Atti
Atto1
Sana e salva e questa è casa mia, una citazione di una canzone che mi hai fatto conoscere tu Pasin.
Non so come mi sembra ad avere abbandonati tutto.
Bri il tuo viaggio é stata la mia stazione, ma poi guardo te Pasin. Passeggiare sulle spiagge di Durazzo.
Abbiamo deciso di tornare a casa tua perché l'Albania è la tua terra.
Stringi la mia mano e i guardiamo negli occhi. Io ti sorrido come ho fatto quella prima volta sui Navigli.
«Sì sta bene...» sussurro lievemente.
«Finirà bene, Crezia, anche se non ci vuoi credere...»
Mi volto verso di te e ti guardi. I ricci ribelli, il piercing al sopracciglio. É questo che stavo perdendo. Non capivo cosa stavo facendo pensando di non avere niente per cui restare.
Volevo morire ma stavo perdendo qualcosa che mi stava facendo dimenticare la vita.
E forse in questi anni ne ho solo avuto paura.
Passeggiamo mano nella mano finché sentiamo qualcuno abbracciarci le spalle.
Ridiamo.
Ania, tua sorella si é ripresa da tutte le brutture che le sono accadute in Italia.
«É proprio questo che volevo vedere, è proprio questo che volevo toccare con le mie mani.»
Io ti stringo forte, ti ho sempre voluta bene come la sorella che non ho mai avuto.
«Ti ringrazio di avermi salvata innumerevoli volte.»
Ti sussurro all'orecchio e tu mi stringi più forte.
«Tu mi hai dato speranza nonostante tutto, nonostante il male.»
Poi ci prendiamo per mano e ci porti verso casa
«Voglio farvi conoscere una persona.»
Io e te Pasin ci guardiamo e ci stringiamo ancora le mani.
Atto 2
Corriamo per la spiaggia con le onde del mare che carezzano i nostri piedi.
Quando arriviamo a casa troviamo
un ragazzo dai lineamenti angelici ma ho imparato nella vita molto spesso sono demoni.
«Dastid è un musicista con cui vorrei cantare.»
Sapevo che hai passione. Ania. Tu e Pasin avete l'arte dentro al corpo e il vostro cuore scoppia e ha tentato di scappare anche quando l'amore veniva represso dinnanzi le violenze subite. Ania il tuo volto è maturato dopo tutto quello che ti è successo. Ci guardo pagine il tuo sorriso non mi fa più paura Di guardarmi dentro, fuori è buio ma so che con te Pasin tu mi hai abbracciato l'animo, tutto ormai ha un senso e tu, Bri mi guarderai e sorriderà.
Troverò mai colori del mio essere? Troverò mai me stessa? Forse ho già trovato guardando te Pasin. E io che rischio di perderti nel silenzio di una stanza. Dastid si presenta porgendoti una mano.
«Avevo già sentito qualche tua canzone.»
Pasin arrossisci, so che i complimenti non ti piacciono, o meglio, non sai cosa significano. Tu ti limiti a sorridere e insieme cominciate a passeggiare a dirigervi verso un locale sul mare. Cosa ti devo correggere nessuno giocherella con il tovagliolo poi dici «ti ho visto, sai? A Tirana con Ermal Meta.»
Pasin continui a sorride, è ciò che sai fare meglio. In realtà mi ha solo suonato Una canzone ma immagino si sia visto tutto sul led.
Quando avete cantato ho sentito i brividi. Ho sentito di non essere come gli altri: «Devo riuscirci mi sono detto.»
All'improvviso i tuoi occhi Pasin si oscurano, tocchi le posate so cosa pensi. Pensi alle vecchie canzoni pensi a Nick quando io ero tra le braccia di Bri.
Pensi a tuo Adde, il 22 settembre, quando è stato arrestato per abusi.
«Non sono così semplice Dastid, la vita non è mai come te l'aspetti.»
