7. Tre settimane
~~ 3 settimane dopo ~~
HARRY'S P.O.V
Leggo e rileggo le parole contorte e assurde della pagina web che sto scorrendo, cercando di trovarne il senso. Non ricordo come sono arrivato ad imbattermi nelle definizioni tempo e spazio su Wikipedia, stavo cercando un nuovo libro di Bukowski da leggere, e invece eccomi qui.
Il tempo non mi piace. Ne quello che passa lentamente, ne quello che scorre velocemente. Non mi piace in entrambi i casi, perché queste sono state le tre settimane più lunghe e assurde della mia vita.
Ora capisco perché le definizioni e le percezioni, mutate nel corso del tempo, siano così svariate, perché semplicemente nessuno ha ancora capito, come porsi nei confronti del tempo.
Ci hanno provato i filosofi, i fisici, i matematici, senza arrivare a nulla e ovviamente non posso riuscirci io. La conclusione più logica quindi è una sola: il tempo fa schifo.
Fa schifo percepire il suo scorrere senza avere contatti con lei, fa schifo avere del tempo libero per pensarci, fa schifo il poco tempo che ho a disposizione, per uscire da questo stato in cui sono entrato; io faccio schifo.
Dall'egocentrico Harry sicuro di se, a questo in pochi mesi; non sono così certo che Grace abbia portato cose positive nella mia vita, altrimenti adesso, non mi troverei nel salotto del mio appartamento con Niall e Ed che mi guardano senza parlare.
Niall alterna lo sguardo dal suo maledettissimo cellulare, che suona in continuazione, a me; da quando lui e Emily hanno cominciato a riavvicinarsi, è peggio di un adolescente alla prima cotta. Sorrisi, felicità, sorrisi e ancora sorrisi.
Non c'è niente di cui sorridere dal momento che il tempo passa, e io sto sempre peggio.
Ed mi guarda e basta; se non fossi assolutamente certo dei suoi orientamenti sessuali, inizierei a preoccuparmi, ma so che sta aspettando di ascoltare il perché della mia chiamata, la verità è che nemmeno io so perché ho chiamato proprio lui.
Perché nelle relazioni non è una frana? Forse. Perché scrive canzoni meravigliose, in grado di comunicare più di qualsiasi semplice parola? Sicuramente.
"Quindi Harry, hai trovato quello che cercavi?" mi domanda Ed, non appena alzo lo sguardo dal pc.
Pessima mossa Harry, mai guardare Ed Sheeran negli occhi se vuoi nascondere i tuoi pensieri più intimi; lui è un fottuto genio della musica e saprà sempre quello che pensi e quello che sogni.
"No." rispondo, tornando a scorrere la pagina di Wikipedia.
Devo ammettere che i filosofi sono proprio matti, perché passare le proprie giornate a riflettere sul significato del tempo? Lo sto facendo anche io in realtà, ma io sto impazzendo quindi sono scusato, oppure no.
Sono un matto, filosofo, complessato del cavolo: ecco cosa sono!
Kendall è ripartita ieri, e questo non aiuta a tenere la mia mente occupata. Non so per quale assurdo motivo funziona, ma quando trascorro del tempo con lei, tutto fa meno schifo e il fatto che io mi sia comportato per l'ennesima volta da stronzo con Grace, passa in secondo piano.
Forse perché se Grace non esistesse, io riuscirei a dare a Kendall la relazione che vorrebbe? Nella consapevolezza di questa illuminante scoperta, mi sento ancora più stronzo.
"Quindi come va il nuovo album, Ed?" domanda Niall, recuperando la birra dal tavolo.
Grazie per essere tornato sul pianeta terra Niall!
"Alla grande, sto organizzando una piccola anteprima fra amici e ovviamente siete i benvenuti" spiega il rosso.
Lui va davvero alla grande, ha un talento naturale che scorre nelle vene e passare del tempo con lui è sempre qualcosa che riesce ad arricchirmi, sia personalmente che musicalmente.
"Da quando ti diletti in queste cose, Ed?" domando.
Il rosso sorride, prendendo un nuovo sorso della sua birra.
"È stata un' idea di Athina, le piacciono queste cose, quindi mi sono detto: perché no? È un buon modo per passare del tempo con i miei amici e con lei."
