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trentaquattro - 𝚒𝚕 𝚋𝚞𝚛𝚊𝚝𝚝𝚒𝚗𝚊𝚒𝚘

𝚜𝚎𝚋𝚊𝚜𝚝𝚒𝚊𝚗 𝚜𝚑𝚘𝚠

La mia ossessione continuava a peggiorare.

Zack era stupendo, incantevole, e il mio amore malato lo avrebbe corrotto prima o poi. Ne ero certo.

Per un periodo pensai di rinunciarci, di provare a rimanergli amico e di tenere segreto l'incendio che avvertivo ogni volta che mi sfiorava con le sue belle dita affusolate.

Inutile dire che non funzionò nemmeno per un secondo.

Prima di addormentarmi mi masturbavo sulle sue foto come un dannatissimo animale, e poi lo cercavo perfino nei sogni. Questo accadeva ogni notte, mi facevo schifo.

No, non potevo essere il suo migliore amico. Non se lo volevo così tanto. Avrei perso la testa a lungo andare. E nessuno lo avrebbe mai sostituito, per quanto ci provassi.

Isaac era l'unico per me, il solo che desiderassi. Ed era così speciale.

Stavo impazzendo sul serio.

Zack era l'angelo che Dio mi aveva mandato per redimermi o il demone che Satana mi aveva assegnato per torturarmi?

La risposta mi arrivò quel giorno.

Quando venni a sapere di averlo quasi spento con le mie stesse mani mi venne da vomitare. Non riuscii neanche a trattenermi e imbrattai una parete.

Isaac era un angelo, il più puro, ma io l'avevo quasi ammazzato.

Stavo sprofondando nella vergogna, però quel sentimento non era granché paragonato al grandissimo senso di colpa che mi stava lacerando il cuore. Come avevo potuto?

Provai a stargli lontano, mi dissi che ero nocivo, che dovevo soffrire esattamente come avevo fatto soffrire lui.

Allora il desiderio di prendere il coltello più affilato che possedevo e tagliarmi la gola mi accarezzò la mente.

Non mi importava più di nulla.

Per fortuna quello fu solo un pensiero invasivo e di breve durata e persistenza.

Dopotutto Zack aveva detto che gli piacevo: questa consapevolezza mi fece tornare razionale.

Non potevo uccidermi se lui mi amava, perché facendolo gli avrei portato via una persona a cui teneva.

La sua psiche era già così tremendamente fragile senza aggiungere un'altra tragedia!
E poi non volevo morire, non quando ero così vicino al mio obiettivo.

Realizzai presto che Isaac mi voleva esattamente come lo volevo io. In modo più dolce, certo, ma con la stessa veemenza.

Mi dissi allora che potevo diventare suo, dovevo solo assicurarmi che lui fosse completamente al sicuro.

La mia famiglia era un problema enorme, ma ci stavo già lavorando su.

Ero così preso che avevo deciso di rinunciare a tutto. Ai soldi, al potere, al ruolo che mio padre mi aveva imposto.

Isaac odiava la violenza in ogni forma e io avrei voltato le spalle al passato proprio per questa ragione. Tagliato ogni ponte.

Volevo essere buono per lui.

Tempo dopo, io e Zack facemmo pace e stavo sul serio per dichiararmi.
Ero in uno stato pietoso: piangevo stretto fra le sue braccia, costretto a subire quel dolore bruciante che mi lasciava senza respiro. Eppure ero convinto che fosse il momento ideale.

Stavo donando tutto me stesso al ragazzo che desideravo da tanto, troppo, tempo, potevo farcela. Aprii quindi la bocca per dirgli quanto lo amassi, quanto tenessi a lui e quanto fossi felice di essere finalmente suo, ma qualcosa mi bloccò.

La nostra storia era iniziata nel modo peggiore.

Avevo scambiato Isaac per un'altra persona, mi ero innamorato di lui seguendo l'ombra del fratello e gli avevo già fatto così tanti torti che ne avevo perso il conto. Come potevo avere il mio lieto fine in quelle condizioni?

