9
Si sedettero su un tavolino in un angolo del bar.
-birra?- chiese Cesare che già stava chiamando a sé un cameriere.
-sì.
-due Warsteiner.
Il cameriere si allontanò dopo aver segnato la comanda su un taccuino sgualcito.
L'agente si stese sulla sedia.
-scusami, è stata una giornata pesante.
-capisco benissimo.
-ma ora passiamo a noi. Ce l'hai una scaletta?
-ho parecchi pezzi- in realtà, non aveva più di sei canzoni. Ma era sicuro di poterne imparare almeno cinque in un paio di settimane.
-questo è fantastico Tony. Ho una serata già pronta per te. Una cantante mi sta facendo le bizze e mi sta facendo saltare una serata in un locale importante e non posso deludere il titolare. Mi fa lavorare tanto- fede un gesto con la mano.
-quando?
-domani.
-domani?
-non ti senti pronto Tony?
Nel frattempo arrivarono le birre. Il cameriere le posò sul tavolo e Cesare fece segno al bancone di segnarle. Il barista non sembrò molto entusiasta della cosa.
-per me va bene.
Non andava bene affatto. Aveva solo sei pezzi completi. Conosceva tante altre canzoni, ma nessuna completa.
Ma non aveva alcune intenzione di deludere le aspettative che Cesare sembrava avere in lui.
- se mi farai fare bella figura, ci sono cento euro belli pronti per te.
Erano un sacco di soldi. Tre giornate di lavoro al bar. Circa trecento clienti serviti.
-non te ne pentirai.
La musichetta di un pezzo di David Bowie di cui non ricordava con esatezza il titolo, partì dalla tasca di Cesare.
-devo scappare Tony, domani chiamami verso le sette, io confermo la
Serata al tipo.
Era già partito verso l'uscita quando Tony ebbe un sussulto di coscienza e stava per dirgli che non aveva affatto una scaletta.
Quando pensò di raggiungerlo, aveva attaccato la conversazione al telefono e dovette abortite pure quel tentativo.
Non aveva più scampo.
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