Abused Levi X Abused Reader (😭💔)
AVVERTENZA: capitolo dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne (parla di maltrattamenti sia sulle donne sia sugli uomini) questo capitolo lo dedico a chi non ha coraggio a ribellarsi tipo di violenza invitandovi a ribellarvi, perché gli unici che possono mettere fine a tutto il dolore che provate siete voi stesse e ricordatevi "NESSUNO HA DIRITTO A FARVI DEL MALE O DI FARVI QUALCOSA DI SPIACEVOLE, VOI DOVETE ESSERE GLI EROI DI VOI STESSI DECIDENDO DI FARE QUALCOSA PER CAMBIARE LA VOSTRA VITA", chiunque riesce a raccontare tutto quello che gli hanno fatto deve considerarsi un guerriero forte e coraggioso ci vuole fegato per raccontare certi avvenimenti e rispetto chi ha avuto la forza di denunciare o scappare da quella vita.🌹
BUONA LETTURA E BUONA AVVENTURA
(T/N) POV
PAURA, l'unica cosa che provavo da una vita, Porko il mio fidanzato mi picchia ogni volta che ne ha l'occasione e ogni volta mi ritrovo con un nuovo livido sul mio corpo o un nuovo taglio, infatti mentre quel coglione era a lavoro ho preso tutte le mie cose mettendomele in valigia e scappai più velocemente possibile da quell'inferno che una volta chiamavo casa, appena scesi mi nascosi dietro un muretto e vidi che Porko era tornato era molto arrabbiato immagino che se rimanevo in quella casa quel giorno sarebbe stato il giorno della mia morte, appena entrò in casa scappai immediatamente via correndo più velocemente possibile, non m'importava dove sarei andata a finire ma più lontano possibile da quella casa di quel satanasso di Porko.
Io: *fiatone* finalmente sono riuscita a scappare ora meglio andarsene da qui.
dissi appoggiandomi a un muro, poco dopo andai verso il porto e mi nascosi dentro delle forniture che non so dove sarebbero andate ma l'importante è che non devo rimanere a Marley altrimenti la morte mi avrebbe portata via da questo mondo, mi addormentai nella stiva insieme al carico con i miei bagagli che mi facevano da cuscino ma non riuscii a dormire veramente perché non riuscivo a crederci che ero scappata da quel incubo di relazione infatti presi l'anello che avevo al dito anulare della mano sinistra e lo lasciai sul comodino di Porko segno che non sarei mai più tornata e che doveva andare a farsi fottere,
il sole non tardò ad arrivare e arrivammo in un isola, scesi dalla nave senza farmi vedere dall'equipaggio o da chiunque, ma poi mi accorsi di un cartello con sopra una scritta credo che è il nome dell'isola, e-oh no...quest'isola è...L'ISOLA DI PARADISE, Porko mi ripeteva sempre che in questa isola ci vivono i demoni, ma credo che quel coglione dicesse solo stronzate quindi fanculo quello che ha detto su codesta isola.
Io: sicuramente meglio di Marley ne sono sicura al 100% di questo. poi meglio i demoni che quello lì
mi dissi ricordando quello che ho passato fino a quel momento prima, sicuramente i demoni sono meno pericolosi di Porko o di qualunque altro poi ho sentito di peggio fino al giorno che precedeva quello, ero ancora leggermente sorpresa su quello che ho fatto cioè mettere la parola fine a tutto quel dolore che provavo quotidianamente a Marley, mi sentivo ancora disorientata questo si ma mi riprenderò presto da questo ma pensai di andarmene via da quel porto altrimenti cosa poteva succedere.
SKIP TIME
Sono passati ben 4 anni e ho trovato un lavoro e ho una casa nel distretto di Trost poi i così detti "demoni" non sono male anzi sono cordiali sono molto diversi da come me li descrivevano all'epoca, lavoro nella biblioteca della città e trovo sempre delle persone molto cordiali e simpatiche quasi mi sono dimenticata della vita che facevo prima di venire qui, era un eterno tormento e sofferenze ma ora l'ho passata quella parte della mia vecchia vita, avvolte i clienti notano le varie cicatrici che ho per esempio sul braccio e sulla spalla e chiedono e io gli rispondevo semplicemente con
"una vecchia storia che ora mai ho chiuso per sempre" e loro mi fanno un sorriso e mi dicono una cosa che mi stringeva il cuore dall'emozione "se tu fossi un soldato sicuramente diventavi come il capitano Levi sei un esempio da seguire per noi/le donne cara", sorridevo con un paio di lacrime che solcavano le mie guance per la felicità, praticamente i clienti erano i miei unici amici o famigliari perché sono sempre gli stessi e oramai li conosco tutti.
