Atti finali
Atto1
BRI:
Mi sono salvato, cazzo, mi sono salvato e non me ne rendo conto neanche a distanza di un anno, il peggio è passato.
Ma tu, Crezia con i tuoi capelli turchesi, dove sei finita? Ti cercherei ovunque ed è quello che farò, ancora me li ricordo i nostri corpi intrecciati su quel letto in quel bilocale.
Mi manca il tuo calore e quando ti dicevo "sorridi ancora amore che il peggio è passato" (FM) e tu mi rispondevi che non c'è limite al peggio, che il peggio regna qua insieme a noi e che noi siamo il peggio di noi stessi. Le tue cicatrici che baciavo sempre ... Cristo, quanto mi manchi e sapere dove sei finita mi fa dannare.
Il nostro amore grande e incondizionato che fine ha fatto?
Sono scappato perché pensavo che una vita con Pasin sarebbe stata meglio per te, ma non ce la faccio, ricordo a malapena il sapore dei tuoi baci, ricordo a malapena il calore del tuo corpo che desidero ardentemente, così dannatamente.
Sono seduto su un marciapiede e bevo una birra, ma neanche la birra ha lo stesso gusto da quando ti ho lasciata andare.
Vado avanti e indietro e penso a dove potresti essere, non più nell'appartamento da quando Shine si è sposata e se ne è andata.
L'unico posto che mi viene in mente è Durazzo, anche Pasin è sparito dalla circolazione , non puoi essere che lì.
Così racimolo tutti i miei risparmi e parto Durazzo.
Oh cazzo, Crezia mi fai sempre impazzire pensavo che in un anno ti avrei dimenticata, ma non si dimenticano mai i grandi amori, non perdono mai i grandi amori. Mi sei scivolata dalle mani, vorrei che questa notte tu scivolassi sulle mie mani. Sei il più grande sogno e il più grande incubo.
Non ero mai salito su un aereo e il decollo trattiene il cuore così come tu Crezia hai trattenuto il mio durante tutto questo anno.
Sei la forza che mi è rimasta ci ho provato a non cadere negli stessi vizi, è stata dura per colmare il tuo vuoto ma ce l' ho fatta.
E mentre viaggio ascolto Fabrizio Moro così come piaceva a noi." Io so solo che è la tua canzone e parla di te" (FM) parla di te, parla di te ...
Il viaggio non è stato lungo. Mi faccio portare a Durazzo. Ma dove ti trovo, dove ti posso trovare? Così decido di camminare sulla spiaggia son la mia chitarra in spalla.
Senza te non è la stessa cosa, i ricordi non svaniscono. Dove cazzo sei Crezia?
Osservo il mare e penso alla salsedine che brucia, penso al mio cuore, io mi scordo di dimenticarti. Come ho fatto tutto questo tempo senza di te? Chissà se tu mi ami ancora o sei caduta tra le braccia di Pasin. Ma è giusto così, io troppi vizi, troppi sbagli, tu un'anima in pena che può essere controllata solo uno come lui.
Cammino, cammino vedo case, pescatori ma di te, Crezia ancora niente.
Sono perduto o solo fortunato?
Da lontano scorgo qualcuno di familiare, riccio seduto con la chitarra in mano .
Corro lungo la distesa di spiaggia, mi avvicino sempre di più..
Corro, corro per te Crezia, corro, per non perderti e mi pian piango piango perché se c'è lui ci sei anche tu e io muoio e io muoio dannazione.
La figura si alza, lascia cadere a terra la chitarra, cade in ginocchio e mentre corro sento le sue lacrime. Pasin è l'unico che lo sapeva, avevamo organizzato tutto. Ma il cuore fa male tutti e due.
Smetto di correre, sono proprio di fonte a te Pasin.
«Sono tornato Pasin, questa volta per sempre».
Pasin mi guarda stupefatto, credeva che me ne potessi andare, credeva che potessi arrendermi. Il funerale finto, la tomba finta dove Crezia andava sempre a portarmi la rose.
«No no, non dovevi io ti avevo detto di andartene».
«Non ho potuto stare lontano da lei, un anno mi è sembrato un'eternità.»
I tuoi occhi Pasin si iniettano di sangue e mi spingi sulla sabbia cercando di riempirmi di botte senza sapere che io ne so più di te.
«Insomma cosa succede qua ... fuori....»
