Quella notte non dormì bene. Si svegliò più volte. La pulce che quel tizio gli aveva infilato nell'orecchio, era terribilmente fastidiosa. E gli rimase ficcata dentro l'orecchio anche a lavoro. Un paio di volte Clara, dovette ricordargli che rischiava di bruciare il latte.
-Ehi, che ti succede stamattina?
Quel mattino la trovò particolarmente carina, con l'eye-liner agli occhi e il rossetto rosa renderle le labbra più doppie.
-niente, niente.
-mah, non mi sembra.
Cercò di stimolarlo a parlare più volte, ma venne il momento di tornare a casa e  lui non le aveva detto nemmeno una parola.
Di solito non andava affatto così. Nelle ore morte, passavano tutto il tempo a parlare di loro e delle cose che gli accadevano, delle loro vite, dei loro sogni soffocati dal l'odore del caffè e dalle richieste dei clienti. Avevano un rapporto più da amici che da colleghi. Anche se fuori da quel bar, non si erano mai frequentato. Lei aveva un ragazzo quando si erano conosciuti e non si erano mai lasciati nemmeno per un giorno. Passavano la maggior parte delle sere a guardare film in casa o al massimo uscivano fuori per qualche cena romantica, Tony, al contrario, viveva nei pub dove suonavano musica dal vivo.
Ma quel giorno, non aveva voglia di parlare. Non voleva ammettere a nessuno che stava seriamente pensando di iniziare ad esibirsi dal vivo.
A casa più volte iniziò a comporre il numero di Cesare ed abortirlo, fino a quando alla sera, decise di cambiare la posizione dell'indice sulla tastiera e seppur tremante, lo costrinse a schiacciare il tasto con la cornetta verde.