33. Abbracci
GRACE'S P.O.V
Il giorno della partenza è arrivato, sia per me che per Lucy.
Ha deciso di tornare a casa dopo la conversazione con Gregg che a suo parere non è opportuno riferirmi. Si è appellata al segreto professionale, ma dubito che lui si sia rivolto a lei in veste di paziente. In ogni caso ho evitato di insistere. Evidentemente non era ancora pronto per affrontare me, preferendo piuttosto la mia amica che per lui è praticamente una sconosciuta. Ma ovviamente, non ho voce in capitolo!
Il tatuaggio continua a fare male, persisto nell'applicare la crema idratante, ma ad ogni movimento brusco una fitta lancinante mi colpisce a ricordarmi della sua presenza. Nonostante questo non mi pento di averlo fatto.
Mi piace e ho scoperto che guardarlo allo specchio potrebbe diventare la mia prossima passione.
"Il taxi sta arrivando. Il tuo aereo è fra sei ore, quindi dovrai essere puntuale a Heathrow per le quattro circa. Chiamami quando arrivi a Toronto, a prescindere dall'ora, ok? E non smettete di mettere la crema sul tatuaggio o si infiammerà."
Mamma Lucy in azione. "Ok mamma, puoi stare tranquilla. La valigia è pronta e chiamerò un taxi al più presto."
Lucy annuisce stritolandomi in un abbraccio. Evita di avvolgermi le braccia intorno al collo lasciando questo beneficio a me. "Gregg è innamorato di te. Non riesce ad odiarti e nemmeno a dire una parola negativa sul tuo conto, potrei benissimo sequestrarlo e studiare il suo caso nei minimi dettagli perché inizio a pensare che non sia umano. Detto questo, cerca di rispettare i suoi spazi e non azzardarti a pensare nemmeno per un secondo che quello che hai fatto è sbagliato perché ne avevi bisogno e lui anche, quindi vai avanti, non voltarti mai e dai una possibilità a te stessa di essere felice."
Non dico nulla, mi limito a tenerla stretta. Aveva detto che non mi avrebbe riferito nulla e invece eccoci qui. Non mi pento di niente; ogni cosa che ho fatto e detto con Gregg è stata sincera. Non ho mai finto con lui e sono felice che sia andata così perché non sarei così serena adesso.
Mi manca, mi manca la sua presenza, il suo essere semplice, speciale, presente e semplicemente Gregg, senza autisti al seguito, fans sfegatate pronte a fare di tutto per lui e soprattutto con quelle certezze che forse Harry non mi potrà dare mai.
"Killian?" le domando guardandola.
Lucy sorride alzando le spalle. "Non posso percorrere una strada diversa dalla tua Grace, quindi non mi volterò indietro e mi darò una possibilità per essere felice davvero. Grazie per avermi ospitata, per esserci stata e per tutto. Avevo bisogno di staccare la spina e l'ho fatto. Ora so quello che è giusto per me."
Scuoto la testa chiudendo gli occhi. Sono felice e mi viene da piangere. "So che non sono stata il massimo in questi giorni, mi hai trovata nel periodo peggiore forse e so che mi hai odiato per gran parte del tempo, ma sono felice che tu sia stata qui, dico davvero. Avevo bisogno di te a avrei un gran bisogno anche delle altre ragazze", ammetto.
"Piccola sai meglio di me che Erika e Ilary non affitteranno mai la tua camera a nessuno. Erika riesce a trovare un difetto a ogni possibile affittuario e a Ilary semplicemente sta bene così. Nessuno prenderà mai il tuo posto, nè nella tua camera nè nelle nostre vite, quindi ti basta prendere un aereo e venire a trovarci."
Lo so, lo so alla perfezione e le adoro anche per questo. Non appena avrò un momento libero con il lavoro le raggiungerò, sarà il primo proposito per l'anno nuovo.
"Va bene, grazie ancora di tutto e buon viaggio". La abbraccio un'ultima volta prima di accompagnarla all'ascensore. Non vuole che la accompagni nell'atrio e non insisto, so che non riuscirei comunque a farle cambiare idea.
Sorrido chiudendo la porta dell'appartamento alle mie spalle.
