'La Sindrome di Didone' di LabyrinthumEfp
Grado Gemma: Pro
Titolo: La Sindrome di Didone
Autore: LabyrinthumEfp
Genere: Romantico
Sottogenere: Introspettivo
Stato: In corso
Rating: Rosso
Avvertimenti: Nessuno
Trama: La Sindrome di Didone è ambientata a Roma nel 2006, Caterina (Cat) Farnesi è una diciassettenne (tra non molto maggiorenne) che frequenta l'ultimo anno del liceo classico Giulio Cesare. È una ragazza spigolosa, saccente ed altezzosa che non vuol perdere tempo dietro ai ragazzi o ad altro che potrebbe distoglierla dal suo adorato studio, ma ad un certo punto si rende conto di provare qualcosa per il suo migliore amico Leonardo, il quale è a sua volta fidanzato con Beatrice, amica e compagna di banco di Caterina.
Caterina non sa come affrontare la situazione, attanagliata dai sensi di colpa che prova verso l'amica e confusa dai sentimenti che la legano a Leonardo. La nostra protagonista, dopo una serie di eventi, arriverà a ricattare Adriano, l'irriverente rappresentate d'Istituto della sua scuola ed ex migliore amico di Leonardo, obbligandolo a fingersi il suo ragazzo per fa ingelosire Leonardo.
Il problema sorgerà quando Caterina scoprirà che Adriano non è esattamente il ragazzo che lei credeva fosse.
LabyrinthumEfp!
I motivi per cui ho iniziato a scrivere questo romanzo sono molteplici, tra cui la nostalgia dei banchi di scuola e il desiderio di riscattare il liceo classico, ultimamente bersagliato da valanghe di critiche e minacciato di venire eliminato perché considerato "inutile" e "sorpassato".
Da classicista non posso accettarlo, l'idea che un'istituzione simile, tipicamente italiana, voglia essere cancellata mi getta nello sconforto più totale, facendomi solo venire voglia di dire giù le mani dal classico.
Altre Opere: Gioco di Ruoli (Romanzo rosa), Becoming Mrs. Crawley (Romanzo rosa), Pull The Trigger (Narrativa generale), Labyrinth of her mind (Fanfiction su Harry Potter), Friendzone (Fanfiction su Harry Potter), Take a Sad Song (Romanzo rosa).
Estratto:
Caterina sapeva la grammatica a memoria come l'Ave Maria, non c'era verbo latino o greco di cui sbagliasse un accento, declinazione e paradigma. Lei amava quelle lingue dimenticate persino da Dio, e per questo motivo veniva sbeffeggiata da tutti; era come se gli altri non capissero, o meglio non cogliessero, il fascino intrinseco di quei frammenti antichi eppure assurdamente attuali; le poesie meravigliose di Catullo o di Callimaco, le massime filosofiche di Seneca; la bellezza di personaggi controversi come Didone e Medea; la tenerezza, ma soprattutto l'amore che trapelava dai versi di Omero nell'addio di Ettore ad Andromaca prima della battaglia che avrebbe segnato per sempre il destino di Troia. C'era bellezza ovunque in quei libri che erano obbligati a studiare, possibile che non se ne rendessero conto? Gli era stato donato un tesoro che loro non immaginavano nemmeno di possedere. Per i suoi compagni quelli erano soltanto dei compiti da svolgere controvoglia, per lei erano fonti infinite di cultura, cibo per l'anima.
Era davvero l'unica a commuoversi ogni dannata volta che si trovava a rileggere per puro masochismo il passo della morte di Didone?
Citazioni:
«Non siamo in guerra, Adriano...» disse in un sussurro, seppur con poca convinzione.
Forse stavano cominciando a dare segni di resa, ma la guerra era tuttora in atto.
Una guerra strana la loro, fatta di frecciatine, di rancori mai sopiti e di parole non dette, che durava da un anno.
E quella violenta necessità di designare un vincitore, di capire chi fosse il vero leader. Chi il più determinato a resistere, chi il più bravo a fingere.
Perché chi meno ama è più forte, si sa.
-Capitolo 13-
Commento:
Credo che le persone più adatte a parlare della mia storia siano quelle che l'hanno apprezzata, perciò preferisco riportarvi le parole di Cacciatricediamore.