Crezia sono vivo.
Atto 2
CREZIA:
Guardo. Guardo bene lui è qui, lui è... semplicemente qui. Non riesco a capacitarmene. La pace, la mia pace è qui e io sono stata un anno a dannarmi, come è possibile.
Ho un mancamento e mi aggrappo alle braccia di Ania stupita quanto me. E mi ricordo, ricordo tutto i giorni ad amarci. "C'è tutto quello che volevi" come direbbe Fabrizio Moro. Ricordo i giorni a dannarci, a litigare, e a fare pace con il sesso.
«Bri ... cazzo ... Bri» e gli corro incontro tra le sue braccia, oddio quanto mi mancavano le sue braccia, mi sembra di essere tornata bambina. Lo stringo forte a me .Lui mi carezza i miei capelli turchesi.
«Sono qui, Crezia, sono qui qui ,,,»
«Ma tu eri..... eri... La tua tomba, le mie rose, le 365 lettere, tu invece eri qui in mezzo a noi.»
Vedo te, Pasin che ti rialzi e vedo nei tuoi occhi la sconfitta, sai di avermi persa. Il suo sguardo è colpevole, Pasin, sei impazzito.
«Cosa è successo? Ho necessità di sapere.» Dico sotto voce balbettando, ancora tra le tu e braccia, Bri.
Tu Pasin rimani zitto e capisco che qualcosa è successo, capisco che c'è stato un complotto e io non ne so niente, non ho mai saputo niente, in tutto questo tempo di sofferenza con la lametta in mano, con l'ecografia del mio bambino. Pasin, tu hai tramato contro di me.
«Pasin!» Ma lui rimane zitto, dannazione.
«Pasin, cazzo parla!»
Tu ti rialzi dalla sabbia e cominci a dirmi la verità.
Io ti salto addosso e ti riempio di pugni.
«Hai organizzato tutto per stare con me, solo con me, perché sapevi che non ti amavo abbastanza perché tu non sei mai stato abbastanza! Fanculo, coglione!»
E poi mi rivolgo a te Bri:
«E tu che gli hai lasciato fare tutto solo perché pensavi che con lui fossi più al sicuro! Io volevo te, solo te.» ti strattono.
Mi strazio, inizio a piangere e a singhiozzare, mi manca il respiro, mi accascio a terra e tu, Ania mi circondi con le tue braccia da sorella.
«Giuro che non ne sapevo niente...»
«Ti credo, Ania, ti credo...»
Vedo te Bri, voltare lo sguardo verso il mare verso l'infinito e il tuo sguardo è sincero. Quanto ti ho amato e quanto ti amo, ho passato un anno ad accontentarmi, a rassegnarmi che tu non c'eri più. Ti amo Bri, ti amo come il terrore che esplode nel cuore e ora che ti guardo osservare l'orizzonte sento che è più forte l'amore.
Pasin, cerchi ti avvicinarti a ma io mi scanso.
«Quando sei diventato così».
«Io volevo solo te, Crezia, per farmi perdonare da tutto quello che ti avevo fatto».
«Non c'era più amore tra noi , Pasin e questo tu non lo hai mai accettato».
«Io ti amo Crezia».
«Non basta, me ne andrò oggi stesso».
Pasin scoppiò a piangere.
«Ti prego, Crezia». Dici avvicinandoti a me, cercando di abbracciarmi ma io mi scanso.
«Vattene, Pasin, torna a casa, io passerò a raccogliere tutte le mie cose».
Così Pasin se ne va, Ania è rientrata in casa e rimaniamo io io e te bRi.
Tu mi stringi forte la schiena e appoggi la testa sopra di essa.
«Come ho potuto rassegnarmi, come ho potuto andarmene via da te e causarti così tanto male?I tuoi vestiti sanno di sapone proprio come mi è sempre piaciuto...»
«Bri, smettiamola di darci colpe sono anni che ci incolpiamo, adesso basta, adesso calmiamoci e diamo spazio a quello che c'è, a quello che ci è stato donato. Ora basta rincorrerci».
Mi volto verso di te, Bri.
Ci guardiamo negli occhi intensamente e e così come un'esplosione ci baciamo,ci baciamo dapprima cautamente poi le nostre lingue si cercano e ci baciamo come ci siamo sempre baciati, per disperazione, per confusione, per stordimento, come sempre.
