"Blu" è una storia cui sono molto legata.

È nata qualche anno fa per un ottimo motivo: riempire la pagina di un calendario destinato alla raccolta fondi per la prevenzione e la cura delle malattie cardiache nei bambini.

Il testimonial di questa iniziativa era un dolcissimo barboncino, così tutti testi avrebbero dovuto avere come protagonista un cane. Ho accettato subito di far parte di questo progetto, anche se non avevo mai pubblicato nulla di mio, e così è nato questo piccolo racconto💛

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Blu. È morbida e profuma di buono. È calda e sa di casa. Mi piace rotolarmici dentro e, quando non riesco a liberarmene, è ancora più bello. È allora che Ele e Ara ridono, mi sollevano – intreccio blu di orecchie, coda e coperta - e mi tirano fuori. Mi tengono in braccio, così posso leccare loro la guancia e dire grazie con gli occhi. Grazie calore, grazie pappa, grazie coperta morbida e blu, grazie amore.

Blu. Rotola e rimbalza, e io le corro dietro. Non si fa prendere, devo accelerare. Devo recuperarla e riportarla indietro. È sicuramente di Ele e lui la rivorrà. L'ha lanciata perché io la recuperassi. Coccole e dolcezze di sicuro. Arrivano sempre quando sono bravo.

Blu. Rotola e rallenta. Adesso la prendo. L'afferro tra i denti, morbida. Sa di terra e di bagnato, anche se qui fa caldo. Sempre più caldo. Torno indietro, scodinzolando. Felice con il blu in bocca. È strano, però: Ele non c'è più. E nemmeno Ara. E nemmeno la casa che si muove e fa rumore, quella che usiamo per uscire e andare a fare le passeggiate lunghe.

Fa caldo. Forse si sono nascosti per giocare. Fiuto l'aria, trovo indizi che non riconosco. Abbandono il blu che rotola via, adesso non mi importa più se scappa. Devo trovare Ele e Ara. È solo questo che importa.

Fa caldo. Non c'è la mia ciotola dell'acqua. Il tanfo è agre e sconosciuto, le zampe scottano. Altre case che si muovono veloci mi passano davanti, ma non sono la mia. E non posso muovermi. Posso solo provare a cercare un odore. L'odore che mi riporti indietro.

Blu. Lo vedo nel bianco e nero indistinto. Spicca nel sole che abbaglia e ferisce. Apro gli occhi appena per riempirmi di quel colore, ma non riesco a tenerli aperti. Troppo faticoso. Troppo doloroso. Fa male anche respirare in questo grigio asfissiante di terra che brucia.

Blu. Tutto intorno alla sua testa e negli occhi che mi guardano. Mi parla, ma la sua voce arriva a stento. Non la conosco, non conosco questo odore. Vorrei alzarmi sulle zampe e scappare via veloce prima che mi faccia del male, prima che mi porti via da qui. Se vado troppo lontano, poi non saprò come tornare indietro. Se vado troppo lontano, come faranno Ele e Ara a ritrovarmi?

Scappare, scappare... ma le zampe si piegano, non ce la faccio. Riesco solo a guairle di andare via, ma lei è testarda e non lo capisce. Adesso mi prende e... che cosa vuole? Mi prende e mi solleva. Si toglie il blu che ha attorno alla testa e me lo mette addosso. Mi avvolge. Mi lega a sé.

È calda. È calda, delicata e mi stringe piano.

"Sei un cucciolo bellissimo... come sei finito qui, in autostrada? Non preoccuparti, adesso ti porto a casa. Ti piace il mio foulard? Eh, sì, ti piace proprio...".

Sorride e la sua mano è dolce.

"Blu. Ti chiamerò Blu".