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Di serpenti, coccodrilli e impala

I Dormitori Corvonero sono in cima e una scalinata di almeno un centinaio di gradini, ma io non mi scoraggio, e inizio a percorrerli quasi di corsa: in pochissimo tempo mi trovo di fronte al quadro che segna l'entrata.

«Oddio è lui!» urla un gruppo di ragazze del sesto anno, e io ammicco. Sembra si stiano sciogliendo, e io ridacchio a bassa voce: che illuse, chi si interesserebbe mai a loro? Magari quando finiranno di starnazzare, se dovessero mai farlo, presenterei tutte a Fred e George.

Mentre sono assorto in questi miei importanti pensieri, sento una vice forte che proviene da un corridoio buio, stessa voce che tutti ignorano:«Su biondino, vieni qui!»

Biondino... se non sbaglio, la mia preda è bionda. E se fosse lui? Devo controllare...

Mi avvicino piano, con cautela, e mi nascondo nel buio. Quando i miei occhi si abituano, scorgo un piccolo Corvonero biondo dalla pelle chiara e gli occhi tempesta che fissa spaventato tre Serpeverde che lo bloccano al muro. I suoi occhi sono lucidi, e il suo polso è stretto nella ferrea presa del Serpeverde più grande. Non riesco a vederlo bene, so solo che i suoi capelli sono neri come la notte.

Si avvicina piano a Draco e si abbassa alla sua altezza. Sì, il biondino non è tanto alto... sarà un mentro e sessantacinque massimo... è tenerissimo, e anche molto bello, i gemelli hanno ragione.

Il Serpeverde si volta improvvisamente, scoprendo un paio di cattivi occhi neri, e poi torna a guardare Draco:«Nessuno ti può sentire piccolo». Anche la voce ha una nota di malizia e cattiveria, e appartiene a Theodore Nott. Io lo odio quello.

«Allora Draco... ricordi cosa ti avevo detto l'altro giorno, eh?» gli sussurra, mentre gli occhi del biondo si fanno ancora più lucidi. «S-Sì T-Theo». Anche il suo tono è terrorizzato, poveri piccolo. «Bene bene Draco... perché hai disobbedito allora?». Draco abbassa la testa di scatto. «S-Scusa master, non lo f-farò più...». Master? Lo ha chiamato "master"? È un soprannome... strano. «Questo è certo piccolo» e Nott ghigna verso il biondo. «Ti ricordi cosa ti avevo detto Draco, vero?». Draco annuisce, ma si vede che ha molta paura. «C-Che le tue p-proprietà sono s-solo tue».
Proprietà? Le persone non sono oggetti! Continuo ad ascoltare curioso. «Bravo piccolo...» Nott fa un sorriso malizioso. «Ma adesso lo sai, sei stato cattivo... e i bimbi cattivi ricevono sempre una punizione». Gli occhi di Draco vengono pervasi dal panico:«T-Theo ti prego no... io sono a-ancora piccolo...». Nott sbuffa, spazientito:«Sei stato cattivo? Adesso stai zitto a fatti punire e basta» il suo tono è irritato mentre dice ai due Serpeverde che gli stanno alle spalle di tenere fermo il biondino mentre lui inizia a accarezzarlo e spogliarlo. Ho visto abbastanza, vorrei prendere a pugni Nott, ucciderlo, dissanguarlo... un singhiozzi strozzato mi distrae dalle mie fantasie. «T-Theo ti prego...» è il piccolo Draco... indifeso, come un piccolo uccellino in un nido di volpi.

«Nott, smettila di dare fastidio al ragazzino» esclamo, uscendo dal buio. Lui si volta piano ghignando:«Potter, cosa ci fai qui? Vuoi partecipare anche tu al divertimento con questo bocconcino?» e accarezza il petto chiaro di Draco, che ha iniziato a tremare. Mi fissa impaurito, come se tra quelle serpi io fossi il coccodrillo, e lui un piccolo impala. Faccio dei paragoni da Oscar, sono un genio!

