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2x05. Miranda

[Nota Autrice: le parti presenti tra i due trattini avranno una narrazione diversa].
-Dove sono? Accidenti, è tutto così strano. Questo posto in lcuni momenti sembra il collegio, in altri sembra casa mia... eppure è tutto in bianco e nero. Se non fosse per il fatto che non ho più un corpo credo che qui avrei freddo, fame e sete... o almeno è quello che sente la mia anima.
Ma chi è quella ragazzina? Se ne sta lì, per terra, ha le labbra secche e trema come una foglia. Povera piccola: mi sembra di vedere mia sorella Maya, in questo momento.
Mia sorella... ma certo! Quella ragazza è la sorella di Luna, la figlia della signora Victoria! C'era una sua foto sulla scrivania della direzione! Devo raggiungerla, subito!
Miranda! Piccola, täai bene?
"Chi è lei?"
Sono Federico. Non aver paura, piccola, sono qui per riportarti a casa.
"Mamma! Luna! Alessio!"
Li rivedrai presto, Miranda, non temere.
"Mi mancate tanto."
Shh... andrà tutto bene, piccola... andrà tutto bene...-
"Ehi, bambini, buongiorno!" esclamò Luna, cercando di rincuorare i piccoli ospiti della Mastery. "Guardate cosa vi ho portato?" E posò un vassoio accanto a loro.
"Ciao" sussurrò Thomas, mestamente.
"Piccolo..." gli disse Luna, "tuo fratello è un miracolo. Vedrai che andrà tutto bene... e intanto dobbiamo cercare di continuare con la nostra vita, per le persone che amiamo."
"Hai ragione, Luna... però mio fratello mi manca tantissimo" sussurrò Thomas. "E ho paura di non rivederlo mai più."
Luna sedette accanto al piccolo.
"Non dobbiamo mai dimenticare le persone che amiamo e che ci amano... e non dobbiamo mai perdere la speranza, finché qualcuno non ha scritto la parola "fine"! Vostro fratello ha bisogno anche di voi per trovare il coraggio di lottare, sapete? E Flor... Flor aspetta il vostro nipotino o la vostra nipotina. È come se una parte di lui fosse qui con voi, adesso..."
"È vero, però è stato brutto separarsi" sospirò Martin.
"Facciamo una cosa. Ora facciamo colazione, poi venite con me e prepariamo qualcosa di buono per Flor."
I ragazzi iniziarono a mangiare, un po' di malavoglia, ma la mano esperta di Luna in cucina poté scaldare e addolcire quei cuoricini feriti.
Si diressero tutti e tre in cucina, pronti a preparare un dolce per Flor. Mentre Luna spiegava ai ragazzi cosa fare li raggiunse anche un più che raggiante Alessio, che portava un mazzo di fiori per Luna e dei regali per i Fritzenwalden.
"Amore! Accidenti, sei carichissimo!" esclamò Luna, aiutandolo a mettere via i pacchetti.
"Buone notizie in arrivo!" esclamò Alessio, dandole un bacio sulla guancia per non "dare spettacolo" davanti ai due ragazzini. "Matias ha consejnato il documento per la delega della tutela e dalle verifiche preliminari sembra che il documento possa essere approvato!"
"Quindi i ragazzi potranno restare con noi?" chiese Luna.
"Non cantiamo ancora vittoria, ma forse sì!" esclamò Alessio.
"Oh, amore mio! Ti amo, ti amo, ti amo!" esclamò Luna.
"Oh... scusatemi." sussurrò Flor. Vedere una coppia così affiatata e felice le fece bene e male al contempo. Bene, perché le coppie che si amano come si amavano Luna e Alessio meritavano di essere felici. Male, perché avrebbe voluto essere al posto di Luna e che il suo unico amore fosse al posto di Alessio.
"Flor... buongiorno. Come ti senti?" chiese Luna, facendole cenno con la mano affinché si sedesse.
"Io... io ero venuta per ringraziarvi." disse piano Flor. "È stato bello da parte vostra prendere sotto l'ala i miei bambini... davvero!"
"Ma ti pare?" disse sorridendo Alessio. "Piuttosto: come ti senti?"
"Un po' stordita... però bene." rispose Flor, con voce tremante ma abbastanza calma.
"Mi dispiace, Flor" disse Alessio. "Io..."
"Ma che dici? Siete una coppia meravigliosa!" esclamò Flor.
"Siediti, Flor" la esortò nuovamente Luna, stavolta a parole.
La ragazza si lasciò cadere dolcemente su una sedia, accarezzandosi il ventre.
"Buongiorno, principino della mamma" sussurrò, passandosi le mani in quella zona.
"Sai già che è un maschietto?" chiese Luna.
"Non lo so, veramente... però... beh, sento che è così. Forse sono due, ma tra quei due io so che c'è un bambino." spiegò Flor.
Pensando al bambino che cresceva nel suo ventre, dopo una notte di tensione e lacrime, spontaneamente sorrise.
"Ho sentito quello che dicevate dei ragazzi... non so come ringraziarvi, davvero" disse Flor, riconoscente.
