Capitolo 10 - Teatrali tornei
Esattamente come gli adulti dicono di fare ai bambini succubi dei bulli, basta ignorarli e tener duro per un po' prima di tornare alla normalità. Presto o tardi si sarebbero stufati e sarebbero passati ad una nuova preda e in effetti, era trascorsa una settimana dall'ultimo tumultoso scontro tra il saccente biondino e Lila; una settimana nel quale le sue orecchie riuscirono ad ottenere l'agognata tregua da scomodi sproloqui su assassini o taglie o criminali.
L'atroce personalità di Rudy Miller sembrava svanita dalla sua vita.
Ma gli adulti sbagliano.
Quello scorcio di mesta quotidianità che da mesi a quella parte cercava dolorosamente di far propria dopo aver tagliato i ponti con il vecchio mondo, sembrò nuovamente scombussolata una tiepida mattina. Lila arrivò al campus come suo solito in sella alla sua moto; i capelli sciolti, gli auricolari alle orecchie e il cappello azzurro degli yankees tirato giù quel tanto da adombrare esageratamente il suo fosco sguardo. Ella non vi prestava particolare attenzione, tuttavia non solo le sue movenze ma persino il modo di indossare i suoi vestiti incuteva timore.
Camminò per qualche metro, la borsa a tracolla, la giacca di jeans sulla felpa bianca e l'espressione di un qualunque studente che si reca all'università al mattino presto. Era ancora immersa nel tepore del sonno, poiché non percepì immediatamente il cambiamento che scuoteva il parcheggio quella mattina. Le auto erano distribuite diversamente dal solito, un vociferare sommesso aleggiava in un torbido ronzio attorno a lei. Fu solo quando una lunga fila di persone fece capolino davanti a lei che la sua attenzione fu distolta dalla sua piccola bolla.
Lila sollevò gli occhi e si tolse una cuffia.
Uomini e donne confabulavano tra di loro, molti non erano neppure studenti, visibilmente in contrasto con quell'ambiente. Alcuni avevano dei visi grezzi, accigliati e infervorati da qualcosa di simile ad astio.
No
Vendetta.
Arrotolò i cavi delle cuffie infilandoli alla buona nell'ampia tasca del suo giaccone e avanzò cautamente con il suo solito sguardo cupo.
"E in cosa consiste la gara?"
"Non si sa, è a sorpresa."
"Ma è tipo un torneo?"
"No, o almeno, il volantino non lo dice." un ragazzo girò il foglio che aveva tra le mani alla ricerca di qualche clausola sfuggita alla lettura e in un baleno gli fu strappato dalle mani.
"Ehi!" Lila lo ignorò e continuò ad avanzare scavalcando la fila, gli occhi celesti che assorbivano ogni parola di quelle scritte.
Non é possibile.
Lui non può aver osato tanto.
Sollevò lo sguardo davanti a sè. Lo vide, ad una manciata di metri di distanza che sfoderava un sorriso sardonico, crogiolandosi nella soddisfazione ricavata dall'aver allestito quella patetica pantomima. Il volantino che aveva in mano fu stritolato in una morsa fino a che non rimase altro che una pallina accartocciata mentre da quella distanza inceneriva con lo sguardo la sua nemesi giurata.
Lo avrebbe ammazzato.
"Oh non te ne pentirai! Il prossimo." gridò Rudy seduto su una sedia pieghevole dietro uno stand improvvisato fin troppo bene.
Le dita incrociate, un blocco sul tavolo che rilegava una manciata di fogli su cui strabordava una sfilza di firme dalle più disparate. Al suo fianco Nick gli mormorò qualcosa mentre seduto sul bordo del tavolo Lockhart dondolava le gambe succhiando un lecca lecca di cui stecca usciva fuori dalla bocca. Di sbieco osservava ognuno dei brutti ceffi che si presentavano alla tavola offrendo loro una penna.
Rudy scrutò l'uomo in preda alla calvizia curvarsi sul blocco tracciando con una minuscola scrittura il suo nome. Se qualche pensiero razionale in merito alle conseguenze di quel prodigioso inganno gli fosse balenata in mente, non lo diede a vedere. Nella sua testa quello era un incendio, un vero e proprio segnale di fumo che Lila Hazon non avrebbe potuto ignorare nemmeno volendo. Solo che, come avrebbe spento il fuoco?
Lockhart sollevò lo sguardo e un ghigno contorse la sua bocca cancellando l'espressione annoiata mantenuta fino a quel momento. Lila Hazon stava tranquillamente scavalcando ognuno di quei candidati suscitando accese esclamazioni contrariate, ma prima che potessero anche solo protestare Lila giunse in prima fila sbattendo le mani sul tavolo e puntando gli occhi fulminanti sul presuntuoso ragazzo che ora si dondolava sulla sedia come un qualunque patetico tredicenne mononeuronico.
"Hai tre secondi per mettere fine a questa buffonata." annunciò con tono lapidario, il suo viso sporgeva verso di lui, le narici dilatate e l'aria di chi aveva l'audacia di sterminare ognuno dei presenti per la pugnalata appena subita.
Rudy aveva le pupille dilatate e quel lurido ghigno gremito di boria che continuava a districargli le labbra, non curante di chi aveva di fronte. Smise di dondolarsi e si avvicinò ancora di più alla biondina, la sua fronte per poco non cozzò con la visiera del berretto, faccia a faccia, i loro visi a un palmo di distanza, questione di centimetri. Viva elettricità incorreva tra di loro.
"Solo se accetti il caso."
Silenzio.