Sono sola, ma so di non esserlo. Il mio appartamento è tranquillo e in ordine. Devo solo chiamare un taxi, controllare le ultime cose e sarò pronta. Sto davvero tornando a casa e quasi non ci credo.
Mi incammino per l'appartamento alla ricerca del mio cellulare. Mi resta un'unica cosa da fare e muoio dalla voglia di farla. Digito velocemente sulla tastiera senza indugiare oltre. "Gelato?"
Non importa se è il ventidue dicembre, per noi il gelato sarà sempre un ottimo motivo per passare del tempo insieme e la risposta che mi arriva in modo tempestivo, conferma ogni mia convinzione. "Arrivo."
Sono agitata, è possibile esserlo? È solo Eloise. Continuo a ripeterlo eppure non vedo l'ora di vederla, di capire cosa sta succedendo, cosa è successo e cosa succederà perché non ho nessuna intenzione di perderla.
Passano cinque minuti prima che il campanello della porta suoni. Corro in quella direzione incurante del mio telefono che ha ricominciato a suonare. Spalanco la porta e non ho nemmeno il tempo di realizzare che due piccole braccia si aggrappano al mio collo.
Se il tatuaggio non facesse così male ricambierei, abbraccerei Eloise senza darle la possibilità di cambiare idea e andarsene, ma tutto ciò che riesco a fare è allontanarmi bruscamente con le lacrime agli occhi.
"Cosa ho fatto?" domanda allarmata portandosi entrambe le mani sulla bocca.
"Nulla giuro, dammi solo cinque minuti e ricambierò il tuo abbraccio. Solo cinque minuti. Sono così felice che tu sia qui!" affermo massaggiandomi con prudenza il tatuaggio.
Eloise mi guarda poco convinta chiudendo la porta alle sue spalle.
"Cosa ti è successo al collo? Sei sicura di star bene? Avresti dovuto avvertirmi, non ti avrei assaltata, solo che è stato più forte di me. Mi sei mancata così tanto Grace e non potevo manifestare nemmeno la cosa davanti a Gregg che per altro è intrattabile. Lo avrei spedito qui volentieri, ma per ovvi motivi non ho potuto. Per non parlare di Cleo dannazione, ha passato ogni ora in mia compagnia a chiedermi di te. Non ti odiava o qualcosa del genere? È stato un inferno e io non sapevo come comportarmi; sono sparita ma non è stata una cosa volontaria, avevo solo bisogno di capire come gestire Gregg e la sua sparizione, ma ti avrei chiamato prima o poi e insomma... Aspettavo che lo facessi tu, magari nel frattempo avevi capito che sono un totale disastro eccetera, eccetera, che sono una che non fa altro che farneticare, ma non so fare solo questo, io farnetico cose vere, il fatto che ti voglio bene è una di queste e..."
Ok, ha bisogno di essere fermata.
"El, va tutto bene.". Le poggio entrambe le mani sulle spalle tentando di interrompere il suo flusso di parole e funziona.
La mia amica mi guarda con un sorriso spontaneo e la seguo istintivamente. "Mi dispiace", ammetto avvolgendo le braccia intorno a lei. El ricambia facendo attenzione al collo.
Oggi è la giornata degli abbracci, quelli di arrivederci, quelli di ben tornata, ma comunque di affetto e questo è l'importante.
"Dispiace anche a me e non staremo a stabilire a chi dispiace di più, ok? L'importante è che siamo qui insieme", afferma Eloise.
"Ancora per poco El, ho l'aereo per Toronto alle sei e devo chiamare un taxi, dammi due minuti e sono da te."
"Cinque minuti per l'abbraccio, due minuti per il taxi. Tutto ad accumularsi con il tempo perso insieme in questi giorni. Dobbiamo rimediare o non recupereremo mai... Quindi ho un'idea, lascia perdere il taxi, ti porto io in aeroporto!"
A questo punto dovrei saltellare, gioire, essere contenta della disponibilità della mia amica se non fosse che lei e la guida non hanno un buon rapporto. "El, sei sicura? Avrai sicuramente qualcosa da fare oggi pomeriggio, no?"
"Assolutamente no!"
Ok, alla fine è tutta questione di destino, se deve succedere qualcosa semplicemente succederà. "Va bene, grazie. Allora gelato?" domando incamminandomi in cucina.
