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Capitolo 14

James' POV

"Oh perfetto, ora ti metti anche a consolarla? Siete diventati migliori amici?" dopo aver sentito Logan che provava a mettermi contro, l'ho aspettato nel corridoio per, come si dice, scambiare quattro chiacchiere.

"Beh anche tu e Megan siete diventati molto intimi." Obietta.

"Guarda che ha fatto tutto lei." Ridacchio.

"Oh davvero? A quanto pare Megan sostiene il contrario."

"Prego?"

"Ha detto che sei stato tu ad invogliarla a bere e poi a portartela in macchina per fare quelle robe lì."

"E' stato tutto il contrario."

"Potresti anche avere ragione, ma io credo di più a Megan. Sai, la conosco di più."

"Appunto che la conosci di più, sai com'è fatta, no?"

"Ma io non conosco te, e quindi non so come sei fatto e le intenzioni che hai." Mi lancia uno sguardo di sfida. "E poi Sophia è una ragazza straordinaria, bella, sexy.." Roteo gli occhi come segno di gelosia, il che vuol dire che se continua a parlare, gli mollo uno schiaffo fino a farlo cadere per terra. "Si doveva proprio innamorarsi di te? Tu non immagini quanti uomini le corrono dietro, ma non possono raggiungerla perché ci sei sempre stato tu. Ma ora che non ci sei.." alza le sopracciglia e come ho detto prima, gli tiro uno schiaffo facendolo cadere per terra.

Urla dal dolore ed io lo prendo per il colletto guardandolo fisso negli occhi.

"Senti, la prossima volta che dici una cosa.."

"James, ma che fai?" Sophia si avvicina a Logan e lo aiuta ad alzarsi.

"Insomma, ma vi divertite a prendermi a pugni oggi?"

"Tu non volevi questo?" gli chiedo con la massima calma.

"No, io non voglio che tu faccia del male alla gente."

"Non apprezzi più i miei gesti." Mi giro di spalle ed esco dalla palestra.

Entro in macchina e mi avvio verso casa.
Mi chiedo come sarà la situazione ora che io e lei, insomma, non staremo più insieme: se dormiremo insieme, se parleremo ancora.
Non voglio assolutamente cacciarla di casa, per carità, ma finché questa situazione non si risolve, non la voglio tra i piedi.

Sophia's POV

"Sophia, da quanto tempo!" grida Matilde aprendomi la porta.

"Ciao Matilde." Le sorrido timidamente.

"Accomodati pure." Si posiziona accanto alla porta facendomi passare. "Ho saputo di quello che è successo, mi dispiace un sacco."

"Grazie mille." Sorride ed io ricambio il gesto. "Sicura che posso stare qui per un po'?Non voglio crearti fastidio."

"Ma figurati, stai quanto ti pare! Tanto io sono sempre sola. Vuoi un po' di caffè?"

"Oh no no, grazie lo stesso. Come stanno i tuoi?" dico cercando di cambiare discorso.

"Meglio."

"Meglio? E' successo qualcosa?"

"Mio padre ha avuto un infarto ed è stato ricoverato in ospedale d'urgenza. Sapessi che paura ci eravamo prese io e mia madre quando l'abbiamo visto per terra come se fosse morto."

"Oh porca miseria! E quando è successo?"

"L'altro ieri. Ora è in coma etilico, ma sembra stia migliorando."

"Mi dispiace un sacco, spero solo si rimetta presto."

"Grazie." Sorride.

Come ho potuto chiederle di ospitarmi in casa perché ho litigato con James, mentre lei ha problemi molto più seri? Mi sento una persona spregevole.

Conosco suo padre: è sempre stato una persona molto in forma ed attiva, all'apparenza non sembrava stare male.
Spero con tutto il mio cuore che si riprenda al più presto, anche perché mi sta molto simpatico.

"Ma parliamo di te ora. Avanti, che è successo?" Mi invita a sedere sul divano.

"Matilde, non mi sembra il caso di parlare di questo. In confronto alla situazione che hai tu, è una stupidaggine."

"I problemi non si misurano. Come per me potrebbe essere un problema da niente, per te è grave. Quindi spara."

"L'ho tradito." Abbasso gli occhi pensando a quella notte.

"Come? E' impossibile, tu non faresti mai una cosa del genere."

"E invece l'ho fatto."

"Ma perché?"

