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'Lavender Boy' di RainbowCockatoo

Grado Gemma: Pro

Titolo: Lavender Boy

Autore: RainbowCockatoo

Genere: Fantasy

Sottogenere: Urban Fantasy, Paranormale, Romantico

Stato: Completo, parte di una serie (Gods and Monsters)

Rating: Rosso

Avvertimenti: In alcuni capitoli può contenere scene di violenza e/o del linguaggio forte.

Trama: "Secondo un'antica credenza, la lavanda riusciva a curare i morsi dei serpenti. Eppure, proprio tra quei cespugli si annidavano quelle creature, e bisognava avvicinarvisi con estrema prudenza.

La lavanda simboleggia la tenera nostalgia e il ricordo, la virtù e per alcuni riuscirebbe ad allontanare la negatività in tante sue forme. Davvero curioso che, allo stesso tempo, possa simboleggiare pure qualcosa di brutto come la diffidenza. Il viola, colore prevalente in quei fiori dall'intenso e ottimo profumo, è l'unione tra il terrestre e il divino, tra carnalità e trascendenza, per alcune culture tuttavia è anche una tonalità legata alla morte, alla sofferenza, al dolore.

Questo Tyrian lo sa, come sa che la sua presenza è capace di portare sollievo o dolore a chiunque, a seconda della visione di coloro che -prima o poi- riescono a vederlo.

Per la maggior parte non è niente di più che uno spettro, un invisibile. Le persone gli passano accanto e non lo vedono. Nonostante questo lo riempia di profonda tristezza e malinconia, d'altro canto lo rende pure felice, perché sa che quando una persona finalmente lo vede, non sarà un buon segno e qualcosa di brutto, a volte orribile, accadrà.

Un giorno, però, Tyrian scopre che a vederlo stavolta è una ragazza di appena diciotto anni.

Tyrian conosce le regole legate alla sua esistenza e alla sua natura; sa che certe cose non si possono evitare né combattere, ma sa anche di avere un cuore, dietro quei capelli e occhi color lavanda, dai quali proviene il nome col quale è conosciuto nelle leggende urbane di nicchia: Lavender Boy."

RainbowCockatoo!

La storia è nata in un periodo in cui mi sentivo amareggiata per esperienze esterne a Wattpad, ma inerenti alla scrittura; ero quasi depressa, in realtà, non riuscivo a continuare nessuna delle storie che all'epoca stavo pubblicando sulla piattaforma, storie a cui poi tenevo con tutta me stessa. Ricordo il giorno preciso in cui ho scritto il prologo di "Lavender Boy", soprattutto perché coincide con il mio compleanno. Decisi di fare un regalo a me stessa, di tornare a scrivere dopo un periodo di stallo durato anche troppo per una come me, e di ritentare con qualcosa di nuovo e diverso. Scrissi di getto la prima scena che mi si palesò nella mente, mi ritrovai risucchiata in una calda estate degli anni Sessanta, in Kansas.

Credo che in quel momento stessi pensando un po' al Meraviglioso Mago di Oz, a Dorothy nella sua casa che poi venne trasportata da un uragano e abbandonata in un mondo fantastico, variopinto e pieno di esseri curiosi.

Tuttavia, più andavo avanti e più mi accorgevo che la storia avrebbe assunto toni decisamente diversi da come li avevo immaginati da principio. Comincia con un crimine orribile, un omicidio, inserii anche una canzone che nel ritornello ripeteva strofe per mandar via l'Uomo Nero, poi ecco che arrivò lui, Lavender Boy.

In origine sarebbe dovuto finire tutto così, doveva essere una storia brevissima, volevo dar vita a una creepypasta, una di quelle storie scritte per inquietare e impaurire i lettori, famose in rete (specie su Reddit e DeviantArt), ma non ce la feci neanche quella volta. Mi innamorai di questo ragazzo dai capelli e gli occhi viola, il viso malinconico e uno spiacevole compito a gravare sulle sue spalle: annunciare la morte in situazioni molto tragiche e violente.

