Capitolo Quindici
Amber espirò profondamente, spalancando gli occhi nella notte tetra. Si toccò le braccia che bruciavano e cercò di regolarizzare il suo respiro, per tornare nel mondo degli incubi. Appena allungò la mano verso la bottiglietta d'acqua, sollevò lo sguardo e incontrò quello di Nina.
-Lo sapevo.- Sibilò a denti stretti la ragazza dall'altro lato della stanza. Merda.
Qualche ora prima
-Non riesci a dormire, Amber?- La domanda generò in lei il timore di essere scoperta, col rischio di dare il via ad un rimpallo di tentativi di sacrificio da parte di tutti e tre. Tuttavia, se Amber aveva intuito bene, Eddie era stato liberato dall'infezione e lei era già ad uno stadio avanzato della preparazione, cosa che doveva essere completata entro il ritrovamento dell'ultima pietra, ergo: non c'era più tempo per scambiarsi di posto, lei era condannata e loro erano salvi.
-Puoi biasimarmi? Per quanto io non mi penta di essere al tuo fianco, la situazione non mi rende tranquilla.- Le mezze verità erano la scelta migliore per essere credibile, senza rivelare ogni cosa compromettente che la riguardava; fortunatamente Nina addolcì lo sguardo e abbozzò un sorriso, seppure amaro.
-Certo che no, capisco come ti senti. Possiamo sostenerci a vicenda e dividere il peso, però. Non posso scendere da Eddie a ogni ora della notte, ma ora che tu sei qui mi sento più serena.- Il cuore di Amber si spezzò quanto bastava, ma non così tanto da farle versare fiumi di lacrime amare e cariche di tensione. Salutò l'amica per la notte accoccolandosi sotto le coperte, nonostante fosse ancora presto, senza notare che lei le aveva riservato uno sguardo criptico e quasi sospettoso. Lo scenario da tragedia greca comparve quasi subito e lei resistette il più possibile, ma alla fine si svegliò. E Nina era lì che la aspettava.
-Non è come sembra.- Fu la prima cosa che uscì dalla bocca della ragazza; l'espressione stralunata e il cuore a mille non la aiutavano per niente.
-Oh, quindi non sei la nuova vittima degli incubi che ti uccidono, Rufus non ti pugnala e tu non ti svegli ogni notte senza riuscire mai a riposare, giusto?- Nina puntò i pugni ai fianchi e la guardò storto, pronunciando con crescente sarcasmo ogni parola della domanda retorica.
-D'accordo, è esattamente come pensi, però posso spiegare!- Amber si sistemò nervosamente i capelli, senza sapere bene a quale santo votarsi o a quale specchio aggrapparsi.
-Perché non ci hai detto niente?- La leggera rabbia si trasformò in apprensione, preoccupazione e, Amber poteva giurare di percepirla, un pizzico di pena.
-Non volevo che voi lo sapeste!- Sbottò quindi, incapace di gestire il turbine delle emozioni, gravemente fuori controllo anche a causa dell'insonnia forzata.
-C'è passato anche Eddie, poteva aiutarti se ce ne avessi parlato, Amber!- Quella era la cosa che le faceva più male: dover infliggere il dispiacere ad entrambi nel precisare la realtà dei fatti e gli occhi tristi dell'amica non le rendevano per nulla facile la cosa.
-Eddie ha smesso di ritrovarsi in quegli incubi per causa mia!- gridò, ormai disperata, lasciando uscire la pressione che l'aveva costretta a nascondersi da tutti -Ho capito il vero significato e l'utilità degli omicidi onirici ed ho preso volontariamente il suo posto.- Nina rimase senza parole, con la bocca spalancata e l'espressione a metà tra l'incredulo e il devastato. Come poteva aver preso una decisione del genere? Perché rischiare la propria vita per due condannati come loro? Aveva la possibilità di non portarsi altre ferite oltre allo spavento e alla minaccia del marchio, invece si era gettata di testa nel burrone del dolore.
