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Capitolo Sette

All'ora di pranzo, il trambusto in casa Anubis si fece rumoroso: ognuno era corso in camera sua a recuperare gli amuleti per passare nel livello, ma quando Nina e Patricia arrivarono in soffitta trovarono una piacevole sorpresa, più o meno. Una montagna fatta di valigie rosa shocking occupava il centro della stanza e a fianco ad esse vi era una familiare ragazza bionda e sorridente.
-Amber!- quasi pianse Nina, alla vista della sua migliore amica, la strinse forte e le riservò la più calorosa delle accoglienze-Mi sei mancata.- le sussurrò all'orecchio, emozionata, temendo che lei potesse sparire in qualsiasi momento.
-Sono qui, Nina, ci sono.- le disse lei ricambiando il suo abbraccio, felice di averla ritrovata e di essere tornata.
-Ragazze mancate solo voi...- irruppe Alfie in camera, ma si bloccò alla vista della ragazza -Amber!- esclamò prima che entrambi si corressero incontro. Quella volta, il livello fu abbandonato e tutti rimasero in soffitta a chiacchierare tranquillamente, dimenticandosi del loro "impegno". Riavere Amber in casa era una boccata d'aria fresca, aveva molta energia ed era felice di ritornare dal suo stage all'accademia di moda, cosa che trasmetteva a tutti gli altri infondendo un po' di armonia nei loro cuori. Nina non era mai stata più sollevata di vederla, ma per la paura di metterla in pericolo ancora una volta aveva deciso di non dirle nulla di tutta la faccenda. Proprio l'artefice di quella paura comunicava nei pensieri dei due ragazzi minacce pesanti a causa della negligenza e della volontà di abbandonare il percorso. Eddie sapeva benissimo a cosa sarebbe andato incontro durante la notte a causa della loro infrazione e cominciò a provare paura. Sognare la propria morte in modo così realistico ogni notte lo stava distruggendo fisicamente e mentalmente, non reggeva più a tutto quello stress ed era diventato visibilmente più fragile.
-Joy, ti senti bene?- Alla domanda di Jerome, Eddie voltò il capo e la vide visibilmente inquieta, sudava freddo e respirava affannosamente.
-Devo uscire da qui, troppo terrore.- disse prima di andarsene, stringendosi nelle sue braccia infreddolita. Tutti si scambiarono sguardi confusi, ma KT e Alfie capirono al volo e corsero ad aiutarla.

Dopo quel breve episodio, le settimane passarono veloci e si avvicinava il plenilunio. I ragazzi, infatti, avevano scoperto che il cielo nebbioso del labirinto nascondeva una mappa astrale che illuminava il "cammino del pellegrino". L'avevano soprannominato così, dopo che Jerome aveva spiegato loro il significato dei riferimenti all'umiltà e agli animali.

-Una prova di sottomissione. - stava spiegando il ragazzo- un serpente striscia e sembra essere il simbolo dell'obbedienza in questo enigma. La nebbia oscura la vista perciò bisogna fidarsi. Strisciare e rialzarsi, saltando come tigri. -

A Eddie e Nina era sembrata una enorme frecciatina nei confronti della loro situazione di sottomissione totale a Rufus e non erano rimasti entusiasti dopo la rivelazione, tuttavia i turni parlavano chiaro: al primo plenilunio dovevano scendere in campo loro due per primi.
Il momento era arrivato, davanti agli alti monoliti del labirinto, tutti aspettavano il sorgere completo della luna e quando arrivò, lo scenario cambiò aspetto. La nebbia si era fatta poco più trasparente, il giusto per vedere davanti a sé, ma quel labirinto era un'incognita vera e propria.

