Capitolo Diciotto
L'atmosfera della stanza sognante era completamente diversa dal solito: c'era ansia, trepidazione, confusione e molto chiacchiericcio.
-Perché ci siamo fermati? Avevamo la possibilità di essere in possesso della pietra del futuro!- Si lamentò Patricia, più pronta che mai a fare a pezzi qualche sassolino.
-Primo, non abbiamo idea di dove Nina abbia nascosto le altre e vogliamo assicurarci che tutto vada correttamente distrutto. Secondo, se Rufus fosse comparso e ci avesse colti impreparati, potevamo dire addio alla vittoria.- Le rispose Alfie, sospirando nervosamente, mentre camminava avanti e dietro nello spazio vuoto.
-Tutto questo è sempre stata una questione di vincere o perdere, vero? Non vi importa realmente di salvarci.- Gli occhi di tutti si sollevarono in un'unica direzione e osservarono stupiti la presenza inaspettata della loro amica.
-Amber? Come fai ad essere qui? E che intendi?- Fabian, il più sconcertato di tutti, le si avvicinò.
-Cip e Ciop non hanno mai smesso di inviare la chiamata di partecipazione e volevo capire fino a che punto foste arrivati.- Gli rispose indicando Alfie e KT; il ragazzo scosse la testa in modo quasi accondiscendente.
-Ti stai sbagliando sul nostro conto. Quelli che ti hanno usato sono Eddie e Nina.- Una risata uscì involontaria dalle labbra della ragazza, che si stava massaggiando gli avambracci stretti al corpo.
-Non credo proprio, Fabian. Noi tre siamo legati dallo stesso destino.-
-Che significa?-
-Volete sapere perché non sono più tornata qui? Oltre alle vostre lampanti ipocrisie, ovviamente.- sollevò le sue maniche e scoprì i marchi della maledizione - Questo è il vero motivo. Ho fatto quello che avreste dovuto fare anche voi. Li ho aiutati a trovare una soluzione reale, ho sacrificato la mia stessa vita affinché loro fossero salvi. Questo è quello che avrebbe fatto un vero Sibuna!- Il viso di Fabian, e di molti altri, impallidì alla vista del doppio simbolo sulle braccia della ragazza.
-Amber hai perso completamente la testa?! Stai correndo un pericolo inutile, noi abbiamo la vera soluzione per sconfiggere Rufus!- Gridò quindi, in risposta al suo sfogo; non riusciva a credere di essersi trovato davanti a tanta sconsideratezza, anche se dopo tutti i discorsi che lei aveva fatto c'era da aspettarselo.
-Io non credo proprio.- L'uomo comparve alle loro spalle, spaventando ogni singola persona presente - A te la linea, Amber.- La ragazza non aveva idea di quello che intendesse dire, ma lo capì presto: il fumo nero cominciò a traspirare dai suoi marchi e riempì completamente la stanza, assieme alle sue urla di dolore durante la liberazione della magia nera. Non riusciva più a vedere chiaramente, la vista era distorta dalle lacrime, ma notò che i presenti tossirono e cominciarono ad accasciarsi a terra. Amber si svegliò di soprassalto e scoprì che Patricia non era nel suo letto, perché probabilmente sfuggita all'attacco di Rufus. Non c'è mai fine alla malvagità di quell'uomo.
-Nina. svegliati!- La ragazza saltò dal letto.
-Amber, ma che ti è preso?- Le rispose la ragazza, col fiatone e gli occhi stralunati dallo spavento.
-Rufus mi ha letteralmente usata come virus, ha infettato la stanza sognante e credo che non possano più svegliarsi! Che facciamo?!- L'espressione di entrambe a quel punto era di pura preoccupazione, nessuna si aspettava un simile risvolto degli eventi.
-Patricia dov'è?- Chiese quindi Nina, mentre si rivestiva e frugava tra le sue cose.
-Credo sia fuggita prima che io liberassi l'infezione magica.-
-Allora è sfuggita anche Joy, Rufus l'ha fatto apposta. Dobbiamo andare, sveglia Eddie, io prendo le pietre.- Amber annuì e corse di sotto, mentre Nina afferrava il medaglione e apriva lo scomparto segreto della stanza.
Patricia, dopo essersi svegliata improvvisamente, gettò una rapida occhiata alle sue compagne di stanza e notò il volto della bionda sofferente assieme alla luce che proveniva dalle sue braccia; Nina era ancora addormentata, perciò non esitò un momento e corse giù a controllare gli altri. Nella prima stanza, Mara e Willow erano ancora totalmente addormentate e, nonostante i tentativi di scuoterle, non sembravano volersi o potersi svegliare. Corse allora nella stanza accanto e si rincuorò nel vedere Joy in piedi, che tentava di svegliare KT.