Eloise mi segue guardandosi intorno. "Che è successo al tuo appartamento?" domanda.
"Lucy", spiego in attesa di una risposta da parte della mia amica.
"Oh. Sembra passata un'impresa di pulizie, non che prima fosse sporco o in disordine, si intende, ma sembra diverso. Comunque gelato sia!" afferma El prendendo posto sul divano.
Recupero la vaschetta ancora sigillata dal congelatore e munita di cucchiai raggiungo la mia amica. "Condividiamo?" domando posando la vaschetta sul tavolino.
"Come sempre, a meno che tu abbia contratto qualche malattia infettiva in questi giorni. È successo?" domanda Eloise divertita.
Scuoto la testa mettendomi comoda al suo fianco. "Nessuna malattia infettiva, soltanto tante cose nuove e caotiche..."
Caotiche non è il termine corretto forse, ma non so trovarne un altro da attribuire alla circostanza.
"Sembra che tu stia bene però", suggerisce Eloise guardandomi con attenzione.
Annuisco posando istintivamente una mano sulla nuca. "Credo di star bene, ho buoni propositi per l'anno nuovo e tanta voglia di essere finalmente felice."
Eloise sorride ignorando completamente la vaschetta di gelato vicino a noi. "Harry, vero?" mi domanda.
Abbasso il capo istintivamente. Non so se è il caso di parlarne ora, rimane comunque la sorella di Gregg e io non so come gestire questa situazione, ora più che mai. "El mi dispiace per Gregg, per essermi comportata in quel modo a casa tua, devo aver fatto una pessima figura con i tuoi genitori e davvero, mi dispiace."
"Grace non hai fatto nulla di male. Sarebbe finita in questo modo comunque, ne abbiamo già parlato e non provo rancore nei tuoi confronti per questo. Ha fatto bene anche a lui infondo..."
Oh. Non erano di certo queste le parole che mi sarei aspettata da lei. "In che modo può avergli fatto bene?" domando.
"È andato da lei", afferma sorridendo appena.
Non so cosa dire. Non so cosa pensare, non so come sentirmi in merito e nonostante tutto, riesco a percepire del fastidio nei confronti di quella ragazza che gli ha fatto così male.
"Doveva farlo prima poi, e il fatto di aver litigato con te l'ha spronato a chiudere le situazioni irrisolte. Lei lo è stata e non può continuare a basarsi su qualcosa di passato se deve andare avanti. Ha cercato in tutti i modi di far funzionare le cose con te, di essere quello di cui tu avevi bisogno, senza chiedersi davvero cosa pensassi tu. Forse l'ha fatto, te l'ha chiesto un centinaio di volte ignorando i mille segnali contrastanti che gli mandavi e si è innamorato della ragazza sbagliata di nuovo. In questo caso era quella giusta, ma non in questa vita Grace, e lui ha solo questa da poter vivere al momento. Sono sua sorella, mi dispiace per lui, ho sofferto con lui e ho cercato di farlo stare meglio, ma non è servito a nulla. È andato da lei, per capire. È così ostinato, alla ricerca di un perché per ogni cosa, ma a volte un perché non c'è, si tratta solo di destino e questo non è il vostro. Gli passerà, troverà la persona giusta e solo a quel punto riuscirà a tornare da te senza rancore, ma una cosa è certa Grace, non ce l'ho con te e i miei genitori nemmeno. Non sono solo sua sorella, sono anche tua amica e questo non cambierà. Voglio solo che voi siate felici e nella consapevolezza che non potete esserlo insieme, allora è giusto che lo siate con qualcun'altro."
Dovrei abbracciarla di nuovo a questo punto, perché ancora una volta è quello che l'istinto mi dice di fare, ma rimango ferma sul posto ad osservare quella ragazza che in poco tempo è riuscita a farsi spazio nella mia vita. Non ha chiesto il permesso, non l'ha fatto in punta di piedi, ha semplicemente proseguito nella mia direzione, fino a raggiungermi e non c'è modo che possa fare retro marcia.
"Sei speciale El". È tutto quello che riesco a dire mentre la mia amica scuote la testa sorridendo.
"Anche tu lo sei, e anche in questo caso possiamo evitare di iniziare un dibattito su chi lo è di più..."
Rido con lei mentre cerco di trattenere le lacrime. Sono felice.
