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To Cato from Katniss

Caro Cato,
è passato molto tempo dall'ultima volta in cui i nostri sguardi si sono incrociati. Ricordo bene quel giorno: avevo una freccia puntata verso di te, ed il tuo braccio era stretto attorno al collo di Peeta. Lo stavi soffocando. Eppure non riuscivo a decidermi a scoccare quella dannata arma contro di te. Più ti guardavo, più le forze mi venivano meno. Poi tu hai parlato. Hai fatto quel discorso sul fatto che eri già morto, ed in quel preciso istante ho capito che avevi ragione, che tutti noi, dopo un'esperienza del genere, eravamo morti dentro. E così ho tirato, per ben due volte, esaudendo il tuo ultimo desiderio. Mentre ti fissavo, giusto un istante prima che la mia seconda freccia si conficcasse nel tuo cranio, ho deciso inconsciamente che mi sarei battuta per far sì che la morte di tutti voi non fosse stata vana. Esatto: in quell'istante sono diventata la Ghiandaia Imitatrice, non quando ho offerto quelle maledette bacche a Peeta. Sono trascorsi sedici, quasi diciassette anni da quel momento che non scorderò mai, ed ancora lo sogno, perché in quel preciso istante la mia vita è cambiata per sempre. Questa lettera probabilmente non giungerà mai a destinazione, ma ho bisogno di sfogarmi, di dirti ciò che ho tenuto per me durante tutto questo tempo. Ho deciso di farlo ripercorrendo la storia del nostro incontro, dall'inizio alla fine. Mi ero appena offerta volontaria per prendere il posto di mia sorella agli Hunger Games, e stavo guardando le mietiture in TV. Ad un certo punto, ho visto un ragazzo alto, biondo e con due magnetici occhi azzurri farsi avanti, gridando la stessa frase detta da me poche ore prima: "Mi offro volontario come tributo!". Eri un Favorito, c'era da aspettarselo, ma rimasi comunque sorpresa dal gesto che avevi compiuto. Il tuo sguardo impassibile, glaciale, mi aveva bloccata, ed aveva fermato il tempo. Ti guardai intensamente, cercando un segno, anche minimo, che mi facesse intuire la tua paura, ma non captai nulla. Il tuo viso mi rimase talmente impresso nella memoria che fu addirittura il protagonista di uno dei miei incubi, anche se non era propriamente così. Quando mi svegliai, provai a cancellarti dalla mia mente per concentrarmi sulle strategie di sopravvivenza. Incredibile a dirsi, funzionò. Almeno fino alla fine della Cerimonia di Apertura, quando i nostri occhi si incrociarono, quella volta per davvero e non attraverso uno schermo TV. Rimasi senza fiato. Provai un turbinio di emozioni, proprio come la sera prima. Avevi uno strano effetto su di me, un qualche tipo di potere che forse non sapevi neanche di possedere. Il tuo volto tormentò il mio sonno, quella notte. A volte mi svegliavo di soprassalto, facendo poi molta fatica ad addormentarmi. Non ero pronta a rivederti all'addestramento. Infatti, quando i nostri sguardi si incontrarono anche lì, come avevo previsto, distolsi immediatamente il mio, sbattendo alcune volte gli occhi per non cadere di nuovo nello stesso baratro delle due notti precedenti. Inutilmente. Ogni singola volta che abbassavo le palpebre, mi trovavo di fronte alle tue iridi, azzurre come il ghiaccio. E così trascorsi le mie notti, fino alla sera delle interviste. Mi aspettavo di essere osservata dalla maggior parte dei tributi a causa del mio punteggio, ma quando tu mi posasti gli occhi addosso, non sembrava volessi sfidarmi. Era un'occhiata piena d'ammirazione, e ricordo che mi rivolgesti pure un mezzo sorriso, che presi come una sorta di complimento, anche se non ho mai capito se riguardasse il mio undici o l'abito che indossavo. Magari tutti e due, chissà. Purtroppo non lo potrò mai sapere. Il giorno dopo, fummo spediti all'interno dell'arena. Ero terrorizzata, inutile negarlo, in special modo da te. Non ero ancora riuscita ad inquadrarti come gli altri, perciò non sapevo cosa aspettarmi da parte tua. Scappai il più velocemente possibile dal bagno di sangue, mettendo più distanza che potevo tra me e la Cornucopia. O meglio, tra me e te. Nelle settimane seguenti, pensai unicamente alla mia sopravvivenza, ed in seguito anche a quella di Peeta. Poi giunse il giorno del festino, quello in cui perdesti la tua compagna di distretto, Clove. Stavo correndo in mezzo ai boschi, diretta alla grotta che condividevo con l'altra metà degli Innamorati Sventurati del 12, quando andai a sbattere contro di te. Questa scena non è stata mostrata, e so il perché. In quel momento ero vulnerabile, e tu avresti potuto approfittarne per colpirmi... ma non lo facesti. "Va', Ragazza di fuoco. Sei troppo importante per andartene in questo modo. Sei troppo speciale per morire." L'ultima frase la sussurasti appena, ma io la sentii benissimo. Ciononostante, non riuscii a credere alle mie orecchie. Dopo tutto quel sangue di cui ti eri sporcato le mani, mi risparmiavi senza pensarci due volte. Non ho mai dimenticato quel gesto, né lo farò mai. È stato il primo segno di ribellione alla capitale dopo settantaquattro anni: il rifiuto di uccidere. Ecco il motivo per cui quella scena è stata eliminata dallo show. L'ultimo incontro reale tra noi è avvenuto la notte dello scontro finale, ma io continuo a rivederti nei miei sogni. Sei una delle persone che occupa più spazio nella mia mente. Lo dimostra anche un fatto accaduto qualche giorno fa. Stavo guardando fuori dalla finestra Peeta che giocava con Mitch Rye quando, improvvisamente, mia figlia, Primrose Willow, mi chiama. Tiene in mano il libro sui caduti che io, mio marito ed Haymitch abbiamo scritto in memoria di tutti voi. "Mamma, chi è Cato?". Quattro banalissime parole che mi hanno fatto tornare in mente valanghe di ricordi. Avrei potuto parlarle per ore ed ore, raccontarle tutto quello che ti ho scritto qui, ma le ho semplicemente risposto: "La persona che mi ha dato l'aiuto più grande che potessi avere". Ed è proprio così. È stato il tuo gesto a fomentare la rivolta, non il mio. Le tue parole hanno smosso qualcosa nel cuore degli abitanti dei distretti, al contrario del mio mutismo, e per questo ti devo ringraziare. Ora è meglio se vado a dormire, perché è notte fonda, ma prima volevo raccomandarti di badare a Prim, a mio padre ed a tutte le altre persone che hanno contribuito, anche solo in minima parte, alla rivoluzione. Grazie di tutto, Cato. So che un giorno, in Paradiso, ci rivedremo. Aspettami.
                                      Tua, Katniss.
P.S.: ho appena dato un'occhiata al cielo, ed ho visto una stella brillare più fulgida delle altre. Significa che hai ricevuto il mio messaggio?





A/N: Ed eccomi tornata con questa nuova idea, che mi è venuta in mente solo ieri. So che è qualcosa di visto e rivisto, ma dovevo farlo, caPEETemi! Allora, che ne pensate della prima lettera (che, ovviamente, è una Catoniss)? Cercherò di aggiornare giornalmente, ma non posso promettervi nulla, anche perché questo venerdì inizia pure il corso di cinese. Ad ogni modo, spero di aver reso i personaggi abbastanza IC e di non aver esagerato col momento "What if". Sono ansiosa di ascoltare i vostri pareri. A presto! Baci!

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