quella sera ero a lavoro e sistemavo dei volumi di una collana di libri e finii prima del previsto, ma sentivo che sarebbe successo qualcosa che avrebbe cambiato la mia vita e prospettiva del mondo, uscii dalla libreria e andai verso casa ma qualcosa attirò la mia attenzione un fortissimo urlo di soccorso che fu subito zittito ma io scattai come una molla e andai direttamente nella direzione dell'urlo e mi ritrovai 2 uomini che se le stavano dando o meglio uno stava subendo, uno (quello che picchiava)
era alto e con i capelli bruni e lunghi legati con una specie di codino dietro la testa che sembrava una specie di chignon, invece l'altro era moro e taglio militare, mi misi la sciarpa che portavo fin sul naso per nascondere un po il mio volto e scattai verso di loro il moro era svenuto visto che il bruno gli stava stringendo il collo, diedi un colpo alla schiena per far si che lasciasse il moro, appena il bruno stava realizzando cosa ho appena fatto ricevette un altro colpo da parte mia ma sta volta in piena faccia e il ragazzo mi vide divenne bianco cadavere non appena incontrò il mio sguardo truce e dissi.
Io: prova solo a fare del male a qualcun altro e giuro su Dio che ti ammazzo, ORA SPARISCI DALLA MIA VISTA BRUTTO PEZZO DI MERDA DI UN TEPPISTA.
appena dette queste parole il ragazzo scappò via a gambe levate, poi sentii dei gemiti di dolore dietro di me e mi precipitai sul ragazzo moro e lo sostenni dalle spalle e lo sollevai leggermente facendolo rimanere seduto, il ragazzo appena riprese conoscenza mi guardò negli occhi e potevo vedere lo stesso terrore che provai io molto tempo prima, appena incrocia il mio sguardo preoccupato alza un po la mano e abbassa la sciarpa che avevo fin sul naso e vidi un sorriso spontaneo uscire dalle sue labbra e disse.
?!: credo che sto per morire perché sto vedendo un angelo davanti a me.
disse lui un po esausto e dolorante per poi riperdere conoscenza, lo presi e lo trasportai mettendolo sulla mia schiena portandolo a casa con me, non potevo lasciarlo lì morente, lo portai nella stanza degli ospiti e vidi che aveva un sacco di cicatrici su tutto il suo corpo vecchie e nuove così gli disinfettai tutte le cicatrici dalla prima all'ultima e gli misi un pigiama a caso solo un paio di pantaloni e una maglia e lo misi dentro il letto con un fazzoletto sulla fronte, lo so che non si dovrebbe fare portare sconosciuti dentro casa ma stava sanguinando e non aveva più forze,
cosa dovevo fare? lasciarlo morire lì? QUESTO È FUORI DISCUSSIONE! andai dal ragazzo aveva anche un sacco di cicatrici sul petto e un bel po sulle gambe ma queste ultime non erano causate dai maltrattamenti, perché credo che è un militare perché aveva un cappotto verde militare addosso con uno stemma enorme dietro la schiena e degli stivali in pelle rigorosamente puliti e pantaloni bianchi quindi è per forza uno dei militari locali, misi a lavare tutti i suoi vestiti perché erano un po sporchi di sangue per le botte subite la sera prima da quel fottuto teppista.
Io: poveretto non solo maltrattato ma anche militare incaricato di tenerci al sicuro, quanta responsabilità sta sulle tue spalle e quanto peso devi portare con te ogni giorno.
dissi tra me e me nella speranza che si sia ripreso quel poveretto di soldato, poi me ne andai dalla stanza e mi occupai di stendere i suoi vestiti per farli asciugare, ero praticamente immersa nei miei pensieri tra un pensiero e l'altro intonavo un pezzo di una canzone che si chiamava Never Ending una canzone che mi ha accompagnato nei momenti più duri quando ero a Marley con quel maiale di Porko,
ad ogni parola potevo sentire il mio cuore stringersi per quel passato che non mi appartiene più, non sono più quella persona e soprattutto NON È COLPA MIA, la cosa che non mi dicevo da tempo ma quel evento di ieri sera mi ha fatto scattare come non mai prima d'ora, ma poi sento una mano sulla spalla e mi spinge via facendomi cadere per terra, guardai verso la persona che mi ha spinta e vedo che è quel ragazzo ed è molto arrabbiato con le lacrime agli occhi.
Io: MA COSA TI HO MAI FATTO?
?!: NON PUOI CAPIRMI, era l'unico che poteva amarmi in questo mondo di merda e potevo cambiarlo.
