Hiromido
Caro Hiroto,
Ti scrivo questa lettera per dirti delle cose, che altrimenti, non avrei mai avuto il coraggio di dirtele a voce. Mi ricordo che da bambini giocavamo sempre assieme a calcio, alcune volte anche quando pioveva. Siamo sempre stati migliori amici molto legati, ma ha me non basta. Tu mi hai sempre aiutato quando ero in difficolta e per questo ti ringrazio, ma per una volta ti vorrei essere d'aiuto io. Mi sento solamente un codardo, non ho ne mai avuto il coraggio. Non riesco a togliermi dalla mente un giorno di tanti anni fa, quando siamo diventati amici. Al mio arrivo all'orfanotrofio ero sempre rimasto isolato dagli altri, limitandomi a dare calcio al pallone per farlo finire contro un muretto. Quel giorno, però, successe qualcosa di diverso dal solito: tu ti sei avvicinato, hai prese il pallone da terra e hai detto sorridendo " Giochiamo assieme? ". Da quel momento siamo diventati inseparabili, ma alla Alius Accademy ci siamo molto allontanati. Non ci parlavamo quasi mai, a volte succedeva che non ti vedevo per giorni. Ogni volta che ti vedevo con Yagami, sentivo la gelosia crescere sempre di più dentro di me. Ero consapevole del motivo, certo, ma questo mi faceva stare sempre più male. Tutti se ne sono accorti che ormai non ti considero più il mio migliore amico, tu invece Hiroto non hai ancora aperto gli occhi sulla verità. Ho deciso di andarmene, restare per è diventato doloroso: vederti ogni settimana con una ragazza sempre diversa è una cosa che non posso più sopportale, mi dispiace. È, se non hai ancora aperto gli occhi, ci penso io a farti capire: ecco, vedi, dalla prima volta che mi hai sorriso io mi sono perdutamente innamorato di me. Non venirmi a cercare, renderesti le cose più difficoltose. Ti amo Hiroto, addio.
Per sempre tuo,
Midorikawa
Pioveva, anzi diluviava, ma continuavo a correre determinato a fermare la pazzia del mio miglioro amico. Era uno stupido, ecco cos'era. Allo squillare del mio cellulare lo tirai fuori dalla tasca e, dopo aver visto il nome di Nagumo, risposi:<< Che vuoi Nagumo, sono occupato! >> ero consapevole di aver usato un tono abbastanza brusco, ma non ero in me per niente. << Ehi fiametta dove cavolo sei con questo diluvio, Yagami è letteralmente impazzita dalla preoccupazione e continua a gridare " Oh dove il mio Hiry, o povero con tutta questa pioggia sarà fradicio come un pulcino" >> mi informò imitando alla perfezione la voce della mia migliore amica, sbuffai << Sto cercando di impedire a quell'idiota di fare un grave errore >> li risposi, intanto riuscii a salire all'ultimo momento su un pullman che portava alla stazione. << Stai andando dal tuo amato Midorikawa neh...oh quando Yagami lo scoprirà >> ridacchiò Nagumo divertito << Che intendi dire? Yagami mi ha sempre considerato solo come un caro amico? >> li domandai abbastanza confuso. << Hiroto tu hai per caso delle fette di tacchino ( Nicky ehehehe ) sugli occhi! Lo ha capito pure Mark! >> mi gridò contro lui, usando un tono tra l'incredulito e l'esasperato. << Lasciamo stare, sto per scendere dal pullman, se tutto va bene io e Midorikawa saremmo a casa tra due ore >> detto questo attaccai, senza attendere la risposta di Nagumo. Appena i miei piedi si posarono sulla strada, scattai più velocemente possibile verso l'entrata. << Midorikawa-Kun! >> gridai appena vidi la sua chioma verde, lui si girò di colpo guardandomi con gli occhi neri sgranati dalla sorpresa. l'avevo fermato prima che potesse entrare nella stazione, menomale che era venuto a piedi se non lo avrei mai potuto raggiungere. << Hiroto? Che ci fai qui? >> mi chiese confuso Midorikawa stringendo la prese sulla valigia. << Tu sei proprio un idiota >> lo rimproverai, poi mi avvicinai finché non fummo a pochi centimetri di distanza. << Io non ti ho mai considerato il mio migliore amico >> li dissi divertito, vidi i suoi occhi diventare lucidi << Ti ho sempre considerato, dento di me, la persona che amo. Anch'io provo i tuoi stessi sentimenti, baka che non sei d'altro! >> detto questo lo baciai prendendolo per i fianchi. << Così è molto meglio >> ridacchiai sentendo la sua frase, poi ricominciai a baciarlo.
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