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Seventh

~ 4 Gennaio 1978 ~

Un nuovo anno era da poco iniziato. Il castello era ancora privo della maggior parte dei suoi studenti, che era partito per tornare dalle loro famiglie, i corridoi solitamente rumorosi erano silenziosi, desolati e lei non avrebbe mai pensato che quegli aggettivi potessero essere correlati ad Hogwarts.

Non era mai capitato infatti che nel castello ci fossero così poche persone, ma soprattutto che camminando per i corridoi si potessero sentire i rimbombi e gli echi dei propri passi.

Addirittura la voce di Alice era chiara e ben definita mentre le raccontava di come Helen Martin avesse tradito il fidanzato con Alec Bishop, il ragazzo più ambito di Corvonero. La sua fama lo precedeva e Lily non riusciva a capire come fosse possibile che qualunque ragazza cadesse così miseramente ai suoi piedi.

Era bello, bellissimo, chiunque avrebbe voluto essere oggetto delle sue attenzioni, anche per soli cinque minuti, ma esisteva una cosa chiamata amor proprio e dedusse che molte non ne avessero.

Non avrebbe mai negato che anche lei aveva desiderato, forse anche ardentemente, di essere baciata e sfiorata da quelle labbra che erano invidiate da chiunque, ragazzi compresi. Però aveva una dignità, e di certo finire nel suo album di figurine, con tanto di voto di prestazione, era l'ultimo dei suoi desideri.

Già riteneva che dare un voto ad una persona fosse la cosa più brutta che tra ragazzi si potesse fare, figurarsi darlo a delle ragazze che per una volta, o forse più, si erano concesse a lui per potersi vantare di aver assaggiato, anche loro, il sapore di quella divinità greca.

Si, perché Alice sosteneva che una tale bellezza non potesse non avere il gusto di nettare e ambrosia degli dei. E pensare che l'uomo sarebbe morto al minimo assaggio.

Spesso si era ritrovata a guardarlo, più precisamente, ad ammirare la sua figura da perfetto ragazzo. Peccato che fosse tanto bello fuori quanto brutto dentro.

Innamorarsi di uno così per Lily era semplicemente impossibile, eppure la maggior parte delle sue compagne riteneva che lei fosse una pazza. Non innamorarsi di uno capace di mandarla in paradiso con un solo sguardo? Quello era impossibile, non il contrario.

Fu quando trovarono la suddetta Helen chiusa in bagno a piangere che capirono quanto quel ragazzo fosse da tenere lontano.

Due scoop in meno di un'ora, Alice avrebbe potuto giurare che la dea Fortuna le stesse dicendo implicitamente che fosse sua figlia. Sedotta e abbandonata, così avrebbe cominciato il racconto quando la notizia sarebbe passata ai suoi pupilli.

Lily scosse la testa divertita quando la sua amica continuò a ripetere quanto fosse stata fortunata ad aver incontrato, lei stessa, Helen Martin in bagno.

Dall'altro lato del corridoio, comparvero i Malandrini con Frank che facendo confusione e sghignazzando, circa uno scherzo fatto a dei Serpeverde, raggiunsero le due ragazze.

Frank circondò le spalle di Alice, perché finalmente, dopo una lunga epopea, lei aveva acconsentito a fare una scappatella ad Hogsmeade, e avevano così ufficializzato la loro relazione.

Lily invece, dal canto suo, aveva cominciato a studiare le personalità di quei quattro soggetti fastidiosi, chi più e chi meno, analizzandone le caratteristiche. Aveva scoperto infatti che Black era il vero egocentrico del gruppo, che aveva sempre bisogno di attenzioni, soprattutto quelle di Remus. Minus era per lo più tranquillo anche se spesso si ritrovava nascosto dietro le forti personalità degli altri tre; Lupin era, a detta di Lily, il migliore perché non infastidiva gli altri, non si aspettava nulla da loro che non fosse almeno alzarsi la mattina, e li proteggeva come una mamma lupa. Infine Potter era il turbo, esattamente il collante e il motore di quello strano gruppo, li manteneva uniti e li voleva bene come fratelli. Aveva dimostrato più volte di essere cresciuto e maturato rispetto agli anni precedenti e Lily si chiese quando ciò fosse successo.

Ricordava che l'immaturità fosse la caratteristica predominante del ragazzo fino alla sua partenza per tornare a casa a Natale. Era tanto curiosa di sapere com'era possibile che avesse fatto quell'evoluzione in così breve tempo.

