormitori sanno che voi Grifondoro siete maniaci" Sospiro alzando gli occhi al cielo e imbocco la scalinata a sinistra, trascinandolo con me. Entriamo di soppiatto nella mia camera, e con gioia noto che i gemelli sono già addormentati. "Weasley" mormora Draco. "C'è qualcosa che non va?" "Mio padre li odia, gli Weasley. Dice che sono traditori del loro stesso sangue, poveri disperati" "Draco, se condividi queste idee devo chiederti di dormire sul divano" Lui scuote la testa. "Se le condividessi non sarei di certo in Corvonero" risponde, Lo guardo confuso. "L'intelligenza non è solo studio e sapere, ma anche apertura mentale, Potter" Annuisco convinto, procedendo verso il mio letto pronto a buttarmici sopra. "Non hai un pigiama da prestarmi?" domanda flebilmente il biondo; io, con un ghigno, gli lancio addosso una mia maglietta sgualcita e un paio di boxer. Lo vedo arrossire e chiudersi in bagno, al che mi approfitto per la sua assenza, mi spoglio rimanendo in intimo e mi stendo a letto. Quando Draco esce dal bagno, ha nella mano destra i suoi vestiti scolastici ben piegati a ordinati e addosso la mia maglia che gli arriva fino a sopra le ginocchia. Appoggia gli indumenti su una sedia, senza ovviamente risparmiarsi il commento sul disordine, per poi voltarsi verso di me e– "Potter sei nudo?!" urla acuto. Io gli faccio segno di silenzio. "Harry? C'è qualcuno lì con te?" Cazzo, Fred si è svegliato. "È un sogno, Fred, torna a dormire" "Certo, Potter, e io dovrei crederti" Draco mi guarda in panico, quindi io lancio un incantesimo soporifero a Fred. "Evita di urlare se non vuoi essere scoperto" gli bisbiglio malizioso, vedendolo arrossire. "Sta'zitto" "Zittiscimi" Lui si appoggia al letto e inizia a venire verso di me. Davvero, è così facile avere un bacio da lui? Mi preparo mentalmente quando, al posto delle sue labbra, mi ritrovo una calza all'interno della mia bocca. "Buonanotte, Potter" ridacchia, stendendosi e dandomi le spalle. Rimango in silenzio e lo guardo, addormentandomi solo quando sono sicuro che il suo respiro sia regolare, e che lui stia dormendo.
Vengo svegliato da un movimento agitato tra le mie braccia, quindi apro un occhio e mi accorgo di star stringendo un piccolo ragazzino biondo completamente sudato e in preda a spasmi di terrore. Lo scuoto dolcemente, mormorando il suo nome, e lo vedo alzarsi di scatto e prendere l'aria a boccate, come se non respirasse da ore. Lo vedo, o meglio vedo la sua immagine sfocata; cerco sul comodino e inforco gli occhiali, e ora che posso mettere a fuoco noto i suoi occhi lucidi e spaventati. "Draco" mormoro "è tutto finito..." Lui si getta tra le mie braccia e mi stringe forte, rilasciando un singhiozzo. Poi però sembra accorgersi di ciò che sta facendo, quindi si stacca da me e di passa le mani sotto agli occhi nel tentativo di riacquistare dignità. "Che ore sono?" domanda, cercando di non tradire la paura mista imbarazzo che prova in questo momento. "Dodici meno un quarto" "Cazzo, abbiamo saltato colazione" Lo vedo buttarsi giù dal letto, prendere la sua ordinata pila di vestiti e aprire la porta del bagno... trovandolo però occupato, con un George nudo e fumante, appena uscito dalla doccia. Draco diventa rosso e quasi si mimetizza con le pareti. "S-Scusami" mormora paralizzato, senza però smettere di guardare il rosso. Io rido e mi avvicino a lui, coprendogli gli occhi, al che George risponde:"Che c'è Harry, hai paura che dopo avere visto me Draco non ti voglia più?" Io gli alzo il medio richiudendo la porta alle mie spalle. Il baccano deve aver svegliato anche Fred, che sorge dal suo letto e ci guarda confuso. "Dopo ti spiego tutto" lo rassicuro; lui alza le spalle e torna a seppellire il viso nel cuscino. Intanto, Draco è ancora color pomodoro e guarda a terra maledicendosi. "Ti odio" mi sussurra poi. "Ehi, e in che modo sarebbe colpa mia?" "Sei tu ad avermi portato qui" Rido scombinandogli i capelli. "Sono in ritardo, Draco, quindi a meno che tu non voglia cambiarti qui dovremo usare il bagno insieme" "In ritardo per cosa?" "Abbi pazienza e lo scoprirai" Nonostante papà mi abbia scritto di non parlarne con nessuno, non posso semplicemente lasciare Draco da solo né nella mia camera e men che meno tra i corridoi. È la scelta più giusta e responsabile. George appare con in vita solo un accappatoio, e quando passa fa l'occhiolino a Draco.
