Capitolo Undici
Durante la giornata che precede il ritorno al lavoro dei Sibuna, gli spiriti sembravano essersi lievemente risollevati, si era risvegliata l'armonia e la gioia della casa, specialmente quando, all'ora di pranzo, Eddie riemerse dalla sua stanza fresco e riposato. Quasi aveva le lacrime agli occhi e un sorriso smagliante.
-Sono pronto a rientrare in azione, gente! - esclamò il ragazzo, entrando in salotto. Venne immediatamente zittito dai suoi compagni di squadra, che lanciavano occhiate verso Mara e Willow, intente a sistemare la cucina.
-Assolutamente no, oggi è riposo assoluto, Alfie deve recuperare le forze per sostenere la sua prova, come tutti noi. - Alla risposta di Joy, Eddie assunse immediatamente uno sguardo preoccupato e cercò Nina con gli occhi.
Non ci possiamo fermare, lo sai.
Stavolta lo faremo. Fidati, è tutto a posto.
C'entra col fatto che sono riuscito a dormire?
-Bene! Ognuno per sé allora, ho un ragazzo e vorrei passarci del tempo insieme. - Nina tagliò corto la conversazione telepatica con l'amico, prima di alzarsi e afferrare Fabian, uscendo dalla casa. Tutti gli altri rimasero sorpresi e confusi senza sapere più come comportarsi, ma lentamente seguirono l'esempio della prescelta e si dedicarono qualche ora di relax di coppia, girovagando per le stradine attorno al collegio. Joy e Jerome uscirono immediatamente dopo i primi due, seguiti da Patricia e Eddie, che finalmente poté godersi qualche ora di tranquillità - anche se non del tutto, per via della preoccupazione crescente sul significato della sua breve conversazione con Nina. KT fuggì poco dopo, senza dare troppe spiegazioni, lasciando Alfie a rimuginare in solitudine. Amber però vi pose fine quasi immediatamente, accomodandosi accanto a lui sul divano.
-Ho osservato a lungo, senza immischiarmi nelle vostre vicissitudini, ma sono ancora molto confusa. Tante cose non mi tornano, Alfie, perché vi state facendo questo? - La domanda lo lasciò piuttosto spiazzato e senza parole.
-Cosa vuoi dire? -
-Voglio dire che state di nuovo facendo una corsa contro il tempo e la morte, ormai siete tutti coinvolti e non pensate di includere anche Mara e Willow alla faccenda? - Lo sguardo di Alfie si spalancò all'improvviso, colpito dall'assurda affermazione della sua amica.
-E per quale motivo?! -
-Per prima cosa, evitare il costante stress di sgattaiolare per non farvi scoprire dalle uniche due persone qui dentro. E non cominciare con Victor e Trudy, lui sa da mesi tutto quanto e lei prende i sonniferi per non sentire il vostro viavai continuo. - Più Amber parlava, più l'incredulità aumentava a dismisura; Alfie non si capacitava di quanto occhio per il dettaglio avesse sviluppato la ragazza.
-Come...come sai tutte queste cose? -
-Osservo, Alfie, visto che mi avete lasciata indietro.-
-Stavolta non è come due anni fa, Amber. Stavolta è pericoloso e tutti noi sappiamo a cosa andiamo incontro, loro non meritano il male che incomberebbe inesorabile se si unissero al mistero.- Lui ci tenne a raccomandarsi, ripetendo anche a sé stesso che avrebbero dovuto fare tutto il possibile per proteggere chiunque non fosse coinvolto nel disastroso livello del loro ultimo anno.
-Fate come vi pare, io però rientro in gioco. Nina è anche amica mia ed io sono membro fondatore dei Sibuna, non te lo dimenticare. - Lui sorrise amareggiato alla minaccia e annuì lievemente, invitandola a stringersi in un abbraccio di conforto.
-Sempre magnifico averti con noi, Amber. -
-Ovvio, sono meravigliosa. Ora...cosa c'è che ti affligge, Alfie caro? - Lui, colto alla sprovvista nuovamente, sorrise e le strinse la mano.
