Capitolo Diciassette
La pressione era alta da entrambi i lati. Il trio rivedeva ogni fase del piano, passando in rassegna ogni singolo dettaglio e parola da pronunciare; il gruppo si rinchiudeva nello studio non appena si presentava l'occasione, alla disperata ricerca di qualcosa da usare contro la semi-divinità che incarnava il male puro. Il giorno dell'apertura del portone era finalmente arrivato e quella notte sarebbe stato il momento della verità, della prova di Joy e della fine dei giochi; l'ansia scorreva a fiumi e la tensione era ricomparsa in ogni ambiente della casa, ricolma di sospetti e rancori inespressi. Se non altro, l'ultima della discendenza era felice di poter finalmente chiudere quel capitolo della sua vita, perché tutte quelle emozioni la stavano facendo impazzire e non riusciva più a capire chi fosse realmente, come si sentisse e cosa provasse sotto tutti gli strati di percezione degli altri. Si sentiva persa e forse anche confusa su cosa potesse riservarle il test: visto che era basato sulla personalità di ognuno di loro, lei non era più sicura di averne una da mettere alla prova e per questo il suo turno poteva benissimo essere una stanza bianca, completamente anonima e priva di tratti distintivi, tante erano le parti di sé stessa che sentiva di aver frammentato in quei mesi. L'unico conforto era quello di Jerome, che sembrava prevedere ogni sua necessità prima che si formasse nella sua testa e le dava l'unico senso di stabilità valido in quel momento. A lezione, infatti, sedeva solo vicino a lui perché era in grado di coprire ogni cosa con la sua calma e la sua tranquillità, concedendole quegli attimi di pace che tanto desiderava durassero per sempre.
-Ti senti bene?- Le chiese il ragazzo, quando lei si strinse al suo braccio. Joy sorrise dolcemente e si perse nei suoi occhi azzurri.
-Mai stata meglio.- Rispose dopo aver fatto un respiro profondo, poi chiudendo gli occhi; la professoressa entrò e zittì il caos della classe per iniziare a spiegare. La tranquillità di Joy, a quel punto, durò molto poco: incaricata di tenere sotto osservazione Eddie, Nina e Amber, si soffermò su di loro nel momento esatto in cui percepì preoccupazione e complicità provenire dalla zona in cui erano seduti; pochi secondi dopo vide un bigliettino passare per le mani del ragazzo, verso Nina, che passò ad Amber, che lo afferrò e lo nascose nella mano stretta a pugno. Chiamò Jerome con qualche colpetto sulla spalla e gli indicò la scena, che lui osservò attentamente.
-Credo siano ufficialmente complici di qualcosa.- Dichiarò poi, sussurrando all'orecchio della ragazza, che annuì con veemenza. Dovevano mettere in atto il piano di convocazione il prima possibile. Afferrò il cellulare e digitò un messaggio di nascosto, al quale rispose Fabian con un secco "seguiteli".
-Se la saranno bevuta?- Chiese Eddie, sottovoce, alla sua compagna di banco. Nina scambiò una rapida occhiata con Amber e sorrise.
-Ci stanno col fiato sul collo da mesi, non possiamo soffiare il naso senza che lo sappia chiunque, certo che hanno abboccato.- Rispose ironicamente, ma anche piuttosto irritata dalla situazione che si era venuta a creare. Avrebbe preferito continuare a credere di essere diventata talmente brava a nascondere la verità sul mistero, che loro avevano deciso di aiutarli per il solo gusto dell'avventura e per curiosità. Non era stato piacevole, invece, scoprire di essere stata sempre sorvegliata, spiata e violata in quel modo: Amber le aveva detto della fotografia-memoria di KT che era circolata tra tutti i presenti della stanza sognante e la cosa non le aveva fatto per niente piacere. Per non parlare delle registrazioni dei sogni di Eddie, come fossero un film horror a episodi! Si era detestata quando Amber era stata marchiata da Rufus, ma se quello era stato il prezzo da pagare per avere un minimo di reale supporto, allora avrebbe apprezzato la coraggiosa - anche se completamente incosciente - scelta della sua amica. Al termine dell'ora di lezione, che precedeva la pausa, lo spettacolo andò in scena. Il trio fece finta di fare un passaparola, poi Nina lasciò in mano ad Amber uno dei volumi dello studio segreto e i tre si separarono.
-Se i miei calcoli sono esatti, allerteranno qualcuno per seguire Amber e loro due seguiranno noi.- Sussurrò il ragazzo, mentre camminava a passo sostenuto, con Nina sottobraccio, verso la cripta. Aveva convenientemente messo la Chiave di Sole nella tasca posteriore dei pantaloni, cosicché loro potessero accorgersi immediatamente della direzione presa e raggiungere l'ingresso dei tunnel per ascoltare la conversazione che stavano preparando da giorni.
