Prologo
Otto anni prima
2 Gennaio Ora 7:54 P.M.
Quella sera al New York Presbyterian Hospital non c'era una grande affluenza di persone, era il classico momento che gli specializzandi di medicina definivano come noioso.
Nessuno si era ferito gravemente, nessuno aveva provato a commettere qualche sciocchezza che richiedesse qualsiasi tipo di intervento chirurgico e nessuno aveva accusato alcun tipo di dolore fisico.
Tutto stava proseguendo con calma e un silenzio, quasi inquietante, faceva compagnia ai medici che si guardavano attorno o sfogliavano cartelle cliniche alla ricerca di un modo per impiegare il tempo.
Erano passate da poco le otto di sera quando tutta quella calma viene interrotta dall'urlo di una donna.
I sei medici, assegnati in quel momento al pronto soccorso, fanno scattare i loro occhi in direzione della ragazza appena entrata dalle porte automatica. È sorretta dal marito, sta piangendo e il suo vestitino firmato è completamente bagnato dalla vita in giù.
-mia moglie ha bisogno di aiuto... eravamo a casa e ha iniziato ad avere dolori. Poi in auto penso le si siano rotte le acque-
La coppia è giovane ed è il loro primo figlio, sono entrambi spaventati e non sanno cosa devono fare.
La dottoressa Morgan si avvicina a loro insieme ad altri due medici e, con prontezza, aiutano i loro pazienti portandoli subito in reparto.
-un parto è sempre meglio di niente- una delle specializzande si lascia sfuggire il commento e subito il suo superiore si premura di lanciarle un'occhiataccia poco rassicurante. Loro sono lì per imparare ma devono anche cercare di avere un po' si sensibilità nei confronti di coloro che vanno lì in cerca di aiuto.
Dall'arrivo della coppia non passa molto prima di sentire un'ambulanza arrivare a sirene spianate.
-diciotto anni. Donna. Parametri stabili. È stata investita da un'auto mentre attraversava la strada. Riporta gravi fratture al bacino, ginocchio e alla spalla sinistra. Ha sbattuto la testa contro il parabrezza dell'auto per poi essere stata scaraventata sull'asfalto a cinque metri dal punto di collisione. È stata intubata sul posto, quando siamo arrivati era già priva di conoscenza-
Il medico dell'ambulanza inizia a parlare con i medici mentre, assieme al collega, porta la barella all'interno dell'ospedale.
-va bene ragazzi. Diamoci da fare. Brown, Smith e Carter voi siete con me. Portiamo la ragazza in sala trauma, veloci- urla una delle dottoresse facendo muovere i suoi "dottori".
3 Gennaio Ora 2:47 A.M.
La ragazza arrivata qualche ora prima in ospedale è ancora in sala operatoria. Ha riportato diversi traumi agli organi e le hanno dovuto asportare parte del fegato e un rene. Nessun danno permanente alla testa o alla schiena. Il bacino e le altre ossa rotte torneranno come nuove ma avrà bisogno di alcuni interventi per riportarle al loro posto.
Non era stata investita da una macchina, ma da un camion con alla guida un uomo di mezza età, ubriaco, che non stava rispettando i limiti di velocità.
La giovane coppia invece stava continuando ad essere sottoposta a diversi monitoraggi. Il liquido amniotico era defluito completamente, la mamma era abbastanza dilatata e il bimbo in posizione per uscire, peccato che non ne voleva proprio sapere di venire al mondo quel piccolo angioletto.
3 Gennaio Ora 5:47 A.M.
Il giovane quasi-padre cammina per il corridoio dell'ospedale stringendo fra le mani un bicchiere di caffè fumante. Si stava agitando mentre le visite al suo piccolo e alla moglie continuavano, così l'ostetrica Morgan ha consigliato al ragazzo di andare a farsi una passeggiata e bersi qualcosa per distrarsi.
Gli dispiaceva vedere la sua compagna soffrire in quel modo per i dolori e aveva la costante paura che qualsiasi cosa potesse andare male.
-forse è meglio che ti siedi, sei pallido e ho paura che da un momento all'altro tu svenga qui davanti a me-
Una ragazza, seduta sulla sedia poco più avanti di lui, lo guarda e tiene fra le mani un fazzoletto con cui cerca di asciugarsi le onde di lacrime. È incinta anche lei, di qualche mese perché si vede appena la pancia ed è molto giovane.