-Non capisco come facciamo ad essere all'aperto se questi sono tunnel.- commentò Alfie, guardandosi intorno prima di volgere lo sguardo alla luna.
-Perché non siamo all'aperto, è un illusione. La mappa astrale è costruita secondo il plenilunio e, se noti, ci sono delle grate che fanno passare la luce sono posizionate in modo talmente millimetrico da dare l'impressione di essere fuori. La verità è che qui sotto potremmo ritrovarci a camminare sul soffitto e non ce ne accorgeremmo nemmeno. Odio questa casa.- gli rispose Jerome con amarezza, sapendo che la situazione sarebbe solamente andata peggiorando.
-Oh, per favore, sento l'odore del tuo pessimismo fino a qui.- replicò stizzita Joy, mentre Eddie e Nina si avviavano per iniziare il percorso. I due si trovarono quasi subito a confronto con l'esattezza delle teorie di Jerome: davanti a loro un cunicolo stretto e basso, percorribile solo gattonando, lasciava intravedere il proseguimento del corridoio.
-Io vorrei tanto confessare, Eddie. Abbiamo bisogno del sostegno degli altri, siamo soli.- esordì Nina, mentre attraversava il corridoio affiancata dall'amico.
-Sai che potremmo metterli in pericolo, è l'ultima cosa che voglio. Purtroppo dobbiamo scegliere il male minore. - rispose lui, aiutandola a rialzarsi, alla fine del cunicolo. Dovettero percorrere un corridoio fatto di pochi appigli ed un sprofondo sotto i loro piedi, saltando da una postazione di pietra all'altra.
-Proprio come una tigre.- commentò Eddie. Il percorso fu quasi tutto così e terminava con una teca che rendeva il corridoio un vicolo cieco. Nella teca era custodita la prima pietra del tempo ed il suo colore era rosso. Il premio che equivale alla storia, la pietra del passato.

-Immagino serva uno dei sigilli della discendenza, anche se non sappiamo quale.- disse Nina, una volta tornati indietro dai loro compagni.
-Quindi adesso ci vorrà un mese fino al prossimo plenilunio?- commentò Fabian.
-Non abbiamo tempo, dobbiamo andare adesso.- disse Eddie spronando tutto il gruppo a seguirlo e quando tutti furono davanti alla teca con il piccolo minerale rosso rubino, sulla mano di Patricia iniziò a brillare un simbolo mai notato prima. E mentre lei avvicinava la mano alla teca, lentamente, il medaglione di Nina si illuminò, mostrandole la fessura dove inserirlo. Per qualche secondo non successe niente, poi, come ogni volta che si liberava un enigma, si sentì un forte rumore di ingranaggi che si muovevano e si spostavano e finalmente la teca fu aperta. Eddie fece per prenderla, ma Fabian lo fermò.
-Se questo è il sigillo di Patricia, deve essere lei a prenderla. Non sappiamo cosa può succedere se le pietre hanno un singolo proprietario. - il biondo annuì e fece segno alla sua ragazza di avvicinarsi al primo, agognato, premio. Più la mano della ragazza si avvicinava, più un simbolo si faceva nitido sul suo palmo: era un geroglifico che lentamente si illuminava di rosso, fino a quando Patricia avvicinò la mano alla teca. Tremava, per la paura e per l'adrenalina, perché è sempre imprevedibile ciò che si cela dietro un mistero: anni di esperienza in casa Anubis l'avevano resa cauta e prudente per ogni cosa. Come se non avesse pensato niente, appena la sua mano raggiunse la teca di vetro, degli ingranaggi cominciarono a scattare ed una botola si aprì sotto i suoi piedi.
-Patricia!- gridò Eddie, mentre la ragazza veniva risucchiata dal terreno.
-Per l'amor degli Dei, non di nuovo.- sbuffò pesantemente Fabian, passandosi una mano sul volto, provato da questo anno scolastico che stava trascinando tutti loro in un baratro psicologico da cui sarebbe stato difficile uscire. In quell'istante, la pietra color rubino, sparì, rivelandosi essere un ingegnoso, ma ingannevole, ologramma.
-Vuoi prendermi in giro. Vuoi prendermi in giro Frobisher?!- sbraitò Nina, facendo rimbombare la sua voce per l'intero sotterraneo. KT avrebbe voluto ribattere di non prendersela con il suo bisnonno, ma sapendo tutto ciò che la ragazza stava passando, glielo concesse.