-Tu cosa?- In quel momento la porta alla base della scalinata si richiuse, segno che Patricia stava rientrando in stanza, così le due rimasero per qualche secondo in silenzio e poi tornarono a nascondersi sotto i piumoni per far finta di dormire.
-Addormentate già a mezzanotte? Che tristezza.- Commentò la rossa, ignara che le due la potessero sentire forte e chiaro. Qualcuno ha passato una serata interessante. Replicò tra sé e sé Nina, ma il pensiero raggiunse involontariamente anche Eddie.
Ci puoi scommettere, non ci divertivamo così da secoli.
Mi fa piacere. Abbiamo un problema.
Quale?
Rufus sta torturando Amber.
Porca miseria.
Amber si è offerta volontaria per salvare te.
PORCA MISERIA!
Il mattino seguente cadeva precisamente sulla casella "sfortuna" davanti ad Amber e lei non aveva alcun modo di evitarla, i piani parlavano chiaro: shopping con Amber; partecipanti, Eddie e Nina! La fatica che fece per alzarsi dal letto fu immensa e non aiutò il fatto di trovarsi immediatamente sotto lo sguardo di rimprovero dell'amica. Quest'ultima però non pronunciò verbo per tutta la durata della colazione, mentre invece gli altri conversavano animatamente e gioiosamente, avvolti dal tenue oblio che circondava le verità del trio maledetto.
-Anche voi andate in città?- Domandò Mara, risvegliando il senso di allarme di Nina e la speranza di Amber, con la possibilità di non trovarsi sotto tempestivo interrogatorio da parte dei due amici.
-Sì, siamo diretti allo Shopping Park.- Rispose cautamente la prescelta.
-Noi andiamo al Liverpool One, se volete possiamo incontrarci a pranzo e tornare insieme.- Disse invece Mara alludendo al suo gruppo, composto da Willow, Joy, Patricia e Fabian. Alfie e Jerome avevano, come da copione, un appuntamento con il preside Sweet per scontare l'ultima parte di una punizione; KT sembrava avere altri piani, non meglio identificati.
-Mi sembra un'ottima idea.- Replicò quindi Eddie, ora certo di avere il tempo necessario per braccare Amber in totale solitudine. I gruppi partirono separati, a distanza di poche decine di minuti e raggiunsero le proprie mete chi chiacchierando, chi in totale silenzio.
Willow e Joy sembravano totalmente immerse nell'adorazione delle vetrine e dei più disparati capi d'abbigliamento, mentre Fabian e Patricia le seguivano passeggiando senza prestare troppa attenzione all'ambiente circostante.
-Amber mi preoccupa, è strana e sembra averci chiusi totalmente fuori. Non capisco come Eddie e Nina vogliano passare così tanto tempo con lei, visto che si sono tenuti alla larga da chiunque fin da quando sono stati marchiati.- Esordì Patricia, di punto in bianco, mentre stavano passando davanti ad una gioielleria, ignorata dalle due che li precedevano.
-Pensi che lei sia ufficialmente a conoscenza del segreto?- Le domandò Fabian, aggrottando la fronte, ora pensieroso.
-Non lo so. C'è da dire che lei e Nina hanno sempre avuto un forte legame, non escludo che lei le voglia stare vicina anche se sa che non le dirà mai niente.- La ragazza rispose con un'alzata di spalle, mentre osservava di sfuggita i negozi; Joy e Willow entrarono correndo dentro una boutique, facendo loro segno di aspettarle fuori. Patricia sapeva che ci sarebbe voluta una buona mezz'ora, visto che la sua amica aveva ormai puntato il bersaglio.