Alla fin dei conti non le interessava neanche per davvero sapere il perché ma forse un piccolo gossip proprio su quell'argomento, non le sarebbe dispiaciuto.

Alice era rimasta lì prima che l'andassero a salvare dalla catastrofica situazione con sua sorella e il suo soggiorno a casa, per questo si aspettava che, tra i tanti gossip raccontati, ci fosse anche quello riguardante lo strano cambiamento di Potter.

Forse non l'avrebbe mai saputo, eppure dovette ammettere, più a se stessa che ad altri, che quel passaggio dallo stato bambino allo stato adulto, fosse per lei un gran piacere.

Non aveva di certo cominciato ad essere amica di quello scapestrato ma riconobbe che provare ad avere con lui una conversazione quanto meno adulta, non fosse più un problema, o almeno non in tutto e per tutto.

Era diverso, più accondiscendente, prestava più attenzione, era più maturo, e Lily si rese conto di quanto quel suo nuovo aspetto gli si addicesse mille volte di più. Avrebbe potuto addirittura pensare di sedersi vicino al gruppo la mattina a colazione senza pregare Alice del contrario.

Lily notò che anche la luce tipica dei suoi occhi era cambiata, rendeva infatti il suo sguardo più da uomo, più da colui che si sarebbe preso sulle spalle anche tutto il peso del mondo pur di far stare bene le persone che amava.
Era mutato sotto tanti punti di vista e forse proprio quella diversità aveva cominciato a piacerle sul serio.

***

Erano davvero poche le volte in cui si era ritrovata a pranzare da sola. Le rare volte in cui capitava, infatti, il tavolo dei Grifondoro era sempre pieno di ragazzi e in qualche modo era impossibile sentirsi soli o esclusi. Era una delle regole risapute tra gli studenti di quella casa e si trattavano reciprocamente da fratelli, da famiglia.

Con il rientro a casa di molti di loro, il tavolo era quasi vuoto se non per qualche ragazzo di qualche anno più piccolo. Alcuni avevano già mangiato, altri invece la guardavano da lontano come una persona irraggiungibile perché più grande.

Lily invece avrebbe voluto che qualcuno di loro si sedesse accanto a lei e le facesse compagnia, indipendentemente dall'età.

Non le era mai piaciuto restare da sola ma quel giorno per cause di forza maggiore era finita nella più totale solitudine in Sala Grande a mangiare quella tristissima zuppa di lenticchie che solo dal colore non aveva niente di allegro.

Alice aveva deciso di restare con Frank nel dormitorio dei ragazzi e solo Merlino sapeva che cosa stava succedendo in quella stanza, lei non lo avrebbe voluto sapere neanche tra un milione di anni, Potter era andando a fare un allenamento leggero con chiunque fosse rimasto della squadra, Minus era sparito senza spiegazioni, mentre Lupin e Black avevano detto di avere un impegno che non potevano assolutamente spostare o rimandare, cosa stessero facendo di preciso era rimasto un mistero.

Così nella desolazione più totale aveva mandato giù la zuppa senza dire una parola per tutto il tempo.

Aveva cominciato a dedicare i suoi pensieri al chiodo fisso che ogni tanto compariva e poi tornava ad essere un fantasma: Romeo. Erano circa sei giorni che non si faceva sentire e Lily dovette ammettere che stava cominciando a sentirne la mancanza, perchè per quanto fosse enigmatico e misterioso, comunque aveva cominciato a provare simpatia per quel ragazzo senza volto ma che si presentava a lei nella maniera più intima del mondo: attraverso i propri sentimenti. Lily dovette riconoscere che quel ragazzo teneva a lei, aveva deciso di aprirle il proprio cuore, ma prima di tutto aveva accettato i propri sentimenti.

Se le avessero mai chiesto quale fosse stata la cosa più difficile del mondo, avrebbe risposto senz'altro: accettare ciò che si prova. Ed era così, perchè per prima aveva difficoltà a dare un nome a ciò che aveva cominciato a sentire sgomitare nel suo cuore.

Era assorta nei suoi pensieri così tanto che non si rese nemmeno conto che tutte le ragazze la stava fissando con aria truce. Non era di certo un atteggiamento normale, a meno che non si parlasse di Alec Bishop, allora si che era consueto essere guardate come se si avesse appena commesso un omicidio. Inoltre, tanta era la fama di quella divinità, quanta quella della cotta decennale di James Potter per Lily Evans. Non pochi ragazzi infatti erano finiti con un arto rotto, viso momentaneamente sfigurato perchè si erano avvicinati alla ragazza non mantenendo i cinquanta metri di distanza da lui imposti.