-Ragazzi! - una voce ovattata giunse loro da un apparente sotterraneo nel sotterraneo. - Ragazzi io sto bene, c'è un enigma qui sotto e credo di dover proseguire da sola! Vedo una luce rossa molto lontana da qui, la pietra sarà sicuramente nascosta più avanti. Tornate nelle vostre stanze, io uscirò prima possibile. - Patricia aveva parlato. I ragazzi si guardarono negli occhi uno ad uno, come se volessero comunicare in silenzio, poi Eddie cominciò ad annuire.
-Chi prende il primo turno con me?- domandò stropicciandosi gli occhi: era incredibilmente stanco, ma non avrebbe lasciato Patricia da sola in un momento del genere. Joy non sembrava essere dello stesso parere.
-Non se ne parla nemmeno, tu vai a riposarti perché sei in condizioni orribili. Io e Nina faremo il primo turno: lei è brava con gli enigmi ed io posso calmare la mia migliore amica se dà di matto. - fece una pausa in cui guardò a lungo negli occhi del biondo e poi di tutti gli altri, constatando di aver vinto la battaglia. Dopo un cenno di intesa, KT ed Alfie portarono via il ragazzo, seguiti da Fabian e Jerome, che salutarono calorosamente le loro rispettive compagne, prima di sparire nel buio dei sotterranei.

Nina si accasciò accanto alla colonna della falsa teca, ridendo amaramente perché era stata ingannata e raggirata ancora una volta: prima la finta maschera, poi la finta pietra. Si chiese se avrebbe mai imparato a non fidarsi dei maledetti sotterranei che non facevano altro che metterli alla prova, anno dopo anno. Sapeva che alla fine si sarebbe risolto tutto, perché c'è sempre un lieto fine per gli eroi, ma si sentiva come se stesse tradendo nuovamente tutti i suoi amici proprio perché nessuno di loro sapeva cosa c'era veramente sotto a quella caccia così disperata.
-Nina.- la chiamò Joy, posando una mano sulla sua. Lei alzò lo sguardo ed incontrò gli occhi nocciola della sua amica- Siamo in questa situazione tutti insieme ed insieme ne usciremo. Ora aiutiamo quella rossa imbranata che sta qua sotto. - le disse, dopo aver sentito l'amica imprecare a voce decisamente molto alta.

Appena KT arrivò in cima alle scale, sospirò, stanca per la nottata intensa che aveva avuto, ignara del fatto che non fosse finita lì. Una figura piuttosto irritata, calzata da pantofole rosa decorate con due pompon, una vestaglia lunga fino alle caviglie, una maschera all'argilla per il viso ed un'espressione piuttosto arrabbiata stava in piedi al centro del corridoio femminile con le braccia incrociate.
-C'è qualcosa che vorresti dirmi, KT?- la bruna sospirò.
-Amber, posso spiegare.






BEH CHE DIRE

Sono passati due clamorosi anni ed ho il coraggio di farmi rivedere di nuovo. A  proposito, come va la quarantena?

Sono stati due anni difficili, ho avuto la maturità, l'università e tutti i problemi che ne sono derivati, oltre al blocco dello scrittore ed alla mancanza di ispirazione. Capita, ogni tanto, di perdere la speranza, no?
Mi sono liberata di un po' di pesi e adesso sono pronta a dare a questa storia il finale che merita, spero che quei pochi di voi che ancora leggono saranno con me in questo ultimo viaggio nelle fanfiction.

Visto che ho tempo da vendere, potreste rimanere sorpresi di quanto possa scrivere velocemente, adesso che la mia fantasia viaggia di nuovo libera.
Buona serata a tutti e, mi raccomando, #restateacasa.

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