4. Blank Space
GRACE'S P.O.V
Blank space è ovunque.
Diffusa nell'atrio dell'ingresso, mentre prendevo l'ascensore, come suoneria del cellulare di una mia collega, in metropolitana, al ritorno dal lavoro e ovviamente sul maxi schermo del negozio all'angolo.
Non so se questo sia destino, se una minaccia o un avvertimento, so solo che se la situazione non cambia, a breve mi troverò Taylor Swift in salotto, mentre intona quella dannata canzone.
Perché proprio ora? È stata nell'ombra dei suoi capelli biondi per tutto questo tempo, quindi perché non restarci, e privarmi dell'ennesimo riferimento a Harry?
Una risposta non c'è; mi sono posta la domanda per tutto il giorno, se lo sono chiesti anche i giornalisti che mi hanno seguito fin sotto casa, e nella tranquillità dell'atrio del mio palazzo, non so ancora per qualche assurdo motivo, tutto questo stia accadendo.
Sono due giorni che Harry è qui, ed è già riuscito ad eliminare, a distanza, ogni mio spiraglio di tranquillità. Adesso sono al sicuro, i giornalisti non possono raggiungermi, e Rup mi guarda preoccupato dalla sua postazione.
"Grace, posso fare qualcosa per te?"
No Rup, ma potresti smetterla di comportarti come se fossi un cucciolo abbandonato, in cerca di cure.
"Sto bene. Eloise è già tornata?" domando.
Puntare sulla mia amica è un ottimo diversivo; credo che Rup abbia una cotta per lei, ma d'altronde come resistere a quel concentrato di dolcezza?
"Non ancora, è stata chiamata a scuola per una supplenza."
Quindi chi si sta occupando del mio nuovo appartamento?
Eloise si è offerta volontaria per accogliere lo staff, per la sistemazione dell'arredamento, e onestamente non so cosa aspettarmi.
Non che non sia affidabile, ma ha la tendenza ad assecondare qualsiasi persona bisognosa di aiuto. Nel suo lavoro è un bene; è senza dubbio la maestra delle scuole elementari, che avrei voluto avere, ma tende ad esternare questa sua attitudine di dolcezza e solidarietà al resto del mondo, e non mi stupirei se avesse preparato il pranzo, all'intero staff.
"Quindi nel mio appartamento non c'è nessuno?" domando, preoccupata.
Rup in realtà non è tenuto a sapere questo genere di cose; non si occupa del mio nuovo palazzo, e sono certa che non sia nemmeno interessato ai miei spostamenti. Senza dubbio però, tutto ciò che, in qualche modo, è legato a El, cattura il suo interesse.
"Non che io sappia. È arrivato un pacco per te, stamattina." spiega, dirigendosi nel magazzino.
Mi guardo intorno dubbiosa, cercando di assimilare ogni dettaglio che mi circonda e che con molte probabilità, da domani sera, non vedrò più.
L'arredamento è arrivato quasi nella sua totalità, si tratta solo di sistemare le ultime cose ed installare gli elettrodomestici, poi potrò definitivamente trasferirmi.
Mi occuperò degli utensili in un secondo momento, l'importante per ora, è avere un letto nel quale riposare, e una casa tutta mia, in cui poter dare il via alla mia nuova avventura.
"Ecco qui" esclama Rup, appoggiando un pesante scatolone sul bancone della portineria. "Non pesa molto, ma se vuoi posso aiutarti a portarlo di sopra."
"Non preoccuparti, faccio da sola. Ci vediamo più tardi, adesso vado a controllare se è tutto apposto. Grazie Rup!" lo informo, dirigendomi all'ingresso.
Dovrò affrontare ancora una volta i giornalisti, ma ora che ho un'arma contundente in mio possesso, faranno meglio a stare attenti.
Riesco ad evitare le domande e farmi spazio fra loro, prima di trovare rifugio nel mio nuovo palazzo. Non avrei dovuto dar loro modo di capire, che anche questo, sarà un luogo che frequenterò spesso, ma sono certa che in qualche modo, sarebbero riusciti a scoprirlo.
Saluto il nuovo portiere, molto meno socievole di Rup, e salgo sull'ascensore. Il quarto piano mi accoglie con il suo corridoio luminoso, mi affretto a raggiungere il mio appartamento; non vedo l'ora di vedere, in che modo le mie amiche, sono riuscite ad intrecciare i loro gusti.