-Devo affrontare la mia prova. - Raccontò ogni cosa successa nei tunnel, compreso ciò che Patricia ha raccontato del suo test e tutto quello che si sono detti i tre complici nella stanza sognante; Amber ascoltò con attenzione e concentrazione per poter essere finalmente inclusa nella ricerca e supportare i suoi amici.
-Ti senti pronto? - Gli chiese, a spiegazioni terminate.
-Non lo so. Ho paura di non essere all'altezza, questo livello è piuttosto stressante e complicato.-
-Hai detto che Patricia ha trovato la pietra del passato, giusto? A te spetterà il presente e sono sicura che sei perfettamente in grado di superare la tua prova.
-Come fai ad esserne certa?-
-Perché gli anni passati ti hanno reso forte e coraggioso, il tuo presente è costellato di traguardi.- Alfie la ringraziò, dopodiché i due passarono ad altri argomenti e chiacchierarono per ore, fino al graduale rientro di tutti gli altri. La pesante atmosfera si era un po' diradata e la cena passò con molta più allegria del pasto precedente, mostrando una convivialità ravvivata e colma di nuove speranze. Joy non ne poté che essere più felice, ora che le emozioni negative le avevano dato una degna tregua; specialmente dopo aver passato un pomeriggio magico e tranquillo. Victor stesso si affacciò nella grande sala e osservò sollevato i ragazzi che mangiavano serenamente e tirò un sospiro, anche se sapeva che quella era una tregua temporanea; contro ogni previsione e buon senso, si fece avanti e avvisò Trudy che l'indomani non sarebbe stato in casa per impegni personali, indirizzando il messaggio anche ai ragazzi, sperando di lasciargli un po' di respiro per completare la missione e salvarsi la pelle.
-Ragazzi, è l'occasione perfetta. Domattina scendiamo nei tunnel.- Esclamò Nina, ansiosa di arrivare alla maledetta fine di quel livello, magari viva.
-Le divinità sono dalla nostra. - Disse Fabian, sorridendo fiducioso, dopo aver aiutato la sua ragazza a posare i piatti nel lavandino, dato che quella sera le toccavano le pulizie della cucina.
-Veramente no, visto che state tutti lavorando per me, ma è carino sentirglielo dire.- Affermò Rufus, comparendo improvvisamente alle sue spalle.
-Smettila di presentarti in questo modo, se mi spavento ti scopriranno! - Bisbigliò lei, ansiosa e rabbiosa.
-Oh, tesoro. Ho detto che vi avrei lasciato riposare, non dato tregua. Sogni d'oro, Prescelti. - L'umore di Nina sprofondò nuovamente, anche se cercò di non darlo a vedere al suo compagno di faccende domestiche.
La nottata passò nuovamente tranquilla e la cosa non fece altro che aumentare le preoccupazioni di KT e Alfie, che osservarono la mente di Eddie abbandonarsi addirittura ad un sogno normale e anche poco appropriato da guardare. Una era sempre più confusa e pensierosa, l'altro non riusciva a fermare l'ansia in forte crescita: quella quiete comparsa dal nulla non presagiva niente di buono e non aiutava l'idea che poche ore lo separassero dall'affrontare chissà quale destino.
-Alfie, rilassati un po'. Siamo tutti con te, ce la farai. - Gli aveva detto l'amica prima di abbandonare la stanza sognante. Ormai l'avevano esercitata abbastanza, da essere in grado di tenerla in piedi per qualche altro minuto extra, perciò lui si abbandonò sul divanetto con un cestello di biscotti e rimase a rimuginare sulla giornata che lo aspettava, finché tutto non collassò e lo trascinò nel sonno reale. Alzarsi la mattina seguente fu piuttosto faticoso, ma ci pensò Jerome a tirarlo giù dal letto, trepidante dall'idea che stavolta potessero scendere tutti quanti nei tunnel.
-Non sembrerà sospetto che siamo tutti spariti? - Domandò il ragazzo, dirigendosi riluttante verso il forno antico, mentre Nina tirava fuori il medaglione da sotto la maglia.