Approfittai della carica che mi aveva dato la storia nuova per tuffarmi in un'avventura tutta da scoprire insieme ai lettori; pubblicai abbastanza in fretta i capitoli successivi, con qualche breve periodo di pausa, e prima ancora che potessi rendermene conto, la storia era terminata.

Ormai di tempo ne è passato, però da allora non ho più perso l'amore per ciò che scrivevo e creavo; "Lavender Boy" mi ha aiutata a superare tante incertezze e paure, come quella di osare, di risultare magari scanzonata o addirittura fuori di testa. Non mi importava, né mi importa tuttora, perché quella storia mi ha liberato la mente e sprigionato la fantasia, che iniziava a scarseggiare.

Ho imparato a non prendermi troppo sul serio, a guardare tutto con ottica a volte scherzosa e ironica, ho affilato il sarcasmo a furia di dover rendere al meglio personaggi come James o Lucifero, e a far uso dei clichés in maniera costruttiva, reinventandoli. Spero, almeno, di esserci riuscita!

Sono affezionata alle mie creazioni, non le definisco opere perché non penso di potermelo permettere, tuttavia questa storia in particolare mi è rimasta nel cuore. Per me non è solo una questione di capitoli, stelline, commenti e così via, per me è il simbolo della mia personale rinascita come aspirante scrittrice; ha segnato la fine del mio periodo buio, della mia tristezza e delle mie incertezze. Grazie a personaggi come James ho imparato ad amare me stessa, difetti compresi, perché forse sono proprio quelli a renderci unici; grazie a Tyrian e ad Amelia ho imparato che avere sentimenti forti, essere sensibili, piangere, non ci rende deboli, e sbagliare non ci impedisce di migliorare ed essere diversi da chi siamo stati.

Sono presenti personaggi che hanno a che fare con la mitologia cristiana e non solo, ed è assolutamente voluto il fatto che sembrino umani, anziché divini. Troppo spesso abbiamo a che fare con divinità silenziose, forse assenti, nelle quali abbiamo perso fiducia. Volevo metter in qualche modo fine a questo silenzio, infrangere la barriera fra i mondi ultraterreni e quello umano, mescolando un po' il tutto.

La storia, in generale, è da vedersi più come uno scherzetto, una di quelle che prende in giro sé stessa sapendo di farlo. È fatta per intrattenere, per far ridere a volte e altre, invece, soffrire insieme ai personaggi. Punto da sempre sull'introspezione, sui loro pensieri, e questa tradizione l'ho mantenuta con "Lavender Boy". Non riesco a farne a meno, sono una di quelli che pensano troppo e forse parlano troppo poco, ma vedono e ascoltano lo stesso.

Quel che ho veramente amato durante la stesura, è stato interagire con le persone che leggevano, tra le quali ho trovato lettori affezionati e accaniti, lettori che commentavano e continuano a commentare i sequel e a supportarmi. Non sono molti, ma per me sono come miliardi, davvero!

Amo essere criptica con loro, rispondere alle loro domande con risposte sibilline, a volte snervanti, senza mai dimenticare di essere però giocosa e di rispettare le loro opinioni. Mi piace ricompensare la loro pazienza (tantissima) e coccolarli con lavori di grafica inerenti ai personaggi e agli oggetti presenti nella storia, nonché extra appositi pubblicati in una raccolta a parte dove raccolgo informazioni e curiosità su ciascun elemento della serie.

Dopo aver scritto "Lavender Boy" mi sento bene, davvero bene, e sono felice che le persone ancora lo leggano, che sia per apprezzarlo alla fine o per criticarlo. Faccio tesoro di tutto, sono una che elemosina commenti nelle note d'autore a fine capitolo, ricerco l'opinione altrui per migliorarmi, o anche solo per avere un po' di compagnia, perché in fin dei conti Lavender Boy, Tyrian, è la trasposizione ricca di fantasia, di iperboli ed esagerazioni, della mia vera paura: la solitudine, la non accettazione da parte del prossimo, per la quale in passato ho anche sofferto. Sono anche James, logorato dal bullismo e alla fine costretto dalla società sempre più crudele a cambiare, a crescere prima del tempo e a costruirsi una solida corazza fatta di sarcasmo e apparente noncuranza degli altri; però, come lui, mi sciolgo per un abbraccio, per una parola gentile e disinteressata, elemosino compagnia perché nonostante sia una persona fortunata, a cui niente manca, mi sento sola e ho tante lacune dal punto di vista sociale e relazionale.