Ania mi guardi accigliata e capisco che devo prendere in mano La situazione.
«Pasin in questo vivere crea così tanta confusione, ma io adesso sono qui con te.» Tu mi sfiori una mano.
Dopo la cena che è stata quantomeno imbarazzante ci guardiamo attorno, ognuno di noi vorrebbe essere un posto diverso, non lontano.
Ma poi Dastid esorta: «Perché non venite a casa mia? Ho una sala insonorizzata potremmo divertirci.»
Io ti guardo Pasin e sforzi un sorriso.
«Sarebbe stupendo Dastid. Scrivi le canzoni bellissime, dovresti sentirle, Pasin.»
Ci incamminiamo verso la casa di Dastid.
«Possibile che non ti avvicini troppo a Pasin?» dici Ania stizzita.
«Ania per piacere...»
«Avevi detto che ci avresti riprovato.»
«Ma non solo quello che è successo...» Pasin pensi a me Fede e a Tirana. A vostro padre.
Avevi deciso di chiudere con la musica, avevi deciso che non avrebbe Avuto più senso continuare.
«Dastid! Può essere un nuovo inizio il nostro.»
«Te ne sei innamorata per caso?» domandi ad Ania stizzito e con un rullo di egoismo.
Ania tu arrossisci e ti metti a rovistare nella borsa. Ti sistemi io trucco ma tu Pasin la fermi con un braccio.
«Da quando ti trucchi?»
«Da quando ho voglia, non sei...»
«Nostro padre?» il tuo tono di voce si alza sms dismisura.
«Non volevo, Pasin io....»
Ani cerchi di afferrargli un braccio ma tu Pasin sei già andato via perso nel tuo passato.
Sto per afferrare il tuo braccio Pasin, ma tu piangi.
Prendi e vai via dove non si sa, ma io lo so, forse nel luogo più salutare per te: la casa della tua nonna. M. Ti seguo e ti vedo, mi siedo accanto a te e scoppi a piangere come un bambino indifeso.
Pasin la hai la mia vita nel tuo cuore. E il mio cuore ti deve i suo batti. Ti prendo per mano e sospiro un sospiro di potenza, di piena energia.
«Cosa mi avevi detto in Toscana quando ero disarmata?
Mi hai detto che il passato è passato, che non esiste più, che nel cuore ci deve essere solo il presente .
Quello che c'è stato è dissolto nell'atmosfera.»
Tu mi guardi e mi sorridi, il tuo sorriso è sereno e comprendo di avere fatto la cosa giusta.
Tu mi guardi negli occhi e ti stringo forte e comincio a ridere a crepapelle e tu mi segui.
Atto 3
Insegnami a sognare a sognare quando tutto è fermo.
Ti stringo una mano Pasin e tu mi prendi il viso tra le mani mi baci.
«Ci salviamo sempre.» mi dici stringendomi una mano .
Quando ritorniamo da Ania e Dastid li troviamo intimi e io sorrido.
«Cosa hai deciso di fare?» chiedi Dastid.
Sei magro e i tuoi capelli sono biondi, le mani in tasca ti danno un certo fascino e capisco perché Ania si è innamorata di te.
«Sì, ok ci sto!»
Dastid tu gli posi la mano in segno di accordo e tu Pasin gliela stringi anche se con un po' di titubanza
Ania abbracci sia Dastid, sia Pasin.
«Si ricomincia sempre dalle macerie, ma le macerie a volte crollando addosso danno più male di prima.»
Io e te Ania siamo seduti sulla spiaggia con i piedi nel mare calmo.
«È cambiato tutto Crezia, è cambiata la vita, sono cambiati i colori.»
«Forse doveva andare così Ania ho perso tutto ciò che amavo ma ritrovato qualcuno che mi sa amare per quella che sono.
«Pasin è un bravo ragazzo Crezia, non farlo soffrire.»