-Joy, sono tutti bloccati nella stanza.- Le disse, accorrendo in suo soccorso anche se consapevole che non avrebbero potuto fare molto.
-E adesso che diamine facciamo?! Amber ci ha traditi!-
-Non è il momento di pensarci, dobbiamo prendere la pietra, forza!- Patricia la trascinò giù per le scale, senza curarsi di controllare i ragazzi che avevano subito la stessa sorte delle loro amiche. Le due forzarono la porta della cantina e si precipitarono nei tunnel per raggiungere la teca della pietra del futuro; nel momento esatto in cui Joy le fu davanti, la botola la catturò e la fece scivolare nel sotterraneo nascosto. Chiamò a gran voce il nome dell'amica, ma alla fine dovette accettare di essere rimasta sola; procedette nella stanza buia a tentoni, fino a che il suo piede non fece scattare un meccanismo sul pavimento. Le luci laterali si accesero e tutto tacque per qualche secondo, fino a che un ologramma non prese forma davanti a lei, che rimase sorpresa nel trovarsi davanti sé stessa.
-Il tuo futuro cambierà, Joy, in modi che ancora non puoi comprendere.- Anche la voce era la stessa e i brividi percorsero le sue braccia, mentre le si avvicinava lentamente.
-Che significa?-
-Dipende da te. Il tuo è l'ultimo passo per chiudere il cerchio. La riuscita del piano dipende dalla tua decisione.- La ragazza davanti a lei era una maschera che non faceva trasparire alcuna emozione dal viso riprodotto magicamente, eppure Joy riusciva a percepirne la compassione. O forse era semplicemente la sua compassione verso di sé che le veniva riflessa contro.
-E cosa comporterà questo cambiamento?-
-Dimmi cosa provi.-
-Io...- Joy chiuse gli occhi, respirò profondamente e lasciò che le lacrime scivolassero sulle sue guance - Sono esausta. Non ho chiesto di avere questi poteri, che non hanno fatto altro che distruggermi e straziarmi la mente, non volevo una responsabilità così grande.- Il Senet era stata una grande sfida, anche se stressante, ma in fin dei conti si era trattato solo di un gioco che aveva vinto; quel mistero aveva portato il suo stress a livelli mai raggiunti prima, poggiando il peso di troppe cose sulle sue spalle. Non ce la faceva proprio più, era arrivata al punto di rottura.
-Nel tuo futuro non c'è soluzione, se tu scegliessi di lasciare la pietra qui. Peggiorerà.- L'ologramma sollevò la pietra, quella vera, e gliela porse intimando di guardare ciò che aveva da farle vedere. Piccole visioni si susseguirono quando Joy la afferrò, veloci ma abbastanza chiare da essere comprese e assimilate.
-Prendi la tua decisione, medita nel silenzio.- Continuò ancora l'ologramma, lasciando il minerale nelle sue mani.
-Se la porto via, sarò libera?- C'era finalmente uno spiraglio di speranza per lei, anche se aggrapparsi ad esso avrebbe significato salvarsi a spese di tutti o quasi.
-Sarai libera e non ricorderai. La strada è biforcata, sei l'ultimo punto prima del consolidamento del tempo.- Il suo doppiò sparì, lasciandola sola con la pietra in mano; davanti a lei comparvero una porta e una teca, simboli della scelta che doveva prendere in solitudine. La quiete della sala le suggeriva quello che sarebbe potuto essere il suo futuro: il silenzio, il mistero di scoprire le emozioni degli altri senza saperle a prescindere, la pace della sua mente che poteva permetterle di vivere il resto dei suoi giorni in tranquillità, con la consapevolezza che ogni emozione provata sarebbe stata sua e solo sua. Il rovescio della medaglia era una conseguenza della sua scelta piuttosto pesante, avrebbe significato andare contro a tutto il suo gruppo, tradendo anch'ella la fiducia dei suoi amici. Non ricorderanno. Nessuno di noi lo farà. La decisione era presa, Joy chiuse gli occhi, inspirò profondamente e li riaprì espirando, dirigendosi verso la porta con la pietra in mano.
Salì per una scaletta e tornò al tunnel principale, ricongiungendosi con Patricia.