E poi c'era Julia.

Quella stupida e ingenua ragazzina si credeva estremamente furba, ma non si era nemmeno resa conto della trappola che stavo tessendo solo per lei.

È la cosa migliore, mi dicevo affilando gli artigli.

Così Cloé sarebbe stata libera e avrei ripagato il debito che percepivo nei suoi confronti.

Isaac poi sarebbe stato finalmente mio. Vedevo tutto nero quando lui non era con me, rappresentava sul serio l'unica nota positiva nella mia triste esistenza.
Non potevo rinunciare alla poca felicità che mi era stata concessa.

Volevo prendermene cura.

Ma la verità era che continuavo a sbagliare e me ne rendevo conto, senza però riuscire a smettere.

Se Isaac avesse saputo cosa stavo facendo alle sue spalle, probabilmente avrebbe cominciato a odiarmi sul serio.

D'altronde lui detestava i tipi violenti.
Ironico, a pensarci ora, visto che si era innamorato di un ragno velenoso ed estremamente vorace.

L'ambiente in cui uno cresce, in un modo o nell'altro, ne forma il carattere e io avevo scelto la più buia delle strade.

Zack poteva aspirare a qualcuno di migliore e la cosa mi infastidiva parecchio. Anzi mi faceva proprio incazzare, perché per quanto tentassi di raggiungerlo continuava a sfuggirmi.

Come potevo mettermi allo stesso livello della più luminosa delle stelle?

E intanto cercavo una scusa, qualcosa che mi elevasse ai suoi occhi qualora mi avesse scoperto.

Volevo davvero che mi considerasse buono.

Non lo ero però. La mia era una maschera ed ero terrorizzato al pensiero che potesse togliermela in ogni momento, perché glielo avrei lasciato fare senza reagire.

Aveva il potere di spogliarmi di tutto.

E tornando a Julia, lei aveva fatto delle cose terribili, spinto Cloé a tagliarsi le vene più di una volta e meritava il destino che le avevo designato.

Non mi stavo comportando da Dio, vero? Stavo solamente facendo giustizia.

Insomma aveva persino provato a mettere le sue maledette manacce sul mio adorato Isaac! Era una vipera ed era riuscita ad accecare perfino un uomo come mio padre.

Anche lui era senza scrupoli, si completavano in un certo senso, ma mai avrei immaginato che si piegasse a una donna. Ero cresciuto vedendolo gettare merda su mia madre.

Ovviamente quest'ultima mi aveva abbandonato. Immagino somigliassi così tanto a quell'uomo da non esser degno d'affetto. Non ero nemmeno stato concepito con amore. La mia intera esistenza non era altro che il ricordo di una violenza.

Forse anche per questa ragione non potevo avere nulla di bello. Tutto mi scivolava velocemente via dalla dita, come acqua fresca.

Non mi meritavo Isaac.

Quando conobbi mia madre avevo due anni. Ci avevano tenuti separati, perché lei aveva provato ad annegarmi durante il bagnetto. Da quello che so, i medici sostenevano che la depressione l'avesse resa cieca e furiosa, ma a ripensarci forse al contrario era estremamente lucida e consapevole.

Voleva salvarmi da quella vita, ma l'irruzione di mio padre l'aveva fermata. Il fallimento doveva averla colpita a fondo.

Non ricordo cosa mi disse quel giorno, né lo sguardo che mi rivolse, però una strana sensazione si fece largo nel mio piccolo cuoricino quando mi abbracciò.

Pensai che fosse quello l'amore.

Ed ebbi appena il tempo di realizzarlo, perché poco tempo dopo mi lasciò. La salutai dalla finestra, lei partì su un auto scura.

Dopodiché mio padre cominciò a frequentare diverse donne, una dietro l'altra e intercambiabili tra loro.

Conobbi Paul. Mi lasciò.

Conobbi la mia promessa sposa. Non mi piacque. La ignorai.