Io: senti io-
?!: NO, non capisci...non capisci.
lo guardai sorpresa quel ragazzo e rividi quelle brutte scene che ora sono il mio tragico passato pieno di dolore, mi avvicinai al ragazzo all'inizio mi respingeva ma poi si è come buttato a pesce su di me mentre piangeva e il mio cuore cominciai a sentire il peggio nel mio povero cuore ma poi ricordai quanti giorni felici proseguirono dopo la mia fuga e feci un sorriso, poi feci separare dall'abbraccio il ragazzo e gli alzai il volto delicatamente facendo si che mi guardò negli occhi il ragazzo sembrò sorpreso dalla mia espressione poi dissi con un sorriso calmo e gli occhi pieni di tenerezza.
Io: non è vero che non ti capisco, sai perché? guarda qui!
dissi alzando leggermente la maglietta mostrando tutte le cicatrici che ho sul addome poi scoprii le braccia alzando le maniche poi mi girai di spalle a lui e gli mostrai la mia schiena piena di tagli di coltello o di tagliacarte dipendeva sempre da Porko cosa usare per farmi del male e cosa aveva a disposizione, poi mi girai e vidi la faccia del ragazzo era sorpreso di quanto ero piena di tagli che oramai sono cicatrici biancastre,
il ragazzo si avvicinò a me e tastò una cicatrice che era grande e partiva dalla scapola destra fino al fianco sinistro sfiorandola con un dito, mi faceva venire i brividi il tocco del ragazzo sulla cicatrice, poi mi rigirai verso di lui e aveva ancora quel occhio pesto che a quanto posso vedere che ha un po di tempo perché alcune zone stavano tornando del colore della sua pelle che è così chiara e liscia che sembra quasi fatta di porcellana, potevo vedere il rimorso per avermi fatta cadere a terra con così tanto disprezzo quasi potevo vedere una lacrima di dispiacere nel suo sguardo insieme a un pizzico di speranza che forse gli mancava.
Io: Mi chiamo (T/N)! piacere di conoscerti...come ti chiami?
Levi: il mio nome è Levi e scusami per averti spinta facendoti del male no-
Io: non potevi saperlo questo quasi nessuno sa del mio passato.
ma poi mi tornò in mente le parole di una vecchia cliente della mia biblioteca che aveva fatto il nome di Levi, ma sicuramente c'è ne saranno un sacco di persone con questo nome...Vero? poi io e Levi cominciammo a parlare e uscì fuori proprio che lui è il famoso capitano Levi,
poi mi parlò della sua relazione con quel ragazzo Eren, mi disse che lui lo picchiava per motivi che non esistevano e che l'ho salvato dalla morte ieri sera perché l'avrebbe ucciso sicuramente e anche in questo caso la ragione non esisteva e diceva che era colpa sua e lì mi alzai dalla mia sedia che era davanti a lui e dissi,
Io: è quello che credi o quello che ti vuole far credere Eren?
Levi mi guardò dritta negli occhi pensando alla risposta che non arrivò, perché sicuramente stava cominciando a pensare che non era colpa sua ma di Eren che lo picchiava senza nessuna ragione, poi ora che lo guardo meglio è molto carino nonostante il suo occhio pesto e qualche macchia viola acceso sul trapezio che era scoperto perché la maglia aveva il collo largo, gli feci un sorriso quello più sincero che potessi fare,
poi all'improvviso Levi mi tirò verso di se il colletto della mia maglia e fece combaciare le nostre labbra, perché sta facendo ciò? non capii ma ricambiai quel gesto ugualmente devo dire che bacia da Dio questo qui, poi ci separammo io lo riguardai negli occhi un po rossa e Levi appena si accorse di ciò che ha fatto si chiuse immediatamente a riccio scusandosi e di non fargli nulla, ma io mi avvicinai e gli pattai la testa e gli baciai la fronte.
Io: io non sono Eren e non lo sarò mai...io ti tratterei con rispetto perché non solo hai sopportato quello che ti ha fatto Eren ma anche quello che hai sopportato e per quello che hai fatto per queste persone che vivono qui e tutte le persone che vivono qui devono molto a tutti voi militari...io ti rispetto per tutto quello che hai passato nel campo di battaglia e in casa con Eren perché ci vuole un fegato così per sopportare tutto questo peso sulle spalle, da ora in poi non sarai più solo avrai me al tuo fianco che ti sosterrà sempre non importa quale scelta farai io ti sosterrò in qualunque scelta.
dissi per poi abbracciarlo facendogli mettere la testa sulla mia spalla, lui cercò di trattenere le lacrime il più a lungo possibile ma non era facile trattenere tutto quel dolore dentro alla fine scoppiò in lacrime e non riusciva a smettere, lo strinsi ancora più a me cosa che lo stava calmando.
Io: è tutto ok nessuno ti farà di nuovo del male, te lo prometto.