-Chissene frega, andiamo. - Rispose sbrigativamente la ragazza, facendo passare tutti sotto la porticina segreta. Dalla cantina attraversarono la porta nascosta dietro la libreria e poi quella dello studio di Frobisher, ripercorrendo velocemente tutto il percorso ad ostacoli, fino a superare il corridoio con la botola in cui era caduta Patricia. Davanti a loro, più avanti, si ergeva la nuova - e probabilmente finta - teca con la pietra, così si fermarono e aspettarono che il gruppo fosse al completo, indecisi sul da farsi.
-Tocca a te, sei pronto? - Domandò Joy mentre cercava di scrutare oltre il piedistallo, verso il corridoio tetro e buio. Il ragazzo non aveva per niente l'espressione convinta e più guardava la pietra verde, più l'incertezza cresceva.
-No, non me la sento, mi dispiace ragazzi. Torniamo un'altra volta. -
-Amico, questa è la nostra occasione per andare avanti e risolvere il livello, fatti coraggio! - Incalzò Jerome, dando il via alla più chiassosa discussione mai avuta nei sotterranei: alcuni presero le difese di Alfie, altri cercavano di convincerlo a proseguire, altri cercavano di calmare gli animi senza troppo successo. Nina si guardava intorno e quasi poteva sentire il fiato minaccioso di Rufus sul suo collo, perché era sicura che se avesse fallito nel mantenere la sua parte di accordo, Eddie ne avrebbe risentito più di tutti; si fece forza e si dimenò tra il gruppo che accalcava lo stretto corridoio e così, fingendo di cercare di raggiungere la teca, urtò Jerome, che perse l'equilibrio e si appoggiò alle spalle dell'amico sbilanciandolo verso la pietra, poi tutto successe nel giro di pochi secondi: il sigillo sul palmo di Alfie si illuminò, la teca scomparve e un muro si alzò improvvisamente, intrappolando il ragazzo lontano dal gruppo e solo davanti al suo test.
Due occhi verdi presero a lampeggiare alla fine del corridoio, instillando nel povero malcapitato il terrore assoluto, che poté essere percepito persino da Joy che non riusciva a credere di essere nuovamente nella stessa situazione. Calò il silenzio, poiché erano sicuri che, se anche l'amico stesse gridando, non c'era possibilità di comunicare al di là della parete. Un profilo si delineò attorno ai due smeraldi brillanti, ricostruendo il viso dello stesso Alfie, che lo osservava tremante e incerto su come andare avanti.
-Non sei abbastanza intelligente per proseguire. Abbandona la speranza e arrenditi al labirinto. - Tuonò una voce che lo fece rabbrividire e tremare, paralizzato sul posto.
-Non puoi aiutare nessuno, sei troppo infantile. - Un'altra voce parlò e si unì a quello che ormai era diventato il mantra della prima.
-Il tuo passato è effimero, il tuo presente insicuro. Sei l'anello debole. - Alfie si prese la testa fra le mani e si accasciò contro il muro che lo aveva separato dagli altri, terrorizzato dal fatto che le sue più grandi paure si fossero appena manifestate davanti a lui, bloccandolo senza alcuna via d'uscita. Le umiliazioni andarono avanti per momenti che sembrarono ore, mesi, anni, lasciandolo impotente di fare qualsiasi cosa, con la sola speranza che qualcuno potesse accorrere in suo aiuto e salvarlo. Osservò le decine di copie del suo volto che gridavano qualunque fobia mai avuta e si abbandonò alla certezza di essere l'elemento sbagliato del gruppo, il pesce fuor d'acqua e l'inutile giullare. Poi, tra le ombre, una voce emerse: Amber, che contraddiceva quello che uno dei volti gridava. Il mio presente è costellato di traguardi. Camminò fino all'ultima copia di sé e la guardò negli occhi.