Puntò allora a mio padre. Lui cadde per lei. Così tanto che le concesse tutto: una vita da sogno, soldi, vestiti... Svariati tradimenti.

Julia si meritava la mia cattiveria.

Ma Zack non doveva saperlo. Doveva credere che avessi riallacciato i rapporti con quella strega solamente per fare un favore a Cloé e che poi l'avrei mollata una volta per tutte. Una mezza verità, insomma.

E intanto Julia aveva osato presentare a mio padre una nuova fidanzata scelta appositamente per me. Una bambolina completamente soggiogata, selezionata unicamente per darmi noia.

Era così che lei aveva scelto di combattere: mi avrebbe fatto vedere quanto potere aveva su di me e sul mio futuro.

Quindi aveva assunto Scarlett.

«Scommetto che non ti ama davvero, che ti stai illudendo, e quando lo capirai accetterai il fidanzamento come un bravo bambino, giusto?»

Zack era troppo impacciato per sbandierare ai quattro venti i suoi sentimenti. Lei lo sapeva ed era decisa ad approfittarsene.

Stava giocando con la mia psiche.

Io però non volevo cedere, anche se avevo davvero paura della reazione che avrei ricevuto.

E forzai la mano.

Dovetti sorbire un paio di baci troppo bagnati, ma alla fine ne fu valsa la pena. Ottenni il risultato che speravo.

Isaac mi dimostrò di essere sinceramente interessato e i giochetti mentali di Julia non avevano sortito l'effetto che aveva sperato.

Io invece avevo ottenuto la cosa più preziosa: piacevo a Zack e ormai ne ero convinto.
Anche se poi tutto andò a puttane.

Julia comunque non aveva rinunciato ai suoi folli propositi. Parlò a mio padre di Isaac e fui costretto ad accettare il fidanzamento.

Se non l'avessi fatto avrei solamente confermato quanto fosse speciale Zack e me lo avrebbero tolto nel modo peggiore.

Un capo non può permettersi di essere tenero, non nel mio ambiente.

Però promisi che quella sarebbe stata l'unica vittoria che le avrei concesso.

Julia non poteva scapparmi. Quella sgradevole donna rappresentava sia una piaga che il mio biglietto d'uscita da quella vita di merda che mi avevano imposto.

Ci avevo rimuginato a lungo e avevo già steso il copione. Dovevo solo gestire gli attori.

Forzai la mano di nuovo.

Contattai Scarlett. Elogiai Cloé in ogni maniera. Ero bravo a leggere le persone, avevo visto in che modo l'aveva guardata in caffetteria.

E lei rimase intrigata dalle mie parole. Le si avvicinò, cominciò a provocarla, a sfiorarla... Cloé rispose bene.

Forse Scarlett sarebbe riuscita a curare il cuore ferito della mia amica: lo speravo, però non era ciò a cui puntavo davvero.

Ancora una volta fui pessimo.
Pensavo solamente al mio tornaconto.
No, non mi meritavo Isaac.

Però volevo davvero rendere a Julia pan per focaccia. Lei nutriva per Cloé un qualche tipo di sentimento, per quanto tossico.

E io gliela avrei tolta esattamente come lei stava provando a togliermi Zack.

Ovviamente Scarlett non ne sapeva nulla. Era una pessima attrice, se le avessi semplicemente chiesto di mettersi con Cloé avrebbe rovinato tutto. E poi sapevo che sarebbe nato qualcosa fra loro: per me era più che palese, conoscendole entrambe.

Mancava solamente l'ultimo tassello.

I sentimenti di Isaac, la dichiarazione improvvisa e la determinazione che mi aveva dimostrato, certo, mi avevano scombussolato un po', però tutto ciò aveva alterato solo in parte il mio piano iniziale.

Pensavo di conquistarlo per bene solo dopo aver tagliato i ponti con la mia famiglia. Comunque non mi dispiaceva affatto il suo affetto. In realtà mi aveva facilitato di molto le cose: Zack non avrebbe mai puntato il dito contro di me, ai suoi occhi ero intoccabile.

O così credevo.

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