- Ho letto questa storia un po' per caso, prendendola in prestito da una collega del Writinwithyouproject senza però crearmi troppe aspettative. Da non amante del rosa, sebbene abbia cominciato a leggere sempre più storie di questo genere, non pensavo di ritrovarmi tra le mani un qualcosa di tanto bello.
"Caterina sapeva la grammatica a memoria come l'Ave Maria, non c'era verbo latino o greco di cui sbagliasse un accento, declinazione o paradigma. Lei amava quelle lingue dimenticate persino da Dio, e per questo motivo veniva sbeffeggiata da tutti; era come se gli altri non capissero, o meglio non cogliessero, il fascino intrinseco di quei frammenti antichi eppure assurdamente attuali; le poesie meravigliose di Catullo o di Callimaco, le massime filosofiche di Seneca; la bellezza di personaggi controversi come Didone e Medea; la tenerezza, ma soprattutto l'amore che trapelava dai versi di Omero nell'addio di Ettore ad Andromaca prima della battaglia che avrebbe segnato per sempre il destino di Troia. C'era bellezza ovunque in quei libri che erano obbligati a studiare, possibile che non se ne rendessero conto? Gli era stato donato un tesoro che loro non immaginavano nemmeno di possedere. Per i suoi compagni quelli erano soltanto compiti da svolgere controvoglia, per lei erano fonte infinita di cultura, cibo per l'anima. Era davvero l'unica a commuoversi ogni dannata volta che si trovava a rileggere per puro masochismo il passo della morte di Didone?"
Una descrizione così si commenta da sola, spinge chiunque che abbia voglia di leggere qualcosa di bello a cliccare su quel "Leggi" in arancione e a immergersi in una storia talmente vera e concreta da far un po' paura.
"La Sindrome di Didine" ci risucchia nella vita di Caterina, quinto anno di liceo classico, una migliore amica che abita lontano e un'altra che sta con la sua cotta: il suo migliore amico Leonardo.
Cat si limita a guardarlo da lontano, continuamente in lotta con se stessa per tenere imbrigliati i propri sentimenti e per non lasciarne trapelare nemmeno uno. Non è quello che vorrebbe, certo, ma prova a farselo andare bene e ci convive; questo, finché qualcuno non irrompe prepotentemente nella sua quotidianità, forse stufo di starle alla larga, senza chiedere il permesso e senza curarsi di non provocare danni.
"Se le avessero chiesto chi per lei incarnasse alla perfezione il termine greco ύβρις, la cui corretta traduzione in italiano era tracotanza, avrebbe indicato Adriano. Bastava quell'unica parola per racchiudere tutti quegli atteggiamenti di superbia, presunzione e supponenza che lo caratterizzavano. Forse era per questo motivo che, quando le capitava di incontrarla in una versione di greco, le veniva in mente sempre lui. "
Adriano Greco è uno di quei ragazzi che non passano inosservati e che non potrebbero farlo nemmeno volendo. È il sogno di tutte le ragazze, ammaliatore, affascinante e abile seduttore, è bello e carismatico; piace a tutti, tranne che a Caterina, forse, che si rifiuta con tutta se stessa di permettergli di fare breccia dentro di lei e, anche quando questo accade, si ostina a non volerlo ammettere.
"Adriano le circondò la vita con il braccio per attirarla a sé [...], affondò il pennello nel tubetto che conteneva il colore arancione e iniziò a tracciare i contorni di una mezzaluna e di un paio di stelle appena sopra l'attaccatura del seno."
C'è tanto, tra le pagine di questo racconto; traboccano di tutti quei sentimenti tipici dell'adolescenza che rendono quel periodo della vita umana tanto confusionario e difficile da affrontare. Tra una riga e l'altra si può scorgere l'amore per la famiglia e l'affetto cocente per gli amici, quei pochi ma buoni compagni di vita che in ogni situazione trovi sempre a coprirti le spalle. E incatenati tra parole eleganti e periodi raffinati la crescita e il cambiamento di personaggi presi alla sprovvista da eventi spiazzanti e inaspettati.
C'è Caterina, orgogliosa, ostinata, testarda e mai pronta a fare un passo indietro e c'è Adriano, altrettanto altezzoso, arrogante e dalla lingua tagliente.
Così simili eppure incapaci di stare l'uno accanto all'altra senza farsi del male, imparano a godere dei momenti passati insieme, felici di aver trovato uno spirito affine ma non in grado di conviverci pacificamente.