In quel momento si prevedeva il peggior screzio che Hogwarts avesse mai visto. Bishop si era seduto al tavolo dei Grifondoro difronte alla suddetta Lily e lei lo ignorava come se fosse stato un qualunque pedinatore seriale. Era Alec Bishop e tutte le fanciulle presenti nella sala non riuscivano a capacitarsi di come Lily fosse immune al suo fascino. E il tutto era contornato dall'ira funesta che si sarebbe abbattuta su di lui se Potter avesse saputo dell'accaduto, anche se, considerata la velocità con cui le notizie giravano veloci nel castello, era impossibile che restasse fuori dai fatti.

Lily alzò la testa dal piatto decidendo di abbandonare quel mondo fatato, in cui Romeo e le sue lettere erano protagonisti, e si imbattè in due occhi azzurri come il mare, una carnagione caffélatte, come avrebbe detto Alice, e in una chioma così bionda da far invidia anche ai paesi nord europei.

Immediatamente, oltre lo sguardo del ragazzo, sentì sulle sue spalle anche il peso delle occhiate insistenti di tutti gli studenti, soprattutto delle ragazze, che erano curiosi di sapere cosa sarebbe successo e se Potter avesse rivendicato ancora una volta il suo posto di primo corteggiatore.

«Ciao, Evans.»

Quella situazione era al di fuori della sua portata, anche troppo, eppure non sapeva come uscirne viva, così decise di comportarsi in maniera passiva-aggressiva, il suo biglietto da visita preferito: «Bishop.»

Alec sorrise passandosi una mano tra i capelli, e Lily non potè non pensare a come quel gesto fosse così sbagliato per quella persona e per quei capelli. Era solo uno colui che aveva il diritto di farlo, e quando riconobbe che quel qualcuno era niente poco di meno che Potter stesso, si chiese se ci fosse almeno una cosa di cui lui non fosse detentore.

«Gira voce che Potter e i suoi amici ti siano venuti a salvare durante le feste», disse mentre Lily stringeva la mascella cercando di placare l'istinto di mollare un pugno su quella perfetta di lui: «Volevo solo avvertirti che se tu avessi bisogno di essere salvata, potresti chiedere a me.»

Prima che Lily potesse anche solo aprire bocca e dirgli di andarsi a fare un giro nel paese di fanculandia, una terza voce la precedette.

«Io credo che la Evans sappia cavarsela meglio senza di te. Non perchè tutte le altre che ti porti a letto hanno un disperato bisogno di stare nella tua cerchia di predilette, significa che anche lei abbia questa necessità. Lei sa cavarsela e non ha bisogno di nessun tipo di aiuto.»

James poggiò una mano sul tavolo vicino al braccio di Lily e guardò l'altro con l'aria di uno che non ammetteva nessun tipo di replica.

Bishop lo fissò per qualche secondo e poi si concentrò su Lily: «Se dovessi avere bisogno di compagnia migliore, sai dove trovarmi.»

Potter si avventò quasi su di lui ma la mano ferma della ragazza sul suo braccio gli fece immediatamente cambiare idea.

«Non ne vale la pena», disse solo prima di alzarsi e uscire dalla Sala Grande con James al suo seguito.

***

Non ci volle molto tempo prima che la notizia dello scontro aperto tra Potter e Bishop si diffondesse tra i pochi studenti rimasti. Dopo pranzo aveva ringraziato il ragazzo per il suo aiuto imminente ma gli ricordò, che come aveva detto lui, lei non aveva bisogno di aiuto e tanto meno di essere salvata da qualcuno. Aveva annuito ed era salito nel dormitorio senza dire neanche dire una parola.

Si era poi andata a nascondere, letteralmente, in biblioteca, certa che nessuno l'avrebbe cercata e, con un po' di fortuna, neanche trovata. Non aveva voglia di incontrare nessuno, tanto meno uno dei ragazzi pronti a farle un'interrogatorio. Purtroppo però nè Merlino e nè Morgana avevano ritenuto che tale eventualità potesse essere evitata, infatti dopo dieci minuti dal suo arrivo si erano presentati Alice, Black e Remus, pronti per sapere cos'era successo.

«E quindi che ti ha detto?» Chiese Sirius giocando più con la piuma piuttosto che concentrarsi effettivamente su quello che aveva raccontato Lily negli ultimi venti minuti.

Alice lo guardò sbuffando e iniziò a rispiegare a macchinetta tutto l'incontro dei due.