Ecco un altro uomo che cambia le sue abitudini per una donna. Cosa diavolo mi è venuto in mente di invitare due casi umani? Niall sta diventando il fidanzato che tutte le ragazze vorrebbero, e Ed semplicemente, è nato con questa dote.
Poi ci sono io, io che non so che cosa voglio, io che continuo a pensare di non essere giusto per lei, io che non sono all'altezza nemmeno di esserle amico.
"Figo, spero che Em riesca a tornare per l'evento, ti adora e sarebbe una buona occasione per passare del tempo insieme." esclama Niall.
Emily, Emily, Emily.
Adoro quella ragazza, ma lui me la sta facendo odiare. Emily non mi odia, Emily forse mi odia meno di ieri, Emily prima o poi smetterà di odiarmi, Emily risponde alle mie chiamate, Emily mi scrive, Emily fa, Emily respira. Non fa altro che nominarla ed aggiornarmi in tempo reale sui risvolti della loro riappacificazione, ricordandomi quanto invece la mia, con Grace, sia sull'orlo dell'inesistenza.
Merda, ancora Grace. Devo chiamare Kendall, ora, adesso, non posso più aspettare.
"Ragazzi vado a fare una telefonata, voi continuate pure a fare i fidanzati perfetti senza di me!"
Non do modo loro di dire nulla, che sono già nella mia stanza. Chiudo la porta alle mie spalle, e mi lancio letteralmente sul letto.
Devo essere davvero disperato ai loro occhi, ma sono certo che non hanno la minima idea delle cose che mi stanno passando per la testa.
Compongo il numero di Kendall chiudendo gli occhi. Solitamente è lei che chiama me, che mi cerca e che mi fa sentire meno stupido di quanto so di essere, ma tutto quel concentrato di amore nell'altra stanza, è troppo anche per me.
"Haz?"
La voce della mia amica risuona stupita, al di là del ricevitore. "Hei Ken, ti disturbo?"
"No, sto aspettando il mio turno per un servizio fotografico, stavo chiacchierando con Cara. Tutto bene?"
Oh, fantastico. Mi ero quasi dimenticato del fatto che ora, tutte le mie ex, sono diventate improvvisamente amiche del cuore. Si odiavano fino all'altro giorno, e da oggi sono super amiche inseparabili. Il mondo è davvero strano e si sta bellamente prendendo gioco di me.
"Tutto bene, Niall e Ed sono passati per un saluto, ma ho dovuto isolarmi per un secondo, c'è troppo amore nell'aria e io ne sono allergico."
Kendall sa tutto, è forse una delle poche persone a sapere come mi sento, quindi non ho remore nel lasciare fuori dalla porta la mia copertura, e privarmi di qualsiasi filtro con lei.
"Harry, sono passate tre settimane, dovresti smetterla di pensarci e pensare ad altro, lo sai che non puoi più tornare indietro e che lo stai facendo anche per il bene di Grace."
Grace. Ogni volta che la sento nominare, il mio cuore perde di un battito. Kendall mi riprende sempre, mi riporta sempre alla realtà, e so che ha ragione; dovrei smetterla di pensarci, perché ho preso la mia decisione e nulla mi farà tornare indietro.
"Lo so, Ken. Ma sai come stanno le cose ..."
Sarebbe tutto più facile se riuscissi ad innamorarmi di Kendall, se riuscissi a riavvicinarmi a Taylor, o a qualsiasi altra ragazza che sa come stanno le cose, che non soffrirebbe per le mie partenze perché anche lei inevitabilmente, prima o poi, dovrà rispondere ai suoi impegni lavorativi.
Non è affatto semplice. Ci provo, continuo a provarci, ma nessuna è come lei, nessuna riesce a fermare quel dannato tempo, a renderlo stupendo, migliore e a volerne sempre di più da trascorrere in sua compagnia.
"Lo so, ed è frustrante vederti così ogni volta Harry. Sono qui, sarebbe tutto più semplice se tu mi permetteresti di essere più di una semplice distrazione."
Non adesso per l'amor del cielo! "Ken, per favore ..."
Un lungo sospiro arriva dall'altra parte del ricevitore. Non voglio farla soffrire e sono disposto a chiuderla qui, se a lei non sta bene, basta che me lo dica.
"Non ti sto chiedendo nulla Haz, sai che mi va bene anche così, vorrei solo vederti felice, tutto qui. Ora devo salutarti, ci sentiamo più tardi se ti va."