La notte precedente
L'incubo iniziò come al solito: tempeste e tuoni di colore rosso spento, i corridoi della casa che si trasformavano nel tempio, i geroglifici scritti in cerchio attorno al piedistallo e la figura di Rufus intrisa del potere di Senkhara che si dirigeva a gran velocità verso di lei. Amber prese un lungo respiro e portò le mani avanti.
-Fermo lì!- Intimò, spiazzando l'uomo che ora la guardava confuso: lei non aveva mai dato cenni di resistenza o pronunciato parole di alcuna sorta.
-Non puoi fermarlo, manca poco ormai.- Le disse, minaccioso, mentre riprendeva ad avvicinarsi.
-Mi serve un favore.- A quel punto lui era totalmente confuso e quasi spalancò la bocca.
-Ti rendi conto della situazione, vero?- Le chiese, guardandosi intorno, dopo che le braccia gli erano calate lungo i fianchi. Amber annuì.
-Ci sono delle cose di cui non sei al corrente e non posso dirtele nella realtà, ho dovuto aspettare.-
-Sentiamo allora.- La tempesta si fermò improvvisamente, con i fulmini a mezz'aria, e Rufus evocò un blocco di marmo per mettersi a sedere. Amber gli raccontò ogni dettaglio, per filo e per segno, di come il resto del gruppo lo avesse scoperto e fosse a conoscenza della minaccia della maledizione; si divertì leggermente, rimarcando il fatto che lui fosse stato molto poco cauto nelle sue apparizioni e l'uomo dovette tacere e ammettere la sconfitta su quel punto. Amber gli rivelò che nessuno sapeva del suo coinvolgimento, o almeno non ancora, perciò era la doppiogiochista tra i gruppi ed era a conoscenza dei tentativi di ricerca di un modo per sconfiggerlo da parte degli alleati di Alfie.
-A cosa dovrebbero essermi utili queste informazioni? E perché me le stai rivelando adesso?- La confusione lasciò spazio al dubbio, tanto da spingerlo ad incrociare le braccia al petto e inarcare un sopracciglio. Il momento della verità era arrivato, Amber non poteva sbagliare una virgola o Rufus avrebbe capito che il guadagno dell'inganno, alla fine della storia, sarebbe stato il loro.
-Siamo venuti a conoscenza di dettagli che riguardano il rituale delle pietre e presto ne saranno a conoscenza anche loro. Se questo accade, puoi dire addio ai sogni di gloria.- Finalmente gli argomenti avevano suscitato l'interesse di Rufus, che inavvertitamente inclinò il petto verso la ragazza, aperto alle sue prossime proposte.
-Cosa suggerite, dunque?-
-Ci serve che tu manipoli un libro con la tua magia.-
-Un libro. Tutto qui?-
-Il rituale prevede che le pietre siano distrutte per potersi unire nella Chiave del Tempo. Patricia deve essere colei che le spezza.- Rispose Amber con un'alzata di spalle, aspettando che la mente dell'uomo facesse i calcoli con le informazioni appena ricevute.
-Se lo sapessero, lei sparirebbe misteriosamente e le pietre non potrebbero essere attivate...-
-Ora ci arrivi, perfetto. Il libro deve essere manipolato e dire esattamente il contrario.- Gli occhi di Rufus si illuminarono, segno che aveva intuito alla perfezione le intenzioni dei ragazzi.
-Deve risultare scritto che le pietre non debbano in alcun modo rompersi, pena il fallimento dell'attivazione.-
-Per sempre, è importante. Deve sembrare che questa sia la tua unica occasione. Loro penseranno di averti sconfitto e tu vincerai il tuo premio.- Una volta che Amber gli aveva detto le conclusioni del piano lui sorrise e si alzò dal blocco di pietra, avvicinandosi a lei per sovrastarla in statura.
-Cosa ci guadagni, tu tra tutti, se io vi aiuto? Perché sei così ansiosa di ingannare i tuoi amici?- Le girava attorno, il fiato delle sue parole era vento gelido che le provocava pelle d'oca; il respiro di Amber si accorciò e lei non riusciva a sostenere il suo sguardo.
-Se il tuo rituale dovesse fallire, te la prenderesti con i prescelti che hanno mancato il bersaglio, giusto?- l'uomo annuì, lentamente - Bene, hai la tua risposta ora, come tempo fa: loro devono essere salvi ad ogni costo. Abbiamo un accordo?-
-Questa passione ardente che ti consuma...ti sta portando alla morte, cara Amber. Ne vale la pena? Loro provano le stesse cose?- Come faceva ad essere un totale sociopatico e allo stesso tempo percepire le reali emozioni delle persone? Era un mistero che Amber non si sarebbe degnata di risolvere, per la sua sanità mentale.