"Vuoi dirmi di Harry, adesso?"
Annuisco sorridendo appena. Le riassumo tutto quello che è accaduto velocemente, ma senza riferirle i tratti salienti della nostra telefonata. Riesco ancora ad imbarazzarmi al pensiero delle cose che ci siamo detti, ma la paura di fallire ancora, rimane.
So che non ho scampo, so che è lui la persona che può rendermi felice, ma se così dev'essere, allora ho bisogno di ricominciare per gradi. "Mi ha detto che saremmo usciti a cena una sera di queste, ma ha avuto un impegno improvviso e inderogabile che non gli ha permesso di tornare a Londra prima che io partissi per Toronto, quindi immagino che tutto sarà rimandato dopo le festività", spiego.
Ho cercato di essere lucida e razionale quando mi ha riferito dell'importante impegno e credo anche di essere riuscita a mascherare la delusione nel constatare che non ci saremmo visti ancora per molti giorni, ma forse è un bene. Tutta questa positività mi avrebbe portato a correre ancora e sono fuori allenamento, mi sarei procurata senza dubbio uno strappo quindi forse, è stato meglio così. Ho bisogno di riscaldarmi prima.
"Grace sono troppi giorni!" mi rimprovera Eloise alzandosi.
La seguo con lo sguardo divertita dalla sua espressione.
"Siamo stati lontani per tanto tempo, qualche giorno in più non cambierà le cose."
Non sono affatto convinta dell'affermazione che ho appena fatto. Io e Harry siamo la conferma costante che tutto può cambiare da un momento all'altro e nel nostro caso, anche pochi minuti possono fare la differenza.
Tutto però passa in secondo piano dal momento che molte delle cose che devo risolvere mi aspetteranno al mio atterraggio; rivedrò finalmente Mad e avrò modo di capire cosa sta succedendo.
"Ok, farò finta di crederti. Tutta questa positività mi sta contagiando. Adesso vuoi dirmi cosa ti sei fatta al collo?" chiede Eloise tornando a prendere posto al mio fianco.
Il gelato rimane intatto sul tavolino davanti a noi sinonimo del fatto che fosse solo un pretesto per far sì che questo incontro avvenisse.
"Non ci crederesti..."
Sorrido incrociando l'espressione sempre più curiosa della mia amica.
Mi volto sollevando i capelli dalla schiena.
"Wow. Grace ... Cioè Wow..."
Eloise si avvicina a me controllando con attenzione la scritta incisa sulla mia pelle. È una strana sensazione essere a conoscenza della sua presenza ed è bella, confortante, un piccolo promemoria che non posso vedere, ma di cui so l'esistenza. Non ringrazierò mai abbastanza Jamie per avermi fatto questo piccolo regalo.
"È bellissimo e sono orgogliosa di te. Come hai avuto questa idea?"
Sposto nuovamente i capelli sulla schiena. "È il regalo di Jamie per Natale. Mi ha incastrata e dopotutto sono felice che l'abbia fatto."
Eloise sorride scuotendo la testa. "Tua madre impazzirà lo sai questo, vero?"
Rido con lei divertita dall'immagine degli occhi blu di mia madre fuori dalle orbite. "Avrebbe trovato comunque un motivo per farlo, ma anche in questo caso sono certa che non sia uno sbaglio. Tutto quello che ho fatto non lo è, e ho solo due cose da sistemare ora. Ho così voglia di farlo che nemmeno ti immagini El..."
"Lo immagino. Vorrei che non partissi, so che devi farlo, ma sappi che mi devi un Natale quando tornerai."
Annuisco convinta. "Lo avrai, magari allora avrò trovato la voglia di addobbare l'appartamento, di fare una di quelle feste in famiglia che ho sempre sognato e allora festeggeremo!"
"Non vedo l'ora, Grace", ammette Eloise sinceramente.
Parliamo per tutto il tempo a disposizione, anche durante il tragitto all'aeroporto che a parte qualche precedenza non data da parte della mia amica, si è rivelato più tranquillo del previsto.
Credo che El sia l'unica persona con cui non riuscirei a rimanere in silenzio. È stato così sin da subito, come se a tutti gli effetti ci conoscessimo da sempre e in ogni istante avessimo qualcosa da condividere.
