Samuel
Camminammo qualche minuto senza dire una parola, poi mi fece segno di accomodarci su una panchina all'ombra di un albero dai fiori profumati.
"Ti va di parlare Bibi?"
" E' un brutto momento ".
" Capisco! i rutti momenti vengono e vanno , passerà! ".
" Sembra facile a parole, ma non so da dove cominciare ".
"Ricomincia da te ".
" Ma è proprio quello il problema, non so chi sono. Non ho mai conosciuto i miei genitori, sono stata cresciuta da una famiglia che mi ha voluto bene ma che per proteggermi non mi ha detto la verità su di me e un anno fa ho capito che la mia infanzia era tutta una menzogna. Poi adesso questo.. "indicai verso la casa.
" Capisco, a volte la vita ci mette alla prova. Magari Chris ha solo fatto una cavolata, vi ritroverete più affiatati di prima ".
"No! Non capisci, mi ha mentito anche lui e comunque non sta facendo nulla per recuperare" le mostrai il telefono senza messaggi e senza chiamate.
"Questa mattina sembrava scosso" mi vennero i brividi
"se la stava ",presi tempo, "mangiando" arrossi guardando in basso
"con me non ha mai fatto così ".
"Capisco. Ma se a te stava bene" . Mi guardò posando una mano sulla mia coscia
"Le mie amiche mi raccontano cosa fanno con i loro ragazzi, a loro il sesso piace, a me invece" soppesai le parole "è sempre stato così, ovvio, scontato, lui sapeva cosa fare io lo stesso, questione di pochi minuti poi restavano abbracciati per un po' ".
"Allora credo che qualcosa non andasse già da tempo"
"Io invece credevo fosse un buon segno "
"Sì a quarant'anni lo è, non a... quanti anni hai? "
"Diciotto ne ho fatti diciotto il 3 marzo "la vidi sbiancare e portarsi le mani al petto poi sul ventre
"Oddio Emily stai per partorire? "mi guardò agitando la mano come a dire che non era quello il problema. Dopo qualche secondo che sembrò eterno riuscì a dire
"Nulla mi sono solo spaventata per un calcio della bambina" . Ma il suo sguardo lasciava intravedere un dolore disumano.
Seguitammo così per alcuni giorni, restai al bed and breakfast, pranzavo e cenavo con loro.
Parlavamo tanto io e Emily, ad un certo punto cominciai a sentirmi a casa.
Il dolore fisico per la perdita di Chris stava lentamente affievolendosi, l'orgoglio ferito avrebbe avuto bisogno di più tempo.
Chiamai a casa chiedendo di poter stare ancora una settimana qui a riordinare le idee, non me la sentivo di tornare e affrontare Chris, i rispettivi genitori e amici.
E poi con Emily e Taylor mi trovavo benissimo.
Acconsentirono seppure un po' preoccupati per come stavo affrontando la faccenda.
Il giorno seguente vidi Taylor che accompagnava un giovane con un grosso zaino sulle spalle oltre la soglia del giardino. Lo sospingeva con la mano invitandolo ad entrare.
"Emily!" lei si affacciò alla porta e andò loro incontro. Pese la mano al ragazzo e tutti insieme entrarono, li sentì accompagnarlo nella stanza accanto alla mia e mostrargli i locali del bed and breakfast .
Quella sera a cena eravamo in quattro.
Scesi le scale richiamata dal profumo di una torta dall'aroma di arancio. Andai dritta in cucina a chiedere a Emily se avesse bisogno di una mano, ormai il nostro rapporto non era più quello tra proprietario e ospite, eravamo amiche? Non so quale sia la parola giusta per definire il modo in cui parlavamo e ridevamo insieme, il modo in cui riuscivo ad aprirmi con lei, non mi sentivo mai giudicata . Di sé non parlava molto. Taylor, che era l'amore della sua vita e la bambina che stava per arrivare. Una volta soltanto mi disse che si erano persi lei e Taylor tantissimi anni prima ma il loro amore aveva resistito, nonostante i cocci rotti dei loro cuori, nonostante il dolore accumulato, erano ripartiti dall'amore e avevano ricostruito tutto
A me era proprio l'amore che mancava, mi mancava Chris, la sua risata contagiosa i suoi sguardi che mi sapevano leggere dentro. Eravamo stati amici tanto tempo, poi fidanzati e ci conoscevamo a memoria.