-Sfortunatamente per tutti, sì.- Rispose quindi, abbassando la testa. Questo provocò una profonda risata al suo interlocutore, che le tese la mano e che lei afferrò.
-Abbiamo un accordo.- Il sogno si interruppe bruscamente e quando Amber si svegliò, trovò al suo fianco Nina e Rufus, pronti a portare avanti il piano. Patricia era immersa nel sonno della stanza sognante, ma le due gli fecero comunque segno di mantenere la quiete e poco dopo il libro era stato modificato in ogni sua scrittura, per corroborare la tesi falsa sull'attivazione dei minerali magici.
Il suo compito era dunque essere seguita fino alla libreria ed essere vista mentre rimetteva il volume a posto. Appena entrò nello studio vide la libreria girata, segno che la seconda parte del piano era già in movimento, così sistemò il tomo sullo scaffale dal quale lo avevano sottratto - avendo cura che risultasse l'unico pulito tra tutti - e poi uscì velocemente dalla porta segreta, diretta verso le scale. Una volta in cima, sicura di essere lontana dal raggio visivo, aprì e richiuse la porta in attesa di sentire ciò che si aspettava: qualche secondo dopo, infatti, Fabian e Mara si precipitarono all'interno dello studio. Sorrise e a quel punto uscì lentamente dalla porta, premurandosi di non fare rumore, dirigendosi verso scuola come se nulla fosse.
Nel frattempo, Eddie e Nina erano nella cripta a dare il meglio delle loro doti attoriali.
-Amber è stata davvero di enorme aiuto, il suo intuito ci è tornato utile.- Affermò Eddie, una volta richiusa la porta della stanza. Il piano era scagionare la ragazza da qualsiasi sospetto e mettere il seme dell'inganno nelle menti del gruppo.
-Sì, ma è stato così difficile non dirle niente. Credi che sospetti qualcosa?-
-No, alla fine nessuno di loro sa niente, lei ci ha semplicemente aiutato a trovare le soluzioni dell'ultimo mistero, altrimenti saremmo stati spacciati.-
-Rufus sarebbe furioso se fallissimo, le pietre devono rimanere al sicuro e non dobbiamo permettere che Patricia le prenda.-
-Mi fischiano le orecchie quando vi sento parlare dei vostri futuri fallimenti.- La comparsa dell'uomo non era prevista e questo lui lo sapeva, li aveva perciò salutati con un occhiolino e un sorriso - Cos'è questa storia di Patricia? Devo prendere provvedimenti?- Eddie non poteva credere a quello che vedeva: Rufus si stava...divertendo? Recitava la parte non prevista con parecchio orgoglio, quello era ben visibile - fortunatamente solo per loro, perché i ragazzi oltre la porta d'ingresso riuscivano a vedere giusto delle mezze figure.
-No, no, no! Semplicemente Patricia è l'unica discendente in grado di fermare l'attivazione delle pietre, il suo potere è Distruzione.- Il ragazzo agitò le mani per aria, realmente preoccupato della possibilità che Rufus avesse preso troppo seriamente la recita.
-Interessante...fate in modo che quegli arnesi arrivino a me senza l'ombra di una scheggiatura. O devo ricordarvi cosa c'è in gioco?- Per vendere definitivamente la performance, il semidio mostrò i suoi palmi e i marchi dei ragazzi iniziarono a bruciare, catturandoli in una spirale di dolore che non provavano da tempo. Con le urla che riecheggiavano nella cripta, lui si congedò con una risata e li lasciò agonizzanti a terra.
-Stai bene?- Chiese Eddie, rialzandosi a fatica, prima di porgere una mano a Nina. La ragazza, sfortunatamente, aveva subito la scossa da tutti i suoi segni contemporaneamente ed era ancora tremante di sofferenza. Certo, l'intervento della reale minaccia li aveva aiutati a rendere tutto realistico, ma lui aveva dovuto per forza aggiungere la sua personale sfumatura creativa: il sadismo.
-Lui è un vero...- Pronunciò a fatica la ragazza, mentre si rialzava dal pavimento.
-Meglio non continuare la frase, andiamo.- La interruppe l'Osiriano prima di mettersi un suo braccio sulle spalle per accompagnarla fuori. Poco prima di uscire, sentirono il rumore dei passi che si allontanavano nei tunnel e appurarono la buona riuscita del piano.
Il gruppo chiamò una riunione d'emergenza, alla quale si presentarono tutti trafelati e agitati.
-Abbiamo. La. Soluzione.- Esordì Alfie con respiro ansante, supportato da Joy e Jerome, che raccontò in maniera estremamente veloce i contenuti della conversazione tra i prescelti e il diavolo.
