CAPITOLO 07 - Ferite del passato
Poe era davvero abile quanto diceva, erano riusciti a rientrare alla base senza problemi, non era stato un problema eludere la stretta sorveglianza del Destroyer, il viaggio di ritorno era stato molto più silenzioso, poco male si disse Levi.
Doveva riflettere, la cosa che più apprezzava dello spazio era quel freddo silenzio, fissando quell'oscura vastità per qualche breve istante la sua mente si rasserenava.
Quando arrivarono alla base ribelle Levi si tolse la giacca la porse a Poe dicendogli di ringraziare il suo amico e si dileguò, non voleva restare con lui più a lungo del necessario
Il Generale Organa lo accolse come se già sapesse tutto quello che era successo, condusse Levi da Rey, da come Poe gliene aveva parlato si era immaginato una persona molto diversa da quella dolce ragazza magrolina.
La ragazza era stata molto gentile, sembrava molto delicata ma Levi capì subito che sottovalutarla sarebbe stato un madornale errore.
Rey gli aveva impartito qualche rudimentale lezione sull'energia che tutti in quel luogo chiamavano Forza, quella che a quanto pareva era misteriosamente in gradi di padroneggiare, forse da sempre senza rendersene conto. Da che ricordava non aveva mai scaraventato al suolo un uomo senza toccarlo ma a quanto pareva c'era molto, molto altro.
Rey gli aveva parlato di un'energia che avvolgeva tutto attorno a loro, quando gli aveva chiesto di percepirla Levi chiudendo gli occhi aveva sentito qualcosa, che lo turbava profondamente e poi erano arrivate le visioni.
La sua casa, i suoi compagni, perché le immagini di chi aveva perso gli emergevano nella mente proprio in quel momento?
Aveva interrotto l'incontro in modo brusco , Rey lo aveva guardato con tristezza, aveva visto anche lei? Aveva percepito il dolore che mai aveva lasciato emergere in tutti quegli anni?
Rey aveva raggiunto Poe e lo aveva trovato con uno strofinaccio logoro in mano intento a ripulire la navetta e la cosa gli strappò una sonora risata, un po' per l'espressione contrariata del ragazzo, un po' perché da che lo conosceva non lo aveva mai visto così diligente nel fare le pulizie, non era da lui, era più il tipo che saltava sul suo x-wing sparava a raffica per poi delegare sempre qualcun'altro di ripulire il disastro fatto, sentiva spesso i tecnici lamentarsi delle condizioni pietose in cui lasciava il suo amato x-wing.
"Cosa ne pensi di questo... Levi?"
"Ha un incredibile legame con la Forza" esclamò Rey con il sue consueto entusiasmo che Poe tanto adorava "credo che sia molto più spaventato di quanto voglia ammetterlo, dalla nostra realtà, dal fatto che potrebbe non tornare a casa, dalle sue capacità...".
"È un dannato sbruffone, caparbio, cocciuto...." esclamò Poe arruffandosi i capelli e gettando lo strofinaccio a terra, perché diavolo si era messo a pulire quella stupida navetta? Non era nemmeno il suo amato X-Wing e comunque non c'era niente che non andasse, a parte il fatto che Levi lo avesse definito LURIDO.
"Si,si... ho capito...." sospirò Rey "ti piace"
Poe arrossì vistosamente "Ma NO" esclamò il pilota pieno di imbarazzo.
"scusa" si affrettò la ragazza "non volevo davvero, a volte è difficile frenare questa... cosa" Poe la guardò e le sorrise "scuse accettate, lo so, non volevi ferirmi se non altro".
La ragazza sussultò ripensando a quello che Kylo doveva avergli fatto e si sentì ancora più incolpa ma Poe le prese la testa e l'avvicinò alla sua "però vedi di esercitarti un po' di più va bene?"
entrambi scoppiarono a ridere, Rey adorava quei momenti assieme a Poe, quel fraterno senso di confidenza che si era istaurato tra i due, Poe e Finn erano la famiglia che aveva sempre desiderato e un po' le piangeva il cuore sapendo che presto o tardi il cuore di uno dei due si sarebbe inevitabilmente spezzato.
Levi si appoggiò alla parete ed sospirò, gli mancava l'aria, si sentiva opprimere, a che serviva tutto quello che stava facendo per tornare a casa?
Il dolore lo logorava nel profondo, non se ne era mai sentito così oppresso, il senso del dovere, la guerra incombente, il continuo senso di allerta lo aveva allontanato, ma adesso gli era piombato addosso e più scavava in profondità più premeva per uscire.
Levi detestava sentirsi così impotente, doveva reagire.
Quando Levi si voltò non vide che Poe gli si stava avvicinando e ci sbattè contro, la vista gli si offuscò per un secondo ed improvvisamente lo vide, un bambino, era Poe senza l'ombra di dubbio e stringeva con forza nel pugno una catena, lacrime silenziose gli rigavano il volto "mamma" sussurrò Levi assieme al bambino e se ne sorprese, perché quel pensiero... quella visione gli ricordava qualcosa...
Levi si destò quando Poe lo scosse con forza "Ehi, sveglia... cosa stai...." disse il pilota tra i denti con rabbia, lo percepiva insinuarvi insidioso nella sua mente, rievocando perduti ricordi ricolmi di dolore "sta lontano dalla mia mente" urlò furioso, Levi lo fissò confuso e disorientato, sentiva ancora la debole voce di quel Poe bambino chiamare la sua mamma...
Fu in quel momento che anche il pilota lo vide, davanti a se non c'era quel piccolo ostile uomo ma una stanza grigia e fredda e sporca, un piccolo bambino pelle e ossa rannicchiato su se stesso lo stava fissando, la pelle grigia, l'aria emaciata di chi non mangia da molto tempo, il respiro flebile i capelli neri arruffati e quegli occhi scavati azzurri non austeri ma smarriti e spaventati, al suo fianco riversa nel letto gli arti rigidi e scomposti un cadavere di donna "è morta" sussurrò improvvisamente il piccolo Levi "mamma è morta".
Poe indietreggiò e si sentì mancare, poteva sentire il fetore di quel luogo, il gelo penetrargli nelle ossa, si strofinò gli occhi e quando li riaprì vide Levi, era sbiancato e lo fissava in silenzio.
Poe agì senza pensare lo afferrò e lo strinse con forza a se, Levi improvvisamente si dimenò "lasciami dannazione" ringhiò con rabbia ma Poe lo strinse ancora più forte e sentì il corpo di Levi fremere, non sapeva se di rabbia o di disperazione, non aveva mai condiviso quei momenti con qualcuno li aveva ricacciati nel profondo senza mai permettere loro di emergere.
"Maledizione" sussurrò Levi sentendo calde lacrime salire, Poe lo stringeva con forza, non poteva vedere il suo volto rigato dalle lacrime.
Non aveva mai pianto in quel modo, ma non riusciva a fermarsi, forse solo una volta, avrebbe potuto concederselo, era lontano dai suoi doveri, molto lontano e una volta tanto il dolore poteva pure travolgerlo perché sentiva la salda presa di Poe sostenerlo, non lo avrebbe lasciato crollare, sarebbe rimasto li avvolgendolo tra le braccia.
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