Vorrei poterle spiegare tutto, che in realtà sono una spia, che pensavo che James mi tradisse con Megan e che non mi sono fermata all'università perché dovevo partire per la Russia dai miei nonni.
Come se avessi ancora i nonni.
Vorrei dirle la verità, anche perché è una mia amica stretta e so che di lei posso fidarmi, ma purtroppo una delle leggi che non posso assolutamente infrangere è proprio quella di non rivelare della mia vera identità.
Ora capisco perché James è stato denunciato tre anni fa per falsa testimonianza.

"Credevo che mi tradisse."

"Con?"

Ed ora? Come le dico che pensavo mi tradisse con un'altra spia?
Inizio a sudare da sotto il cuoio capelluto e balbetto qualcosa trovando una scusa al momento.

"Ci siamo iscritti ad una gara di ballo e siamo con partner diversi e.."

"Non so James, ma tu sai ballare? Insomma, ti ho vista e sinceramente ne ho visti peggiori." Ho sempre visto Matilde come una ragazza timida, ma mai così diretta. Almeno è sincera, non come gli altri che si vede chiaramente che si sforzano per farmi un complimento.

"Lo prendo come un complimento." Dico accennando un sorriso.

"Sai che scherzo. Dai, continua la storia."

Sono passati più o meno quindici minuti per raccontarle tutta la faccenda e ovviamente non le ho detto della mia vera identità.
Mi sorprendo che dopo tre anni non sappia che io non sia una donna come tutte le altre.
Insomma, non dico che doveva sospettare ed ipotizzare casualmente che sono una spia, ma ogni volta che mi ha chiesto di uscire quando ero in missione, le ho sempre detto di no, cioè quasi tutti i giorni.
Non si sarà mai chiesta perché?
In ogni caso, le ho raccontato che io e James ci siamo iscritti in una gara di danza e abbiamo conosciuto i nostri partner che si chiamano Megan e Logan.
Le ho detto che vedevo James diverso da quando ha cominciato a ballare con lei e mi si era formata un tipo di gelosia fuori dal comune.
Ero tormentata, e soprattutto adesso dopo che Logan mi ha detto che sono veramente amanti, dal fatto che potesse tradirmi con lei perché non lo vedevo più stesso, e dopo essermi confidata con Logan diciamo che ho fatto proprio quello che sospettavo tra James e Megan.
Le ho anche detto che dopo che James è entrato in casa e ha visto me sul tavolo con Logan che si stava posizionando su di me, lo ha quasi ucciso, lo ha fatto andare via e mi ha restituito l'anello.
Mentre parlo, Matilde mi ascolta attentamente senza perdersi nessun passaggio del discorso.
Dallo sguardo che ha, credo che voglia dirmi qualcosa o darmi un consiglio per aggiustare la situazione.

"E tutto questo quando è successo?"

"Ci siamo iscritti alla gara di ballo subito dopo il viaggio in crociera e da quando Megan ha messo piede in quella pista da ballo, sto dubitando di tutto."

"Capisco. E quando è successo questa cosa tra te e Logan?"

"Stanotte." Abbasso lo sguardo facendole capire di quanto ne sia imbarazzata in questo momento.

"Ah." Dice con tono pacato ma so che sotto sotto ne è sorpresa. "E perché l'hai fatto? Insomma, perché hai fatto la stessa cosa che pensavi che facessero James e Megan? E' da folli, credevi che fosse James a tradirti, perché l'hai fatto tu? In questo modo la verità ti si è rivoltata contro. E poi credo che lui non ti abbia tradito. Lui ti ha restituito l'anello, ma non perché sperava che tu facessi scattare la scintilla tra voi due e poi darsela a gambe levate, ma perché l'hai deluso. Farei anche io così se vedessi mio marito farlo con una che detesto."

Queste parole mi hanno davvero lasciata a di stucco.
Matilde ha ragione, la verità mi si è rivoltata contro.
Oh mio Dio, non so più a cosa credere: Logan mi dice che mi ha restituito l'anello perché in realtà voleva stare con Megan e lei dice che ne era solo deluso.
Qual è la verità tra queste due adesso?

"Stavo e sto ancora male, ma questo non mi giustifica per quello che ho fatto. Ma ero incosciente, ero così distrutta, così confusa che non so nemmeno perché l'ho fatto, capisci? Io me ne vergogno tantissimo. Ma da quando c'è quella sgualdrina da quattro soldi, non sto capendo niente." Scoppio a piangere e penso sia l'unica cosa che mi sia rimasta da fare.