"Allora buon viaggio amica speciale", afferma Eloise una volta raggiunti i controlli.
"Grazie amica speciale!"
Ci abbracciamo forte, senza indugi, spinte soltanto dall'affetto che ci lega e sono certa non dissolverà mai. Ci sono poche cose che so con certezza e questa è una di quelle. Non è scritta in nessun libro, non è spiegabile con dimostrazioni matematiche, semplicemente lo sento ed è bello.
Abbraccio la mia amica e la vita che mi spetta da ora in poi, quella che non voglio rimpiangere, che voglio vivere con un sorriso sulle labbra e un cuore forse disposto ad amare ancora.
HARRY'S P.O.V
Dieci ore di volo.
Non sono nulla a confronto con quelle che siamo abituati a fare di solito, e non dovrebbero nemmeno dispiacermi dal momento che è uno dei pochi momenti in cui chiudo gli occhi e semplicemente dormo.
Oggi però non riesco. Atterreremo alle diciotto a Londra, e mi sembra così assurdo da non riuscire a crederci. Io atterrerò e Grace decollerà; qualcuno sta giocando ad ostacolarci e deve sperare di non incrociare il mio cammino perché manderò al diavolo tutti i miei buoni propositi contro la violenza.
Tutti dormono, l'areo è silenzioso e gli unici svegli sembriamo essere io e Niall. L'agitazione fa brutti scherzi e io e il mio amico ne siamo l'esempio lampante. Io, al contrario di Niall, non devo fare nessuna dichiarazione d'amore. Nessun gesto eclatante per convincere finalmente Emily che è cambiato e vuole stare con lei, ma ho bisogno di vedere Grace e ricominciare tutto da capo.
Non posso perdere tempo, non voglio perdere tempo perché potrebbe cambiare nuovamente idea. Aveva accettato il mio appuntamento e invece eccoci qui; nessun appuntamento, agitazione a palate, e sguardi insistenti all'orologio.
"Haz è stata una brutta idea quella di sedermi vicino a te...". Niall sta giocando da quasi due ore con la sua play station portatile; golf ovviamente, ma oggi sembra che per lui non ci sia possibilità di sperare in un par.
"Che problema c'è adesso?" domando cercando di mettermi comodo sul sedile. Si è lamentato per gran parte del viaggio; il ticchettio del mio orologio da polso lo infastidisce, il battito del mio piede a terra anche, e persino l'aria condizionata che ho deciso di puntarmi addosso. È il ventidue dicembre e io ho caldo, quindi?
"Sei un concentrato d'ansia e io ti seguo a ruota, non puoi cercare di controllarti per un secondo? Non posso accumulare anche la tua ansia, ne ho già abbastanza della mia e potrei svenire da un momento all'altro."
Non posso smettere di essere ansioso. Se non riesco ad incontrare Grace prima che parta, non la rivedrò fino a che tornerà da Toronto e diavolo non posso farcela. "Niall dovresti capirmi, non vedo perché dovrei smetterla io quando potresti farlo anche tu!"
"Non lo so, ma adesso smettila di controllare l'orologio Haz, stai diventando imbarazzante e sono troppo agitato per trovarti divertente", spiega.
Maledizione!
"Dobbiamo fare qualcosa per svagarci", suggerisco.
"Ci sto provando, ma nemmeno il golf funziona. Em potrebbe chiudermi letteralmente la porta in faccia e non è da intendere in modo figurato. Ti rendi conto?" mi domanda.
Emily. L'argomento del giorno, anzi no, del mese, dell'anno.
"Mi rendo conto, ma potrebbe anche aprire la porta ed entrare con te. Come la vedi?" chiedo gesticolando.
Niall mi guarda con attenzione sorridendo appena. "Immagino che sarebbe bello, l'ideale. La cosa migliore che mi potesse capitare dopo i One Direction..."
Sorrido concordando pienamente con lui. Eravamo così stupidi da sottovalutare la potenza dell'amore. Sto diventando un filosofo del cavolo, ma non riesco a smettere. Senza Grace non posso essere felice e ho avuto così tante dimostrazioni davanti agli occhi che non ho bisogno di altro per capire che non mi arrenderò mai.
"Hai davvero intenzione di non vederla fino a quando non tornerà?" mi domanda dopo una pausa di silenzio.