"Sono dei bravi bambini... vanno protetti!" esclamò Luna, decisa, per poi tornare a rivolgere lo sguardo verso Thomas e Martin, impegnati a mescolare un impasto in un tegame. "Ma siete davvero bravissimi!"
Improvvisamente Lucilla fece irruzione in cucina.
"Ragazzi! Andate a nasconderêi, presto!" esclamò. "La vedova ufficiale è qui fuori!"
Flor afferrò le mani di Thomas e Martin e, scortata da Luna, si diresse nello scantinato. I gemelli non c'erano, Roberta e Dominique erano uscite con Sandra, che stava €rcando lavoro, Ramiro era con Amélie, che lo stava accompagnando da suo padre, Maya era chiusa in sala musica e si era rifugiata sotto il tavolo e Greta era a casa della direttrice, che cercava di calmarla, aiutata da Guglielmo, Diego e Rita.
"Miei pampini! Se streca catsiva loro prentere lei mantare in collegio... però no collegio con direttora puona come Frau Victoria..."
"Oh, la prego, stia tranquilla, Greta" disse Victoria, versandole un po' di camomilla calda in una tazza e sedendole accanto. "Vedrà che quando sarà il momento Felipe arriverà con i documenti e la tutela passerà a voi... e poi quei bambini hanno bisogno d'affetto, non di regole ferree e punizioni."
"Signora delle signore, signora Victoria" disse Rita, "se vuole io posso andare a controllare la situazione in collegio insieme al caro Diego, mentre lei e Guglielmo restate qui a tenere compagnia alla cara Greta!"
"Credo che tu abbia ragione, Rita." le rispose Victoria. "Ma non date troppo nell'occhio e state attenti. Questa Delfina è infida e sua madre peggio ancora, visto che il signor Federico si è tanto raccomandato di tenerle lontane da Florencia e i ragazzi."
In effetti Delfina, seguita a ruota da sua madre e dal loro cagnolino da compagnia Bonilla, raggiunta Lucilla iniziò ad inveire contro di lei. La ragazza, però, ormai temprata dalle sofferenze causatele dalla gemella, le rispondeva a tono, con una calma quasi tagliente.
"Di' un po', protettrice di mocciosi: dove sono il piccolo cardo e quei due ragazzini?"
"Primo: come si permette? Secondo: questa è proprietà privata di Felipe Segundo De La Fuente e lei ha fatto irruzione. Terzo: chi sono queste persone?" chiese Lucilla, fingendo di non sapere che Flor avesse quel soprannome.
"Due ragazzini sotto la mia tutela sono scappati da un collegio nel quale IO avevo deciso di mandarli e sicuramente una ragazza immonda, il piccolo cardo, li ha aiutati a fuggire!"
"E chi le avrebbe detto che i ragazzi e questa signorina sono qui?" le chiese Lucilla, decisa. Prima regola: mai mostrarsi timorosi di fronte a un nemico. Gliel'aveva insegnato, suo malgrado, Renata.
"Lo so e basta!" sbottò Delfina.
"Ma pensa! Lo sa e basta! E da quando si può irrompere in una proprietà sulla base di supposizioni?" l'apostrofò secca Lucilla.
"Senti, ragazzina... mi stai facendo innervosire! Dimmi dove sono il piccolo cardo e i mocciosi, altrimenti io..." cominciò Delfina, ma non fece in tempo a finire la frase.
Eusebio, infatti, strisciando furtivamente alle spalle di Delfina, schioccò le dita e trasformò lei, Malala e Bonilla in tre topi.
"Senza offesa per i topi!" esclamò. Il suo cambiamento era stato radicale: ora anche il solo fatto che qualcuno parlasse male di persone innocenti lo faceva innervosire.
"Bel colpo, saggio" disse Lucilla, e, senza alcuna difficoltà, afferrò i tre topini e li chiuse in una scatola con dei fori, in modo che potessero respirare.
"Finché non arriverà il giudice voi tre resterete qui!" esclamò, decisa. "E so che mi capite... lo so perfettamente!"
"Tieni i tre ratti lontano da Thomas."
Questo Eusebio lo disse sottovoce: erano pur sempre topi antropomorfi!
"Perché?" chiese Lucilla.
"Al piccolino piace giocare con i topi" rispose il Saggio.
Il "piccolino", in quel momento, era stretto tra le braccia di Flor, terrorizzato.
"Ho paura" sussurrò mentre si aggrappava a lei.
"Tranquillo, tesoro mio, andrà sutto bene" gli disse piano la ragazza.
Poi, improvvisamente, alle loro spalle si udì un rumore, come se qualcuno fosse passato alla velocità della luce da una parte all'altra dello scantinato, e difatti comparve dal nulla una ragazzina intimorita e intirizzita. Thomas e Martin fecero per lanciare un grido, ma Flor, con grande prontezza di riflessi, coprì loro la bocca.
"Ahi..." sussurrò, mentre le compariva addosso un pigiama colorato.
