Past
La verità è che non mi sono innamorata di lui attraverso le lettere, la verità è che non ho mai smesso di amarlo.
Poso le lettere sul tavolino, ma mentre mi rimetto a dormire bussano alla porta.
«Chi sarà mai a quest'ora?» dico tra me e me con la voce impastata dal sonno.
Apro la porta, e un soffio di vento gelido mi fa rabbrividire. Qualche gocciolina di pioggia si ferma sul mio viso, ancora bagnato dalle ultime lacrime.
«Ciao, scusa l'orario forse stavi dormendo ma.. - si sofferma sulle mie labbra gonfie, le guance arrossate, le ultime lacrime dolci amare scese e gli occhi rossi - che succede?» chiede salendo di uno scalino, appoggiando una mano sulla mis guancia.
«Non importa, non stavo dormendo. - dico scostandomi dal suo tocco - Comunque entra, ti stai bagnando tutto»
«Grazie» dice con fil di voce.
Mentre chiudo la porta lo vedo appoggiarsi al tavolo.
«Non pensavo di trovarti qui, non dovevi girare e pensavo fossi a casa»
«Io non ho una casa qui, in verità» incrocio le braccia al petto.
«Ma se ti va, potresti venire da me. Ho una stanza degli ospiti, è messa bene. Non è grandissima però per due..»
«Senti Cole, perché sei qui?»
Non voleva essere una domanda arrogante, ma più desiderosa di sapere.
«Voglio sapere perché fai finta di non conoscermi. Ci conosciamo da quando abbiamo 6 anni, abbiamo passato e fatto di tutto fino a 4 anni fa. Non voglio accusarti, perché ho rispettato e rispetto tutt'ora la tua decisione»
«Cole..»
«Fammi finere Lili. Ho bisogno di sapere perché hai fatto cosi. Se vuoi saperlo, nemmeno io pensavo di trovarti qui, però non posso farci niente. Ti prego, dimmi perché hai fatto finta di non conoscermi. Voglio solo quello da te, poi me ne andrò»
Lo guardo in tutta la sua interezza tra un respiro e l'altro.
Il nero gli donava, e anche i vestiti di Jughead. In realtà a lui dona tutto.
Ho un forte batticuore, elefanti nella pancia.
Vorrei sorridergli, dirgli che in quattro anni l'ho sempre pensato.
Che nonostante ci sia stata una piccola storia, non è servita a dimenticarmi di lui.
Vorrei dirgli che è tutto okay, che lo amo, che vorrei fare l'amore con lui come se fosse la prima volta.
Ma non riesco.
«Mi dispiace» dico guarda il pavimento, che improvvisamente è diventato interessante.
«Ma l'ho fatto per evitare le domande da parte di tutti, mi sembrava giusto cosi»
«Perché non dire che ci conosciamo e che siamo solo amici?»
«Non ci ho pensato» sussurro, è la verità.
Scuote la testa mentre si siede sul letto. Anche se si bagnerà non mi importa, non credo che dormirò ancora.
«La verità è che hai solo preso la strada più facile. Come quando mi hai lasciato, ce l'avremmo fatta sai?» sono parole piene di dolore. Ma questo non l'accetto.
Rido amaramente.
«Pensi sia stato facile per me? Non mi hai neanche chiesto il perché del mio atto, durante la telefonata. Non mi ha chiesto di ripensarci. L'ho fatto perché piangevo tutte le notti, siamo passati da vederci tutti i giorni, a baciarci e a ridere insieme tutti giorni per poi non vederci più. Era già tanto se ci parlavamo un'ora al telefono. Che senso aveva continuare così?»
«Non ti ho chiesto di rimanere, perché come ho detto a Dylan.. Se si ama una persona bisogna lasciarla andare. E io ti amavo.»
Amavo. Ti amavo. Al passato.
Ogni pensiero che avevo sulla possibilità di ricominciare una storia con lui, è svanita.
Trattengo le lacrime, non voglio piangere.
«Comunque, ricominciamo a parlare. Non ignoriamoci come abbiamo fatto fin'ora» sorride alzandosi dal letto.
Sforzo un sorriso, mentre alzo gli occhi per guardare i suoi. È ancora troppo alto.
Mi abbraccia. Circondo il suo collo con le mie braccia. Mi era mancato tanto.
«Lili - inizia allontanandosi, lasciando le mani lungo i miei fianchi - la proposta che ti ho fatto è ancora valida»
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