"Buongiorno principessa! Gli elettrodomestici sono tutti collegati, manca solo la lavatrice, ma entro sera dovrei riuscire a sistemare anche quella. Is aveva ragione, sei bellissima. Piacere, Gregg!"
Stop, fermi tutti, questa non è una rapina, ma un colpo di scena in piena regola; un ragazzo decisamente carino è nel mio appartamento, avvolto in una maglietta nera, con una chiave inglese in mano, e mi ha appena chiamato principessa.
Quindi: lui chi è, come sa il mio nome, chi è Is, e perché si chiama Gregg, come Greg l'autista?
"Ehm, tu sei?"domando, cercando di trovare una risposta guardandomi intorno.
Ovviamente non la trovo, sembra che lui sia l'unico essere vivente, in casa mia, oltre a me.
"Is non ti ha avvisata?" domanda il ragazzo molto più che carino, recuperando il mio scatolone e poggiandolo a terra.
Non so con quale diritto, si sta prendendo tutte queste libertà, ma il mio cervello gliele sta concedendo senza remore, e soprattutto, senza provarne fastidio.
"Non so chi sia Is, e continuo a non capire chi sei tu. Sei dell'immobiliare?"
Gregg sorride, facendo volteggiare la chiave inglese. Somiglia molto a Liam quando gioca con il microfono sul palco, e questa somiglianza, non va a suo favore.
"No, sono il fratello di Eloise. Sono arrivato ieri sera e starò qui per un po'. Mia sorella è dovuta scappare al lavoro e mi ha chiesto di controllare il tuo appartamento. Lo staff ha finito qualche ora fa, e per occupare il tempo, ho installato gli elettrodomestici, spero non ti dispiaccia."
Assolutamente no, puoi fare quello che vuoi, fratello carino di Eloise, basta che non smetti di sorridere in questo modo incredibilmente affascinante.
Ok riprenditi Grace, hai già avuto a che fare con sorrisi del genere, sai come gestirli, e come apparire indifferente all'effetto che fanno.
"Oh, non sapevo Eloise avesse un fratello, non me ne aveva mai parlato. Perdonami Gregg, piacere Grace e non mi dispiace che tu abbia installato i miei elettrodomestici; vedo che la gentilezza è nel vostro dna." sorrido, allungando la mano nella direzione del bel fratello.
El non è stata carina ad omettere, volontariamente, informazioni così importanti sulla sua famiglia. Ora che ci penso, non so molto riguardo il suo albero genealogico, ma probabilmente siamo state troppo occupate a parlare di me, e della mia strana vita movimentata, per affrontare il discorso.
Il senso di colpa si fa spazio dentro di me, ma il bacio che Gregg mi lascia sul dorso della mano, elimina qualsiasi sensazione negativa.
Wow. Davvero. Wow.
"Saluti tutte le ragazze così, Gregg?"domando, imbarazzata e curiosa allo stesso tempo.
Gregg ride. Ha una bella risata, una di quelle rumorose ma armoniose, quelle contagiose che ti rimangono impresse.
"Sì principessa, tutte le donne dovrebbero essere trattate con i guanti, con rispetto, e in modo galante. Mio padre me l'ha insegnato quando ero piccolo, e crescendo, mi sono reso sempre più conto, che non posso fare a meno di comportarmi in questo modo." spiega, recuperando il mio scatolone, e dirigendosi nel mio appartamento.
Guardo le sue spalle larghe dirigersi in quella che, a tutti gli effetti, è casa mia. Per un momento, mi dimentico di tutto; dell'entusiasmo che dovrei provare nel voler vedere l'arredamento, della preoccupazione per la presenza di Harry a Londra, e anche della stanchezza accumulata sul lavoro.
Gregg sta bene qui, lo conosco da cinque minuti, e il suo atteggiamento coinvolgente, non mi ha turbata. Non mi infastidisce il fatto che lui stia prendendo l'iniziativa, e nemmeno che si comporti come se lui, fosse il padrone di casa. Lo seguo studiando attentamente il suo aspetto; è lontano dai miei canoni di bellezza, ma senza dubbio è un bel ragazzo.
"Vado a finire con la lavatrice poi parliamo un po', ti va?"
Annuisco semplicemente, ho bisogno di stare un attimo da sola, nonostante le domande che vorrei fare a Gregg, affollino la mia mente.