Remus guardava l'amica con attenzione mentre fissava fuori dalla finestra, come se ci fossero milioni di cose più belle e interessanti di loro che erano andati a cercarla. Aveva la mascella contratta e il sopracciglio sinistro più alto di quello destro, era chiaro, anche ad uno poco attento ai particolari come Sirius, che c'era qualcosa di strano in lei. Sembrava combattuta ma Remus non avrebbe mai potuto affermare che fosse per quello di cui ormai tutta la scuola parlava.

La riservatezza era tutto per Lily e anche se quell'accostamento con Alice cozzava un po', a causa delle loro personalità, erano perfettamente ciò di cui aveva bisogno l'altra.

«Quindi ti ha offerto di stare con lui?» Chiese ancora Sirius con un'espressione disgustata.

«Per Godric, Black, certo che sei duro di comprendonio!» Alice gli sferzò una gomitata e si guadagnò un'occhiataccia da parte del ragazzo.

Lily si voltò verso i tre e sospirò, non capiva esattamente quale rivelazione da un milione di galeoni si aspettassero. Stava per i fatti suoi, era arrivato Bishop, poi Potter e si erano ringhiati contro come i cani. Non c'era nient'altro da raccontare, cosa volevano sapere più?

«E cosa ti ha detto James?»

Sirius sapeva benissimo come importunare qualcuno e in quel momento ci stava riuscendo perfettamente. Dal canto suo desiderava solo sapere come si fosse sentito suo fratello durante quei cinque minuti di gloria, quegli stessi minuti in cui Lily, la frigida Caposcuola, non lo aveva mandato a fare a quel paese. Era semplicemente assurdo e sembrava che nessuno se ne accorgesse. Anche James appariva poco entusiasta di fronte quella grande opportunità e voleva capire il perchè.

«Cosa avresti voluto che mi dicesse?» Chiese a sua volta Lily: «Gli ho detto di lasciar perdere quando gli stava per mollare un pugno e poi siamo andati via.»

«Questo lo so, voglio capire cosa vi siete detti durante il tragitto?»

Lily scosse la testa e si alzò posando il libro sullo scaffale vicino, recuperò la borsa e fece per allontanarsi: «Perchè non lo chiedi al tuo amico, Black?»

Così uscì dalla biblioteca e si rifugiò nell'ultimo posto dove a quell'ora nessuno l'avrebbe trovata, e quella volta per davvero.

***

Quando salì sulla Torre di Astronomia, non avrebbe mai pensato che seduto, con le gambe a penzoloni, ci fosse l'unica persona che avrebbe immaginato su un letto a fare un riposino. Trovare James Potter in un posto come quello era probabilmente una delle cose più strane che fossero mai successe ad Hogwarts.

Credeva infatti che in un posto come quello, dal quale Romeo aveva ancora un volta decantato il suo amore, non ci potesse essere lui. C'era un abisso di differenza tra Potter e il ragazzo che le stava entrando nel cuore senza avvisare o chiedere alcun tipo di permesso. Vi erano delle differenze sostanziali tra i due, il primo era frivolo, egoista e decideva per tutti, non accettava che gli venisse detto di no, e Lily sapeva benissimo cosa significava non accontentare il signorino, anzi lei dubitava addirittura che Potter sapesse cosa fosse l'amore. Non l'aveva mai visto con qualcuna che fosse fissa, con qualcuna per più di una settimana, era quel tipo di ragazzo che aveva bisogno di innamorarsi perdutamente di qualcuno per poter dire di aver provato veramente un sentimento così profondo.

Romeo, invece, era tutt'altra storia, era profondo, buono e gentile, aveva un cuore d'oro e lo si poteva vedere attraverso le sei lettere che le aveva già mandato. Non sapeva chi fosse, ma sapeva dentro di lei che meritava di essere ascoltato e, forse, amato.

Purtroppo per quanto lei desiderasse porre tutte le sue attenzioni su di lui, dovette riconoscere che fosse più difficile del previsto perchè a distrarla c'era Potter che la settimana prima si era presentato a casa sua per riportarla a casa, che non aveva fatto battutine stupide e che qualche ora prima l'aveva addirittura difesa sostenendo che lei non avesse bisogno di nessun altro se non di se stessa.

«Mi è stato detto di recapitartela», disse mantenendo tra indice e medio una busta molto familiare: «E mi è stato anche detto di non dirti nulla, quindi non lo farò e non provarci nemmeno Evans, il segreto morirà con me.»

