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capitolo 14

EREN'S POV

Mi dispiaque molto lascire Levi tutto solo a casa , ma dovevo prendere la situazione in mano e trovare una soluzione,  non potevo permettere ad un noto criminale di vivere indisturbato a casa mia, non potevo tradire i miei ideali.

Pensando ad un piano e delle risposte non mi resi conto del tempo trascorso, che mi ritrovai nel parcheggio privato della stazione dove mi aspettavo il turno di mattina. Parcheggiai  la mia piccola panda nera e m'incamminai verso l'entrata principale.

Nessuno mi aveva cercato e nessuno aveva provato a mettersi in contatto con me , se non Mikasa. Tutti sapevano la ragione per cui mi ero assentato da lavoro così tanti giorni,  perciò nessuno mi voleva disturbare durante l'unico giorno di riposo,  apparte Mikasa, la quale non si limitò solo ai messaggi , finendo per riempirmi il telefono di chiamate .

-Buon giorno-

dissi appena misi piede all'interno

-Eren-

Mikasa mi raggiunse come un razzo , nonostante la sua postazione fosse fra le ultime infondo al piccolo corridoio , mi notò subito.

A volte mi fa davvero paura.

-tutto bene? Perché non mi hai mai richiamata ? E questo taglio?-

Le prime domande non mi fecero nessun effetto particolare, ero abituato alla sua insistenza ed alla sua abitudine di saltarmi in braccio ogni volta che mi vedeva,  ma l'ultima , mi fece impallidire , pensavo di aver coperto i pochi ma evidenti  lividi con il correttore , che Mikasa,  come tante altre cose si dimenticava a casa mia, eppure lei , come sempre,  aveva notato anche il più piccolo dettaglio, in questo caso il piccolo taglietto sul labbro inferiore .

-non so come me lo sono procurato, ma non é nulla-

Gli feci un piccolo sorriso, e , anche se poco convincente,  bastò per farla calmare. Salutai gli altri colleghi mentre prendevo posto dietro alla mia scrivania e cominciai il rapporto "dettagliato" riguardante i mie giorni d'assenza ,da consegnare ad erwin il giorno stesso entro l'ora di pranzo .
Per descrivere quei giorni nella mia mente  riaffiorare i momenti più intimi con Levi, ovviamente nel rapporto non gli scrissi , ma il solo ricordo fece risvegliare il mio piccolo gigante che a stento riuscì a calmare.
Dopo 25 minuti passati nel fissare il foglio bianco e 30 nel scrivere ,ero finalmente  riuscito a portare a termine l'unico compito che Erwin mi aveva assegnato. Nel rileggerlo mi resi ancora più conto di quanto poco sapevo del casino in cui mi ero cacciato. Quali erano i piani di danchou? Perché Levi doveva stare proprio a casa mia , quando poteva permettersi una camera in qualche posto di Lusso? Cosa provavo esattamente per l'uomo che avrei rivisto a casa  al termine del turno?
Scrissi velocemente gli ultimi dettagli e mi diressi verso l'ufficio di Erwin.

stavo per bussare, quando all'improvviso la porta si aprì, rivelando una donna dai capelli lunghi di un brillante castano scuro, con indosso un paio di occhiali rettangolari,  attraverso cui analizzava il mio viso.

-mi scusi-

-ma di che~? -

E senza dire altro si diresse verso la porta . Date le dimensioni della borsa nera, abbinata con la gonna e la camicia del medesimo colore , e dalla casetta che teneva in mano si direbbe una giornalista.

-con permesso, ho finito il mio rapporto-

-alla buon'ora Eren , devo ancora assagnerarti il tuo nuovo incarico-

Era visibilmente esasperato.

-vuole un caffè? -

Chiesi mentre prendevo posto dietro alla scrivania.

-no grazie,  quella donna é peggio di un uragano-

-sta parlando della giornalista?-

-si si si , quella Hanjie Zoe , stava chiedendo di te-

-di me?-

Ma come?tutto quello che era successo non doveva rimanere segreto?

-esatto, non so come abbia fatto, ma  è venuta a sapere  della tua "inspiegabile" mancanza,  ma soprattutto del tuo "viaggetto"  abbordo dell'elicottero di Ackerman-

-ed ora? Cosa possiamo fare? -

-senti cadetto, la situazione é più grave di quanto tu immagini, e quella pazza é l'ultimo dei miei problemi  -

La sua espressione era tramutata in una accigliata, e , nonostante la situazione fosse seria , a stento resistetti  dal non ridere

-Signore , quale sarebbe il nuovo incarico  di cui mi dovrei occupare?-

-scoprire il quanto più possibile su heichou ,
vero nome? , età?.....insomma quante più informazioni possibili -

-ma signore come posso scoprire questo genere di cose senza i mezzi necessari,  sono un semplice agente -

-un'agenda ancora in vita dopo averlo visto in faccia , non so Eren , fingiti una una donzella in pericolo magari viene a salvarti !-

Non appena finì la frase scoppiò in una fragorosa risata, che riuscì a riprodurre nella speranza di non dar troppo a vedere il mio imbarazzo , perché,  non appena disse " magari viene e ti salva" , mi ricordai di quando Levi era sceso a patti con Danchou solo per salvarmi.

-seriamente...cosa drovrei fare? -

Avevo chiesto timidamente

-devi cercare informazioni su di lui , ma senza farti scoprire,  infatti sarai un'agente sotto copertura ,durate le ore di lavoro farai l'ausiliare del traffico,  mentre le informazioni le cercherai in ogni momento della giornata.-

-ma é impossibile -

Affermai con un tono di voce forse fin troppo alto per i gusti del mio capo , tanto che con un'espressione seria cominciò a guardarmi negli occhi.

-non hai la più pallida idea di quello che si sente dai bassi ed alti ranghi,  la situazione é molto grave , ora vai. Il semaforo numero 96 lungo via Sina si é rotto , prenderai il suo posto fin quando non verà riparato-
 
-agli ordini-

Uscì dal suo ufficio a testa bassa , fare "il semaforo" a Dicembre non era il massimo.

Salutai Mikasa ed uscì dalla stazione con indosso la maglietta giallo fosforiscente sopra la giacca. Avrei tanto voluto salutare Armin, ma dato che gli spettava il  turno di notte ,  meglio non chiamarlo e lasciarlo riposare.
Presi la macchina e in meno si 10 minuto ero arrivato sul posto, la parcheggiai e cominciai subito a compiere il mio dovere,  perché come diceva mia madre "anche il più umile dei lavori va svolto con impegno e dignità". Mentre stavo dando la precedenza a destra  , dall'altra parte vidi una porsche nera identica a quella di....Levi. Nonostante non vedessi nulla attraverso i finestrini scuri riconobbi la sua auto tramite la targa.
Pensai velocemente ad un modo per non farmi vedere, ero perfettamente cosciente che il mio imbarazzo non era minimamente giustificato, ma  non volevo essere visto da lui. Così abbassai il capello da poliziotti sul viso e diedi il permesso di circolare alla sua parte , così, pensai, non fermandosi e concentrandosi sulla guida non mi avrebbe notato. E così feci, tirando alla fine  un sospiro di sollievo , visibile a causa del freddo,  quando lo vidi proseguire.

Le ore passarono in fretta,  ed era finalmente giunto il momento  di tornare a casa , da levi.

Angeletto ><

Mah che dire , mi andava di scrivere♡
se il capitolo vi é piacciuto e siete curiosi/e per quello che succederà preparatemi dei biscotti
Oggi , mentre preparavo la valigia, mi é venuta voglia di scrivere , ed eccomi quaaaaa









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