La sicurezza nella sua voce è tornata, ma so che in realtà sta soffrendo. Forse è per questo che riusciamo ad andare d'accordo, perché entrambi riusciamo a tenerci tutto dentro, nel modo più abile del mondo. Nonostante io sappia che non sto facendo nulla di male con lei, sono umano, e saperla triste mi infastidisce. Devo rimediare e forse Ed per una volta, ha avuto un'idea sdolcinata, che fa al caso mio.
"Ed darà una festa per l'uscita del nuovo album, non so ancora quando e come, ma mi farebbe piacere se tu ci fossi."
"Certo, ci sarò sicuramente, fammi solo sapere quando, in modo che io possa organizzarmi con il lavoro. Buon serata Harry, un bacio!"
Kendalll interrompe la telefonata, e io rimango a fissare il soffitto della stanza. Non voglio prendermi gioco di lei, vorrei davvero che lei fosse quello di cui ho bisogno, e in un certo senso lo è. Sono un disastro e mia madre non sarebbe fiera di me, ma non posso rimediare ora, non finché non troverò qualcuno che mi faccia dimenticare Grace.
Mi alzo dal letto e torno svogliatamente in salotto, so quello che mi spetta adesso, quindi devo essere psicologicamente pronto.
Niall è sempre concentrato sul suo cellulare, mentre Ed scruta concentrato lo schermo del mio PC. Mai lasciare il computer incustodito, Harry.
"Ed?" domando, tornando nuovamente al mio posto sul divano.
"Per quale assurdo motivo cercavi la definizione di tempo su Wikipedia, Harry?"
Perché lo odio, mi odio, e sto iniziando ad odiare la sua mancanza.
"Stavo cercando un'ispirazione per una nuova canzone." mento.
Niall alza lo sguardo dal suo telefono focalizzandosi su di me. "La stavi cercando anche al telefono con Kendall?"
Che diavolo di storia è questa? Da quando devo rendere conto a loro, delle mie abitudini?
"No, la stavo invitando alla festa di Ed, non ti dispiace vero?" rispondo, rivolgendomi direttamente al rosso.
Lui guarda Niall, prima di rivolgersi a me. "Nessun problema, ma ora vai a cambiarti. Stasera usciamo!"
No, non se ne parla. Siamo appena tornati dal tour e io ho bisogno di riposarmi. Quando vado per locali succedono sempre cose strane, e il fatto che siamo a Londra peggiora le cose.
"Io passo." affermo, recuperando il mio computer.
Ed lo trattiene, fulminandomi con lo sguardo. "Non era una domanda Harry."
GRACE'S P.O.V
Se penso che solo tre settimane fa, ero completamente a pezzi, non posso che sorridere.
Chi l'avrebbe mai detto che Gregg Sulkin fosse la medicina di cui avevo bisogno? Io di certo no, perché se l'avessi saputo prima, non avrei fatto e pensato molte cose.
Se non avessi assunto la medicina Gregg, ora non sarei qui in questo ristorante, non starei ridendo talmente tanto da avere male agli addominali, e non mi sentirei così bene.
Gregg è una forza della natura, quella che non avrei mai pensato di incontrare lungo il mio cammino. È brillante, dolce, amichevole e sicuramente non banale.
Ogni mattina lo trovo nel mio appartamento che mi prepara la colazione, quando esco dal lavoro è sempre ad aspettarmi per accompagnarmi a casa, e quando la sera non è a lezione, lui ed Eloise cenano con me.
Quello che apparentemente sembra a tutti gli effetti un tentativo di soffocamento, è senza dubbio una boccata d'aria fresca; la sua presenza non è fastidiosa, è colorata e frizzante, e in un modo che non imparerò mai, sa esserci senza farmi pesare la sua presenza.
"...quindi vogliono darmi questa parte da protagonista, ma io non la voglio. Un bravo attore dovrebbe adattarsi a qualsiasi ruolo, ma questo no!"
Siamo in un ristorante nei dintorni di Piccadilly Circus e la cena è praticamente finita. Ora che ci penso è la prima volta che usciamo da soli, Eloise ha avuto un contrattempo con il lavoro, e non ha potuto raggiungerci.
Sono sempre più convinta che la mia amica abbia bisogno di prendersi una pausa, ma ama troppo il suo lavoro per dire di no, a quelli che lei definisce "bambini prodigio".