-Non sottovalutare la persuasività di Amber, hai visto come si è arrabbiata con noi all'improvviso? Qualcosa sotto c'è.- Dubbi e domande cominciarono a insorgere nella mente di Fabian, che aveva iniziato a fidarsi poco delle intenzioni della bionda; per questo motivo aveva intenzione di chiedere ad Alfie e KT di convergere tutti i loro sforzi e convocarla a colloquio con il gruppo al completo, intimandola di scoprire le sue carte. Ormai l'intera casa era coinvolta e lei aveva quasi l'obbligo morale di apportare più informazioni possibili allo sforzo comune cosicché loro potessero sbarazzarsi di quella terribile esperienza una volta per tutte; per non parlare del fatto che, se Nina davvero le avesse rivelato tutto, era necessario capire quale fosse stata la reazione di Rufus: l'aveva marchiata? L'aveva ignorata? L'aveva solo minacciata? Il ragazzo maledisse quella nuova situazione che non faceva altro che portare nuovi dubbi, di cui avrebbe volentieri fatto a meno. Voleva solo riavere la sua Nina, sana e salva, pronta a ricominciare le sue giornate con serenità e con quel sorriso che illuminava ogni stanza, pronta a lasciarsi definitivamente alle spalle quella brutta storia.
Il nervosismo in treno era palpabile tra tutti e tre, ancora una volta intrappolati in un ambiente che non permetteva di parlare apertamente. Amber non riusciva a fermare il piede che faceva dondolare freneticamente tutta la gamba, Eddie giocava con la tracolla della sua borsa e Nina perdeva tempo sul telefono senza prestargli troppa attenzione. Nessuno di loro sapeva come affrontare la situazione, già difficile di per sé, e la cosa andò avanti anche qualche minuto dopo la discesa dal treno. Iniziarono a camminare, ignorando il luogo prestabilito, per poi fermarsi in un parco e prendere posto su una panca da picnic: i due prescelti su un lato e Amber sull'altro in solitudine, l'unica cosa che li separava era il tavolo di legno annesso.
-Possiamo non parlarne?- Implorò la ragazza, ben consapevole che il suo appello non sarebbe stato accolto, ma speranzosa che il tentativo potesse funzionare.
-Sei seria?- L'espressione sconcertata di Nina, in risposta alla sua richiesta, le fece capire che la conversazione sarebbe stata devastante per loro.
-Amber, come..- Iniziò Eddie, ma la Prescelta lo fermò.
-Dobbiamo assicurarci di essere completamente soli.- Chiamò a gran voce Rufus, ma dell'uomo deificato non c'era traccia; Amber si dispiacque persino di poter dare una spiegazione all'accaduto: il legame instauratosi velocemente tra lei, l'uomo e gli incubi le aveva dato una piccola finestra sulla magia di cui egli era intriso e perciò poteva sapere quanto l'uomo fosse vicino a loro o generalmente presente negli ambienti circostanti.
-Non è ancora potente abbastanza da avere influenza oltre la casa.- Disse loro, abbassando lo sguardo, prima di spiegare il perché di tale affermazione.
-La cosa è progredita molto più di quanto stesse progredendo con me.- Commentò Eddie, completamente sconvolto; la bionda, purtroppo, sapeva rispondere anche a questo.
-Un sacrificio dev'essere tale in ogni sua forma e la tua era semplice tortura. Probabilmente, se non mi fossi offerta, il suo piano non avrebbe funzionato.- La realizzazione la colpì in quel preciso momento e lei se ne rammaricò immensamente.
-Amber!- L'urlo non era di rimprovero, quanto di rabbia e frustrazione.
-Non sarebbe cambiato comunque molto e probabilmente, preso dalla collera, ci avrebbe fatti fuori tutti e tre comunque.- L'Osiriano tamponò il senso di sconfitta che provava Amber, prestandole quel minimo sollievo necessario a risollevarla dall'abisso in cui era caduta.
-Perché?- Le chiese quindi Nina, con occhi lucidi e voce tremante, allungando una mano verso di lei.
