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Capitolo Tre

Più cercava di svegliarla e più sembrava che lei non ne volesse sapere di aprire gli occhi. Le tirò su la testa e notò che perdeva sangue: non era molto, ma abbastanza da farle perdere i sensi. Chiamò Fabian disperatamente e lui accorse quasi subito.
-Cosa è successo?-gridò nel vedere Nina priva di sensi. Eddie era in lacrime.
-Ospedale, subito!-gridò il biondo mentre prendeva Nina in braccio. Fabian chiamò l'ambulanza che fu lì in pochi minuti.
-Uno di voi se vuole la può accompagnare.-disse il medico mentre sistemavano Nina sulla barella.
-Vengo io!-dissero in coro Fabian ed Eddie. Si guardarono male a vicenda.
-Ragazzi, solo uno e in fretta!-li incitò il medico.
-Vado io.-sibilò Fabian a denti stretti-Fatti da parte Eddie!-gli gridò.
-Fidati. Devo andare io, Fabian!-disse Eddie prendendolo per le spalle.
-Oh santo cielo! Chi di voi è un parente?-chiese il medico esasperato mentre gli altri gli facevano segno di muoversi.
-Io! Sono suo fratello!-disse Eddie. Fabian lo guardò male, ma i medici lo avevano già trascinato sull'ambulanza per poi ripartire velocemente. Victor fece giusto in tempo a vedere l'ambulanza che ripartiva mentre usciva e chiese subito spiegazioni a Fabian.
-Nina.-rispose lui amareggiato. Rientrò in casa dove tutti lo aspettavano in salotto, o meglio, si aspettavano Eddie.
-Dov'è Eddie?-chiese Patricia infastidita. Fabian le fece capire con uno sguardo che era esattamente dove sarebbe dovuto essere lui. Patricia sgranò gli occhi sorpresa.
-Ha insistito affinché salisse lui su quell'ambulanza e si è pure inventato di essere il fratello per scartarmi!-sbraitò mentre dava un calcio al divano.
-Beh, se ci pensi non ha tutti i torti, Fabian.-disse Jerome. Il moro lo incenerì.
-Facci caso.-accorse Alfie in aiuto di Jerome-Osiriano e Prescelta. Tra di loro c'è un legame forte.- Fabian se ne andò furioso per rifugiarsi in camera.
-Ma alla fine, cosa è successo?-chiese Joy. Gli altri si trovarono d'accordo con la ragazza e cominciarono a parlare tra di loro fittamente.

-Ok, abbiamo messo un paio di punti. Niente di grave, fortunatamente lo spigolo del letto non era molto appuntito.-disse il medico ad Eddie che annuiva sollevato-Appena si sveglia, facciamo qualche controllo e poi potete andare tranquilli.-Eddie sorrise felice e raggiunse Nina nella sua stanza. Appena la vide, però, il sorriso svanì. Maledetto Rufus, maledetta maledizione! Si avvicinò al letto dove lei era stesa e le prese la mano, ma una visione lo scosse appena la toccò.
Eddie! Tu puoi farlo! Le vostre menti sono forti! Parlale! Era la voce di un'anziana signora, probabilmente la Sarah di cui parava tanto Nina. Rifletté bene sulle parole della donna, chiuse gli occhi per concentrarsi, strinse forte la mano di Nina e poi cercò di parlarle.
Nina! Nina mi senti?
Eddie? Che ci fai nella mia testa?
Sì, ce l'ho fatta! Ascolta, devi svegliarti, lui potrebbe tornare.
Eddie, mi stai prendendo in giro? Mi sento come se qualcuno mi avesse tirato una bastonata in testa!
Beh, hai sbattuto all'angolo del letto, la verità non si distanzia più di tanto.
Eddie rise mentalmente e poi tornò a concentrarsi.
-Eddie smettila di stringermi la mano.-la sentì lui parlare, al momento non ci fece caso, poi aprì gli occhi di scatto e sorrise felice.
-Nina!-gridò felice abbracciandola.
-Mi stritoli.-disse lei ridendo nell'abbraccio.
-Mi hai fatto spaventare cavolo!-le disse quando si staccò-Per fortuna non hai preso una botta troppo forte, altrimenti...non voglio nemmeno pensarci.-
Rimasero in silenzio per qualche secondo, con lo sguardo fisso in un punto imprecisato della stanza, mentre pensavano entrambi alla stessa cosa: la guerra era ricominciata. Eddie poteva immaginare quello che Nina e gli altri avevano passato, ma non avrebbe mai pensato di viverlo sulla sua pelle.
-E così...la prima scossa è arrivata.-disse Nina rompendo il silenzio.
-Torniamo a casa. Ti faranno qualche controllo e poi ti dimetteranno, dobbiamo reagire.-disse solamente Eddie diventando improvvisamente cupo mentre usciva a chiamare il dottore. Nina portò le mani sul viso e cercò di farsi forza.