Un autore non è mai i personaggi di cui scrive, questo è vero e lo supporto, ma lasciatemi dire una cosa: penso anche che si debba scrivere per lanciare un messaggio, o semplicemente per esorcizzare demoni che rischiano di divorarci da sempre, o ancora per perdonare noi stessi per qualcosa di cui ci incolpiamo, per un errore compiuto o un abbraccio non dato. Credo che scrivere non debba essere solo un lavoro, o un hobby, ma anche un piacere, un sollievo, deve essere la nostra oasi nel deserto, il porto sicuro dove possiamo sempre rifugiarci quando arriva la tempesta.

Io scrivo perché ne ho bisogno, ne sono drogata da sempre. Quando non c'erano amici con cui chiacchierare o sfogarmi, quando mi sentivo un'emarginata, diversa e difettosa, lei era sempre lì, pronta ad accogliermi a braccia aperte: la passione. Scrivere mi appassiona, mi aiuta e mi ha sempre guarita quando stavo male, dentro o fuori. I personaggi non sono semplici creature immaginarie relegate tra lettere d'alfabeto, virgolette e punti esclamativi, ma compagni di vita, figli, amici e tanto altro ancora. Sono parte di una famiglia segreta che appartiene solo a me, ma che allo stesso tempo ho scelto di condividere con il prossimo.

Quindi, Lavender Boy è l'insieme di tutto questo. È nato per scherzo, per necessità e disperazione, per poi diventare una delle mie storie più seguite. Forse alla fine resterà per sempre relegata in Wattpad, magari non avrò mai il coraggio di proporlo a una casa editrice come pensavo di fare all'inizio, ne sono in un certo senso gelosa, ma per me conta che sia capace di divertire e intrattenere il prossimo. È la soddisfazione più grande per me, forse l'unica che conti davvero.

Altre opere:

(ne riporto qui alcune, tra l'altro collegate a "Lavender Boy", perché fa parte di una serie crossover)

"The Big Bad Wolf" (il suo sequel); "Violin" (terzo libro della saga Gods and Monsters, attualmente in attesa di revisione);

"Tredici Rose"; "Necromantia Averni", quest'ultime parti dell'altra serie. Progetto in futuro di unirle e portarle a termine in una sola storia, quella che metterà il punto finale a tutto.

Estratto:

«Aiutami Amelia... aiutami a dimenticare... aiutami a perdonare me stesso per cosa ho fatto... aiutami, è tutto quello che ti chiedo.»

Udendo quelle parole riaprì gli occhi.

Aiutarlo? Era tutto questo ciò che le stava chiedendo? Di aiutarlo?

No... lei non si sarebbe limitata a fare questo.

Aveva molto di più da donargli, da offrirgli, e al diavolo tutta la stranezza della faccenda.

Gli avrebbe dato il proprio cuore, tutta sé stessa, e con il calore del proprio amore avrebbe allontanato ogni singolo ricordo orribile, ogni sofferenza, ogni cosa che lo tormentava.

Se poi in questo era addirittura ricambiata, allora le cose non sarebbero potute esser più semplici di così.

«Guardami» gli intimò con voce raddolcita, anche se tremula e spezzata.

Lui lo fece, con talmente spontanea docilità da farle stringere il cuore. Era come se lui pendesse ogni singolo momento dalle sue labbra.

Accarezzò piano una sua guancia e il Ragazzo delle Lavande non poté far a meno di chiudere gli occhi per alcuni istanti, rinfrancato dal suo tocco, sentendosi quasi un po' rinato, più vivo, molto più vivo.

Nonostante le lacrime, Amelia non smise di sorridergli.

«Lasciati amare, Tyrian, è tutto quello che io chiedo a te» sussurrò, per poi avvicinare il proprio viso al suo e, dopo un po' di esitazione quasi maldestra, sfiorò dapprima le sue labbra, poi vi posò un vero e proprio bacio.

Lo sentì per un attimo irrigidirsi e quasi ritrarsi, come se ciò lo avesse fatto sprofondare in una sorta di panico, ma poi sotto le dita percepì i muscoli della sua spalla rilassarsi e cessare d'esser contratti.

Le labbra di Tyrian si schiusero poco alla volta, accogliendo quel bacio che, alla fine, venne ricambiato.

Citazioni:

"Quanti giovani, nell'epoca attuale, morivano inutilmente e spesso in modo stupido o ingrato? E lui poteva solo stare a guardare, portare a tutti coloro che venivano sorteggiati la triste notizia, e sperare in cuor proprio nel libero arbitrio e nel ribaltamento delle sorti."

"Oh, adesso capisco. Quindi non sai nemmeno che io e lui abbiamo vissuto tante belle avventure degne di un romanzo di Tolkien, mentre il mio corpo faceva il Bell'Addormentato? Dico bene?"

"Ci sono così tanti modi per morire, e troppo poco tempo per vivere davvero."

"Le persone stanno molto meglio quando fingono di non vedere né sapere, per molti significa proprio questo esser dei bravi cittadini."

"Ogni cosa destinata a divenire col tempo abitudine, prima o poi stanca."

"L'ira muta l'uomo in bestia. È così che vengono vinte le guerre."

"La morte era orrenda proprio per questo: non si poteva conoscerla finché essa non si degnava di palesarsi e quando un mortale finalmente aveva la possibilità di guardarla in volto, lei aveva l'implacabile e fatale vizio di calare il suo scuro manto e impedire così alla vittima di scorgere i suoi biechi tratti.
La morte era una viscida e ingannevole meretrice, illudeva gli uomini e poi li colpiva alle spalle, senza alcun rimorso né pianto, e lui presto l'avrebbe incontrata e avrebbe assaggiato il sapore del suo gelido bacio
."

"L'uomo era un'ambulante, patetica e insignificante contraddizione, e lui ne era l'esempio più lampante."

"Aveva sempre pensato che gli animali fossero capaci di percepire se una persona fosse buona o meno."

Commento:

Commento scritto da RainbowCockatoo.

Penso che la storia meriti di partecipare perché, stando a quanto mi hanno detto tanti di coloro che l'hanno letta e seguita, sa essere originale a suo modo; mi dicono che come questa non ce ne sono tante su Wattpad e mi rimetto al loro giudizio, perché penso che a contare sia la voce del popolo, più che la mia, e mi fido dei miei lettori.

Tuttavia, se dovessi esprimermi personalmente, direi che Lavender Boy meriti una chance perché mi sono impegnata tanto nello scriverla, che si tratti dei dettagli o della semplice stesura; penso meriti partecipare a GmS perché credo che i personaggi variopinti la rendono una storia godibile e dinamica, o ancora perché c'è molta auto-ironia e di questi tempi è sempre bene ricordare di portare con sé l'ironia e la capacità di criticare sé stessi.

In effetti di storie come la mia non ne ho trovate altre, forse non ho cercato bene e a fondo, o forse è davvero unica nel suo genere!

Mi rimetto al vostro giudizio, naturalmente, ma se la storia non fosse mia e dovessi classificarla e giudicarla, credo la sceglierei per il suo umorismo frizzante e a volte esuberante, e per il modo un po' sopra le righe con cui vengono trattate molteplici tematiche, come quella riguardo angeli e demoni, o l'Aldilà e la morte, o ancora le varie sfumature di amore esistenti e le tante contraddizioni che movimentano l'esistenza.

So che non è scritta in maniera perfetta, so di avere ancora tanta strada da fare e di dover lavorare molto per migliorarmi, ma credo che a contare sia anche il modo in cui si scrive una qualsiasi storia e io so di aver messo in Lavender Boy la mia anima, l'irriverenza che un tempo non avevo e ho acquisito negli ultimi anni, e anche un po' di sana sfacciataggine. So di aver cercato in ogni maniera di rendere i miei personaggi vivi, tridimensionali e volutamente imperfetti e comunque vadano le cose, sarò sempre fiera di loro e delle emozioni che hanno dato — e continuano a dare — a molti lettori.

Ho fatto di necessità virtù, reso il mio bisogno di respirare aria nuova e fresca qualcosa che potessi condividere con gli altri, e resto dell'opinione che una storia scritta con il cuore e con l'anima si riconosce subito!

Rapido estratto della nostra valutazione! (Potete trovare la recensione completa in "Recensioni Brillanti").

Correttezza grammaticale: i problemi più grandi sorgono più che altro con le ripetizioni e, a volte, con alcuni congiuntivi di troppo. Raccomandiamo le virgole vocative e di togliere quelle che spezzano tra soggetto e verbo. Altri problemi minori sono presenti, ma non rovinano la scorrevolezza dei capitoli.

Narrazione: Capita spesso che durante la narrazione da parte di uno dei personaggi, all'improvviso questo cambi, passando la scena a un altro senza apparente segnale che ce lo faccia capire, e talvolta risulta fuorviante. Le descrizioni in ogni caso sono ottime, specialmente quelle introspettive, e i dialoghi sarebbero degni di un regista. Peccato per il ritmo che risulta un po' lento in certi punti, ma è comunque una buona cosa prendersi il tempo di dare il giusto spazio a ogni elemento.

Analisi completa delle tematiche: le tematiche che vengono sfiorate in questa storia sono molte e molto varie, alcune ovviamente riprendono quelle del mondo sovrannaturale come la morte e la reincarnazione, ma abbiamo anche argomenti ben trattati della vita di tutti i giorni quali bullismo, temi scolastici (all'inizio), omosessualità, famiglia.

Originalità: l'originalità è indubbiamente un fattore a favore di questa storia. Nonostante siano stati riproposti argomenti visti spesso, qualsiasi cosa è stata analizzata e rivoluzionata dall'autrice, che ha reso suoi sia elementi originali come il Lavender Boy (per non parlare della fantastica filastrocca presente in uno dei primi capitoli) che cose molto abusate come Lucifero, gli angeli custodi, Michele e tutti gli arcangeli.

Analisi delle falle: di falle non ce ne sono molte e quelle presenti non sono molto gravi. Più che altro la storia è molto lunga, quindi ci sta che ogni tanto sia capitata qualche svista.

Caratterizzazione dei personaggi: tutti i personaggi sono ben caratterizzati e appaiono vivi, in un mondo ben fatto e che dà loro continuamente spunti per dimostrare il loro carattere, più o meno forte ma sempre realistico. C'è un confine davvero poco netto tra protagonisti e personaggi principali, e chi all'inizio potrebbe apparire come un personaggio marginale poi ci sorprende e prende le redini della storia. Avremmo comunque preferito che Tyrian, visto il titolo dell'opera, rimanesse sempre un personaggio di spicco come lo era all'inizio anziché perdersi strada facendo.

Coinvolgimento emotivo: di certo non è stato sempre allo stesso livello, specie perché alcuni capitoli sono stati davvero lunghi da leggere, ma l'opera è davvero corposa, tanto che forse sarebbe stato meglio separarla in due parti, dividendo la prima, di cui Tyrian e Amelia sono protagonisti, dalla seconda, che si distacca nettamente e si incentra più su James.

Breve recensione della copertina: a parte qualche piccolo dettagli che non tutti potrebbero notare, nel complesso la copertina è davvero ben fatta. Gli elementi si fondono bene tra loro e il viola più o meno luminoso attira subito l'occhio di un lettore, che subito si focalizza sull'elemento principale, ovvero la lavanda, che pur essendo di un viola simile allo sfondo riesce comunque a risaltare.

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