Atto 3
CREZIA:
Dopo l'ennesimo bacio trascurato, dopo tutta la passione sotterra tata nei meandri dei nostri corpi, vado a casa di Pasin, prendo una valigia e ci metto tutto quello che trovo.
Poi vado da te Ania e ti saluto consapevole che questa volta sarà per sempre:
«Sei stata come una sorella per me, la sei sempre stata. Addio Ania e abbi cura del tuo bambino».
Scoppiammo a piangere e ti di dico:
«Non dimenticarti di me».
«Mai, Crezia, non lo faro. Mai.»
BRI:
Ti prendo per mano Crezia e ti bacio, la senti o no questa emozione? La senti o no questa passione? Ti prendo per mano e corriamo insieme sulla spiaggia.
«Bri ....»
«Crezia....»
Ci fermiamo e non smettiamo mai di baciarci.
Le parole scorrono da sole, sta piovendo ma i tuoi vestiti sanno di sapone.
«Pensavo non ti avrei rivisto nemmeno più in sogno e invece eccoti qui, davanti a me, con i tuoi occhi marroni, i tuoi capelli spettinati e la barba incolta. Dio solo sa quanto ho sognato questo mento».
«Essere vivi pur sapendo di essere morti, senza averti è la più grande congiura che abbia dovuto supplire»
Carezzo il tuo viso, i tuoi capelli bagnati e.... le tue cicatrici, le bacio una per una e tu socchiudi gli occhi.
«Solo i tuoi baci possono scalfire il mio dolore». Dico trattenendo la lacrime.
«Solo la tua pelle macerata può consolarmi così tanto».
Ci guardiamo negli occhi un ultima volta e ci capiamo al volo,noi ci capiamo sempre. Le parole scorrono da sole, sì.
Prenotiamo una stanza in un b&b, non facciamo in tempo ad aprire la porta che tu mi sfili la maglia e armeggi con i miei jeans. Io ti prendo i braccio e ti faccio cadere sul letto. Sono sopra di te e ti pizzico il lobo dell'orecchio, riempio il tuo viso di baci e intano ti sfilo il reggiseno. Finché non rimaniamo nudi, dio mio, da quanto non succedeva. Ti amo Crezia, ti amo più della birra, più della coca, ti amo più di ogni altra cossa al mondo.
CREZIA:
Stringo forte la tua schiena mentre ti sento dentro di me.
Ế tutto come prima, quando ci svegliavamo e facevamo colazione a letto e intanto cadevamo in tentazione. E' tutto come prima, quando mi toccavi e io sentivo quel brivido interno.
«Crezia....»
«Si?»
«Mi mancava, mi mancava tutto questo, mi mancava soprattutto fare l'amore con te, mi mancava la tua pelle e i tuoi inconfondibili capelli turchesi».Ti accarezzo il torace, fino a salire sul collo e posare una mano sulla tua guancia.
«Andiamocene Bri, andiamo via da Durazzo, dall'Albania, dall'Italia. Voglio ricominciare».
«Dove vorresti andare?»
Sorrido. Sorrido perché infondo non ho nessuno, mio padre sarà con qualche puttana ubriaco marcio, mia madre non ne vuole sapere di me. Dove vorrei andare? Dappertutto.
«Andiamo in Germania a Berlino, mi sembra un buon posto per poter ricominciare»
«Mhh sembra ottimo anche a me potrei trovare un produttore che produca le mie canzoni.»
Un SMS.
Prendo il cellulare con la speranza che non sia Pasin. Rimango scioccata mi tiro il lenzuolo fin sopra la testa. Scoppio a piangere, perché mi cerca solo quando vuole consolazione?
Quella merda di mio padre.
«Ehi, piccola, che c'è?»
Mi lascio cadere su di te che mi accarezzi i capelli e mi coccoli.
«Mio padre, vuole vedermi. Quel magnifico pezzo di merda.»
«Chiamalo e vediamo che cosa vuole.»
Mi tremano le dita e non sono sicura di comporre il numero giusto.
Il telefono squilla, squilla, squilla. Poi la sua voce. Mi fa male il petto sono quasi due anni che non lo vedo e non lo sento e proprio ora in questi magnifico momento doveva rompere i coglioni.
«Crezia....»
Respiro e poi dico:
«Che vuoi?»
«Crezia... ascoltami non riattaccare....»