Ancora quella trepidazione tra i due, l'uno affogava negli occhi dell'altro ma non si tirava indietro. Non era solo orgoglio, non era solo la spietata lotta a chi avrebbe prevalso sull'altro era il modo in cui quell'energia di cui ancora non conoscevano forma e nome li stringeva l'uno all'altra in un ipnotica danza.
"Ce ne sono a migliaia di cacciatori di taglie, perchè vuoi proprio me?"
Rudy cancellò il sorrisetto divertito, improvvisamente fu l'austerità a corrodergli i lineamenti.
"Perchè sei la migliore."
Silenzio. Lila serrò i pugni sulla superficie lignea e si lasciò andare ad un pesante sospiro nel quale soggiaceva tutta la sua frustrazione.
"Ma io ho smesso con quel lavoro sei mesi fa, non puoi costringermi ad accettarlo."
"Staremo a vedere."
La ragazza assottigliò lo sguardo da sotto la visiera del cappellino seguendo i suoi astuti movimenti, la sua bocca si contrasse in una smorfia che tradì la sua maschera di impassibilità. Egli, d'altro canto, afferrò il megafono senza particolare scrupolo e si alzò in piedi.
"Prego signori, accorrete ad iscrivervi al nostro contest per il triplice." enfatizzò quella parola scrutando con le sopracciglia sollevate la ragazza. "Premio."
"Premio numero 1: una cospicua somma di denaro dell'ammontare di diecimila dollari."
"Premio numero 2: scoprirete l'identità del famosissimo cacciatore di taglie... Licorice."
Lila serrò la mascella.
L'aveva venduta. Quel figlio di puttana stava mettendo a repentaglio una copertura durata anni, una copertura costruita con il favore di un'astuzia che avrebbe eguagliato quella di strateghi di guerra, e tutto per uno stupido irrequieto capriccio.
Aveva affrontato criminali, assassini, stupratori e qualunque altro genere di feccia rimanendo ancorata al suo stoicismo. Com'era possibile che adesso, un perfetto signor nessuno riuscisse a mandarlo in frantumi con la sua semplice esistenza.
Voleva strangolarlo, tagliargli la gola, vederlo esalare l'ultimo respiro davanti a lei cancellandogli dalla faccia quella sua stupida espressione spocchiosa.
"E come prova della mia onestà il terzo e ultimo premio..." Rudy schioccò le dita e, roteando gli occhi, Lockhart rimise in bocca il lecca lecca per poi cominciare a battere le mani sul tavolo riproducendo un approssimativo rullo di tamburi, mentre Nick porgeva una valigetta.
Quando la aprì il cipiglio sul viso di porcellana della giovane cacciatrice si ingrandì a dismisura.
"La colt 45 gold cup, la pistola del cacciatore, quella originale, la sua preferita, la stessa con la quale vi ha fatto il culo a strisce e ha mandato in carcere i vostri famigliari."
Sollevò la valigetta per permettere anche a quelli più in fondo di vedere il reperto, annuendo compiaciuto. Lila chiuse inevitabilmente gli occhi muovendo le labbra come recitasse una qualche nenia solo a lei nota.
"Allora? Sei ancora ferma sulla tua decisione?" mormorò a megafono spento, facendo sì che fosse udito solamente da lei.
"Dove hai preso quella pistola?"
"Dalla tua collezione ovviamente." Lila distolse lo sguardo emettendo un verso di scherno. Annuì e come se niente fosse lo superò e se ne andò.
Rudy per un istante fu pervaso da un'espressione colpita, stupore misto alla delusione. La sua mente lottò contro l'impulso del suo corpo di seguirla con lo sguardo e in un baleno rimontò il suo solito ghigno con un verso di scherno. Uno scherno che avrebbe voluto simulare vittoria, ma fallì miseramente.
"E la cacciatrice uscì di scena, mostrando maturità contrariamente a quel coglione del paladino." proruppe la nostra sexy voce narrante seguendo la sua figura allontanarsi in tutta serenità.
"Ehi!?"
"Davvero un bel piano generale, complimenti mi congratulo." Lockhart balzò giù dal tavolo afferrando il megafono e cominciando a blaterare "Okay gente, le iscrizioni sono chiuse, mi dispiace arrivederci a tutti. Per info contattate il sito www.contestassolutamenteprividifondamento.com baci baci e tante care cose." si levò un disappunto generale che lui ignorò rimettendo lo strumento a posto.
"Ma che cazzo fai?"
"Sto chiudendo il sipario di questa messinscena fallita." la folla cominciò a dissiparsi non lasciando altro che l'asfalto grigio scuro gremito di volantini abbandonati e accartocciati.
Rudy lo schernì. "Be' non proprio fallita."
Lockhart lo fissò sbattendo le ciglia ripetutamente e senza dire una parola, concentrando semplicemente la portata irrisoria della sua occhiata su di lui. Non lasciava altre interpretazioni possibili se non un poderoso 'Ma sei scemo?'
"Scusa dove lo vedi il successo? A Lila non sbatte un cazzo delle tue pagliacciate."
"Sono riuscito ad attirare la sua attenzione."
"Wow! Be' la prossima volta mandale un bigliettino con su scritto 'ehi Lila, vuoi metterti con me SI- NO- FORSE'." scosse la testa. "Ma cos'hai? Dodici anni?"
"Ehm Rudy hai tolto la pistola dalla valigetta?" domandò Nick corrugando la fronte interrompendo sul nascere una turbolenta risposta da parte del biondino.
"Cosa? No!"
"E allora dov'è?"
"Proprio qui."
Nick sollevò lo sguardo assieme a Lockhart, entrambi fissavano un punto alle spalle del biondino che si immobilizzò sentendo il freddo contatto di una canna metallica sulla nuca.
24/01/24
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