Lily prese la lettera senza dire neanche una parola e si sedette poco distante da James.

«Ti lascio alla tua lettura, ci vediamo», salutò James scendendo le scale della torre per tornare dagli altri.

La ragazza aprì la lettera e con un sorriso sulle labbra si fece trasportare in quell'universo parallelo che aveva cominciato a piacerle sempre di più.

Cara Lily,

Avrei voluto iniziare la mia ennesima lettera parlando di te, ma a causa di ciò che è accaduto oggi non posso non farci riferimento.
Ho sempre ritenuto che Alec Bishop fosse un soggetto da tenere alla larga, più volte mi sono imbattuto in lui e più volte non è finita bene. Ero intento a pensare a come cominciare questa lettera quando ho sentito ragazzini più piccoli uscire di corsa dalla Sala Grande. Non ci ho dato molto peso ad essere sincero ma quando ho sentito il tuo nome vicino a quello di quel... di quello, ho abbandonato ogni mio buon proposito.
Non potresti mai immaginare cosa è successo dentro di me, perché se non ami una persona è difficile che tu senta il bruciore di stomaco provocato dalla gelosia. Sembra quasi che una lama incandescente ti stia attraversando le parti più vulnerabili del tuo corpo. Brucia tutto ma nonostante questo, l'unico istinto non è quello di spegnere l'incendio che prova a divampare dentro di te, ma vedere la fonte della tua gelosia fuori da piedi.
Questo sentimento prende le sembianze di un mostro, è una creatura piccola, bassa e con denti aguzzi, che con la sua risata ti schernisce facendoti sentire patetico; perché spesso essere gelosi appare quasi pietoso ma è impossibile non esserlo. Ti salta davanti ai piedi e ti addita con il dito affusolato mentre cerca in ogni modo di farti notare particolari anche poco rilevanti. Diventa tutto importante con quel mostro e ogni cosa ti porta a sentire qualcosa crescere dentro di te, ed è a quel punto che la gelosia ti guarda con un sorriso consapevole, perché arrivato a quel momento non c'è più niente che tu possa fare, diventi sua pedina, suo servo.
Non sai quanto io abbia desiderato sferrare un pugno a Bishop sul quel naso che crede perfetto, per rovinargli finalmente quel visetto da finto buono che si ritrova.
Ero pronto ad intervenire ma Potter è stato più veloce di me e forse non avrei potuto chiedere aiuto migliore. Per quanto lui sia mio rivale, perché cerca di conquistarti, ha eliminato un mio avversario e questo al momento mi basta. Non nego poi che vedervi andare via insieme ha riacceso quella miccia assopita.
Ho sempre creduto che non mi sarei mai innamorato, ancor meno di poter essere geloso.
Per Merlino, Lily, da quando ho capito che sei l'unica che voglio, io ho imparato cos'è l'amore, ma soprattutto la gelosia. Lo ritenevo impossibile e invece io ti guardo condurre tranquillamente la tua vita, con le tue amiche, e io vorrei esserci, vorrei poter essere quella persona che cerchi, che ammiri e con cui passi il tempo. Vorrei poterti abbracciare, rassicurare ma anche solo farti ridere, e io sarei il più felice del mondo perché la tua risata riempie ogni piccola parte di me.
Purtroppo non sono giunto ancora alla fine di questo strano percorso che ho deciso di intraprendere ma spero che questo momento arrivi il prima possibile perché ho bisogno di mostrarmi a te ed amarti incondizionatamente fino alla fine.

Con amore,
il tuo Romeo.

Lily fissò la lettera e la ripiegò su se stessa riponendola nella busta. Lasciò un bacio su questa e si concesse qualche minuto prima di ritornare al suo mondo grigio.

Non sapeva però, che sullo stipite della porta, Romeo la guardava innamorato, come la creatura più preziosa di questo mondo, con l'unica differenza che lei appariva tanto irraggiungibile quanto l'amore che provava nei suoi confronti.

S.A.🦋

Ormai sapete bene che quando inserisco lo spazio autrice è per avvertirti della pubblicazione di un'altra storia. Ebbene sì, sul mio profilo ne troverete un'altra. È una cosa nuova, diversa e sicuro lontana dalle altre ma vi consiglio di andare a dare uno sguardo, il contenuto potrebbe stupirvi♥️
Approfitto per ringraziavi tutti, senza di voi in brevissimo tempo non avrei raggiunto quasi le mille visualizzazioni, davvero grazie di cuore, sia a chi commenta, chi vota e chi mi supporta silenziosamente

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