«Non lo farà ma sbrigati, di soldi non ne ho, non ho niente di cui mi potresti chiedere.»
«No, ascolta ... Sto morendo, non so neanche quanto cazzo mi rimane da vivere....»
Mi porto una mano sulla fonte, è che anche se è una testa di cazzo gli ho sempre voluto bene.
«Come cazzo è possibile?»
«Il fegato .... Con tutto quello che ho bevuto, sapevo che non avrei dovuto esagerare»
Cristo santo.
«Dove sei?»
«a Roma.»
«Aspettami»
«Ahhh dannazione» lancio il cellulare contro il muro, tu Bri mi prendi di schiena e mi catapulti sul letto.
«Cosa è successo?»
«Quul coglione di mio padre sta pensando bene di morire a neanche cinquant'anni.»
«Dove si trova ora?»
«Nel suo appartamento di Roma»
«Dobbiamo andarcene» Dico, rivestendomi.
Atto 4
CREZIA:
Non so quanto ci metta l'aereo ad arrivare a Fiumicino. So solo che ho passato tutto il tempo con il viso appoggiato al vetro dell'oblò, in silenzio neanche a piangere non so neanche se ho delle lacrime da piangere per una testa di cazzo come mio padre. Bri mi tiene la mano tutto il tempo e mi carezza dolcemente le guance che, in teoria, dovrebbero essere intrise di lacrime.
«Maledetto bastardo.» Dico tra me e me. Maledetto bastardo perché ha deciso di morire proprio adesso anche se evidentemente non si decide proprio di morire se no l'avessi fatto già qualche anno fa.
«Crezia... calmati, siamo insieme ricordatelo, siamo insieme e....»
Mi volto verso di te Bri e ti guardo e non mi sembra vero che tu ci sia, tu sei qui con me come ho sempre desiderato in questo ultimo anno.
Arriviamo a Fiumicino, corriamo più veloce che possiamo per prendere un taxi. Ne troviamo uno e inizio ad avere paura di come potrò trovare mio padre. Non so se se li abbia mai voluto bene per davvero, forse sì, un po'.
Tu, Bri non molli la mia mano.
«Insieme....»
Citofono ma non mi risponde nessuno, la mia ansia inizia a salire a livelli cosmici e penso alla lametta, penso al sangue che mi darebbe così tanto sollievo in questo momento. Mi conficco le unghie nella carne delle braccia.
«Insieme ...» Rispondo a te Bri che sei il mio amore, che sei il mio tutto.
Citofono ancora.
Silenzio.
Che sia morto in questo sudicio appartamento?
«Chiamo il 118.»
Mi viene da vomitare, non è possibile il mio unico genitore che tanto ho odiato, ma poi perché l'ho odiato? Sì, perché non mi voleva parlare di mia madre, ma lui era ...lui. Non ci siamo visti per anni quando sono finita in casa famiglia.
«Col cazzo.» Dico a Bri e inizio a suonare a tutti i condomini per farmi aprire il portone. Qualcuno ci apre, corriamo su per le scale finché non arriviamo davanti alla porta dell'appartamento.
Appoggio la testa sul legno della porta, consapevole di ciò che troverò fra poco.
Sia io e che tu Bri prendiamo la porta a calci finché non si apre.
Mi devo tappare il naso, c'è puzza di alcol e ... morte.
Sei tu, Bri a trovarlo disteso sul divano con una bottiglia di vodka in mano, non si smentisce neanche da morto.
Io rimango impassibile a guardare questo scempio. Non ce la faccio, non riesco a sopportare questa merda.
Corro in bagno.
«Crezia no, ti prego Crezia ...»
Mi segui mi mentre mi vedi prendere un pezzo di vetro dalla bottiglia di vodka rotta e inizio a tagliarmi da tutte le parti, braccia, gambe.
«Crezia fermati....»
Ma io continuo, non sento neanche più il dolore, sono anni che non lo sento più.
«Crezia, fermatti, cazzo!"» Mi prendi dalla mano il pezzo vetro ormai logoro di sangue e mi abbracci mentre piango e mi dispero.
«Dobbiamo fa fasciare le ferite...» Di tu dolcemente Bri, Ma io sono appoggiata ala water catatonica, consapevole che dovrei chimare il 118 per prendere per raccogliere ciò che rimane di mio padre. Ciò che rimane di me non mi interessa, ma Bri, ti sei tanto caro a fasciarmi tutte le ferite, ho i vestiti lacerati. Sono un disastro.