Ha avuto questa idea delle lezioni serali e i genitori sembrano esserne entusiasti; peccato che le sue colleghe, per un motivo o per l'altro, trovino sempre una scusa per saltare il loro turno.
"Cos'hai contro i ballerini di danza classica, Gregg?" domando, sorseggiando il vino bianco che abbiamo ordinato.
"Nulla contro di loro, ma contro quelle calzamaglie molto. Tu non hai idea di quanto siano scomode, Grace."
Rido, pensando al mio amico avvolto in quelle calze che io stessa, ho indossato per tanto tempo. A differenza sua le adoravo e nonostante tutto devo ammettere, che quel ruolo non gli si addice per niente. Il suo fascino verrebbe meno e lui, e sarebbe un vero peccato per tutto l'universo femminile, me compresa.
"Scherzi, vero? Io devo vederti in quel ruolo Gregg, sono certa che la calzamaglia ti dona."
Sa benissimo che lo sto prendendo in giro, e purtroppo sa anche che il suo aspetto fisico, non mi è del tutto indifferente. Me lo ha fatto ammettere in una delle tante mattinate post jogging, quando si è presentato per la colazione a torso nudo.
Ho cercato di fare la superiore per circa tre giorni, ma fortunatamente o sfortunatamente, non sono cieca e lui è oggettivamente un bel ragazzo.
"Grace non giocare con me a questo gioco per favore, sai che perderesti e a meno che il ruolo di prima ballerina, non lo affidino a te, non accetterò mai quella parte." afferma, facendomi l'occhiolino.
Lo fa spesso e ammetto che inizialmente odiavo questo gesto da ragazzo intraprendente, ma Gregg è fatto anche di occhiolini ammiccanti e dopo tutto, il pacchetto completo non è male.
"Ormai sono passati troppi anni, il massimo che riesco a fare è fingere di ballare in discoteca, ma quello non è realmente ballare, quindi dovrai fare a meno di me." spiego.
Gregg mi guarda sorridendo e quel sorriso, non preannuncia nulla di buono.
"Perfetto, allora andiamo!"
Mi sta offrendo la mano e questo già mi fa paura. Quando lo fa, sta per accadere qualcosa che non piacerà, ma sono buona e preferisco lasciargli l'opportunità di stupirmi positivamente.
"Dove?" domando.
"A ballare, conosco un locale interessante a pochi passi da qui."
Rimango a guardare la sua mano tesa, cercando di analizzare tutti i pro e i contro della cosa. In primo luogo il lavoro; oggi è venerdì quindi domani mattina non devo alzarmi presto e l'idea non arrecherebbe nessun danno. Secondo aspetto, il locale in questione; se è uno di quelli che penso io, le possibilità di fare incontri non desiderati è alta, se invece è un locale semplice ...
Prima che io possa analizzare oltre, la mano di Gregg afferra la mia e in men che non si dica, mi trovo in piedi davanti a lui.
"Ferma la tua mente principessa, non succederà nulla e se così fosse, ci sarò io con te."
Eccola qui, l'azione miracolosa della medicina Gregg. Basta che lui mi dica una di queste frase da film, e io non capisco più niente. Dimentico dove sono, tutti gli aspetti negativi, e mi trovo a dire sempre la stessa cosa.
"Ok!"
Gregg sorride e senza lasciarmi la mano, usciamo dal ristorante. Ovviamente non mi da il permesso di pagare il conto, la sua galanteria viene sempre prima di tutto, e non ho modo di protestare.
L'aria fresca di Londra ci accarezza i visi accaldati. È fine ottobre e l'inverno è alle porte, non vedo l'ora che arrivi per potermi avvolgere nei vestiti pesanti e nelle sciarpe di lana.
Gregg mi posa un braccio intorno alle spalle, attirandomi a se e un'ondata di calore, mi investe nell'immediato. Camminiamo l'uno vicino all'altra, silenziosi ma complici come ogni volta.
I suoi gesti espansivi non mi infastidiscono come all'inizio; ho imparato a conoscerli, accettarli e anche ad apprezzarli. Accanto a Gregg mi sento al sicuro, una principessa e non ho vergogna ad ammetterlo. Avevo giurato a me stessa che non sarei più stata la principessa di nessuno, e che tanto meno, avrei vissuto in un castello, dopo che quello che si stava dimostrando il più solido di tutti, è caduto a pezzi.