Nott mi guarda:«Allora Potter?» e si lecca il labbro guardando Draco. «È ancora un verginello... vuoi avere l'onore?». Lui e i due Serpeverde scoppiano a ridere, ma io resto serio. «Nott molla il ragazzetto adesso». Lui mi guarda allibito, ma non molla Draco. «Perché dovrei? È la mia preda Potter». Io mi avvicino a lui con un pugno serrato. «Non vedi che gli dai fastidio Nott, che non ti vuole?» dico, arrabbiato. Lui ride. «Certo che mi vuole!». Io guardo Draco, che si sta mordendo il labbro fino a farlo sanguinare. Anche Nott si volta, e approfitto della sua distrazione per mollargli un pugno che lo manda a terra steso. «E voi due idioti, lasciate Draco adesso». I due Serpeverde si avvicinano a Nott e lo tirano su, sparendo dietro l'angolo.

Mi volto verso Draco e mi avvicino piano. «Ciao Draco...» sussurro, ma lui arretra piano allacciandosi la camicia. «Cosa v-vuoi? Come sai il m-mio nome? Vattene via!» esclama mentre si alza piano. Io mi sollevo accanto a lui, che sembra più basso: io sono un metro e ottantacinque, e lui un metro e sessantacinque. Lo guardo e gli sorrido. «Sono Harry James Potter da Grifondoro, e ti cerco perché avrei bisogno del tuo aiuto... mi hanno detto che eccelli negli argomenti dei M.A.G.O., è vero?». Draco mi guarda negli occhi:«Sì, è vero, hai bisogno di ripetizioni vero Potter?». Quando pronuncia il mio cognome però noto una punta di diffidenza e di insicurezza. «Sì Draco, esatto» e sfoggio uno dei miei favolosi sorrisi che fanno scogliere tutti... tranne lui.

«Non mi abbindoli Potter, te lo dico, io so cosa vuoi fare con me. Trovati un altro Corvonero per le ripetizioni, con me non attacca» scandisce severo, raccogliendo la sua borsa di cuoio nera piena di libri da terra. «Cosa intendi?»domando. Lui si volta. «Credi che non ti conosca Harry? Tutta la scuola parla di te, e del tuo essere Playboy con tutti. Ma non con me». Io sorrido. «Draco ho davvero bisogno delle ripetizioni, non scherzo... mia madre mi uccide se non prendo una 'O' in ogni materia». Lui mi scruta torvo. «Fammici pensare un po'... tu giochi a Quidditch, giusto?» mi domanda poi, con un'espressione assorta. Io annuisco curioso. «Domani ho un'ora buca alle...—e apre un piccolo taccuino nero con un corvo impresso sopra, dove si vede una scrittura piccola e ordinata, quasi femminile—alle 15. Fatti trovare qui, e se dovessi ritardare anche di un minuto...» e a quel punto mi guarda con espressione seria «non cercarmi più». Io rimango basito e lo guardo allontanarsi di corsa e mischiarsi in un piccolo gruppo di studenti che lo squadrano un secondo e poi scrollano le spalle. Mi pare quasi di sentire mormorare:«È quello strano, non affezionatevici», e mi sembra quasi di notare un'ombra di tristezza passare dal suo volto.

Scrollo le spalle anche io e torno verso i misi dormitori. Non devo affezionarmi a quel ragazzino, ne va della mia reputazione. Sono solo delle ripetizioni con un piccolo e dolce Corvonero, ci metterà un secondo ad amarmi e concedersi a me. Non è questo il mio obbiettivo?

Faccio sorgere un piccolo ghigno sul mio viso appena entro nei Dormitori.

«Quindi Harreh? Ci sei...»inizia George, ma Fred lo blocca e finisce:«riuscito?»

Io alzo loro i pollici e sorrido. «Domani alle 15 abbiamo la prima ripetizione...»

Loro fanno un ghigno malandrino e mi prendono sotto braccio, iniziando a parlare di nuove invenzioni alla Weasley. E c'è gente che dice che non sono geniali.

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