-Avranno di sicuro molte cose da spiegare quando torneranno.-asserì Victor seduto ad una sedia del salotto mentre aspettava i due, pensieroso su quell'emergenza improvvisa. Nel frattempo, dall'altro lato del salotto, tutti i ragazzi di casa Anubis si tenevano per mano pregando che Nina ed Eddie tornassero sani e salvi con un sorriso sulle labbra mentre dicevano "non è successo nulla", ma né per Fabian né per Patricia sarebbe bastato un "non è niente", no. Eddie e Nina dovevano loro delle spiegazioni: l'improvvisa intesa fra loro due, quella mattina in bagno quando sono usciti entrambi sistemandosi le magliette, Eddie che aveva insistito a forza nel voler accompagnarla all'ospedale. No, c'era di sicuro qualcosa sotto, non potevano esserci altre spiegazioni, o forse una c'era, ma Patricia e soprattutto Fabian non volevano nemmeno pensarci. Si sentirono dei rumori provenire dalla porta e tutti quanti alzarono le teste nello stesso momento: erano tornati. Fabian e Patricia si catapultarono nell'atrio per vedere la situazione e la prima cosa che notarono, fu la mano di Eddie che stringeva quella di Nina con parecchia forza.
Sii forte Nina. Possiamo farcela.
Gli abitanti della casa corsero incontro ai due per abbracciarli felici, ma Fabian e Patricia no, loro erano rimasti immobili a fissare le mani incrociate e non riuscivano a distaccare lo sguardo.
-Ce la fai? Posso lasciarti?-chiese lui premuroso, lei annuì e le loro mani si separarono.
-Voi due.-disse Victor minaccioso-Nel mio ufficio.- Patricia guardò Eddie e Nina ancora più minacciosa e mimò loro un "dobbiamo parlare", prima che i due venissero trascinati su da Victor. Il custode li sottopose ad un lungo interrogatorio e, dopo aver risposto a tutte le sue domande, i due vennero rilasciati con il compito di filare a lavare i piatti.
Si diressero in cucina senza fiatare e si ritrovarono gli sguardi di tutti puntati addosso. Due tra tutti quelli bruciavano ancora di più e loro sapevano benissimo a chi appartenevano. Continuarono a camminare fino ai lavandini e iniziarono a lavorare, parlando sottovoce.
-Cosa intendevi per "dobbiamo reagire"?-chiese Nina posando un piatto sulla scolapiatti.
-Che non staremo al gioco di Rufus, che ci ribelleremo a lui. Dovessi morire, io non farò quello che mi ordinerà.-disse con tono cupo mentre si spostava alla destra della ragazza per sistemare un piatto.
-E così...-iniziò una voce fin troppo conosciuta-Non volete obbedirmi.- Si rivelò, sbucando dal pavimento oltre il bancone del lavandino.
-Sparisci. Tu non puoi farci nulla.-disse Eddie afferrando la mano di Nina come d'istinto. La cosa fu subito notata da Patricia che si alzò furente seguita da Fabian.
-Adesso basta voi due!- gridò ma loro sembravano guardare in un'altra direzione. Gli altri li raggiunsero e osservarono incuriositi e spaventati la scena: Patricia+liquidi=disastro.
Sul viso di Rufus comparve un'espressione sadica.
-Se non vi sottometterete alla mia volontà, io farò in modo di costringervi con la forza. Togliendovi ciò che avete di più caro. Cosa rispondete ora?- chiese infine senza smettere di ghignare.
-Non ci avrai.-insistette Eddie. E Patricia non ci vedette più.
-Adesso parli anche al plurale?!
-Come volete.-disse Rufus fingendosi sconsolato e poi con un gesto della mano attivò i loro marchi. Gli occhi di entrambi divennero vitrei, il mondo scomparve diventando sfocato e l'unica cosa che distinguevano era solo il loro duo. Rufus mosse ancora le mani e li fece voltare l'uno di fronte all'altra.
Il respiro degli altri nella stanza era sospeso, Fabian e Patricia stavano dicendo loro di fermarsi, ma loro non sentivano. Erano impotenti. KT diede uno schiaffo sul braccio di Alfie e gli indicò i loro occhi, il ragazzo ne rimase sconvolto: stava succedendo qualcosa di strano, quelli non erano Eddie e Nina.
-Lo sposo può baciare la sposa!- canticchiò Rufus prima di fare avvicinare le due mani, che controllavano una il ragazzo e una la ragazza, in modo tale da far annullare loro la distanza in un bacio.
-Rendiamolo più realistico.- si disse con uno sguardo che assomigliava a quello di un pittore quando osserva la sua opera e cerca di capire cosa sistemare. Controllò ancora i loro corpi e fece posizionare le mani di Nina sul collo della camicia di Eddie, simulando un avvicinamento, e fece mettere le mani di Eddie sui fianchi di lei, per simulare lo stesso intento. Erano rimasti tutti a bocca aperta e scioccati, mentre vedevano i due approfondire ancora di più il bacio, ma un particolare, un piccolissimo particolare, non sfuggì agli occhi di KT: una lacrima. Dall'occhio sinistro di Nina stava scendendo una piccola, quasi invisibile, lacrima. Fece un segno ad Alfie che annuì facendole capire che lo aveva visto e pensarono entrambi la stessa cosa.

Scusami Nina... formulò Eddie nella sua mente.

Non è colpa tua. Rispose Nina piangendo.


ANGOLO RITARDATARIA

Lo so, lo so. Uccidetemi pure. Anche se dopo non avreste il seguito eheheh...
Ammetto che questo non è il mio capitolo preferito, le cose si fanno interessanti dal prossimo in poi, tuttavia lascio a voi il giudizio.

Se siete soddisfatti lasciate una stellina, se non lo siete inviatemi padelle contro cui sbattere la testa (ottime per l'insonnia) e ci rivediamo alla settimana in cui deciderò di aver fatto abbastanza ritardo per pubblicare!
A presto!

Lince

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