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Una mano gli si poggiò sulla spalla.
-ragazzo, sei stato fantastico- era una voce rauca e molto profonda.
-grazie- rispose gentile ma pronto a tagliare corto.
-sembri nato per stare su quel palco.
Non disse nulla.
Allora l'uomo, un tipo sulla sessantina, coi capelli d'argento e la barba ben rasata, insistette: -hai giá una band?
-non ho nessuna band.
-amico, dovresti pensare a metterne su una.
Tony scosse la testa.
-dammi retta, hai tutto per sfondare.
-non mi interessa- affermò, quando in realtà non ci aveva mai pensato e non ci stava pensando nemmeno in quel momento.
-nemmeno racimolare qualche spicciolo? Quelli fanno sempre comodo- in quel momento il tizio si era messo indosso le vesti di diavolo tentatore.
Ci pensò un attimo.
-ho già un lavoro.
-beh ma qualche soldo in più fa sempre comodo.
Un altro mutismo.
L'uomo gli porse un cartoncino con su stampate delle lettere e dei numeri.
-io sono Cesare, per gli amici, il boss. Se dovessi cambiare idea, il mio numero è segnato lì sopra.
Lo vide dissolversi in mezzo alla folla.
Non aveva nessuna intenzione di richiamarlo.
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