Gregg però mi permette di esserlo; una principessa moderna e indipendente che non ha bisogno di castelli, per poter andare avanti. La mia realtà adesso è sufficientemente bella, da poter essere vissuta ad occhi aperti.
Le ricadute ci sono, ma sono sempre più sporadiche. Non mi importa più, se Harry non mi ha più cercata, se quella sera mi ha fatto sentire sbagliata, perché so di non esserlo. Gregg me lo ricorda ogni giorno, non apertamente, non in modo costretto e soprattutto non perché prova pena per me.
Gregg è la mia bellissima medicina e spero tanto che l'assunzione, possa essere prescritta per tanto tempo.
Ho smesso di credere al per sempre, di ipotizzare e darmi delle scadenze, vivo giorno per giorno con positività cercando di ricordarmi chi ero, prima che Harry entrasse nella mia vita, distruggendo ogni cosa.
"Ci siamo principessa!" afferma Gregg, mettendosi in coda davanti al locale.
Sono rimasta assolta nei miei pensieri per tutto il tragitto, ma so che Gregg è abituato a questo tipo di comportamento da parte mia, quindi non ho bisogno di scusarmi.
Alzo gli occhi in direzione dell'insegna del locale e il mio cuore sussulta.
L'insegna luminosa del The box, aleggia ignara sopra le nostre teste e dentro di me tutto si ripresenta come un indesierato flashback.
I suoi occhi nei miei, le sue braccia lungo i miei fianchi, le sue parole fuori da locale, e le raccomandazioni di Kendall.
Perché adesso? Tre settimane di libertà, le tre dannate settimane che influenzano ogni volta la nostra relazione che ormai non esiste più.
Odio il destino delle tre settimane, e ho bisogno di una dose doppia della mia medicina se ho intenzione davvero di mettere piede li dentro.
Guardo Gregg in cerca di aiuto, ma lui non sembra essersi accorto di nulla, si sta guardando intorno sorridente. Lui è felice di essere qui, mentre io vorrei essere dall'altra parte del globo.
Torno a guardare l'insegna sforzandomi di non pensare al passato, ma è dannatamente difficile quando quest'ultimo, è un concentrato di emozioni tali, da annientarmi facilmente.
"Hai freddo?". La voce di Gregg mi riporta alla realtà; sto tremando, ma non ho freddo, sono solo spaventata da queste sensazioni che ero riuscita a tenere a bada fino a qualche secondo fa.
Annuisco avvicinandomi maggiormente al suo corpo, le sue braccia sono prontamente attorno a me. Appoggio la guancia sulla sua camicia profumata e mi lascio cullare dall' aroma al quale sto tentando di abituarmi.
"Ci sono io con te, lo sai, vero?"
Alzo la testa incrociando gli occhi scuri di Gregg. Sono belli, lui è bello, e adoro il modo in cui riesce a calmarmi. C'è lui con me, lo so, ma è l'assenza di qualcun'altro che è tornata a farsi sentire.
Cerco di non pensarci, di lasciarmi cullare dalle parole dolci e dagli abbracci di Gregg, mentre la coda avanza fino all'interno del locale.
Siamo dentro e io non sono ancora fuggita a gambe levate. Avrei potuto chiedergli di andarcene, ma la serata è stata perfetta e non voglio che degli stupidi ricordi, rovinino tutto.
Gregg mi prende la mano, accarezzandomi il dorso lentamente, ci facciamo spazio fra la gente e raggiungiamo il bancone.
Ho bisogno di bere e sono felice che Gregg ne sia consapevole. Mi sta ordinando un Cosmopolitan mentre io cerco di ritrovare la calma di cui ho bisogno, per affrontare la serata.
"Sei già stata qui?" domanda Gregg, avvicinandosi al mio orecchio.
Il barman alle nostre spalle sta preparando i nostri cocktail e la gente si sta affollando all'interno della pista. Tutto già vissuto, tutto nella norma.
"Sì, due volte, è un bel posto, vero?" domando, facendomi più vicina a lui.
Gregg annuisce, posandomi un braccio intorno alla vita. È possibile che abbia capito tutto? Non ho ancora trovato il coraggio di raccontargli come mi sento e lui evita accuratamente l'argomento Harry Styles.
"È un bel posto, ma tu sicuramente sei più bella."