Un nodo alla gola mi fa soffocare. Dedico sempre il silenzio a te Pasin, dedico la vita che passa quando ci riuniamo in sala di registrazione e tu Pasin sei palesemente agitato. Ti do una pacca sulla spalla e sussurrando così ti dico: «Forza Pasin nella vita ci sono sempre delle seconde possibilità e la ragione per affermare tutto questo sei tu.»
Tu mi osservi i tuoi occhi, sono il riflesso dei miei. Mi immergo nella musica, sento te Ania cantare. La tua voce pare quella di un angelo. Ma sei sempre stata una ragazza troppo timida, troppo fragile. Hai superato la tragedia hai superato l'umiliazione.
Ti osservo Dastid mentre sei sul palco; sei bello, ma non è la bellezza che attira, hai qualcosa in più, hai la furbizia e scaltrezza che ormai saprei riconoscere in chiunque.
Pasin tu suoni la tua chitarra per la prima volta rivedo in te quella passione Che hanno notato proprio nel primo concerto in cui ci siamo visti, i nostri occhi si sono incrociati.
Ma una strana e insostenibile sensazione mi fa credere che qualcosa sta succedendo.
Ania, esci dallo studio con il con il volto felice, corre verso di me e mi abbracci.
«Allora?»
Io socchiudo gli occhi sospiro eh e mostro uno dei miei migliori sorrisi.
«Siete stati fantastici.»
Dico con dolcezza nella voce.
Mio volto, ti vedo con il sorriso sulle labbra; ti ricordi di quel sorriso che mi mandasti dal palco a Milano a quel concerto deserto?
Quelle del nostro primo treno di Shine e Jessica.
Ti ricordi di quel sorriso in albergo Tirana prima di fare l'amore?
Ecco, il tuo sorriso è quello.
Ti osservo, splendido ma simpatico affascinante e ammaliatore.
Non mi preoccupi Dastid, se piace a Pasin proverò ad apprezzarti.
Decidiamo di fare una passeggiata sul lungomare. Tu passi ed Dastid parlate di musica David non è un grande fan di Ermal, ma tu Pasin non ci dai tanto peso e questo mi stupisce. In altre situazioni non avresti fatto altro che suonare la sua musica. Ma con Dastid no, non lo fai e questo mi preoccupa.
Ho troppi pensieri per la testa, ma sento che c'è qualcosa che non va.
Ania, mi prendi a braccetto sento il tuo contatto con le mie cicatrici e un po' sento i brividi.
«È così bello che senza nostro padre, si può respirare per la prima volta dopo anni abusi.
E penso a te papà, chissà dove sei, con chi sei o se nel frattempo ti sei fatto tatuare in un nuovo punto.
«Dusted sembra un tipo tosto.»
Dico io sorridendo ma con un presentimento nel cuore che proprio non mi dà pace.
«Sì e... è fantastico, i suoi baci e le sue carezze...»
Bri.
«Chi gioca come Dastid non so quanto mi può causare.»
«Oh scusa, Crezia, non...»
Mi asciugo gli occhi con la manica della maglietta.
«Quello che intendevo dire è che è bello da impazzire e anche dannato nel cuore e nella mente e ciò non fa bene, ti risucchia l'anima e muori.»
Mi accorgo guardando il mare di sentire una mancanza che non provavo da molto tempo.
Ad un certo punto Ania ti fermi. Io mio volto verso di te.
Una una strana conosciuta fin troppo conosciuta paura mi attanaglia.
«Crezia... sono incinta...»
Atto 4
Lascio la tua mano, Ania e comincio a pensare a te Bri, al nostro bambino e alla consapevolezza che è stato solo uno sbaglio.
«Crezia?» Tu Ania mi osservi con fare interrogativo. E io capisco tutto.
«Abortisci!» dico seccamente a te Ania.
»Come?» Ti stai irritando ma volgi la mano verso di me.
«È un sogno Ania, è solo un sogno.»
«Ma cosa stai dicendo?»
«Sto dicendo che Dastid non è quello che pensi.»