Lui avvampa e scappa in bagno, io lo seguo prima che chiuda la porta. Si sfila la maglietta e la piega, poi si accorge che lo sto guardando e mi scocca uno sguardo assassino. Lo guardo ancora un attimo: posso felicemente constatare che non ha lividi. Non mi passa nemmeno per la testa il pensiero che possa stare nascondendoli con un incantesimo o del trucco. Gli do le spalle e vedo i boxer raggiungere la maglietta, per poi sentire il familiare fruscio della tenda della doccia. "Draco, devo farla anche io, e se per risparmiare tempo la facessimo insieme?" "Non ci pensare nemmeno" "Ti prego... tengo gli occhi chiusi" "No" "Ho un incontro con Silente" La tenda rivela il viso di Draco, che rotea gli occhi. "Vieni, veloce, ma se mi guardi i provi a toccarmi ti uccido" Rimuovo l'intimo ed entro in doccia con lui. È stupendo, i capelli bagnati che gli avvolgono il viso, le spalle rilassate... gli accarezzo uno zigomo e mi sporgo verso do lui per prendere lo shampoo. Rido di fronte al suo imbarazzo. Apro il flacone e me ne metto un po' sulle mani e un po' sulla sua testa; gli passo le mani tra i capelli e inizio a massaggiargli la cute. "Sei un cazzo di maniaco" sussurra, senza però sottrarsi al mio tocco. Insapono anche la mia chioma per poi risciacquarci entrambi. "Vuoi che ti aiuti anche con il bagnoschiuma?" mi propongo, solo per ricevere una spugna un faccia. "No, piuttosto, non hai del balsamo?" Gli porgo un flaconcino che deve aver dimenticato una delle occasionali ragazze e lui annuisce. "Bene, grazie" risponde, spalmandosi la crema tra i capelli, e poi insaponandosi il resto del corpo. Lo imito, ci risciacquiamo e usciamo. Lui si asciuga i capelli pazientemente, mentre io lo passo con l'asciugamano e aspetto che il tempo faccia i suoi miracoli. Poi mi infilo in un paio di jeans, una maglietta e guardo Draco che si sta ancora asciugando la chioma. Mi caccia sgarbatamente e io sbuffo, buttandomi sulla poltrona e ignorando le mille domande dei gemelli. Indossa i suoi pantaloni neri, la camicia, il mantello e dopo una mezz'ora è pronto. "Andiamo?" proferisce, uscendo dal bagno. Annuisco, e ci incamminiamo verso la Torre di Astronomia.