Sorrido, scuotendo la testa. Mi riempie di complimenti ogni giorno, non si stanca mai e inizio a credere che sia diventata una routine per lui. Mi ricorda che sono bella anche quando, appena sveglia, ho l'aspetto di uno zombie, quando sono in tenuta da casa e soprattutto quando mi avvolgo all'interno del mio pigiama extra large.
"Sei cieco Gregg, forse non dovresti bere, peggioresti le cose." sottolineo, recuperando il mio drink.
Il liquido fresco scorre lungo la gola e mi sento meglio; i complimenti di Gregg saranno anche fuori luogo e insensati, ma in un certo senso, anche quelli, riescono a farmi stare meglio.
Gregg mi osserva attentamente, non mi perde di vista un secondo, e se non sapessi che è sua abitudine comportarsi così, mi sentirei a disagio.
"Cosa guardi?" domando, facendomi più vicina vicina a lui.
Termina il suo drink prima di rispondere. "Guardo te, credi davvero che i miei complimenti non siano veri, Grace?"
"So come sei fatto Gregg, sei troppo buono. Apprezzo i tuoi complimenti, ma a volte sono oggettivamente insensati."
Il mio drink è quasi finito e Gregg è sempre più vicino a me. Non so se è colpa della gente che si sta affollando nel locale, se perché la musica è troppo alta, o perché semplicemente sa che ho bisogno di questo contatto.
"Grace non vado in giro a fare complimenti a caso. Sei bellissima e continuo a pensarlo, ogni giorno di più. Non sto parlando solo di bellezza esteriore, ma di quello che c'è qui dentro."
Gregg mi prende il viso fra le mani, e io sono totalmente ipotizzata dai suoi occhi e dalle sue parole. Da quanto tempo non mi sentivo più così desidera? Da quanto tempo qualcuno, non mi guardava più con quello sguardo? Troppo.
"Andiamo a ballare" affermo, appoggiando il drink al bancone, portando Gregg con me.
Mi segue e un'euforia strana, si sta facendo spazio dentro di me; qualcosa si sta ricomponendo, e vorrei tanto che fossero i pezzi del mio cuore. Gregg se ne sta prendendo cura ogni giorno e io glielo sto lasciando fare.
Arriviamo al centro della pista e nonostante i ricordi facciano a pugni per entrare e raggiungermi ancora una volta, io chiudo gli occhi e inizio a ballare.
Ballo, mente le mani di Gregg raggiungono i miei fianchi. Ballo, sentendo il suo corpo a contatto con la mia schiena. Ballo, lasciando fuori dalla pista,tutte le problematiche che una situazione come questa, domani porterà.
La musica pulsa nella testa e la consapevolezza di essere lucida, mentre riesco ad essere finalmente disinvolta, mi riempie di adrenalina. Gregg non mi lascia un secondo, le sue risate raggiungono il mio orecchio sinistro e io sto bene.
Apro gli occhi per osservare la gente intorno a me, si stanno divertendo tutti e ci sto riuscendo anche io. Sono nel locale in cui inevitabilmente qualcosa è destinato a cambiare, e tutto si ripete come uno scherzo dello stesso destino, che stavo imparando ad accettare.
Due occhi verdi sono su di me come quella volta, la sensazione di vuoto ritorna ad farsi spazio nel mio corpo e la vicinanza di Gregg, fin troppo fastidiosa. Mi fermo, smetto di ballare, di ridere, di pensare, ma i miei occhi non vogliono smettere di incontrare i suoi.
Provo a chiuderli e riaprirli consecutivamente, ma lui è sempre lì che alterna lo sguardo dai miei occhi, al mio accompagnatore.
Vorrei che fosse un flashback, ma è solo la fastidiossima realtà; Harry è qui.
SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutti!
Buona pasqua/pasquetta/pasquina in ritardo!
Le feste sono finite e si ritorna alla solita routine, nella mia c'è anche l'attitudine di scrivere, scrivere, scrivere, nonostante non dovrei aver tempo di farlo, ma invece eccomi qui con il nuovo capitolo :D
Le tre settimane per Harry e Grace sembrano essere una scadenza che permette loro di incontrarsi. Cosa pensate di questa nuova panoramica che li vede come protagonisti?
Renderemi partecipe dei vostri pensieri/domande/perplessità/questioni/sensi di colpa come sempre ♡
Grazie di tutto ♡
Al prossimo capitolo! Greta ❤
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