Mentre tu, Bri chiami il 118 io resto vicina alla salma di mio padre, non so da quante ore sia morto, ma vederlo ridotto così dannazione... non ha mai superato la separazione con mia madre.
Quando arrivano i soccorsi sono concentrati più su di me che su mio padre morto saliamo sull'ambulanza e quasi viene da vomitare. Quando arriviamo in ospedale mi visitano ma io rifiuto il ricovero, è stata solo una pazzia fatta dopo anni.
Dicono che morto da poche ore, probabilmente da quando noi eravamo sull'aereo.
E ora che faccio? Non mi sono mai occupata di un funerale.
Io e te Bri ci troviamo sempre assieme, seduti sulle scale esterne dell'obitorio, mi passi una birra anche se dopo quello che è successo a mio padre non dovremmo, ma di qualcosa si dovrà pur morire no?
«Siamo così soli, Bri ...»
«No, Crezia finché saremo assieme non saremo mai soli.»
«Tu non c'eri Bri, non immagini la solitudine tra le spiagge di dì Durazzo ... Ti aspettavo ogni giorno pregavo fosse tutta un'illusione, non avrei mai creduto che Pasin avesse escogitato tutto questo facendomi così tanto male .... Il Pasin che ho amato non era così»
«Il Pasin che hai amato è sempre stato così, non fuori ma dentro di sé..... Questo anno senza di te è stato straziante, ho girato tutta l'Italia per trovarti finché non mi è venuta l'illuminazione che fossi in Albania e così ti ho trovata.»
«Quando ieri ho ti ho rivisto non potevo crederci, sei stato per me un'illuminazione dal cielo. Ti amo così tanto Bri.»
E poso la testa sulla tua spalla. Ti abbraccio, ti stringo forte a me e ritorno a sentire il tuo profumo di menta e tabacco.
Chiudo gli occhi e per un istante mi addormento.
Atto 5
BRI:
Crezia, sei distrutta nel corpo e nell'anima.
Ti prendo in braccio e andiamo a casa mia. Tutto il percorso con te in braccio, insanguinata e stanca nel cuore.
Arriviamo, ti deposito sul letto e ti guardo dormi. Penso che la vita sia ingiusta, per me, per te, per tutti. Non ti rimane più niente se non io ma ah io non me ne andrò più.
Scoprire che Pasin è un imbroglione, scoprire che sono ancora vivo, scoprire che tuo padre è morto in condizioni disastrose.
Non è giusto, non è giusto tutto questo.
Poi pian piano ti svegli.
«Bri...»
«Crezia....»
Ci bastano sempre poche parole per capirci. Ế sempre stato così, poche parole e uno sguardo.
Tu ti aggrappi a me, prendi il mio volto tra le mani e mi baci, mi baci con una tale intensità che non saprei descrivere.
«Crezia, non penso sia il momento....»
«Ế sempre il momento quando si è distrutti....»
Ti alzi dal letto a fatica, le ferite fanno male, mi abbracci forte.
«Lo sento sai? Il tuo cuore battere non avrei mai più creduto che potesse accadere una cosa simile.»
«E invece eccomi qui, solo per te, solo per te, solo per noi...»
«Bri, ti prego...» Dici armeggiando con la mia maglietta.
«Cosa?»
«Facciamolo, facciamolo da disperati come abbiamo sempre fatto in quei mesi...»
«Sei messa male, Crezia, le tue ferite...»
«Non importa, non mi importa più di niente....»
Allora tu mi sfili la maglietta, io faccio lo stesso con te, baciandoti le ferite. Ci baciamo come non ci siamo mai baciati. Io sopra di te , ti sfilo i jeans lacerati dal vetro della bottiglia di vodka. Ci spogliamo e io senza neanche pensarci entro dentro di te, senza pensare a nulla, senza pensare alle conseguenze. Vogliamo solo questo noi disperati, non c'è nulla che possa aiutarci, niente nel mondo può aiutarci,
«Solo quando tu sei dentro di me mi sento al sicuro, Bri...»
Io ti carezzo il volto, i capelli.
«Sii la mia preghiera, Crezia....»
«E tu sii il mio "amen", Bri....»
