Cara Umanità, 

Giorno dopo giorno vi ho visto morire, soffrire, e per mano di chi? Per mano del vostro specchio.

Siete eguali, eppure vi convincete del contrario.

Siete diversi e affascinanti proprio per questa diversità, eppure non volete ammetterlo.

Siete liberi in tutti i sensi, eppure vi incatenate per non ottenerla.

Dentro di voi siete affascinanti, siete completi, eppure mostrare questa completezza vi terrorizza.

Siete desiderosi di morte, morte, morte, mai vi accontentate, eppure quando questa si palesa provate orrore.

Vi ho visti, mentre morivate, mentre continuavate ad uccidervi, spaventati dall'ombra, dalla luce e dalla vita stessa a cui vi rifugiate.

Tanti sono gli orrori che ho visto, tante sono le forme di vita che ho visto morire senza ragione.

Cosa dovrei provare?

Ira?

Tristezza?

Compassione?

Si, questa sensazione, questa sofferenza, è compassione, empatia per...

Per...

Per la vita stessa?

No.

Per coloro che possono comprendere la natura e lo stato di vita e di morte.

Per gli umani.

Lacrime.

Sangue.

Morte.

Vita.

Dolore.

Queste sono parole, parole che voi avete creato.

Parole per descrivere sensazioni che avete provato.

Fascino.

Trovo fascino in voi, per come vedete il mondo.

Per come plasmiate il vostro destino.

Ed è proprio il destino che mi affascina, non solo lo plasmate, ma potete sempre mutarlo, potete sperare in un cambiamento.

Sperate quando non rimane altro.

Sperate, quando il futuro è sicuro.

Sperate per alleviare il dolore.

Sperate per tornare a sorridere.

Sperate.

Vostro 

Cielo