Pensavo a tutte queste cose mentre con il coltello tagliavo il pane mettevo in tavola le posate che mancavano.
Un vociare allegro ci segnalò l'arrivo imminente di Taylor e Samuel, il nuovo ospite.
Quando entrarono in cucina Taylor andò subito a salutare Emily e io rimasi come una statua di sale davanti alla meraviglia che era Samuel.
Restai così a lungo, pietrificata, con la bocca semi aperta, le braccia lungo i fianchi e le forze che venivano meno, senza dire una parola.
Emily mi riscosse facendo le presentazioni, ma Samuel sorrideva sornione, non gli era passata inosservata la mia espressione ebete di poco prima.
Ci accomodammo a tavola e io mi misi accanto a lui, ad averlo davanti rischiavo di fare un'altra figuraccia, era di una bellezza sconcertante, la pelle perfetta, la mascella squadrata, occhi azzurro cielo capelli biondi come il grano raccolti in una coda di dreads.
Accanto a me un fisico statuario, lo guardavo con la coda dell'occhio e vedevo guizzare il bicipite appena sotto la stoffa della maglietta tesa. Avrei voluto guardare oltre ma avevo paura di fare di nuovo la figura del pesce lesso.
La sua vicinanza bruciava come il fuoco, accendendo in me sensazioni che non avevo mai provato. Ad un tratto mi accorsi che da quando era entrato lui nella stanza non avevo pensato a Chris.
Mi offri di sistemare la cucina, avevo bisogno di calmare i nervi. Canticchiavo tra me e me mentre lavavo i piatti e riponevo le pentole negli scaffali.
Quando mi girai mi venne un colpo, Samuel era lì appoggiato lo stipite della porta vergognosamente attraente.
Senza togliermi gli occhi di dosso, mi fissava le labbra poi il seno, le gambe e queste prendevano fuoco come se i suoi occhi sprizzassero lapilli incandescenti.
Sentii un languore nell'intimità che mi costrinse a girarmi di scatto perché ero certa che sarei arrossita.
Lui mi arrivò dietro la schiena e sussurrò al mio orecchio
"Posso un bicchiere d'acqua? qui fa molto caldo" presi fuoco dall'interno, un calore caldo umido si diffondeva tra le mie cosce provocandomi i brividi fino alla base della nuca dove sentivo il suo respiro.
Cercai di mantenere il controllo, era sicuramente consapevole di far girare la testa tutte le ragazze che incontrava e oltretutto abituato ad approfittarsi di questo vantaggio. E io non potevo permettermi un simile errore.
Mi girai di scatto cercando di respingerlo, mettendo tra di noi una distanza di sicurezza, ma me lo trovai davanti, la mia schiena appoggiata al lavello. Cazzo come era bello visto da vicino, mozzava il fiato.
Cercai di non agganciare il suo sguardo ma lui posò le mani sul ripiano dietro di me senza staccare gli occhi dalla mia bocca ma senza toccarmi.
Finché non mi avesse toccata sarei riuscita a resistergli.
Sembrò intercettare il mio pensiero perché staccò la mano dal lavello e con una sfacciataggine senza precedenti mi mise i capelli dietro l'orecchio, liberando così definitivamente tutto l'arco della mia bocca e stabilendo un contatto tra i nostri occhi.
Posò il pollice sulla mia guancia per asciugare una goccia d'acqua che mi era schizzata addosso.
Il mondo si fermò per un istante .
Chiusi gli occhi perché non riuscivo più a reggere il contatto così intenso e il cuore prese a martellare nel petto quando compresi che si stava avvicinando alle mie labbra. Forse aveva interpretato le mie palpebre che si chiudevano come un via libera.
Afferrai il ripiano dietro la mia schiena con le mani appena in tempo, perché quando appoggiò le labbra umide e calde sulle mie la stanza prese a girare..
Spazio Sue
Con questo capitolo entra in scena Samuel.
Un giovanotto piuttosto sfacciato, che prenderà di mira Beatrix dal primo momento.
Cosa succederà tra loro due?
Buona lettura!
Sue.
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