Si odiano così tanto da amarsi teneramente e dolcemente senza nemmeno accorgersene. Tra frecciatine, confessioni scomode e parole dolci sussurrate a bassa voce per timore che possano essere sentite.
Tra gli scontri e i baci dei due protagonisti si intrecciano alla perfezione le storie di personaggi secondari dalle mille sfaccettature che conquistano e si insinuano sotto pelle.
Una storia coinvolgente fin dalle prime parole "Era immobile, dinanzi a lui, con un'espressione quasi assente. Lo scrutò, cercando di scorgere un difetto, qualcosa che glielo facesse apparire brutto, sciocco o odioso, ma non lo trovò.", che ti rapisce e per un po' ha la capacità di far fermare tutto quello che ti circonda, lasciandoti solo alle prese con Adriano e Cat, Leonardo e Bea, Nicola, Micaela e Fabrizio. Ti ritrovi costretto a forza in un vortice di emozioni penetranti e vive che tolgono il respiro e fanno inumidire gli occhi.
Una storia come poche, dove c'è rabbia, sofferenza, amore, passione... situazioni talmente vere e concrete che almeno una volta nella vita ci siamo passati un po' tutti.
Cristina scrive con stile elegante e penna raffinata, mai banale o scontata, crea un susseguirsi di vicende narrate in modo così accurato che rasentano la perfezione. -
Rapido estratto della nostra valutazione! (Potete trovare la recensione completa in "Recensioni Brillanti").
Correttezza grammaticale: la grammatica è perlopiù ok, bisogna solo fare attenzione alla punteggiatura nei dialoghi e, cosa più importante, ai congiuntivi di troppo sparsi un po' ovunque.
Narrazione: tutto nella narrazione contribuisce a creare un buon ritmo, a partire dalle descrizioni ben fatte ma non invadenti fino ad arrivare ai dialoghi molto realistici. Il ritmo è incalzante ma mai sbrigativo, tiene il lettore incollato quasi per l'intera storia. Il ritmo rallenta di un po' dopo che Cat e Adriano instaurano quella sorta di pace tra loro per via dei capitoli di ricordi, di cui uno per metà completamente raccontato.
Analisi completa delle tematiche: le tematiche trattate sono tante e molto varie, quasi tutte girano attorno al tema post-adolescenziale e scolastico. Ci ritroviamo a guardare il mondo attraverso gli occhi di ragazzi, a osservare la prima infatuazione, il bullismo, l'omosessualità, il femminismo. Molto gira intorno a questo misto di orgoglio e timore di fare la scelta sbagliata. Tema molto importante che segna l'avvicinamento dei due personaggi principali è l'aggressione che Cat è costretta a subire.
Originalità: la storia si basa sul classico ragazzo apparentemente poco di buono e la ragazza che diffida di lui ma pian piano impara a conoscerlo. Lo "scheletro" della storia non è niente di nuovo, eppure possiamo assicurare che la storia in sé può sorprendere con elementi originali e ben trattati.
Analisi delle falle: abbiamo notato giusto una contraddizione sulla moto che guida Adriano, che in realtà non potrebbe guidare per via dell'età, ma si tratta di una piccolezza.
Caratterizzazione dei personaggi: ogni personaggio ha vita propria e ha la giusta importanza nella vita di Caterina. I personaggi secondari non hanno un ruolo marginale o di comparsa, tutti si comportano esattamente come lo farebbero nella realtà, e il che li rende straordinariamente realistici. Caterina è una ragazza che vuole essere forte anche quando è difficile, che non si fa piegare da nulla, che non vuole cedere all'amore per paura di cambiare questo suo modo di essere. Adriano ragiona un po' allo stesso modo. Lascia intravedere agli altri solo una minima parte di sé, lui dà agli altri quello che loro vorrebbero vedere, né di più né di meno.
Coinvolgimento emotivo: Se nel primo capitolo è difficile essere coinvolti per via della sua pesantezza, il coinvolgimento emotivo sale quando fa la sua comparsa Adriano per la prima volta, quindi quasi subito. Ci siamo accorti che è Adriano ad aumentare di molto il coinvolgimento, quando è presente lui il lettore si ritrova incollato alle righe della storia, a pendere dalle sue labbra.
Breve recensione della copertina: è semplice e chiara, e probabilmente l'intento era di avere qualcosa di pulito e non troppo romantico., tuttavia è fin troppo "piatta", non c'è nessun elemento che attiri fin troppo, all'infuori del titolo abbastanza originale.
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