-Joy! Ero così preoccupata, l'hai presa?- Le chiese la rossa dopo averla abbracciata. La ragazza aprì la mano e le mostrò il minerale blu scintillante, accompagnato dall'ideogramma sul palmo che la stringeva.
-Cosa faremo ora?-
-La darete a me, dobbiamo continuare il rituale di attivazione.- Esclamò Nina, sopraggiunta alle loro spalle, affiancata da Eddie e Amber.
-Non dopo quello che lei ha fatto! Scordatevelo, manderemo Rufus a quel paese una volta per tutte.-
-Patricia, non ti rendi conto che così facendo ci uccidi tutti?- Lo sguardo addolorato di Eddie sembrò riaccendere qualcosa nella ragazza, che solo in quel momento si rese conto che il diavolo li teneva in ostaggio con una spada pendente sulle proprie teste.
-Amber, io so quello che va fatto. Datele a me.- Stavolta fu Joy ad appellarsi alla ragazza che teneva le altre tre pietre in mano, che avevano preso a brillare in prossimità dell'ultima ritrovata.
-Una volta che le avremo distrutte, lui non potrà più nulla, vi rendete conto? Questo è l'unico modo!- Gridò quindi Patricia, forte del sostegno dell'amica, che stava ancora scambiando degli sguardi indecifrabili con la bionda.
-Nina, hanno ragione.- La Prescelta finse di protestare quando l'amica consegnò in mano a Joy i minerali e passò solo qualche frazione di secondo prima che Patricia vi si avventasse sopra, le afferrasse e e scaraventasse al suolo. Il fragore di un tuono si liberò e fece eco in tutti i tunnel, scariche di elettricità scaturirono dallo spezzarsi degli oggetti e i loro frammenti iniziarono a tremare sul pavimento.
-Fermatevi!- L'urlo di Victor sorprese tutti; l'uomo accorse a grandi falcate e guardò con orrore le pietre in frantumi, poi la rossa. -Sciocca ragazza, non hai idea di quello che hai appena fatto.- Si passò le mani tra i capelli, sconsolato per essere arrivato troppo tardi.
-Neanche lei potrà liberare il loro potere adesso, Victor.- Affermò tronfia la ragazza, con sguardo di vittoria.
-L'hai appena fatto tu.- Disse invece Nina, catturando l'attenzione delle due sui pezzi che si stavano illuminando e iniziavano a vorticare in una spirale di colori sgargianti. L'espressione di Patricia cambiò drasticamente appena vide il nuovo oggetto che si era appena formato: brillava di tutti i colori delle pietre raccolte lungo i tunnel e la sbeffeggiava con la sua sola esistenza, per aver ceduto all'inganno, lo stesso che Frobisher le aveva fatto inscenare l'anno precedente.
Quando Nina scorse il fumo nero spuntare dal pavimento, allertò Eddie e afferrò la pietra da terra. Joy si era tenuta in disparte e lasciava che tutto accadesse, Patricia era pietrificata sul posto e Victor era disorientato e sconvolto.
-Ora o mai più, ragazzi!- Gridò Nina mentre Eddie placcava Rufus, sperando nell'effetto sorpresa. Non gli diedero il tempo di riorganizzarsi, perché posò il medaglione sul nuovo oggetto magico e ne attivò il potere; Amber posò la mano sulla sua spalla e la stessa cosa fece l'Osiriano una volta lasciato andare la sua controparte. Victor capì immediatamente cosa stava per succedere e si agganciò alla catena di persone prima che potessero sparire nel nulla.
Si ritrovarono tutti e quattro sospesi in quello che aveva tutta l'aria di essere il flusso del tempo, chiusi in una bolla, mentre diversi momenti delle loro vite e ricordi gli passavano accanto e scorrevano assieme a tutto il resto.
-Uno di voi non tornerà indietro da questo viaggio. Il sacrificio è necessario.- Pronunciò il custode, sconsolato, alla vista dei loro marchi illuminati.
-Abbiamo un'idea diversa.- Gli rispose Amber, invitandolo a lasciar andare il suo braccio. Gli occhi di Eddie e Nina si scurirono, poi all'unisono le loro braccia catturarono fulmineamente un ricordo che passava, trasportando la bolla al suo interno. Si trovavano nella biblioteca della scuola, nel momento in cui Rufus stava per indossare la maschera e fondersi con lo spirito di Senkhara. La versione dell'Osiriano passato aveva appena bandito lo spirito dal corpo di Nina, Rufus le aveva appena sottratto la maschera e tutto stava per svolgersi come loro lo ricordavano, ma la prescelta si avvicinò a lui e lo fissò a lungo negli occhi. Rufus intuì che quella non era la stessa Nina, ma non fece in tempo a sorprendersi che lei lo spinse nel portale dell'inferno, bandendolo definitivamente tra le fiamme della dannazione.