"Harry, sei in ritardo" sospira Remus, vedendomi arrivare. "Scusa, è che la principessa qui ci mette ore a prepararsi" rispondo, accennando a Draco. "So che non dovrebbero essere affari miei ma... come mai è qui?" "Vi spiegherò tutto quando saremo da Silente" Draco è confuso, ma ci segue senza fare domande. Arrivati alla statua, Remus sussurra la parola d'ordine e l'ingresso alle scale si apre. Saliamo, ritrovandoci nella sala di attesa; dall'ufficio del preside si possono sentire delle voci. Sono Silente, Padfoot e Prongs. Remus bussa. "Entrate pure" risponde la voce dell'anziano preside, e noi ci facciamo avanti. "Professor Lupin, Signor Potter e... oh, Signorino Malfoy, che sorpresa. Accomodatevi!" Mio padre squadra Draco. "Harry, ti avevo detto di non parlarne con nessuno, e quel nessuno comprende il tuo fidanzatino!" esclama nervoso. "Non potevo di certo lasciarlo alla mercé di Nott!" rispondo a tono, avvicinando Draco a me. "Suvvia, James, Draco non dirà nulla" lo difende Silente. Draco annuisce. Solo ora mi accorgo di non aver contestato alla parola fidanzati. "E comunque non stiamo insieme!" sussurro, ottenendo come risposta solo in ghigno di Sirius.
"Harry, Silente mi ha detto che ti ha raccontato qualcosa su Peter" inizia a parlare mio padre. "E io volevo concludere il discorso anche in risposta alla tua lettera. Peter Minus, tu consoci questo nome e lo associ a quella serpe che sta provando a conquistare il Mondo Magico e farlo vivere secondo le sue regole, ma prima di quell'uomo viscido, Minus è stato uno studente qui, come te, come noi, e a noi è collegato: Minus era il quarto dei Malandrini. Era un nostro amico, uno dei più cari, lo chiamavamo fratello... ma poi ha fatto ciò che ha fatto, tradendoci tutti. Per contrastarlo, ci eravamo organizzati in un'organizzazione segreta e fuorilegge, bandita quando lui era quasi diventato ministro, con la quale proteggevamo chiunque sapesse e volesse parole o chiunque si opponesse a lui pubblicamente. La situazione era però diversa, infatti al tempo lui non aveva mosso una guerra fisica ma più nell'ambito politico. Ora, sembra che voglia provare a raggiungere il suo obiettivo con la forza" Termina il discorso e prende un respiro, guardandomi dritto negli occhi. Lo sento, mi chiederà di affiancarli nella lotta, ne sono sicuro! "Perciò Harry... dovremo troncare i contatti, noi tutti, Remus completo. Il tuo punto di riferimento sarà la Tana, per qualunque cosa i Molly e Arthur ti aiuteranno e sosterranno" "Tu non vuoi che io vi aiuti?!" gli urlo addosso, alzandomi furiosamente. "Harry, non posso permettermi di metterti in pericolo, devi capirmi!"
Io smetto di ascoltarlo, prendo il braccio di Draco e lo trascino giù per le scale. Sento che mi stanno chiamando, ma non ho intenzione di girarmi, anzi: vado avanti per la mia strada, scendendo le scale e percorrendo i lunghi corridoi al settimo piano. Andrei avanti a oltranza se Draco non mi fermasse vicino a una finestra, rosso in viso e con il fittone. "Harry, fermo" mi impone, e io mi volto a guardarlo. Non avevo pensato a lui tanto era grande la mia rabbia, e me lo ero trascinato a grandi passi lungo tutto il percorso. Mi accarezza il viso con le sue mani fresche e delicate. "Entriamo qui" mormora, portandomi in un'aula vuota. "Calmati, per favore..." Io non rispondo, mi limito a guardarlo. Faccio un passo, lui retrocede finendo contro il muro. Mi avvicino ancora, lui mi guarda senza fermarmi, al che mi spingo ancora avanti e lo bacio, prima più superficialmente per poi approfondire. Lui porta le mani tra i miei capelli, e io mi stacco solo quando sento il suo respiro farsi affannoso. Lo guardo, è rosso e si morde il labbro. Lui non dice niente, e anche io mantengo il silenzio. Passo le mani sul suo petto iniziando a sbottonare la sua camicia bianca.
Capitolo lungo, carico e intenso! Cosa ne pensate?
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