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'Aurora' di CamilleMemoir


Grado Gemma: Rookie

Titolo: Aurora

Autore: CamilleMemoir

Genere: Fantasy

Sottogenere: Psicologico, introspettivo

Stato: Completa - Autoconclusivo

Rating: Giallo.

Avvertimenti: Mai nulla è come sembra, su Aurora c'è poco spazio per i pregiudizi.

Trama: 

Alcune volte sembra che il mondo faccia troppo rumore. Nella mancanza di un riparo da quel frastuono alcuni bambini decidono di non contribuire a quel caos. È il caso di Aurora, bambina problematica che un giorno decide di nascondere la sua voce, smettendo di parlare.

Passa il tempo, forse veloce ma mai riparatore, e lei continua a rifiutarsi di comunicare con una realtà che l'aveva fin troppo maltrattata. Ormai donna, sola, con un gatto nero e un orologio, Aurora è cresciuta all'insegna delle ossessioni, accompagnata da una delicata psiche sfumata dall'isteria. Sopravvive alla vita, ripetendo costantemente le stesse azioni, rendendosi stalker di fronte ad un amore malato ed impossibile. Sarà proprio quest'ultimo a far scattare il meccanismo: un breve contatto, una carezza sulla mano e la medaglia si gira.

Aurora perde il controllo sulla sua mente, sul suo corpo, sulla sua esistenza; viene sostituita da un'infantile e meschina presenza che la porterà alla disfatta. Si tratta della sua Voce, incatenata per anni nell'anima della ragazza, resa forte da rancore e rabbia, decisa a vendicarsi. Silenzio e Voce impartiranno una guerra tra ego, nel tentativo di meritarsi quella vita che l'una non voleva e che l'altra desiderava. Aurora si vedrà costretta ad intraprendere un viaggio che la porterà in luoghi dai quali è impossibile far ritorno.

A causa di un bacio di troppo, finirà strangolata e in una pozza di sangue, ma, proprio al momento del suo apparente epilogo, scoprirà che qualcuno aveva sempre cercato proteggerla. Faccia a faccia con una Morte pirandelliana, spalla a spalla con la personificazione del Male, si troverà ad affrontare un puzzle dal quale mancheranno sempre troppi tasselli.

Incastrata in un regno che la vuole scacciare, ancora una volta si renderà conto di come le illusioni non l'abbiano ancora del tutto abbandonata. L'ultimo pezzo della scacchiera le farà capire di non aver mai davvero potuto sconfiggere la sua Voce.

CamilleMemoir!

Mi sto rigirando i pollici. Trovare cosa dire su questo punto non è facile, ma conviene iniziare.

Alcuni lettori mi hanno chiesto il perché del nome "Aurora" per la mia protagonista. Rispondo spesso che semplicemente mi piace il nome, che se mai avrò una figlia vorrei chiamarla così- in caso sarà un maschio opterò per un elegante "Auroro".

Scrivendo, spesso, cerco di focalizzare il più chiaramente possibile questa ragazza sfortunata che ho colorato goffamente. Dovrei arrivare a definire lei, in primis, come mia figlia, uno storpio personaggio malmenato, che dovrebbe decisamente telefonare al telefono azzurro.

Se resto abbastanza tempo pensando a lei, però, mi rendo conto di come non vorrei mai educare una bambina in modo da renderla una donna del genere. Allora scavo, cerco le motivazioni del suo essere, e mi rendo conto di come mi stia in realtà guardando allo specchio.

Aurora ha il mio rancore, Aurora ha la mia rabbia, Aurora ha il mio brutto vizio di esagerare le cose, di innamorarsi troppo, di sbagliare e piangere immediatamente sul latte versato.

Non sono una brava persona, come non lo è la mia creatura.

Io rimango dalla parte dei cattivi, sempre, anche quando so perfettamente che nascosto da qualche parte tutti abbiamo un sottilissimo spicchio di bontà.