-Senkhara.- Chiamò il suo nome con voce gutturale ed echeggiante. Il corpo del fantasma riprese la sua forma originale e comparve davanti a lei. Il resto delle persone che avevano preso parte a quella battaglia erano rimaste congelate nel tempo.
-Rimetti la maschera, sciocca ragazza!- La minacciò la donna, ma Nina sorrise.
-No.- Posò la Chiave del Tempo sulla fronte del fantasma e conferì a quella versione tutti i suoi ricordi futuri. - Il tuo tempo è terminato. Lascia questo piano di esistenza.-
-Nel nome di Osiride, io ti bandisco.- Pronunciò Eddie, accanto a lei, puntando una mano verso la donna, che si dissolse nell'aria, senza lasciare traccia. I ragazzi rientrarono nella bolla, dalla quale Amber e Victor avevano assistito a tutto, e questa venne immediatamente rispedita nel flusso del tempo.
-Qual è il vostro sacrificio?- Tuonò una voce, che Eddie e Nina riconobbero quasi istintivamente. La figura di un Dio comparve davanti a loro e Victor rimase a bocca aperta una volta al suo cospetto.
-Thot, Dio della Luna e del Tempo, noi sacrifichiamo le nostre identità. Cediamo i poteri dei Prescelti a chiunque riterrete degni, rinunciamo ad essere nei ricordi dei nostri amici, cammineremo sulla Terra e isoleremo per sempre casa Anubis dalle sciagure.-
-La vostra decisione è finale?- Domandò il Dio ibis; tutti e tre annuirono, certi della loro decisione. L'atmosfera cambiò improvvisamente e tutto il gruppo tornò nella sala, ora vuota, da dove erano partiti. La divinità assunse tratti antropomorfi e li invitò a mostrare i propri segni della maledizione, dopodiché procedette alla rimozione di tutti quelli di Nina, escluso il primo ricevuto, e del doppione di quello di Amber.
-I segni di questi eventi devono rimanere sul vostro corpo o il paradosso temporale non potrà sussistere.- Pronunciò dopo aver terminato la pratica - Avrete bisogno di un garante, un'unica persona intrecciata alle vostre linee temporali, che ricordi l'accaduto e mantenga il flusso.- Victor si fece avanti e ricevette un piccolo simbolo a forma di ibis sul polso, diventando a tutti gli effetti complice dell'operazione più ambiziosa della storia.
-Saremo liberi dai nostri doveri di Paragoni?-
-No o il paradosso non potrebbe esistere. Avete creato un loop temporale, se spezzate una sola di queste caratteristiche, il loop si scioglierà. Gli Dei vi ringraziano per il sacrificio e per le vostre lealtà.- Dopo la risposta, il Dio scomparve, lasciando i quattro da soli a tirare le somme di quanto accaduto.
-Terminerete il vostro anno qui, vi farò spostare in un'altra residenza. Dopodiché è meglio che voi prendiate strade separate dai vostri amici. Per il bene di tutti.- Affermò Victor prima di andarsene, dopo essere stato ringraziato da tutti e tre.
-Non avranno memoria di noi o poteri del livello. Non possiamo interagire in nessun modo.- Disse Eddie, dopo il profondo sospiro: finalmente erano salvi, avevano vinto.
-Non l'avrei fatto comunque.- Replicò Amber; quelli del gruppo avevano perso la memoria, ma loro avevano perso anche tutto il resto: gli amici, i Sibuna, la casa a cui stranamente si era affezionata, la sanità mentale e tutto quello che aveva fatto parte delle loro vite ad Anubis. Non poteva esserci rimedio ad una ferita del genere.
-Ormai è acqua passata, in questa linea temporale non è mai successo niente.- La consolò Nina, stringendola a sé - Andiamo, dobbiamo trasferirci prima che il tempo riprenda a scorrere.
Quando risalirono in casa, il silenzio era quasi inquietante. Si affacciarono nelle camere e tutti i residenti erano stesi sui letti e si muovevano di pochissimi millimetri al secondo, quasi impercettibilmente. Nina si soffermò a guardare Fabian, la tristezza nei suoi occhi era chiara e lei non poteva negare che le dispiacesse che le cose fossero finite in quel modo, ma forse era meglio così. I tre inscatolarono le loro cose senza proferire verbo, mentre Victor armeggiava nel suo ufficio tra le varie carte preparatorie per l'occultamento della loro esistenza in quella residenza. Una volta che furono tutti sull'uscio, si avvicinò cupo e li salutò con una stretta di mano.