Levi: grazie...grazie...grazie (T/N)
Io: non ho bisogno di ringraziamenti Levi il fatto di aver aiutato qualcuno che era nella mia situazione passata e vederlo sereno è già un ringraziamento per me.
dissi mettendogli una mano sulla nuca per farlo calmare, non so cosa mi successe perché sentii il mio cuore che aveva fatto una specie di sussulto non riuscivo a capire cos'era ma poi mi fu chiaro non appena sentii la mano di Levi accarezzarmi la schiena, era amore a prima vista o meglio a primo incontro o conoscenza VABBÈ È UGUALE DIO BONO, allora questo è il vero amore?
se è questo il vero amore vorrei sentire come si sentono le persone normali, vorrei provare quel sentimento senza avere paura dei sentimenti, senza le botte, senza i colpi al cuore, senza ferite, senza lividi e senza segni negativi sulla pelle o sul cuore o sulla psiche, non voglio più soffrire e immagino nemmeno Levi lo voglia e credo che dopo tutto ciò nessuno di noi 2 proverà più dolore d'ora in poi.
Levi POV
Quella sera era la mia fine Eren aveva un pugnale in mano era la mia fine, aspettavo il colpo del pugnale ma non arrivò mai, perché qualcuno lo fermò ma ero debole per capire chi fosse ho solo sentito delle botte forti poi una voce melodiosa che strillò contro Eren dire.
??: prova solo a fare del male a qualcun altro e giuro su Dio che ti ammazzo, ORA SPARISCI DALLA MIA VISTA BRUTTO PEZZO DI MERDA DI UN TEPPISTA.
poi Eren scappò lasciandomi lì mezzo sanguinante e morente, poi quella persona si avvicinò a me velocemente ma aveva una sciarpa rossa bordeaux che gli copriva metà volto così con un po di fatica alzai il braccio e gli scostai il pezzo di stoffa dal volto e appena vidi il suo volto pensai che stessi per morire, perché sembrava un angelo per quanto era bella quella donna che all'inizio non si capiva se lo fosse o no, poi appena dissi che ero a un passo dalla fossa lei mi caricò in spalla mettendo il mio torace contro la sua schiena e le braccia che pendeva dalle sue spalle,
non immaginavo che una donna fosse così forte fisicamente, poi tutto nero ma dopo poco mi risvegliai dentro un letto in una casa che non conosco non era casa mia ne casa di Eren poi ricordai la ragazza che mi ha salvato, mi ripetetti una bugia che mi ripetevo sempre che quasi ci credevo seriamente poi lì feci la cazzata del secolo cioè spingere via colei che mi ha salvato, gli strillai pure contro questo è quello che non riesco a perdonarmelo, poi quando ho detto che non poteva capirmi e anche sta volta mi sbagliai perché lei mi mostrò le sue cicatrici che erano praticamente identiche alle mie per quante ne erano, poi non so cosa mi saltò in mente ma la baciai e stranamente lei ricambiò,
mi scusai per quello che avevo appena fatto perché troppo sfrontato ma lei mi sorrise e mi parlò ma non sentivo nulla sentivo solo e solamente un rimbombo melodioso della sua voce per quanto mi sembrò la donna più bella che io abbia mai visto mi sembrava una vera dea per la sua bellezza e la sua estrema dolcezza, ma poi mi abbracciò forte a se potevo sentire del calore umano, sentivo il suo cuore battere nonostante la mia testa non era sul suo petto, potevo sentire il grande peso delle lacrime che non sono riuscito a tirare fuori negli ultimi anni che stavo con Eren ma ora mi sento al sicuro con lei vicino e ora sento il bisogno di proteggerla da ogni male non come con Eren che mi voleva far passare la voglia di vivere.
Io: (T/N) io non so ma sento qualcosa dentro me anche se ci conosciamo da poco ma non so voglio condividerlo con te.
(T/N): quale sensazione Levi?
Io: non l'ho mai provato prima d'ora ma non so come spiegarlo quindi se non hai nulla in contrario lo voglio dimostrarlo con i gesti.
dissi stringendola più a me e misi la fronte contro la sua e cominciai ad accarezzargli la guancia con delicatezza come se accarezzassi un cucciolo, lei non disse nulla ma mi fece fare le sue guance scottavano per l'imbarazzo, aww che carina è davvero troppo adorabile con queste guanciotte rosse e paffute sembra quasi una bambolina di porcellana, la riguardo e rividi quei meravigliosi occhi che mi sono entrati nell'anima, gli occhi di colei che mi ha salvato dalla morte, la dea che mi ha preso sotto la sua ala protettiva e che gli ho promesso segretamente protezione e amore eterno, si amore sentimento che rinnegai ma ora è diverso ora c'è lei solo e solamente lei.
Io: Ti proteggerò anche se significa sacrificare la mia vita
dissi stringendola ancora di più, ora nessuno di noi 2 soffrirà mai più ora la sofferenza non sarà più contemplata qui non più.
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