Non c'è niente di più vero che nella disperazione più totale basta un gesto per sentirsi più amati, più desiderati.
Atto 6
CREZIA:
Hai fatto tutto tu Bri, ti sei occupato del funerale. Io non ne avevo le forze, non ce l'avrei mia fatta a rivedere mio padre morto come un disperato.
In chiesa siamo solo noi, non me ne frega niente del sermone del prete. La mia gamba traballa, Bri cerca di tenermela ferma. Quando tutto è finito mi giro verso il portone e ti vedo, ti vedo, lurida puttana, ti vedo. Bri cerchi di fermarmi ma non ce la fai. Corro verso di te e ti metto le mani addosso.
«Come ti sei permessa eh? Venire qui dopo venti e passa cazzo di anni?
«Crezia ti prego....» Ha le lacrime agli occhi la puttana.
«Era pur sempre mio marito ...»
«Il tuo ex marito.» Rettifico.
«Cosa ci fai qui?»
«Crezia ...»
«No, Bri dobbiamo vedere cela faccia a faccia.»
«Ti ricordi quando siamo venuti a casa tua? Hai fatto finta di scambiarci per dei cazzi di venditori ambulanti, non hai avuto neanche la decenza di guardarmi gli occhi. Lui è morto per te, lo sai che è morto per te? No, che non lo saia stronza.»
«La situazione è più complicata di quella che sai, Crezia.»
«E qual è'? Hai trovato il primo che ti è capitato e ti sei fatta mettere incinta.»
«Io amo mio marito.»
«Già, tuo marito.»
«Ti prego, Crezia dammi una possibilità, ho sbagliato lo so, ma vorrei essere tua madre.»
«Troppo tardi sono passati ventinove anni.»
«Non sai quanto io mi senta pentita, amareggiata, sono stata una stronza.»
«Menomale che lo ammetti»
«Dammi una possibilità, Crezia.»
«No.»
Mia madre scoppia a piangere, dovrebbe farmi pena , ma non provo niente,niente di niente.
«Se dovessi cambiare idea questo è il mio numero.» Mi dice tra le lacrime.
No brutta stronza, non ti chiamerò né ora né mai.
«Sei stata dura Crezia....» Mi dici Bri prendendomi per le spalle e guardandomi negli occhi.
«Oh ti prego, Bri, quella non ha esitato un secondo a lasciare me e mio padre. Ế solo una stronza approfittatrice.
«Tu pensaci, Crezia, pensaci davvero perché non ti posso bastare solo io.»
«Ma tu mi basti davvero, tu mi basterai sempre.»
«Fidati che una persona in più nella vita non fa male.»
Io guardo il foglietto con il numero, lo appallottolo e me lo metto nella tasca della giaccia.
Atto 7
CREZIA:
Sono seduta sul letto che giro e rigiro il foglio appallottolato con il numero di mia madre.
Sono preoccupata, anzi, a dirla tutta preoccupatissima.
Ho un ritardo di un mese e questo mi spaventa perché so cosa vuol dire, mi ricordo ancora il foglio dell'ecografia che tenevo tra le mani e che poi in un atto di disperazione ho strappato. Forse sta ricominciando tutto e io non so se esserne contenta o meno, è tutto così difficile. Siamo solo io e Bri e nessuno dei due lavora.
Quando arrivi tu Bri io corro ad abbracciarti e ti dico:
«Ế successo ancora ma questa volta sarà diverso, sarà diverso perché ho te.»
Tu Bri mi prendi il volto tra le mani e io ti faccio vedere il test.
Tu mi prendi in braccio e mi fai fare una giravolta.
«Questa volta sarà per sempre, amore mio, questa volta saremo insieme.»
Poi tu guardi sul letto e trovi quel maledetto foglio.
Mi guardi , mi accarezzi il volto ancora pieno di lacrime e mi dici:
«Forse dovresti farlo, forse dovresti chiamarla.»
Scuoto la testa.
«Perderei, Bri, perderei con il mio orgoglio.»
«Lascia stare l'orgoglio per una volta Crezia, lasciamo stare tutti i nostri trascorsi, smettiamola con il bere, con il tagliarci, smettiamola con la coca. Dobbiamo essere persone nuove, dobbiamo rinascere e lasciare che il passato si sgretoli.»
Io sospiro, prendo quel foglio e il cellulare e compongo il numero.