-Arriveranno delle matricole al vostro posto, ho fatto in modo che i dormitori delle medie avessero qualche...problema.-
-Topi?- Scherzò Amber, in ricordo del loro primo anno di liceo, strappando un sorriso anche al custode.
-Cimici.- Rispose lui - Sarà la normalità per i ficcanaso qui dentro.- Commentò poi, mentre li aiutava a trasportare le cose verso casa Iside.
-Si prenda cura di loro, Victor.- Lo pregò Nina, una volta terminato il trasloco. L'uomo annuì, consapevole di essere la causa di tante sciagure che li avevano colpiti, ora sollevato di aver avuto l'opportunità di redimersi - anche se il prezzo più alzo lo avevano comunque pagato gli studenti, vittime innocenti di forze incomprensibili e troppo grandi da gestire. Se ne andò, dopo aver promesso di vegliare anche su loro tre fino alla fine dei loro giorni nel collegio, giocherellando nervosamente con il suo storico mazzo di chiavi. La magia di Thot aveva riorganizzato la memoria di chiunque mentre loro avevano dato le ultime scosse di assestamento alla linea temporale, perciò il congelamento generale terminò e la vita riprese a scorrere, ignara di tutto quello che era successo.
Amber sollevò la manica del maglioncino e osservò il marchio, impresso a fuoco sulla sua pelle, sospirando.
-Ripensamenti?- Chiese Eddie, invitando le due a seguirlo per andare a scuola: la notte era ormai trascorsa e il nuovo giorno scolastico stava per avere inizio.
-Nient'affatto. Rifarei tutto altre cento volte, perché mi ha avvicinata a voi due. Non ci sono parole per descrivere quello che provo.- Rispose la ragazza, provocando i sorrisi dei suoi partner.
-Dove andremo una volta chiusa la cerimonia del diploma?- Si chiese Nina, cercando anche conferme dagli altri due; Eddie sollevò gli occhi al cielo e osservò qualche piccola nuvola passare sopra le loro teste, poi sbuffò.
-Abbiamo bisogno di una vacanza, poi penseremo all'università.- Gli venne in aiuto Amber, pronunciando parole condivise da tutti. Nina, al centro tra i due, li prese per mano e sorrise dolcemente.
-In ogni caso non importa. Dovunque andremo, saremo insieme.- Il cuore di Amber aveva finalmente trovato il sollievo che cercava, al diavolo le minacce di Rufus e la sua profezie di eterna infelicità: bastavano davvero poche cose perché lei si sentisse completa e questa era una di quelle.
-Quindi questo cosa fa di noi? Un trittico?- Domandò, confusa, alla ricerca di parole che potessero descrivere la loro nuova situazione. Nina non riuscì a trattenere una risata.
-Direi che non siamo un'installazione di tre tavole di legno dipinte in epoca medievale, Amber.- Dopo l'indignazione iniziale, la bionda sganciò la mano che la teneva stretta all'amica e gesticolò in aria.
-"I Prescelti".- Disse poi, con tono trionfale. Eddie scosse la testa.
-No, troppo squadra di calcio.-
-Che avete voi americani contro il calcio?- Amber puntò le mani ai fianchi e rispose sconsolata al rifiuto del ragazzo.
-Stiamo insieme, questo basterà.- Replicò Nina, ricatturando la mano della ragazza, per mettere il punto all'insolita e simpatica discussione. A quel punto seguirono alcuni minuti di silenzio, dove loro passeggiarono tranquillamente tra i vialetti del collegio, sotto il tiepido sole invernale.
-Farò comunque delle divise da calcio combinate per tutti, tra poco è natale.- Esclamò Amber, ormai intestardita sulla questione e bisognosa di avere l'ultima parola in merito.
-Non vediamo l'ora, raggio di sole.- Le risposero i due, sorridendo, mentre varcavano la soglia della scuola. Per quella giornata furono abbastanza fortunati da non incontrare nessuno dei loro amici: si presero del tempo per dissipare la tensione rimanente, viversi con tranquillità il ritorno alla nuova normalità e la nuova fase della vita che stavano iniziando, insieme.
***
Non è ancora finita. Se siete arrivati fino a qui, pazientate per il simpatico finale di questo delirio. A presto.
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