Mi rispondi senza neanche pensarci mi sputi addosso le peggiori cattiverie.
«Sei solo gelosa perché non hai avuto quello che sto avendo io.»
Stringo i pugni e mi passo una mano davanti alla bocca.
«Solo quando capirai ciò che ho passato potrai permetterti di dire queste sciocchezze.»
Mi allontano da te, Ania e poco distante trovo Pasin con Dastid con un sacchetto in mano.
Tu, Pasin lo osservi, lo giri e rigiri tra le mani e lo restituisci a Dastid.
Mi avvicino e faccio segno a Pasin di tornare a casa.
Ce ne andiamo, ma tra noi vige il silenzio: io perché ho capito, tu perché ti senti in colpa.
Dopo interminabili attimi di silenzio ti domando con fare scaltro:
«Cos'era?»
«Cosa?»
I tuoi occhi tremano.
«Quel sacchetto.»
Tu mi guardi, ma riconoscerei a distanza il tuo falso sorriso.
«Dei plettri!»
Plettri in un sacchetto di cellophane? Comincio ad alterarmi.
«Senti...»
«Che cosa dovrei dirti?»
«... mi sto facendo un amico dopo interminabili momenti di emarginazione sofferenza, ma non puoi portarmi via anche questo Crezia.»
Comincio a sudare freddo, così mi avvicino e ti schiocco uno schiaffo.
«Pasin, non c'è posto per l'ombra, l'ombra può diventare davvero oscura.»
«Crezia...» cerchi di prendermi un polso ma io mi divincolo.
«Crezia, redimi erano plettri di un certo valore volevo mostrarteli.»
Io mi volto verso di te e passo le mani sui fianchi.
«Non erano plettri, perché era cocaina!»
Vedo che stai cedendo. Ti conosco troppo bene Pasin.
«No, Crezia io non mi farei mai trascinare.»
«Non mi hai mentito ti credo quindi sotto qualcosa.»
«Crezia Questo vivere sa confondermi. Io...»
Deglutisci e ti porti una mano tra i ricci .
«Spogliati!» ti ordino.
«Cosa?» mi guardi stizzito.
«Fallo te lo ordino!»
Così piano piano ti togli la maglietta e poi jeans che io vado direttamente da ferrare frugo nelle tasche. Niente.
Controllo nelle scarpe nella tasche della camicia, ma non trovo nulla. Passo una mano tra i capelli, arrabbiata, delusa e mortificata.
Ad un certo punto penso a te Bri, alla coca e alle canne.
Tu Pasin ti alzi del pavimento e mi stringi forte a te.
«Non è mentire ...» mi sussurri all'orecchio.
«Ho ceduto ancora...»
«Fidati di me Crezia, non ti deluderai mai!»
Poi penso a te Ani, al tuo bambino. Alla nostra reazione. Troppe cose assieme.
Atto 5
Non riesco a dormire, ho un peso sullo stomaco che mi schiaccia. Il ricordo Bri è ovunque le paure per Bri sono sempre le stesse così mi alzo dal letto prendo le chiavi della macchina.
Accendo e decido di fare un giro per due Durazzo, poi qualcosa sul sedile del passeggero mi attira un bigliettino: " Dove le onde tirano il cielo".
Enigmatico da far paura, ma io conosco benissimo Questo posto mi porti sempre il tuo Pasin quando stiamo assieme.
Fermo la macchina, scendo e mi inginocchio sull'erba dello scoglio scavo a mani nude.
Poi lo sento un sacchetto e lo tiro fuori a fatica è quello che vede qualcosa di mostruoso di incosciente di stupido.
Chili di cocaina inizio ad aver paura per anni che Che sta per avere un figlio da un criminale, ho paura per Pasin ho paura soprattutto per Pasin che è sempre stato così fragile così ingenuo.
Prendo il sacchetto pieno di coca e lo carico in macchina.