«Pronto?» Sento la sua voce calma, protettiva e per un attimo mi saltano i nervi, ma cerco di rimaner ere calma.
«Sono Crezia.» Scandisco il mio nome con la paura che se lo fosse dimenticato ancora e ancora.
«Crezia, finalmente!» Sospira e diventa gioviale, quanto la odio ma devo andare oltre i miei sentimenti da cocciuta.
«Sono incinta» Dico con una fredda calma.
«Ma sé stupendo! Dimmi dove abiti, ti raggiungo.
Guardo Bri e lui mi sorride, mi sento meglio anche io.
Quando mia madre arriva sono le cinque del pomeriggio. Non ho niente da offrirle se non una serie di parolacce che mi tengo per me .
La faccio entrare e accomodare sul divano.
Io , Bri e lei ci guardiamo per un po', faccio finta di tossire.
«Allora, Crezia che bella notizia, sono così felice, entusiasta.»
«Sì, come no.»
«Crezia...» Bti mi dà una gomitata.
«Senti, Crezia so di aver sbagliato e me ne pento ogni giorno, credimi, ogni giorno, ma non si può tornare indietro come ben sai. Dammi un'ultima possibilità, solo una e se non vorrai io sparirò per sempre.»
Cerco di ragionare lucidamente. Sospiro.
«E va bene, che tregua sia.»
«Pensiamo adesso al bambino, io sono disposta ad aiutarvi fino in fondo, dopotutto sarà il mio nipotino»
Io cerco di sciogliermi e accetto.
Per il mio bambino accetterei di tutto.
Atto 8
BRI:
Siamo scappati molte volte, abbiamo fatto rivoluzioni, ma questa volta finirà bene. Come dice Ermal Metal finirà bene anche per noi che noi non sappiamo vincere.
Così ho organizzato tutto insieme a tua madre, Crezia. Andremo ad Ostia e ci sposeremo, ma non sarà un matrimonio ufficiale, sarà qualcosa di molto di più sacro, saremo solo noi, solo ed esclusivamente noi.
«Crezia, cambiati e indossa il vestito più colorato che hai.» Ti dico cingendoti la vita.
«E perché mai? Dove dobbiamo andare?» Mi dici baciandomi.
«Sorpresa.» Dice tua madre. Prima la guardi con astio ma poi ti sciogli.
Così ti prepari, ti vedo indossare un vestito di tulle bianco e ti vedo anche truccarti. Non ti ho mai visto così raggiante, finalmente, finalmente dannazione un po' di pace.
Io e tua madre ti guardiamo e ripensando a tutti gli anni passati a distruggerti questa volta la felicità te la meriti. Ti sei fatta troppo male e il vestito che indossi non è in grado di coprire tutte quelle cicatrici del corpo e dell'anima.
Anche io cerco di vestirmi elegante, ma mi porto dietro sempre la mia chitarra sulla spalla.
«Dai ditemi dove andiamo!» Crezia sei impaziente, è qualcosa di nuovo e intimo, ma il mondo intero saprà.
Saliamo in macchina , abbasso i finestrini e tu, Crezia, ti affacci prendo in faccia tutta l'aria che non hai respirato.
Quando arriviamo ad Ostia ti faccio scendere dalla macchina , andiamo verso le spiaggia, ti prendo per mano e iniziamo a correre verso il mare, ci bagniamo, ci schizziamo, io ti prendo in braccio e ti faccio roteare.
«Bri!» Urli ridendo.
«Siamo liberi Crezia, liberi! Per questo mentre ti sto facendo roteare ti chiedo di sposarmi!»
Tu ti lasci cadere giù, i piedi bagnati dall'acqua del mare. Mi guardi e scoppi a piangere.
«Sì, Bri, sì!»
Ed così che finisce la nostra favola, ci siamo incontrati in uno squallido pub, abbiamo passeggiato e per gioco ci siamo baciati. Abbiamo litigato tante di quelle volte e il sesso è sempre stato riparatorio.
Ma adesso siamo insieme, dopo tante difficoltà, dopo mille atti auto lesivi.
Questa è la storia di Crezia Bri, questa è la storia delle ragazze degli anni ottanta.
Questa è la fine e non possiamo che esserne felici.
Crezia, immaginando quello che sarebbe successo, si è portata dietro tutte e 365 lettere. Le prende e lancia, facendole volare.
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