-Non è vero! - Gridò allora, zittendo ogni voce del corridoio; i volti sparirono lasciando solo il primo, quello verde brillante, a fissarlo - Il mio passato era effimero, ma mi ha fatto crescere e non merito di essere trattato ancora come l'ultima ruota del carro! Non sarò intelligente o forte come gli altri, ma i miei pensieri e le mie azioni hanno valore, le mie idee hanno importanza tanto quanto quelle degli altri. -
-Pensi davvero di essere all'altezza di ciò che vi aspetta? -
-Posso scoprirlo solo andando avanti. Navigando il presente per poter trovare il mio futuro. -
-Il tuo presente è ricolmo di svolte inaspettate e tradimenti. Presta attenzione. - La voce si affievolì, dopo l'ammonimento, poi il volto scomparve e rimase solo una piccola luce verde. Alfie allungò la mano e strinse nel palmo la pietra del Presente, col cuore ancora a mille. Le ultime parole del clone spettrale risuonavano ancora nella sua mente quando la parete crollò e le torce di fuoco si accesero lungo tutto il lunghissimo corridoio, che lui non si era quasi accorto di aver percorso. Il gruppo dei Sibuna, in lontananza, aspettò pochi secondi prima di corrergli incontro e abbracciarlo calorosamente, complimentandosi della sua vittoria.
-Ci hai messo tre ore, ma sei stato un grande, Alfie! - Esclamò Joy, scuotendolo contenta.
-Te l'avevo detto che ce l'avresti fatta. - Sussurrò Amber dopo averlo stretto in un abbraccio.
-Ci sono riuscito solo grazie a te. - Rispose lui, stringendola più a sé, beandosi del conforto di quel contatto così genuino e umano. Il dubbio che la prova gli aveva lasciato persistette e crebbe alla vista della prossima parte del labirinto: una percorso ad ostacoli con la metà degli appigli mancanti.
-Come diavolo facciamo a superare questa roba? E che succede a chi cade nello strapiombo? - Si domandò Fabian, nuovamente preso dal panico, mentre osservava l'abisso sotto il prossimo test.
-Lì c'è una leva. - Osservò Eddie - Forse quando termineremo il percorso potremo far comparire il pavimento. -
-Per cortesia, è ridicolo! -
-Jerome, nei tunnel del primo livello è andata esattamente così. - Lo rimbeccò Patricia; al solo ricordo dell'asse-coccodrillo le tornarono i brividi. Si chiede chissà quali altre trappole dovranno disattivare visto che quella sembrava una vera e propria replica dei primi sotterranei che avevano superato.
-Diamine se siete sfigati. - Commentò quindi il ragazzo, leggermente sconsolato anche per sé stesso.
-Non è un semplice test di educazione fisica. Questa è una prova di fiducia. - Affermò infine Alfie, certo che le parole dell'ologramma lo stessero avvisando di qualcosa. Qualcuno qui fa il gioco sporco. Gli altri gli credettero sulla parola, ma a quel punto decisero di fare dietrofront e scegliere un gruppo più ristretto per tentare il percorso. La pietra fu affidata a Nina, che si guardò bene dall'attivarla per non avere altre visioni e tutti quanti attraversarono le porte segrete per poter trascorrere il resto del pomeriggio a riposare ancora. Le sorprese, tuttavia, non erano finite lì: appena uscirono dal finto forno, due figure li attendevano a braccia conserte.
-Bene, bene, bene. Finalmente siamo riuscite a cogliervi con le mani nel sacco. -
-Mara, Willow! - Esclamò Nina, prima a trovarsele davanti, mentre cercava di fare segno agli altri di rimanere giù. Ormai, però, bisognava ammettere che non c'era modo di uscirne con una scusa.
-Di chi è stata la geniale idea di scendere là sotto in pieno giorno? Insomma, credo siate stati più furbi di così negli anni passati. - Commentò Mara, seriamente sconvolta dalla mancanza di ragionamento logico che aveva colpito tutti e nove i "geni" della casa.
-Porca miseria. - Esclamò Patricia davanti alla nuova, inconveniente, situazione.
-Mhm, esattamente. Ora ci sediamo tutti a tavola e ci date qualche spiegazione. - L'intera casa Anubis era ormai coinvolta e non c'era modo di fuggire, perciò, approfittando dell'assenza dei due custodi, il gruppo prese posto in sala da pranzo e iniziò il racconto di tutte le stranezze che avevano circondato gli abitanti sin dall'anno in cui era comparsa Nina Martin.
***
A volte torno a divertirmi anche io. A presto.
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