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Lo sguardo di Alfonso si era fatto severo -Tony, non può andare avanti così per molto.
Si produsse nel solito sguardo da cucciolo. Spesso lo aveva salvato con le donne, ancor più volte con Alfonso.
-smettila di fare quella faccia, non mi inganni.
- farò di tutto perchè questa sia stata l'ultima volta.
-cambi le parole, fai sempre le stesse promesse. I risultati non sono ancora pervenuti.
-erano solo cinque minuti stamattina!!!
-Tony, tu non sei mai arrivato puntuale nell'ultimo anno. Trecentosessantacinque giorni di ritardi. Vuoi che ancora ti creda?
Abbassò lo sguardo. Era sinceramente pentito. Sapeva al contempo, che non era sufficiente.
-sono costretto a darti un ultimatum, se domani non riuscirai a presentarti con almeno cinque minuti di anticipo, non entrare nemmeno da quella porta.
-lo farò.
-lo spero per te ragazzo. Vedi, sei il migliore barista che abbia mai avuto. Quello che ha assorbito meglio i segreti di questa caffetteria che vive dal lontano sessantasette. Ma se c'è una cosa che odio, beh, è sicuramente la gente ritardataria.
-ho un affitto da pagare...
-sto lasciando tutto nelle tue mani. Potrai continuare a lavorare ancora qui e pagare tutte le bollette. Dovessi però venire un'altra volta, una sola, in ritardo...-si passò un dito lungo tutta la gola, a mo' di coltello.
-grazie.
Prima di uscire, Alfonso si girò ancora verso di lui.
-dove suoni la prossima volta?
-al Butterfly.
-fatti onore ragazzo. Dovessi licenziarti vorrei essere sicuro che la musica ti salvi il culo.
Sorrise Tony. Dopotutto, quell'uomo gli voleva veramente bene.
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