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paura di (dimenticar-ci)


Quando ero piccola ho chiesto a mio padre se avesse paura dei coccodrilli e lui mi ha detto di no, lasciandomi stupita. Gli ho chiesto, allora, di cosa avesse paura, e lui ha detto "di cose che non si possono prevedere".


Non l'ho capita, ho pensato.

Non so quantificare quanto tempo sia passato da allora, forse quindici anni, forse di meno, forse di più. So che ero ancora alta più o meno quanto le sue gambe e lui mi sembrava l'uomo più alto del mondo.

Non so perché io gli avessi fatto quella domanda. So che l'ho capito.

Qualche anno fa avrei detto di aver paura di assomigliare a lui a mia madre, ero in quel periodo della vita in cui ci si vuole convincere di non avere radici, ma soltanto ali.

Oggi so che servono radici per avere ali, e che è inevitabile assomigliare ai miei, e che forse, non è neanche poi così male. Sono contenta, alla fine, di avere il viso di mia madre e la gestualità di mio padre. Sono meno contenta di alzare i toni come lei o di risultare apatica come lui.

Qualche anno fa avrei anche detto di avere paura di morire. Credo avesse a che fare ancora con le ali e con le radici, la mia paura di morire. Passavo ore a chiedermi cosa sarebbe successo, se una macchina mi avesse investita mentre attraversavo la strada con la mia solita disattenzione. Chi mi avrebbe pianta,e quanto ci avrebbero messo a dimenticarmi.

Avevo anche paura degli specchi, di vedermi, e di guardarmi. Di trovare nel riflesso tutti quei difetti che, lo sapevo, mi avrebbero tolto il fiato per qualche minuto. Avevo paura di riconoscere nel mio riflesso un essere naturalmente imperfetto.

Oggi non lo so di cosa ho paura.

Forse non sono diversa da mio padre in quella vita precedente.

Ho paura di dimenticare.

Ho paura che un giorno mi sveglierò e non ricorderò nulla di quei tramonti in riva al mare in quel posto che ho sentito come casa fin da subito, che non ricorderò cosa significhi ridere fino ad avere mal di pancia e che non ricorderò nulla di quanto sia meraviglioso e strano il mondo quando hai appena compiuto vent'anni.

Ho paura di dimenticare quegli occhi verdi e quei baci al buio, quel suo modo di guardarmi e farmi dimenticare che, un tempo, ho avuto paura degli specchi e di non essere abbastanza. 


Ho paura di trovarmi attorno agli occhi delle rughe così profonde da non sembrare vere, e di guardarmi attorno ed essere sola. Di non essere più in grado di badare a me stessa, e non aver nessuno accanto a me. 

E poi, ho paura di non essere più in grado di badare a me stessa, e di pesare su chi amo.

Ho paura di trovarmi attorno agli occhi delle rughe così profonde da rendermi tale e quale a mio nonno, con i suoi toni scocciati e scoccianti e i suoi rimproveri, la sua realtà parallela in cui io non esisto ma sua madre sì, e tornerà a casa presto, vedrai.

Ho paura di sentire ancora nel petto il vuoto che ho sentito quando lui è volato via, ma ho anche paura di non sentirlo mai più, di non volere così tanto bene a qualcuno da sperare di soffrire il triplo io, purchè per lui tutto cessasse. 

Ho paura di non ricordarmi come stavo quando credevo che il mondo fosse ridotto a un lui che mi sembrava l'unico lui che avrei mai voluto accanto nella vita, di dimenticarmi come nei suoi racconti ci fosse un mondo intero che era solo mio, di come in certi momenti fatti semplicemente di complicità si potesse chiaramente respirare l'infinito di un legame a cui non abbiamo mai dato un nome, perché l'unico nome che una cosa del genere potesse avere, è un nome che fa paura. 


E poi, ho paura di dimenticarmi di tutto quel dolore che ha lasciato lì, sul comodino, lasciando che ci facessi i conti io per dei mesi. Ho paura di dimenticarmi della rabbia che ho provato trovandomi ad osservare la sua nuova vita da lontano, ho paura che un giorno sarò davvero così sola come mi sono sentita in quel momento.

Mio padre aveva paura di cose che non si possono prevedere, io ho paura di dimenticare.

Dimenticare pezzi di vita che oggi o ieri mi sono sembrati fondamentali, dimenticare certe sensazioni e certi colori. Ho paura di dimenticarmi di tutti quei pezzi di me sparsi in giro per le città, di tutti quei posti che mi hanno fatto battere il cuore.

Ho una serie di paure, e riguardano tutte me.

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