-mia moglie è in sala parto- il ragazzo si siede affianco a lei e si passa una mano sul viso -stanno facendo altre visite, mio figlio non intende abbandonare la pancia della madre e io sono uscito cinque minuti perché ero più agitato di mia moglie-
-che bello. A me manca ancora qualche mese prima di dare alla luce la mia fragolina- la bionda scrolla le spalle cercando di sorridere ma inutilmente.
-tu stai bene?-
-non direi. Mia sorella è in sala operatoria. Hanno appena finito di rimettere insieme i suoi pezzi e ora sto aspettando che la portino in stanza- sospira lei guardando per la prima volta il ragazzo -oggi ha frequentato la sua prima lezione alla Columbia, era così entusiasta di iniziare. Poi è andata a mangiare con una ragazza che aveva conosciuto e mentre stavano tornando alla macchina un camion ha investito la mia sorellina. Sono terrorizzata e non penso affatto di stare bene-
-mi dispiace molto- le parole di lui escono come un sussurro. È rimasto senza parole.
Entrambi si girano verso l'ascensore quando sentono le porte aprirsi, tre dottori spingono il lettino con sopra una giovane donna con il viso pieno di lividi e piccoli cerotti. Ha una gamba e il braccio ingessato mentre la testa è avvolta dalle bende. Un tubo esce dalla sua bocca e il ragazzo la osserva. Improvvisamente si sente perso, quella è una ragazzina ed è distrutta, nel vero senso della parola.
Al suo fianco, la donna incinta, si alza avvicinandosi al letto e scoppia di nuovo a piangere. È sua sorella quella.
Lui non riesce a distogliere l'attenzione da quella piccola donna, segnata già dalla vita, e per un attimo prova l'impulso di avvicinarsi per accertarsi che sia tutto ok.
-ci siamo, sta per nascere- l'ostetrica lo chiama.
I due giovani, che si sono appena incontrati, si guardano lasciandosi un dolce sorriso, come a rassicurarsi a vicenda e si fanno un piccolo cenno di saluto prima di perdersi di vista.
6 Gennaio Ora 11:22 A.M.
I neo-genitori non vedevano l'ora di lasciare l'ospedale e portare a casa il loro piccolino, per iniziare quella nuova parte della loro vita.
Il ragazzo spingeva la carrozzina azzurra e grigia mentre sua moglie osservava la lista delle cose che avrebbero dovuto procurarsi per il piccolo.
Dall'altra parte dell'edificio la ragazza tanto sfortunata, aveva aperto gli occhi da poche ore ed era terrorizzata da qualsiasi cosa. Non poteva assolutamente muoversi e i graffi che le ricoprivano gran parte del corpo le davano fastidio. Sentiva bruciare lungo tutta la schiena e la nausea non accennava ad abbandonarla. Stava malissimo, non poteva credere a quello che le era successo ma si sentiva fortunata, era ancora viva e poteva ancora godersi la sua vita.
Proprio mentre gli sposini stavano attraversando l'uscita una ragazza bionda si ferma per guardarli e d'istinto sorride.
-alla fine è nato il piccolino-
Il padre alza il viso guardando in direzione della voce e sorride anche lui -si, alla fine è andato tutto bene-
-tanti auguri allora. È un bimbo bellissimo-
La moglie ringrazia quella sconosciuta e anche lui.
-tua sorella?- chiede gentilmente e realmente interessato alla salute della ragazzina.
-anche lei sta bene, per quanto le sia possibile. Questa notte ha finalmente aperto gli occhi. Ci vorrà molto prima che si rimetta del tutto ma adesso siamo un po' più tranquilli-
-mi fa piacere. Vi auguro che vada tutto bene e buona fortuna per ogni cosa- il ragazzo stringe il maniglione del passeggino con una mano e fa passare l'altra attorno alla vita della moglie.
-grazie mille. Buona fortuna anche a voi, siete una famiglia bellissima-
La bionda saluta entrambi i giovani genitori e sparisce lungo il corridoio dell'ospedale.
Quella settimana entrambe le famiglie avevano vissuto grandi e forti emozioni ma ora tutti, finalmente, potevano tirare un sospiro di sollievo.
🌷 PICCOLO SPAZIO PER ME 🌷
Ecco che sono arrivata con qualcosa di nuovo. Ci sto lavorando da un po' e poi mi è venuto in mente questo prologo. Spero che come inizio abbia attratto la curiosità di qualcuno.
Fatemi pure sapere cosa ne pensate. 😘
Un bacio, Federica ❤
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