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Wolf 2 - Il giorno della vendetta

La serata di Luka Löwe era cominciata in modo promettente. Gli uomini più potenti del mondo davano una festa per lui al Palazzo imperiale di Tokyo. I brindisi con lo champagne pizzicavano l'aria e il suo nome si intrecciava agli encomi sulle labbra dei più alti ufficiali del Terzo Reich.
Il Führer stesso gli aveva offerto un impiego e l'aveva definito un ottimo esemplare dell'ideale ariano."

"Due Croci di Ferro di prima classe gli pendevano dal collo, a indicare la doppia vittoria. E allora perché si trovava fuori dalla sua stessa festa, a guardare attraverso le imponenti finestre, sentendosi come una Scheisse su una spiaggia di sassi? C'era quella fastidiosa fitta al petto, proprio accanto a quel muscolo che molta gente chiamava cuore."


"Non ti amo. E non ti amerò mai."
Adele Wolfe. Una Fräulein come nessun'altra.

Era stato un verdammt idiota. Avrebbe dovuto imparare la lezione dopo Osaka. Dopo che lei gli aveva masticato il cuore, gli aveva fatto sanguinare la testa e aveva vinto la gara al posto suo.

Il suo piano era questo: osservare Adele Wolfe come un falco.
Fingere di amarla ancora.
Conquistare la sua fiducia, la sua alleanza e il suo cuore, e sigillare il tutto con un bacio (che casualmente sarebbe stato avvelenato da un sonnifero che l'avrebbe messa fuori gioco per ore e avrebbe garantito a lui un solido vantaggio e un'altra vittoria.)

Il piano aveva funzionato bene all'inizio.

Adele Wolfe era cambiata.

Più Luka la osservava, più si rendeva conto che c'era un problema nel suo piano...
Non poteva fingere di amare ancora Adele Wolfe, perché la amava sul serio.

E, sfortunatamente, la verità non funziona un granché bene come bugia.

La amava. Scheisse, la amava. Era una sensazione tagliente come un rasoio. Un'emozione che si sollevava dentro di lui come una fenice che risorge dalle sue ceneri molto più forte di quanto non fosse stata prima.

Osservava Adele attraverso i vetri della sala da ballo. Era una particolare forma di tortura, vederla danzare con il Führer. Uno strano sguardo famelico luccicava nei suoi occhi mentre lasciava che l'uomo più potente del mondo la conducesse a tempo di valzer verso la finestra. Un sentimento puro, intenso. Come l'amore... O l'odio.

Le linee fluivano e defluivano in figure distinte. Code, zampe, zanne...
Erano lupi. Tatuati sul braccio.

Non è morto. Non è morto.

Ora era un'assassina, le mani macchiate del sangue dell'uomo sbagliato.

L'ultima volta che l'aveva visto, Luka Löwe sembrava quasi un gentiluomo: gli arruffati capelli dorati pettinati all'indietro, il giubbotto oliato, la divisa inamidata e stirata.

Restarono lì, petto contro petto, faccia contro faccia, mentre i passi si avvicinavano. Yael non poté fare a meno di notare la mascella serrata di Luka, la sua pelle leggermente impallidita. Le ricordarono che la sua strafottenza non era altro che una maschera. Il più efficiente dei meccanismi di difesa. Non l'aveva vista cadere proprio quella sera, l'ultima volta?

E in un frangente così pericolosamente drammatico che cosa fissava Yael? Le labbra di Luka.

Non così in fretta. Lui le bloccò con determinazione l'accesso alla strada. Non sai che è scortese scappare via da un appuntamento? Questa sarebbe la seconda volta in una sera.
Tu avevi un appuntamento con Adele, non con me rispose Yael.

Il punto è... stava dicendo Luka... che tu hai un cuore. E in questo momento io ci sto scommettendo la mia vita, su quel cuore.

Capelli di velluto le dondolavano sulle guance mentre camminava mescolandosi così perfettamente con le ombre, che per un istante Luka si sentì mancare il fiato al pensiero che la ragazza si potesse dissolvere.

E i suoi occhi... ardevano. Di un incredibile azzurro fluorescente, come i neon di un negozio. Un azzurro al cui confronto le iridi luminose di Adele scomparivano.
Mi chiamo Yael disse.
Yaaaaaaaa-el. Aveva un che di poetico quel suono che a Luka non ricordava nessuno dei nomi tedeschi che conosceva.

La marea cremisi stava calando. Pezzo dopo pezzo, il rosso defluiva.

Luka la guardava ancora con la stessa scintilla negli occhi. Come sei lei fosse un rebus da risolvere. Come se fossero ancora impegnati in una danza di cui Yael non conosceva i passi.

Tutti  gridavano ed erano tristi e spaventati, mentre io non provavo niente. 

Sentimenti delicati si stendevano tra loro, appiccicosi, fragili, intricati e belli come i fili di una raganatela argentata nella rugiada del mattino.

Questi tatuaggi erano tutto quello che avevo per ricordarmi chi ero.

Lui si tese al contatto con lei. Sulle braccia di entrambi divampò la pelle d'oca. Non fu il bacio della Kaiten. Niente cielo e terra che ondeggiavano sotto  i piedi di lei e la passione che le incendiava le labbra mentre il sole brillava sopra la sua testa. Non fu neanche il bacio del treno. Fu solo un contatto: pelle contro pelle. La cosa più semplice. 
Fu vero.

Nessuna vita è insignificante. 

E se non fosse necessario uccidere di nuovo Hitler? Se bastasse distruggerne l'idea?

Mostra a tutto il Reich quello che hai mostrato a me.

Il crepuscolo rendeva il mondo più pesante. La pioggia continuava a cadere e le armi semiautomatiche crepitavano nell'aria.

Il Führer è immortale. Ma Adolf Hitler non lo era...
Hitler non ha rinunciato alle apparizioni pubbliche dopo il raduno di Nuova Germania perché temeva per la sua vita. Hitler quel giorno è morto.

Luka non sentì niente.

Yael si irrigidì, poi annuì; i suoi occhi luccicavano dietro le lacrime. Luka li fissò, e continuò a fissarli finché non fu di nuovo nella taiga, a correre sulla neve calpestata dai lupi, in mezzo a un verde così scuro che sembrava marrone, un marrone così fresco che sembrava vivo.
Correndo...

correndo...

...


Quando un libro è straordinario, ti rapisce completamente. L'autrice riesce a catturare ogni emozione umana, portandoti in un viaggio attraverso risate, lacrime, paura, odio e dolore. La sua capacità di sorprendere e ammaliare è un vero dono, e ogni pagina è un'esperienza avvincente che non si può fare a meno di divorare avidamente.

Inutile sottolineare che ho amato entrambi i libri.

So che esiste anche un libro su Luka Löwe "Iron to Iron" che purtroppo non è disponibile in italiano. Peccato! Sono sicura che l'avrei apprezzato.

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