Vado il più veloce possibile quando arrivo non nascondo in garage.
Dastid ridi scherzosamente mentre sniffa un po' di cocaina.
«Pasin, Pasin il senso della vita è collassare davanti ai fiori.»
Tu sorridi timidamente, non l'avevi ma hai fatto, avevi sempre salvato tutti, proprio tutti.
«Su prova Pasin non te ne pentirai.»
A te Pasin tremano le mani ti avvicini alla coca e sniffi la prima sniffata la tua prima cazzata.
Bianca vergine pura
Toglimi la paura
Trasformami in un vincente.
Club Dogo – Cocaina
Amen. Capo la tua testa Pasin gira vorticosamente.
Stai per cadere ma d'asti Dastid ti afferra e ti obbliga a bere punto
Poi lo prende per le mani il trascina fuori dal locale.
Adesso Salite in macchina e correte in nome della vergine pura.
Pasin deliri e vorresti diventare smog delle strade intasate dal traffico punto
Sai che dovresti smetterla ma non hai neanche la forza per farlo.
«Spezzo il cuore a te Crezia ma tu mi hai distrutto»
Ania sali in macchina. L'auto corre e vorrei liberarmi da tutto questo strazio.
«Fanculo mondo!» urla Dastid.
Dastid, puoi guardi Pasin senza preavviso gli infili le mani nei pantaloni.
Tu Pasin ti scosti e cerchi di ferrare un pugno a Dastid, ma la verità è che tu sei un perdente.
Dastid ti sbatte contro il finestrino.
«Tu frocetto non hai capito proprio niente di questo mondo.»
Così apre la portiera e tu Pasin ti rovesci rotolando tra i cespugli e rimani inerme.
Atto 6
Mi giro e mi rigiro nel letto con la strana sensazione che qualcosa sia andato storto. Mi alzo, mi affaccio alla finestra, sta piovendo ripenso a quei sacchi di cocaina.
Pasin non ci sei solitamente sei sempre puntuale qualcosa deve essere andato storto. Quel Dasid non mi piace non mi è mai piaciuto.
Così mi vesto velocemente e salgo in auto diretta a casa di Ania.
Traffico nella borsa e prendere il cellulare, ti chiamo Ania venti squilli ma non rispondi. Con il fuoco con il corpo prendo pugni il volante. Non so niente di niente di Dastid forse dovrei dimenticarmi nella paura ma prima Voglio cercare di indagare. Torno a casa e vado in garage trovo tutte le due chitarre Pasin ma uno in particolare ha Attaccato l'adesivo di un locale malfamato. Perché? Sospiro, prendo coraggio, salgo in macchina e mi reco in questo squallido posto. E un club io furbamente se ho come entrarci.
Così mi affido il mio istinto, mi avvicino ad un bodyguard e dico: «Sul vostro segreto, conosco da Dastid vi conviene farmi passare.»
Il bodyguard mi guarda dappertutto ma in maniera scaltra mi fai segno di entrare.
Trovo il delirio, c'è puzza, ma una puzza strana che che non saprei identificare.
Qui Pasin e Dastid non ci sono mi guardo attorno ma non li vedo.
Per un attimo mi faccio prendere dalla disperazione, ma poi decide di prendere l'auto e fare l'unico percorso un drogato farebbe, quello verso il mare.
Guido ad alta velocità il buio è fitto. Poi, però, vedo qualcosa muoversi tra i rovi.
Scendo dall'auto e corro veloce verso i rami e ti trovo, ferito, hai qualche graffio ma non è questo il problema sono le ferite dell'anima e sono consapevole che molte te n ho procurate io. M inginocchio verso di te e sussurro:
«Pasin, cosa hai combinato?»
Trattengo le lacrime.
«Volevo solo....»
«Solo?» c'è qualcosa che mi frulla per la testa, così dico con voce sommessa:
«Bri!»
«Io volevo solo che tu mi amassi quanto io amo te...»