-Ho pensato che non fosse giusto che toccasse sempre a voi correre il rischio più alto. Non ho niente che mi aspetta oltre il liceo, preferisco darvi la possibilità di continuare le vostre vite e inseguire i sogni che avevate prima di questa faccenda.- Rispose la ragazza, rimanendo con le braccia nascoste sotto al tavolo e le dita incrociate, che si muovevano nervosamente.
-Sei completamente impazzita?!- Esclamò Nina, ritirando il braccio per agitarlo in aria nell'impeto di rabbia.
-Dimmi che sbaglio, avanti! Con Senkhara, tua nonna ci rimetteva la pelle insieme a te! Victor? Se non avesse preso la ragazza sbagliata saresti stata segregata e costretta a completare un rituale che avrebbe ucciso chiunque su quelle maledette bilance! Ammut? Se fossi tornata avresti perso la tua anima e consentito al male di regnare incontrastato! Siete a malapena sopravvissuti in questi anni, tutti e due!- Amber aveva il respiro pesante a causa del violento sfogo di esasperazione - Ora che siete riusciti a ricostruire le vostre vite, siete felici e avete qualcuno al vostro fianco, perché gettare tutto nell'incertezza per l'ennesima volta?- Una volta calmata, pose la domanda con genuina confusione. Non capiva come potessero entrambi accettare un destino ciclico e nefasto, senza pensare di avere diritto a qualcosa di buono anche loro.
-Pensi davvero che, conclusa questa storia, saremo in grado di avere delle vite normali? A causa di quello che Rufus ci ha fatto abbiamo entrambi una repulsione al tocco non indifferente, saremo marchiati a vita da quest'esperienza e dovremo anche convivere con la consapevolezza che tu sei morta per salvare noi. In che universo questo ci permetterà di essere felici?- Il tono di Nina era sibilante, la sua espressione carica di emozioni negative in un continuo susseguirsi e ogni fibra della sua muscolatura in tensione per la forte carica emotiva della discussione; Eddie, lì accanto, era rimasto in silenzio e con lo sguardo basso, pensieroso.
-Quel che è fatto, è fatto. L'unica soluzione possibile è trovare un modo di sconfiggere Rufus.- Pronunciò quindi, dopo che le due ragazze erano rimaste a fissarsi.
-Cancellarlo dall'esistenza è l'unico modo.- Rispose sarcasticamente Nina, alzando gli occhi al cielo; poi il suo sguardo si illuminò e gli altri due la guardarono confusi.
-Non dirai sul serio.- Eddie inarcò un sopracciglio, dubbioso.
-Pensaci, saremo noi i primi a trovare le pietre, basterà attivarle e dimenticarci di lui per sempre.- L'idea prendeva sempre più forma nella mente di Nina e lei si convinceva che quello era l'unico modo per salvarsi.
-Dimentichi che per usarle serve un sacrificio.- Fare quell'affermazione provocò quasi del dolore fisico ad Amber, che ora sentiva tutto il peso della sua scelta e che probabilmente era l'unica cosa in grado di far pendere l'ago della bilancia sulla loro vittoria o sconfitta.
-Forse serve a lui perché non è più umano, forse noi abbiamo una speranza.- La forza combattiva si era improvvisamente riaccesa nella Prescelta, nonostante gli sguardi piuttosto perplessi dei suoi amici - Andiamo, ragazzi, dobbiamo almeno fare un tentativo!-
-Quello che dobbiamo fare,- Eddie prese le mani della ragazza tra le sue, cercando di calmare quel suo nuovo ardore - è cercare sui libri di Frobisher una conferma alla tua teoria. Poi agiremo.- L'approccio più neutrale del ragazzo fu accettato all'unanimità, perciò i tre si rimisero in marcia per raggiungere il centro commerciale e poi presentarsi dai propri amici come se nulla fosse successo.
***
Probabilmente ne mancano due, forse tre. A presto.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro