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Capitolo Dieci

Victor si era ritirato in anticipo, dispiaciuto di non poter fare nulla per il ragazzo che stava chiaramente male. Tutti loro stavano chiaramente male, non sapeva che fare e quella sensazione di impotenza lo stava rendendo più frustrato del solito, soprattutto perché aveva la conferma che solo i ragazzi della discendenza potevano risolvere quegli enigmi, anche se avrebbe tanto voluto risparmiare loro quel dolore. Rientrò nel suo ufficio appena in tempo per vedere gli altri ragazzi rientrare dopo il termine delle lezioni.

Appena il gruppo che rientrava si scontrò con quello che usciva dai sotterranei, ci fu uno scambio di sguardi eloquenti e, silenziosamente, alcuni si occuparono di nascondere alle uniche ignare la situazione mentre gli altri portavano al sicuro Alfie e Joy.

Amber si prese cura del ragazzo, insieme a Patricia che continuava a sostenerlo; Joy e KT si chiusero in camera, Jerome le raggiunse poco dopo. Fabian si occupò di intrattenere Mara e Willow, mentre Eddie e Nina uscirono in giardino dal retro della casa.
-Stanno rischiando tutti troppo per noi, Eddie. Patricia ha rischiato di appiccare un incendio nella stanza della botola! Dovrebbero sapere perché stiamo correndo tutti questi pericoli, prima che glieli riveli lui. – la preoccupazione dei due americani incalzava sempre di più e, al solo nominare il pronome che gli si riferiva, un brivido di paura si irradiò su tutta la schiena del ragazzo.
-Dobbiamo resistere, Nina, o lui li marchierà. Hai già dimenticato cosa ti ha fatto? - stavolta i brividi vennero a lei: non riusciva più a guardarsi da quando era stata riempita di segni neri, si sentiva prigioniera di una spada di Damocle che pendeva sulla sua testa, pronta a trafiggerla non appena avesse mosso un passo.

-Se lui li intercetta prima di noi, saremo vittime, ma prima di tutto traditori! Senkhara era una storia a parte, qui stiamo parlando di un uomo senza pietà, farà di tutto pur di distruggere questa casa fino alle fondamenta. - replicò lei appoggiandosi al muro dell'edificio, sconsolata. Fissò il cielo grigio per minuti che le parvero interminabili, non appena Eddie se ne fu andato. Capiva il suo desiderio di proteggere gli altri, ma questa situazione poteva solo che peggiorare se avessero continuato a dare a Rufus gli strumenti per farli soffrire e tenerli in pugno.

-Nina. - più tardi, una voce soave la svegliò dai suoi pensieri e fece spuntare un piccolo sorriso sulle sue labbra. Salutò il ragazzo moro che era sceso a chiamarla e raggiunse i suoi amici in soffitta, per discutere delle prossime mosse da fare. Intrecciò la sua mano a quella di Fabian, che le regalò quella stabilità di cui necessitava da tempo e da cui veniva sempre strappata a causa della missione contro il tempo. Si erano promessi amore eterno, ma quell'anno stava mettendo a dura prova non solo il loro legame, ma quelli di tutti. Nina non poteva nemmeno immaginare la sofferenza interna di Patricia nel vedere il suo ragazzo urlare di paura durante la notte, non sapeva che l'empatia di Joy la stesse mandando fuori di testa, senza mai concederle un attimo di pace specialmente con Jerome. Nonostante tutto, sapeva bene che ogni cosa successa dall'inizio dell'anno, fino a quel momento, li aveva tutti inevitabilmente spezzati; se anche fossero riusciti a vincere contro Rufus, ormai portavano traumi e ferite che non li avrebbero mai più abbandonati. Lei per prima, dopo essersi sentita così violata dal Dio oscuro, assieme ai terrori notturni di Eddie; uniti a tutte le gioie scomparse dai volti dei loro compagni di crociata.

-Bene, ora che sappiamo che tocca ad Alfie, non ci resta che prepararlo psicologicamente alla sua prova. Anche se non abbiamo alcun indizio al riguardo. - Esordì KT non appena tutti si furono accomodati sulle varie superfici della stanza di Nina e Patricia.

-Senza offesa Alfie, ma a questo punto ci vorrà tutto l'anno solo perché lui si convinca a scendere. - commentò Jerome, passando una mano tra i capelli, esasperato. Non c'era più pace per nessuno di loro.

-Oh, certo, nessuna offesa! Prova tu a rischiare di arrostire come un pollo dentro una grotta sotterranea, Jerome! Sarebbe una morte del cavolo e io non ci tengo! - Sbottò l'amico esasperato, anche se consapevole che prima o poi avrebbe dovuto affrontare la sua paura, per le pietre, per Sibuna e per Nina.

-State tutti zitti e ragioniamo un attimo! - Gridò Joy, investita di una rabbia non sua. –Alfie, tesoro, lo sai che noi ti saremo accanto tutto il tempo. Se la sfida è designata per te, vuol dire che puoi farcela. Prendiamoci una nottata di riposo, ma riposo vero. Dopodomani inizia il weekend e la prima cosa che faremo sarà scendere di nuovo. - Il ragazzo annuì, anche se ancora scosso dagli ultimi eventi; nel frattempo ogni discussione si era placata, grazie alla coraggiosa presa di posizione della giovane discendente. La riunione si sciolse, tra le facce contrite di tutto il gruppo, ma alla fine non restava che acconsentire al suggerimento della compagna di classe, perché lo stress di ognuno di loro aveva raggiunto livelli mai sentiti prima e, anche a costo di rischiare la corsa contro il tempo, avevano bisogno di ricaricare le energie e le menti prima di poter fare qualsiasi cosa. Tutti rientrarono nelle proprie camere, abbandonandosi sui propri giacigli, quasi sconfitti dai fallimenti degli ultimi giorni che iniziavano a pesare come macigni. Eddie aveva ormai scartato l'idea di rimanere insonne per il resto della sua vita, ma sapeva bene che lo scenario che lo aspettava a palpebre calate non gli avrebbe mai concesso il minimo requisito per ricaricarsi. Nina questo lo sapeva bene, perciò tentò una mossa disperata, sperando che potesse funzionare almeno per una volta. Aspettò di essere sola e si alzò dal letto.

-Rufus...raggiungimi su questo piano di esistenza. - non sapeva bene come fare per chiamarlo, perciò aveva posato una mano sul primo marchio ricevuto e aveva pronunciato la strana invocazione.

-Devo ammettere di essere sorpreso. Ho un impegno pendente col tuo amico, però, sai? I suoi incubi mi aspettano, Prescelta. - Nina avrebbe tanto voluto chiedergli se non si stancasse a fare ogni notte la stessa tortura, ma si trattenne per il suo bene e per quello dell'Osiriano.

-Volevo parlarti di questo. Sappiamo entrambi cosa c'è in gioco, stiamo andando più veloce possibile, ma ti prego, ti scongiuro, lascialo riposare. Non ti è di nessuna utilità in queste condizioni. - Lo sguardo lo implora tanto profondamente come le parole, ma l'uomo le rifila un'occhiata torva e si avvicina velocemente a lei, per stringerle il collo in una mano.

-Tu non sai cosa mi è o non è utile, Martin. - sibila a denti stretti, prima di distendere l'espressione –Posso fare un'eccezione visto che stai pregando tanto abilmente.- Nel momento in cui lei tira un sospiro di sollievo, intenta a ringraziarlo, lui la ferma immediatamente.

-Vuoi delle garanzie, non è così? - Rufus si allontana, schiocca le dita e fa scorrere una scossa su tutto il corpo della ragazza tramite i marchi, ridacchiando.

-Esatto. Vi concedo l'intera giornata di domani per "ricaricarvi", ma voglio l'assoluta certezza che sabato recupererete ciò che dovete. – La ragazza cercò di mascherare la smorfia di dolore, per non dare un'ulteriore soddisfazione al pazzo, ricomponendosi velocemente.

-Hai la mia parola. Se Alfie si rifiuterà di sostenere la sua prova, farò in modo che non abbia scelta.-

-È un piacere fare affari con te. - Esclamò l'uomo prima di dissolversi nella nube, lasciandosi dietro l'eco di una risata malvagia. Nina si lasciò cadere sul letto e nascose la testa fra le mani, cercando di trattenere le lacrime. Che cosa ho fatto...

Il resto della serata passò tranquillo e silenzioso, compresa la cena. Nessuno di loro parlò più di tanto e l'atmosfera era tombale, sconfiggendo presto il desiderio di Amber e delle altre che tentavano di fare conversazione. I meno esausti mantenevano il peso della socialità del gruppo, cercando di occultare i gravi problemi da cui erano stati circondati, affiancati raramente dagli altri, ma ormai era chiaro che la casa si trovasse ad un passo dal baratro. Joy continuava a lanciare rapide occhiate verso Nina, da cui riusciva a percepire pesanti ondate di senso di colpa che le stavano provocando un mal di stomaco così forte da farle lasciare la tavola prima del tempo.

-Ehi, è tutto ok? - Jerome la raggiunse in stanza, dopo che lei si era già coricata sotto le coperte. La ragazza annuì, stremata dalle emozioni che la bombardavano e dalla sua personale stanchezza. Se c'era qualcosa che continuava a farla innamorare sempre di più del suo ragazzo, era la sua calma stoica e freddezza razionale: ogni volta che le stava vicino, i sentimenti del mondo si appiattivano e lei veniva invasa dalla pace e dalla tranquillità.

-Ora che sei qui, non potrebbe andare meglio. - Lui le sorrise e le si stese accanto, accarezzando i suoi capelli mentre aspettava che si addormentasse, per poter essere sicuro che prendesse sonno tranquilla e rasserenata. Sapeva bene delle difficoltà di Joy a gestire la quantità di emozioni altrui che le arrivavano come pallottole, dritte al cervello, ma sapeva anche che tutti quegli anni a reprimere i propri sentimenti erano serviti a qualcosa, se bastavano a donare un po' di calma e relax alla mente della sua ragazza. Disfunzionale, certo, ma anche tremendamente altruista e lui cercava di restare, paradossalmente, più positivo possibile rispetto a tutti gli altri, almeno in presenza di Joy. Quando percepì il suo respiro rilassato e regolare, lasciò silenziosamente la camera per poi avvisare la sua compagna di stanza di non fare un sibilo al suo rientro. La tranquillità per lei, però, durò poco visto che venne richiamata nella stanza sognante dai suoi amici, preoccupati dalle sue percezioni.

-Facciamo una cosa rapida stanotte, si è detto di riposare. - Li minacciò, infatti, dopo essersi svegliata nel salottino condiviso.

-Sissignora. Facci solo il resoconto delle percezioni delle vittime e ti lasciamo libera. - Rispose Alfie, invitandola a prendere il suo posto sul divano.

-Eddie è perennemente stanco e spaventato, cosa che ormai trovo tristemente prevedibile. Nina stasera era strana. Non c'era il solito terrore che pervade anche le pareti quando lei è in una stanza, ma una quantità immensa di senso di colpa. Non capisco. - KT si grattò la nuca mentre accendeva il televisore dei sogni dell'Osiriano.

-Già, è strano che abbia avuto questo cambio proprio adesso. Non era per niente spaventata? - Joy scosse la testa.

-Risoluta, determinata, leggermente sollevata per qualcosa, ma si sentiva profondamente in colpa. - Sia lei che Alfie rimasero a lungo pensierosi, mentre l'altra sintonizzava il vecchio tubo catodico sulla giusta frequenza; Joy si chiese perché scegliere uno strumento tanto antiquato per operazioni così importanti, ma la risposta non arrivò.

-Ragazzi, credo di aver capito. Parzialmente almeno, guardate la tv. - Li richiamò KT con tono che sembrava incredulo.

-Ma non c'è niente. - Commentò Alfie confuso. Joy sospirò di stupore.

-Alfie, non c'è niente! Eddie non sta avendo incubi stanotte. -

-Questo può voler dire solo una cosa. Nina ha fatto un patto perché Lui lo risparmiasse, forse solo per stanotte e questo spiegherebbe l'improvvisa comparsa del senso di colpa. - I tre si guardarono sorpresi e comunque confusi, perché ciò significava che la Prescelta aveva fatto un sacrificio stupido, una promessa fin troppo convincente per l'ex Osiriano o un accordo molto pericoloso.

-Non potremo saperlo finché qualcosa non andrà incredibilmente storta. Maledizione. - Affermò Alfie, abbandonandosi allo schienale del sofà. I due però congedarono Joy, affinché almeno lei si riposasse, per poi rimanere a guardia della televisione nel caso in cui la situazione cambiasse e smentisse le loro ipotesi. Per fortuna o purtroppo, tutta la nottata di Eddie filò liscia come l'olio, tanto che il suo sonno proseguì ben oltre la mattinata, facendo tirare un sospiro di sollievo a quasi tutti. KT era ormai sicura che ci fosse qualcosa di incombente e sconosciuto che correva verso di loro e tutto questo a causa dell'ignoto patto di Nina.

-Fate riposare Eddie, finalmente stanotte è riuscito a dormire. - Li avvisò Trudy durante la colazione, con tono di voce basso, mentre serviva tutte le portate. Nina osservò i volti degli altri residenti e notò una felicità che non si vedeva da parecchio tempo; si convinse, quindi, che quella era stata la scelta migliore, visto anche il sorriso di Patricia – molto raro, soprattutto di prima mattina. Sentì uno strano fruscio, poi il volto di Rufus comparve sopra la sua spalla destra e lei dovette trattenersi dall'urlare di spavento.

-Ci ho pensato bene. Questa notte spero abbia portato consiglio anche a te e se domani riuscirai nel tuo intento, sarò molto più disponibile a concludere questo genere di patti. - Nina deglutì a fatica e annuì, chiudendo gli occhi, consapevole di aver appena firmato la sua condanna personale.





***

Letto qualcosa di interessante negli ultimi quattro anni?

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