Scrivo del nero, scrivo del buio e del sangue sparso ridendo, ma in fondo a tutti i miei personaggi, nascosto tanto bene da doverlo cercare con una torcia sparaflashante, lascio sempre uno stralcio di gentilezza.

Adoro creare colpi di scena, ribaltare le carte in tavola, rovinare tutte le favole: mi piazzo silenziosamente sotto un bel quadretto felice e ci spalmo sopra della china fetida.

Mi prefisso sempre l'obiettivo di stupire, di creare qualcosa diverso ed originale.

Aurora ne è l'esempio perfetto: si avvia come la più classica delle storie d'amore, quelle impossibili e troppo ricamate. Sebbene ci sia qualcosa di più, di appena accennato, che dovrebbe far capire al lettore come quei colori accesi siano immediatamente sotto putridi e marci: i pregiudizi possono sbizzarrirsi per i primi brevi 17 capitoli. È da quel punto che qualcosa si rompe, tutto diventa color seppia e le mani tremanti di Aurora si macchiano di un sangue che l'accompagnerà per sempre.

E vado avanti così, continuando a scompigliare ciò che il lettore crede, forse arrivando a farne arrabbiare tanti. Ma va bene così, almeno per me, Aurora è una grandissima presa in giro.

Vorrei giusto imparare la grammatica, a scrivere decentemente senza fare il "salto del lessico" e a trovare la pazienza di revisionare almeno tutto ciò che è frutto di una distrazione cronica.

Poi avrei giusto una doppia dozzina di capitoli da smantellare e riscrivere, e forse potrei affermare d'essere fiera della mia opera.

Però lo faccio domani, che ora sono stanca. [Citazione quotidiana nelle mie giornate oziose].

Altre opere: Sono la ridicola ideatrice dell' "ABC dei Casi Umani". Si tratta di una raccolta di tre racconti della quale Aurora fa parte. Sono storie autoconclusive, che assolutamente non si legano tra di loro. Non si tratta quindi di una trilogia et similia. L'unica cosa che hanno in comune le protagoniste è il loro triste destino da Casi Umani. Rispettando l'ordine alfabetico troviamo: Aurora, Beatrice e Calliope. Aurora è ovviamente già pubblicato su Wattpad.

Con Beatrice ho avuto dei problemi: ho ben chiara la trama e ho già pronti alcuni schemi, ma non sono nel mood giusto per questa storia, non riesco a scriverla. L'ho troppo velocemente avviata qui su Wattpad, ma sarò costretta a sospenderla a breve. In questo periodo, infatti, sento la fortissima necessità di scrivere Calliope, una storia alla quale sono molto più affezionata. Verrà quindi avviata a brevissimo questo lavoro qui su Wattpad e Beatrice verrà ripresa non appena l'atmosfera della mia vita sarà tornata sui toni giusti per lei.Quindi: morirò prima di finire di scrivere - e dare una revisionata - a tutto.

Estratto:

Capolinea. Di nuovo. Il passo lento del ragazzo che mi scortava si fermò. Tenendomi stretta mi scostò dalla sua spalla e mi posò su qualcosa. Io continuavo a dimenarmi vanamente, ma ben presto anche quello divenne totalmente inutile.

In tre mi legarono le gambe, poi le assicurarono al lettino bianco sul quale mi avevano gettata. Provai a sferrare manate ai loro visi, graffi; qualcuno venne colpito, ma non se ne rese neppure conto.

Mi tolsero la canottiera con pochi e semplici gesti, io provai a coprirmi con le braccia, cercando di trattenere il lembo nero dell'indumento: «Basta, basta, BASTA!». Supplicavo e piangevo. Il mio corpo era preda di tremori continui, irregolari, le mani strette in pugni famelici.

Anche quest'ultime vennero congedate: legate attorno al mio busto, da quella che mi sembrò una cintura di pelle, non poterono più muoversi.

Mi restava solamente la mia voce, quella che per anni avevo abbandonato e la stessa che si sarebbe fiondata a capofitto in un'ammucchiata qualsiasi di corpi gementi.

Gridavo e gridavo, nessuno mi stava ascoltando.

Giravo la testa compulsivamente, cercando aiuto tra la folla posizionata a cerchio attorno a me. Sorridevano tutti, erano in attesa.

Nel mio campo visivo apparse il volto scarno di una ragazza. Aveva lisci capelli biondi, guance scavate, occhi sgranati ed ancora quel disegno rosso sul viso, ancora quella macabra espressione di gioia: «Sei pronta? Sarà bellissimo, vedrai».

Mi preparai ad urlare, a maledire ogni briciolo della sua anima, ma sollevò le braccia e mi tappò la bocca con dello spesso scotch grigio.

Mi tolsero anche la possibilità di gridare.

«Iniziamo»: disse lei, rivolta verso qualcuno che non riuscii a vedere.

Sentii un tintinnio.

Poi una voce: «Carica al massimo».

Feci giusto in tempo a voltare il viso per vedere arrivare due grandi mani: stringevano le piastre di un defibrillatore. Il macchinario era posto poco dietro.

Un fischio familiare, sentito in qualche film alla casa famiglia, mi fece trasalire. Smisi di dimenarmi, impotente.

Quel richiamo si faceva sempre più forte: era il rumore dell'elettricità che si caricava.

Sentii il mio viso contorcersi in un'espressione di puro terrore, gli occhi uscire dalle orbite.

«Libera!».

Quelle mani posarono le piastre sul mio petto nudo. Mi riscossi giusto in tempo per pensare con tutta la mia forza: No!

Una pressione dilaniante mi penetrò nel petto.

Ruotai il viso all'indietro uggiolando, mi persi per un istante, ma non abbastanza da svenire.

Avevo sentito qualcosa.

«Libera!».

Ancora.

Mi contorsi. Cos'era?

Sentivo delle voci, sentivo del dolore.

«Libera!».

Il mio cuore stava battendo. Il mio sguardo iniziò a roteare ed io scivolai giù.

Citazioni: -

Commento:

Commento scritto da Leonardo_Pollina

Il mio primo contatto con Aurora è stato inusuale, diciamo, visto che è stato il primo romanzo che ho trovato qui su Wattpad. Diciamocelo, mi è andata enormemente bene, considerando il livello medio delle opere che si trovano sul sito, sopratutto se andiamo a toccare l'assai distrutto genere fantasy.

Dopo essermi messo in pari con la lettura, proposi all'autrice il mio aiuto in quanto beta, per cercare di correggere anche quei piccoli errori che potevano turbare, seppur minimamente, la lettura del testo.

È un libro completo, che segue il giusto percorso di ogni storia: un inizio lento per abituarsi al contesto e imparare a sopportare questa protagonista un po' schizofrenica (ma a momenti tenera), un esordio fulminante e, da lì in poi, una serie di peripezie senza fine che non ci stancheranno mai, no, perché l'autrice è più che capace di creare sempre novità, eventi inaspettati e situazioni coinvolgenti.

Il pregio più grande di questa storia? Io credo sia l'accuratezza del patto narrativo, messo in piazza e mostrato apertamente all'inizio, ma poi fatto dimenticare piano piano travolgendo il lettore capitolo dopo capitolo. Ma lei, l'autrice, dimostra di essere ben consapevole del suo patto narrativo e qua e là dissemina indizi per un lettore troppo utopico.

L'effetto creato? Beh, quello di un racconto riuscito, di un racconto in cui il lettore "normale" arriva al momento di spannung e si dice "Cavolo, è vero. Lo avevo dimenticato. Cavolo ma in effetti quel dettaglio, quell'episodio, quel personaggio, etc etc... è stata proprio brava. Non me lo aspettavo." Questo è quello a cui tutti dovrebbero ambire, dato che è sempre più difficile trovare qualcosa che odori di nuovo e di diverso.

Si notano senza sforzo gli anni impiegati per mettere insieme la trama: ci sono troppe idee geniali e totalmente pazze per poter essere condensate in qualche mese.

I personaggi sono probabilmente uno dei punti forti. Pochi personaggi principali, ma buoni. Costruiti nel dettaglio, nella persona e nella personalità. Personaggi matti (e si pensi al fatto che scrivere la pazzia non è facile), pirandelliani e personificazioni di idee sono gli enti che animano il palco di Aurora.

Qui il fantasy, il fantastico, è davvero psicologico, ma del resto parliamo di una pazza.

Eppure trovo ciò così naturale e giusto... in fondo il fantastico dove può trovare posto se non nella nostra mente che galoppa troppo in fretta?

In poche parole consiglio questa lettura per l'originalità, la scrittura eccellente ed i curiosi personaggi da scoprire. Parlando di gusti non posso garantire che sia un libro che adorerete, ma posso affermare con una certa convinzione che di sicuro non vi dispiacerà.

E poi chi lo sa, magari rinsavirete o impazzirete definitivamente anche voi.

Rapido estratto della nostra valutazione! (Potete trovare la recensione completa in "Recensioni Brillanti").


Correttezza Grammaticale: ci sono stati molteplici errori nella prima parte del racconto, ma la cosa che abbiamo davvero molto apprezzato è il netto miglioramento nei capitoli più recenti!

Narrazione: la narrazione è a volte confusa, specie per i verbi che incasinano un po' tutto. La terminologia è semplice ma adatta alla storia. Non si sente sempre il bisogno delle descrizioni che, in effetti, mancano, ma a volte sarebbe meglio aggiungerne alcune. I dialoghi sono perlopiù omogenei, ma a volte avremmo preferito meno situazioni da "botta e risposta" che li fanno sembrare un po' meno importanti di quello che sono.

Analisi completa delle tematiche: il senso di solitudine che prova la protagonista è accennato fin dalle prime righe.  Tematiche importanti quindi ci sono e sono anche analizzate abbastanza bene, ma bisognerebbe soffermarsi un po' di più su ciascuna per far vedere che fanno da sottofondo a tutta la storia, che non esistono per solo un capitolo, ma che vanno a evidenziare tutti i capitoli.

Originalità: la storia all'inizio sembra presentare delle caratteristiche molto comuni ad altre storie, ma con l'avanzare dei capitoli si nota una profonda differenza, che va di capitolo in capitolo accentuandosi. Non mancano quei punti che potrebbero essere migliorati, ovviamente, ma siamo già ad un buon livello di partenza. Il titolo potrebbe essere un po' più elaborato, ma il sottotitolo ci è piaciuto molto!

Analisi delle falle: ci sono alcune piccole incongruenze sparse qua e là che andrebbero ricontrollate, abbiamo citato quelle che siamo riuscite a trovare.

Caratterizzazione dei personaggi: all'inizio bisogna faticare un po' per comprendere la protagonista, ma poi riusciamo a capirla e diventa ben caratterizzata, come lo sono anche gli altri personaggi tra cui Zeno, la voce e Nathan, che non è il solito ragazzino. Tuttavia, i personaggi a volte si comportano in modo srano, non seguendo più una propria logica.

Coinvolgimento emotivo: possiamo dire che va tutto bene; ci si riesce a immergere nella lettura molto facilmente, così come nei suoi personaggi, tranne quando Aurora riacquista la voce e ha un cambio di personalità che non ci aspettavamo proprio.

Breve recensione della copertina:  la copertina è semplice ma bella, e ben curata, anche se a primo sguardo, passa un po' inosservata, perché non ci sono quegli elementi che catturano l'attenzione a colpo d'occhio. Consigliamo di dare maggiore importanza a titolo e sottotitolo.

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