-Noi abbiamo la conferma.- Gli rispose Mara, sollevando il libro precedentemente appartenuto al trio, dopo aver seguito attentamente ogni cosa raccontata sulle scritture del volume.
-Stanotte si scende tutti in cantina, apriamo il benedetto portone e stiamo pronti a qualsiasi evenienza. Finalmente sappiamo come battere Rufus.- Per Fabian, ogni tassello era andato al suo posto: la scoperta del potere di Patricia, il rituale di attivazione delle pietre che poteva essere interrotto e la consapevolezza che Eddie e Nina avessero solo usato Amber per risolvere il loro enigma personale. S'indignò per quello, perché consapevole che la rabbia di Amber era mal riposta e se solo non li avesse respinti così brutalmente, lui le avrebbe voluto anche rivelare le verità appena scoperte. Peggio per lei, avrà una brutta sorpresa.
Dopo il mantra di Victor, tutti erano pronti all'azione e disposti davanti al vecchio forno in attesa che le ragazze scendessero dalla soffitta.
-Non mi sembra il caso di accalcarci di nuovo tutti nei tunnel.- Commentò Nina, una volta arrivata, alla vista del gruppo che sembrava un'armata pronta ad andare in guerra.
-Sciocchezze, andremo insieme.- Rispose Fabian lasciandola interdetta, a tratti stizzita; nonostante questo sospirò e aprì lo sportello per far entrare ogni singolo abitante in cantina. Mentre percorrevano i tunnel e gli enigmi risolti, Nina si rese conto di come quel livello avesse cambiato ognuno di loro in modo viscerale: li aveva spremuti come mai era successo, portando devastazione in quasi ogni rapporto interpersonale che poteva essersi creato in quegli anni - alcuni si erano consolidati, ma il numero di questi era nettamente inferiore rispetto a quelli distrutti. Non avevano mentito ad Amber, quando le avevano detto della repulsione al tocco che avevano entrambi sviluppato e quella era stata la prima cosa a mettere un freno importante alla sua relazione con Fabian. Se solo avesse saputo prima che la loro fiamma, riaccesa grazie alla loro unione fisica, si sarebbe conseguentemente spenta per quell'esatto motivo, forse avrebbe fatto fatica a crederci; ovviamente non era stata la sola causa, perché principalmente l'essersi chiuso ed elevato a risolutore di problemi e minacce, lasciandola completamente isolata, aveva avuto il suo peso specifico nelle valutazioni fatte da Nina. Stessa cosa si poteva dire di Eddie: al termine degli incubi, avvenuto in parallelo al suo ingresso nella stanza sognante, l'atteggiamento di Patricia era completamente cambiato e focalizzato su tutt'altro. La serata passata in compagnia era stata una piacevole reminiscenza del passato, ma si era fermata lì, purtroppo, perché una volta ricominciato lo scorrere del timer del mistero, lei era tornata a fare gruppo con gli altri e l'aveva lasciato solo, tra le braccia consolatrici delle sue uniche due alleate. Grazie a questo aveva scoperto una forma di affetto totalmente differente, che lo aveva risollevato dall'abisso del terrore in cui Rufus avrebbe voluto relegarlo.
Arrivati davanti al portone, il raggio lunare stava già colpendo la pietra incastonata nel muro e attendeva il contatto con l'Occhio di Horus. Nina si avvicinò al sigillo scintillante e aprì il portone, che iniziò a scorrere verso il basso e sparire nel pavimento; al di là della chiusura vi era un corridoio con l'ultima teca olografica che conteneva la pietra del Futuro.
-Siamo sicuri di voler mandare Joy a fare la sua prova stasera?- Domandò Amber, osservando l'atmosfera tetra che si era appena creata davanti a loro.
-Ha ragione. Domani a pranzo, questa storia finisce.- Dichiarò Alfie, invitando tutti ad uscire ordinatamente. - Dobbiamo stabilire il piano d'azione, vi richiamerò nella stanza tra poco.- Sussurrò poi a Fabian, davanti alla sua espressione sconcertata; il ragazzo quindi annuì e proseguì il cammino con gli altri. Poche decine di minuti dopo, ognuno era nel suo letto e stava per scivolare nel sonno. Eddie, Nina e Amber erano ancora al piano terra e si scambiavano sguardi preoccupati.
-Siamo arrivati alla fine. Siete pronte?- Le ragazze annuirono e si presero per mano, invitando anche lui ad unirsi all'abbraccio. Le loro fronti si sfioravano, gli occhi erano chiusi ed i respiri regolari. La forza era tornata a far parte dei loro spiriti e li aveva resi pronti a combattere la battaglia finale.
***
Potrei finire stasera, ne manca uno. A dopo?
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