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Arrivò al bar con soli cinque minuti di ritardo. Un autentico miracolo. Seppur fosse ben consapevole che ne aveva accumulati talmente tanti che avrebbe dovuto lavorare una settima senza percepire alcun compenso, forse anche due, per compensarli.
Si infiló il grembiule rapidamente e si gettò dietro il bancone accostando Clara che sorrideva sotto i baffi. Il tutto, sperando che Alfonso, non avesse notato la sua entrata posticipata, intento com'era a conversare con Maria, la moglie del ragionier Cuonzo.
-buongiorno mister- come sempre  Luigi Aletti, era il primo cliente servito da lui alla mattina. Del resto era capace di attendere anche due ore che arrivasse Tony, pur di venire servito da lui. Secondo Quel signore basso e con i baffetti alla supermario difatti, quello che usciva dal lavoro sapiente delle mani del suo barista preferito, era il miglior cappuccino della zona. E non era l'unica ragione per cui attendeva Tony, amava pure le lunghe conversazioni sulla musica. Il signor Aletti infatti, aveva suonato per anni il basso in una rock band che non aveva mai venduto un solo disco, ma che era rimasta nel cuore di quel buffo signore, molto più del suo lavoro da ingegnere del comune di Barletta.
-ecco a lei il suo cappuccino, mister Aletti.
Con le mani piccole e tozze, raccolse la tazza bollente e fece un primo lungo sorso.
-com'è mister?
Con la sua faccia cicciotta, fece finta di scrutarlo e dopo venti secondi della solita pantomima, disse: -perfetto, come al solito.
Quanto fosse deviato dalla simpatia che provava per lui ,quel giudizio, non lo sapeva. Ma ripeteva quella scena da talmente tanto tempo che, Tony, aveva iniziato a credere che fosse totalmente sincero.
-mi scusi signor Aletti, posso rubarle Tony per qualche minuto?- Alfonso aveva una forte riverenza nei confronti dell'ingegnere. Non fosse altro che per qualche piccolo favore che Aletti gli aveva fatto grazie ai buoni uffici che aveva l'ingegnere all'interno  del comune di Barletta.
Storse leggermente il muso, poi fece un segno di assenso.
Allora Tony, sorridendo, uscì dal bancone e seguì Alfonso verso il retro. Sorrideva nonostante sapesse cosa stesse rischiando in quel momento.

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