Lui sorride, sparendo nel corridoio, e finalmente la mia percezione, ritorna ad essere completa. Riesco a riconoscere il tocco di Ilary nel salotto classico, e la precisione particolare di Lucy, nell'arredamento della cucina.
Sono loro, lo vedo in ogni particolare e sono certa che se dovessi entrare nelle altre stanze, riconoscerei tutte le mie amiche. Quello che inizialmente, era un modo per rendere più rapido il trasloco, si sta rivelando una delle migliori idee, che io abbia mai avuto. Non sarò mai realmente sola, mi basterà guardarmi intorno per sentirmi a casa, in quella casa priva di pareti e arredamenti, che sono e saranno sempre loro.
Sollevo lo scatolone scuro portandolo con me in cucina. Prendo posto sul divanetto davanti alla finestra.
Fra poco sarà buio e il sole scomparirà dietro al London Eye; non ho intenzione di perdermi lo spettacolo, non ora che posso finalmente godere di una vista privilegiata come questa.
Non ho intenzione di perdermi più nulla da ora in poi; l'ho promesso quella notte, osservando il cielo stellato, che con la sua bellezza, si prendeva gioco di me. Tutto sembrava essere perfetto in quella notte calda, tutto tranne il mio cuore, che silenziosamente, si riduceva in mille pezzi.
Apro lo scatolone controllando il sole che lentamente sta calando. Vorrei fermare il tempo, e sentirmi così in pace per sempre; un estraneo è nel mio bagno e la cosa non mi infastidisce, ho mille cose da sistemare, ma non ho fretta di farlo.
Il contenuto del mio pacco è la ciliegina sulla torta, che mi fa irrimediabilmente emozionante. Estraggo tutti gli oggetti all'interno, appoggiandoli sulla superficie morbida al mio fianco.
Un giubbotto di pelle, sei spazzolini, venti cornici colorate, e cinque libri dalla copertina scura.
Sorrido, estraendo il biglietto allegato.
Ci hai chiesto di aiutarti con l'arredamento, ma se così dev'essere allora, non potevano mancare dei piccoli regali da parte nostra.
Il giubbotto di pelle da parte di Del; un capo che non può mancare nel tuo guardaroba, a rappresentare quello che sei da oggi in poi: una ragazza dolce che sa essere anche dura e determinata, avvolta da quella stessa pelle morbida, che ti rappresenta al meglio.
Gli spazzolini da parte di Erika; perché l'igiene dentale viene prima di tutto, chiunque dovrà ammirare il tuo sorriso fantastico e splendente. Nessuno ha il diritto di toglierti il sorriso, a maggior ragione se quest'ultimo, è bianco e accogliente come il tuo. (Sei spazzolini, uno per ognuna di noi, da utilizzare quando verremo a trovarti)
Le cornici colorate da parte di Candy; da appendere alla parete bianca della tua stanza da letto. Per non dimenticare mai chi sei, chi sei stata, e chi diventerai. La scelta delle foto da inserire sta a te, solo tu puoi decidere chi vuoi guardare ogni giorno, chi i tuoi occhi vogliono incontrare, ad ogni risveglio.
I grandi classici da parte di Ilary; perché non possiamo ignorare il passato. Il passato è alla base di quello che siamo, che si tratti della storia della letteratura, o della nostra vita.
Il divanetto da parte di Lucy; per motivi logistici, non è stato possibile mandarlo ancora imballato, ma l'importante è che tu possa godere della sua comodità, ad ogni occorrenza. Per sentirti comoda mentre guardi il cielo, o semplicemente mente leggi un libro. Perché a volte prendere una pausa, e preferire la comodità, non è sempre uno sbaglio.
Siamo sempre con te Grace, anche da lontano, anche con semplici gesti. Buona fortuna per questa nuova avventura!
Ti vogliamo bene, le tue amiche.
Le lacrime stanno scendendo senza che io le possa controllare; le prime dopo tanto e sorprendentemente non sono per lui, per la sua assenza, ma per la felicità che loro, riescono sempre a darmi.
Sono speciali, sono stupende, e sono parte di me.
"Tutto bene, principessa?"
Alzo lo sguardo, trovando quello scuro di Gregg. Al momento, credo di non poter star meglio di così.
"Parlami di te, Gregg."
Sto piangendo davanti ad un estraneo, ma non posso far nulla per trattenermi, per controllare quelle emozioni, che non dipendono da lui.
Gregg prende posto sulla sedia dell'isola della cucina, senza obiettare. Mi piace il suo modo di fare, il modo in cui mi osserva, e soprattutto la sua capacità di farmi sentire a mio agio, nella sua espansività.
"Ho fatto mille audizioni in questi anni, ma ogni volta che mi pongono questa domanda, sono in difficoltà. Non so ancora chi sono, ma so cosa voglio fare per il resto della mia vita; sono, e sarò un attore."
Mi sono chiesta tantissime volte, come sia possibile avere a che fare con un attore. Si corre sempre il rischio di non trovare la sua vera personalità, nascosta fra quelle che interpreta.
"Non ho una buona opinione degli attori." spiego, incrociando le braccia al petto.
Gregg sorride, guardandomi con attenzione. "Non ti muovere principessa, per nessuna ragione, ok?"
Estrae dalla tasca il suo telefono, puntando la fotocamera nella mia direzione.
"Gregg, non mi piace essere fotografata."
"Sorridi, Grace" mi incita, guardandomi da sopra l'obiettivo.
Non sono in grado di simulare un sorriso, è lui l'attore, lui che riesce ad incarnare un personaggio totalmente diverso da quello che è, io sono semplicemente Grace. Ho bisogno di un motivo per sorridere e so che posso trovarlo al mio fianco, tornando a guardare lo scatolone delle ragazze.
"Sono stato ammesso alla Royal Academy of Dramatic Art, ho frequentato tanti corsi in passato, ma sono certo che questa sia la mia occasione."
Gregg continua a parlare incurante del fatto che siamo estranei, che io ho già alzato mille barriere fra me e lui, soltanto per il fatto che il lavoro che vuole svolgere, non mi piace.
Non ho mai avuto pregiudizi sulle persone, ma forse a questo punto della mia vita, è necessario impormi di rallentare, di farmi delle domande prima di fidarmi di chi ho davanti.
"In tanti mi hanno detto che non sono tagliato per una carriera vera e propria, proprio perché secondo loro, non sono in grado di scindere quello che sono, da quello che devo interpretare. Io credo che si sbaglino; volere è potere e quello che voglio con tutto me stesso, è fare della mia professione, la mia vita. La RIDA ha un metodo di insegnamento particolare, basato sull'eliminare le attitudini nocive, che ostacolano il benessere dell'attore. Non vogliono cambiarmi, non vogliono privarmi della mia personalità, e questo è ciò che voglio."
Quello che leggo nei suoi occhi è determinazione, nessuna incertezza o debolezza, soltanto carattere, e forza. Gregg è qui da pochissimo tempo, ed è già riuscito ad essere tante cose; il ragazzo dolce e disponibile, e quello forte, in grado di proteggere i suoi sogni e sono certa, anche le persone a cui tiene.
Dialoghiamo tranquillamente per il resto della serata senza spostarci dalle nostre postazioni; io e i miei regali, lui e la sua chiave inglese, che di tanto in tanto, fa volteggiare nell'aria.
Mi racconta della sua famiglia, di Eloise e di particolari aneddoti in cui ritrovo puntualmente la mia amica. Nei suoi racconti trovo soltanto autenticità e di Gregg, l'attore determinato, non c'è traccia.
Ho vissuto per così tanto tempo nell'artificio, che era diventata la mia vita, da non accorgermi che l'attrice, sono sempre stata io. Sono io che mi sono immedesimata perfettamente nel ruolo di fidanzata della pop star, e sempre io, che non sono stata all'altezza di portare avanti il mio ruolo, fino alla fine del film.
Non ho nessuno da incolpare, e nessuno contro cui puntare il dito; ho giudicato Gregg per la sua passione, considerandolo un camaleonte, in grado di fregarmi da un momento all'altro. Ma Gregg è semplicemente questo, un ragazzo normale, che non vuol essere nessun'altro, diversamente da se stesso.
"C'è nessuno?"
La voce di Eloise, proveniente dall'ingresso, cattura le nostre attenzioni; fuori ormai è buio e il tempo non passava così veloce da mesi.
"Siamo qui, Is" la richiama Gregg, facendomi l'occhiolino.
Ricambio con un sorriso, quello che non devo simulare, ma che viene spontaneo soltanto guardandolo negli occhi
"Come siete belli, insieme! Ciao fratello, hai trattato bene la mia amica, o hai fatto lo spiritoso come tuo solito?" domanda Eloise, appoggiando due borse di plastica sul bancone.
Ha il viso stanco ed è visibilmente affannata. Mi chiedo se un giorno riuscirà a prendere una pausa vera e propria, e godersi quegli attimi di tranquillità, che dovrebbe avere nei suoi giorni liberi.
"E' stato bravissimo e ha installato tutti i miei elettrodomestici. Avresti potuto avvertirmi della sua esistenza, sai?" domando, raggiungendola e lasciandole un bacio sulla guancia.
Gregg ci guarda compiaciuto, credo che Eloise in realtà, non abbia nascosto la mia, di esistenza. L'impressione che ho avuto, parlando con lui, è stata quella di parlare con un amico che mi conosce davvero; qualcuno al quale non è necessario dare spiegazioni aggiuntive e il suo sguardo consapevole, ne è la prova.
"Volevo puntare sull'effetto sorpresa e vedo che ha funzionato. Sono le dieci di sera e voi non ve ne siete nemmeno accorti. Forza! Ho portato qualcosa per cena, nulla di speciale, ma dovrete accontentarvi. Gregg, accendi lo stereo, abbiamo bisogno di musica."
La versione dinamica e organizzatrice di Eloise, mi mancava. Ho avuto modo di osservarla in molte delle situazioni che la vedevano protagonista, ma quella di padrona di casa, che gestisce la situazione, mancava all'appello.
La lascio trafficare nella mia cucina, consapevole del fatto che, avvisarla del mio non appetito, non servirà a nulla. Ne approfitto per controllare le altre stanze e ancora una volta l'emozione si fa spazio dentro di me.
Sto vivendo il mio primo momento di debolezza, il primo dopo un mese e lo sto affrontando in un modo che non mi sarei mai aspettata. Mi sento fragile, ma non distrutta, emotivamente instabile, ma non per questo debole. Le emozioni che sento non sono dovute a qualcosa che manca, ma a qualcosa che c'è, che si evolve giorno dopo giorno e che sarà sempre quella fonte di felicità, di cui non dovrò mai fare a meno.
La camera da letto è perfetta, il bagno anche, e il guardaroba ancora di più.
Inspiro profondamente, chiudendo gli occhi e poggiandomi alla parete del corridoio. E' tutto vero, sono davvero quì, nella mia nuova casa, con un lavoro perfetto e degli amici perfetti. Non sono crollata, non sono stata prevedibile e ho trovato in me, quella forza di cui tutti ignoravano l'esistenza.
"E' bello qui."
La voce di Gregg arriva più vicina del previsto. E' di fronte a me e mi guarda con quel suo sguardo profondo, capace di guardare oltre ogni cosa.
"E' bello qui." confermo.
Spero che capisca che non mi sto riferendo solo all'arredamento, non solo a queste pareti che faranno da cornice alla mia nuova vita. E' bello quì perchè Eloise è qui, perchè lui è qui e perchè io sono qui.
Le note di quella canzone che so per certo, mi perseguiterà ancora per molto, ci raggiungono e per la prima volta in questa giornata, le accetto. Chiudo gli occhi e mi lascio condurre da quella melodia, in spazi che per la prima volta, non comprendono Harry.
Nice to meet you, where you been? I could show you incredible things. Magic, madness, heaven, sin; saw you there and I thought. Oh my God, look at that face, you look like my next mistake. Love’s a game, want to play?
[Piacere di conoscerti, dove sei stato? Potrei mostrarti cose incredibili. Magia, follia, paradiso, peccato; ti ho visto lì e ho pensato “Oh mio Dio, guarda quella faccia”. Assomigli proprio al mio prossimo sbaglio. L’amore è un gioco, ti va di giocare?]
SPAZIO AUTRICE
Non so cosa mi succede, ma da quando ho iniziato a scrivere questo sequel, ogni capitolo mi appare diverso da come lo immaginavo nella mia testa. Non sono soddisfatta del lavoro che ho fatto fin ora, ma ho bisogno di scrivere questa storia e di mettere nero su bianco, tutte quelle idee che mi affollano la mente.
Prometto che appena avrò il tempo e lo spirito giusto per farlo, riprenderò ogni singolo capitolo e lo renderò migliore, per ora spero che possiate accontentarvi di questo fiume di parole.
Le letture di A kind of magic continuano ad aumentare e io non potrei essere più felice. Questo è solo grazie a voi, quindi GRAZIE GRAZIE GRAZIE :*
Al prossimo capitolo, spero migliore di questo!
Un bacio! Greta ♡
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