"Tu lo ami tanto e si vede, e questo porta ad essere gelosa. Ma questa gelosia potresti anche controllarla perché quando una ragazza gli rivolge la parola, non vuol dire che James va a chiederle subito il numero di telefono. E poi penso che sia un brav'uomo, ha occhi solo per te, infatti noto che non calcola molto le altre. Non penso abbia avuto la minima intenzione di andarsene con la prima ragazza che incontrava, non ti avrebbe nemmeno sposata."

"Dopo che mi ha restituito l'anello, se n'è è andato in un locale a bere. E poi casualmente ha incontrato Megan e hanno fatto i fuochi d'artificio in macchina." Dico con voce tremante mentre mi asciugo le lacrime.

"Non vorrei scaricare tutta la colpa su di te, ma alla fine dei conti sei stata tu a dargli l'input di tradirti.."

"Ma che cosa stai dicendo?" dico alterandomi.

"Sophia, come ho detto prima, penso che lui non ti abbia mai tradita. Hai sempre pensato che ci fosse un triangolo amoroso tra te, lui e questa Megan che alla fine l'hai creato tu."

"Ma io non amo Logan, nemmeno lo penso. E' stata una cosa da incosciente."

"Ho capito, ma tu pensavi che James si facesse questa ragazza, ma alla fine l'hai fatto tu. Ora capisci il mio discorso?"

"Sì, credo di aver capito." Dico cercando di ricostruire tutto il filo dei suoi discorsi.

"Dopo aver bevuto, è tornato a casa?"

"Secondo te tornava a casa? Oggi ci siamo visti tutti e quattro agli allenamenti e non è stato un bellissimo incontro.."

"Immagino.." arca la sopracciglia immaginando la scena.

"Non so cosa fare.. Vorrei che tutto questo non fosse mai accaduto." Porto le mani ai capelli e le faccio scivolare dalla nuca fino alle punte.

"Vedrai che il tempo aggiusta tutto. Entrambi avete sbagliato: tu eri così dubbiosa di lui che hai fatto tutto quello immaginavi che facesse e lui non ti ha chiesto spiegazioni e se n'è andato in un locale a bere."

"Credi che James mi ami ancora?"

"Credo di sì, ma ricorda che per il momento è molto deluso. Io so come sei fatta e anche lui, di certo non se lo aspettava."

"Grazie, grazie mille. Mi dispiace che debba riempirti la testa dei miei problemi." La ringrazio accennando un sorriso.

"Oh non preoccuparti! I tuoi problemi sono una distrazione per i miei. E la cosa non dico che mi piace, ma almeno non ci penso per qualche attimo." Guarda fisso il pavimento per qualche secondo, ma poi torna a guardarmi. "Comunque la tua camera è di sopra, corridoio destro, terza porta." Dice indicando la scala color panna che porta al corridoio."

"Okay, grazie mille." Scoppio a ridere e poi mi alzo dal divano dirigendomi in camera.

Salgo le scale e seguo le indicazioni che Matilde mi ha dato.
Apro la porta e mi trovo davanti una bellissima camera con le pareti e il pavimento in legno.
Il letto è di forma rotonda con le coperte rosa e sopra vi è posizionato un cuscino con la fodera anch'essa rosa.
Di fronte al letto, vi è un mobile in tinta con le pareti e i pavimenti con lo specchio con i bordi dello stesso colore.
Sul bordo dello specchio c'è un filo elettrico di cui sono attaccate delle lampadine bianche.
Ricordo che a sedici anni desideravo tanto una camera del genere: semplice, in legno e con un mobile dove vi sono attaccate delle lampadine.
In quel periodo quando andavo a casa delle mie amiche, vedevo queste luci che riflettevano o sullo specchio o venivano attaccate sopra il letto.
Peccato che mia madre ne era contraria perché non voleva pagare qualche dollaro in più la bolletta della luce.

"Allora, ti piace?" mi chiede Matilde sbucando dalla porta.

"Oh sì sì, la adoro tantissimo. La desideravo una cameretta del genere." Mi volto verso di lei di scatto per la paura, ma le rispondo garbatamente.

"Vedi? Qualsiasi cosa tu desideri, accade piano piano nel tempo." 

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