«Ma io ti amo da impazzire ti amo in un modo diverso, ma ti amo da impazzire e non voglio confronti capito?»
«Lui era così... così...»
«Così esagerato, Pasin.»
Ti carezzo il volto come mai avevo fatto e ti sussurro per la prima volta:
«Ti amo!»
Chiamo i soccorsi e tu vieni ricoverato in ospedale dopo avere riscontrato ferite profonde. Provo a rintracciarti Ania ma il tuo telefono è spento mi metto le mani tra i capelli. L'unica persona con cui può essere Dastid.
Viaggio vuoto per circa un'ora poi sento delle urla proprio vicino alla spiaggia. Scendo davanti all'aut senza alcun rimorso e paura mi avvicino a loro.
«Dastid.» dico con voce ferma gli lancio i pacchetti di coca.
«Credo che questi siano i tuoi.»
David mi guardi con sguardo languido.
«Due puttanelle al costo di una.»
Ania piangi, singhiozzi.
«Non ho paura di un coglione so che sei anche altro, ma ti consiglio di sfidarmi. Io e il dolore siamo una cosa sola.
Continuo a ridere. In me nasce un momento di terrore che non sentivo da tanto tempo forse da quando volevo piacere a mio padre.
Senza problemi mi avvicino a lui e io l'ho e lo prendo Per il colletto
«Chiamo la polizia ma guardandomi e ricordati bene la mia faccia.»
Quando Dastid viene arrestato mi avvicino a te Ania. Ti carezzo il viso e i capelli.
«Glielo hai detto vero?»
Tu annuisci ancora in preda al panico.
«E lui?»
«Mi ha puntato contro il una postola, Pensavo di morire.»
Ti abbraccio e ti cullo proprio come avrei desiderata essere cullata da mia madre.
«Lo terrai?»
«Sì, perché vorrei dare una possibilità a questo bambino.»
E così si conclude la fine di un'era. Pasin ti amerei sempre, tu hai soltanto me mi hai cambiata anche quando ti ho rifiutato.
Ania, piccola dolce Ania, trova la tua strada per piacere, trova la tua strada.
Mi stringo sul petto l'ecografia del bambino che non abbiamo mai avuto. La stringo mentre Pasin mi carezza i capelli e io, no, non ci credo che ormai non ci vedremo poi Bri.
«Crezia» mi sussurri tu, Pasin con la voce roca dalla stanchezza.
Ci troviamo in Albania da un mese.
Durazzo e le sue spiaggia dovrebbero riportarmi in vita, invece mi riportano indietro, alle tue carezze, alle tue mani che ferme afferravano i miei fianchi.
«Pasin...» ci guardiamo ma non ci sfioriamo.
«É finito, é tutto finito... » dici tu, Pasin mentre mi carezzi un braccio.
«Non sarà mai finito, c'è questa immagine capisci!»
«Le 365 lettere che hai scritto quando avresti potuto cambiare...» sei stizzito, Pasin ma a me poco importa.
Sei stato il mio primo amore, la forza che mi ha protetta dall'ipocrisia del mondo. Ma sei solo Pasin.
Tu non sei più qui Bri, non trovo più ragioni per questo stato in cui io mi trovo.
«Le lettere che avrei dovuto consegnargli...»
Pasin, il vuoto é cieco, guardi il mare attraverso la finestra e poi poi poggi lo sguardo su di me.
«Ci siamo persi, Crezia...»
«Ci siamo persi molto tempo fa»
Prendi la giacca, mi guardi e mi dici:
«Andiamo Crezia...» esci sbattendo la porta , io mi porto le ginocchia al petto e comincio a dondolare, a pregare, a urlare.
Come vorrei qualcosa di affilato per farmi del male, questa volta per sempre m poi guardai queste 356 lettere, parole a caso, parole al vento e capisco che non ne vale la pena.
Amore, amore troppo morboso.
Così iniziò a sfogliarle una per una .
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