"Dove sono?" chiese piano, guardandosi intorno. "Oh... questo è lo scantinato. Ma che ci faccio qui? E voi... chi siete?"
"Io sono Florencia" sussurrò Flor, "e loro sono Thomas e Martin."
La ragazzina si portò una mano alla fronte, come se quei nomi le ricordassero qualcosa.
Luna, che era stata avvertita da Lucilla dello scampato pericolo, andò nello scantinato a recuperare Flor, Thomas e Martin.
"Ragazzi, potete..." disse. Poi, sconvolta e commossa, esclamò: "Miranda!"
"Luna! Oh, sorellina!" esclamò la piccola, alzandosi da terra e gettandosi tra le braccia della sorella maggiore.
"Mi sei mancata! Mi sei mancata tanto, tesoro!" esclamò Luna, abbracciandola forte.
"Lei è tua sorella?" chiese Flor.
"Sì... è mia sorella!" rispose Luna, abbracciando forte Miranda, ancora scossa dai brividi. "Vieni, piccola, vieni... Victoria e Alessio devono vederti... e poi ti devo raccontare tante cose! Oh, scusa, forse vuoi riposare un po'!"
"No, no... voglio vedere la mamma e Alessio!" esclamò Miranda. "Voi venite con noi, vero?"
"Ma certo... così rassicuriamo anche Greta, poverina" rispose Luna.
Un altro nome che le era noto. Miranda si sfregò la fronte con il dorso della mano destra, pensierosa.
"Stai bene, tesoro?" chiese Flor, preoccupata.
"Sì... è che... questa volta qualche ricordo dell'altra dimensione mi è rimasto." le rispose Miranda... poi si morse la lingua: forse quelle tre persone non sapevano cosa fosse, l'altra dimensione.
"Stai tranquilla, piccola. Loro sanno tutto" rispose Luna, rassicurante.
"Cosa ricordi?" chiese Flor, sentendo il cuore sul punto di esplodere.
"Ricordo la voce di un uomo. La sentivo nella mia testa... era una voce gentile, rassicurante. Non vedevo né un volto né un corpo, ma ho sentito un abbraccio... e questa voce che mi raccontava della sua famiglia... diceva che la donna che amava... gli mancava tanto... e che si chiamava... Flo... Flor... Florinda... o..."
"Florencia!" esclamò Martin.
"Sì... sì, esatto!"
"E cos'altro?" chiese Flor.
"Mi ha detto che ha cinque fratelli e che avrei rivisto presto, Luna, Alessio e la mamma. Mi ha detto il suo nome... e... a proposito... posso chiederti un favore, Luna?"
"Certo." rispose la donna.
"Se dovessi mai avere un bambino, il nome posso sceglierlo io?" chiese Miranda.
"Per me va bene. E comunque... @he ne sai che aspetto un figlio?" chiese Luna.
"Non lo sapevo" rispose Miranda.
"Beh, dai... andiamo di sopra, così parliamo meglio!" esclamò Luna, che non osava lasciar andare sua sorella per paura di vedersela sfuggire di nuovo dalle braccia.
Si diressero tutti verso casa della signora Victoria. Fu lei stessa ad aprire la porta, e, senza riuscire a mantenere il suo proposito di farle una sorpresa, Miranda si gettò tra le sue braccia.
"Mamma!" esclamò, scoppiando a piangere.
"Amore mio!" esclamò Victoria, stringendosi forte a lei. "Alessio! Alessio, vieni... guarda chi c'è!"
L'uomo entrò di corsa e, senza dire nulla, si aggregò all'abbraccio, nel quale Miranda attirò anche gli altri presenti, compresa quella donna che non conosceva, ma che le sembrava dolcissima.
Quando la commozione generale si fu un po' placata, Miranda guardò Alessio e Luna.
"So che presto diventerò zia!" esclamò, sorridendo.
"E come hai fatto a saperlo?" le chiese il fratello.
"Ho chiesto una cosa a Luna e lei me l'ha detto" spiefò Miranda.
"Ovvero?" chiese Victoria.
"Se posso... vorrei essere io a scegliere il nome di mio nipote. Se voi volete, è ovvio..."
"Ma guarda! La piccolina non è neanche arrivata e già detta legge!" esclamò Alessio in tono giocoso.
"Eddai, dico davvero!" sospirò Miranda.
"Ehi, lei è mia sorella e un po' anche la tua, quindi ne ha il diritto!" esclamò Luna.
"E va bene" finse di capitolare Alessio, mentre Flor, Thomas, Martin e Greta guardavano in rispettoso silenzio quel simpatico e al contempo tenero quadretto familiare.
"Che nome vorresti dare al piccolo, Miranda?" le chiese Luna, cingendole le spalle con un braccio.
"Federico." rispose Miranda.
Flor, non riuscendo più a trattenersi, corse ad abbracciare Miranda e le sussurrò: "Grazie!"
Greta, Martin e Thomas, non riuscendo a parlare, si strinsero tra loro, commossi. Il loro fratello, Herr Federica, il signor Freezer, non era condannato: era solo... in missione!

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