Immagino di sì, non che io abbia alternative. "Questo dannato aereo potrebbe andare più veloce e io riuscirei a vederla almeno per un saluto, non lo so. Sento il bisogno di confermarle le cose che provo e penso, e non so nemmeno il perché."
"Questo aereo non atterrerà prima del tempo e lo sai anche tu..."
"Tu si che sei confortante, Niall!" ironizzo spostandomi i capelli dal viso.
Niall ride contagiando anche me. "Dico solo che devi trovare un piano B, lo sappiamo entrambi che non resisterai. Sei troppo oltre", afferma dandomi una pacca sulla spalla.
Credo di aver superato la soglia dell'oltre da tempo ormai. "Non posso muovermi da Londra durante le feste di Natale, Niall. Mia mamma mi ammazzerebbe e lo sai anche tu. È sempre stato importante per me. Sono la mia famiglia, è una tradizione da quando papà se n'è andato e non posso lasciarle da sole..."
Niall annuisce. "Sei sempre intenzionato a vedere Nadine in questi giorni?"
Addio Niall, benvenuta coscienza. È la domanda che mi sto ponendo da mesi ormai. Avevo programmato queste uscite con lei da tanto. Credo che sia l'unica ragazza che ho frequentato nel periodo in cui io e Grace ci eravamo allontanati, che non rimpiango.
È intelligente, divertente, la classica ragazza che non avrei lasciato andare, ma farlo è stata l'azione più naturale e spontanea di sempre. La cosa bizzarra è che non ho condiviso più di qualche bacio con lei, ed è per questo che Kendall era così gelosa nei suoi confronti, perché Nadine avrebbe potuto fare la differenza.
Mi piace stare con lei, parlare delle tante cose che abbiamo in comune, e per quanto mi riguarda sarebbe solo e soltanto un'uscita innocente in totale amicizia come probabilmente è anche per lei, ma non sono sicuro di essere disposto a mettere a rischio lo scarso equilibrio fra me e Grace ancora una volta.
"Non lo so. La voglia c'è, ma non voglio creare altri problemi con Grace. La situazione è delicata e non posso permettermi altri sbagli", spiego.
"Quindi hai intenzione di continuare così?" mi domanda.
Lo guardo confuso, non capisco dove vuole arrivare. "Hai intenzione di non vedere o incontrare nessuna ragazza che non sia Grace, per il resto dei tuoi giorni?"
Sono abbastanza confuso sulla piega che sta prendendo questo discorso. "Cosa intendi?"
"Non fraintendermi, ok? Voglio davvero che fra voi funzioni, ma non puoi limitarti così tanto Haz, non se quello che vuoi fare è totalmente innocente, o comunque non mancherebbe di rispetto a Grace. Sei così attento a quello che fai o che dici ultimamente che non sembri nemmeno tu, e a prescindere dalla situazione non è affatto giusto. Se c'è una cosa che ho imparato da tutta la storia con Emily è che ci vuole fiducia a prescindere. Hai fatto una grandissima cavolata a lasciare andare Grace e probabilmente l'hai delusa molto, ma in fondo sa chi sei. Sembra che tu la stia rincorrendo e basta, mentre lei prosegue per la sua strada senza prendere in considerazione la tua presenza, e non so se è giusto..."
Ok. Mi sta dando dello zerbino per caso?. "Niall ho solo tante cose per la testa. Perdere Grace sarebbe incredibilmente devastante e non posso fare passi falsi. Devo stare sull'attenti in ogni momento perché sembra che ogni mia azione, anche a fin di bene, porti a qualcosa che ai suoi occhi diventa incredibilmente brutto, e non voglio che sia così. La colpa della nostra rottura è mia, so riconoscerlo e se ho anche un solo modo per dimostrarle che le mie intenzioni sono buone, allora ho intenzione di farlo."
"Sembra che tu stia lottando contro un muro Haz, ma Grace non lo è", afferma Niall.
Non lo è, non lo è mai stata, ma qualcosa tra di noi si sta interponendo e tutte queste coincidenze ne sono la dimostrazione lampante. Mi sento dannatamente lontano da lei in alcuni momenti e non vorrei esserlo. Dovrei essere lì al suo fianco, ma come è successo in questi giorni non mi è stato possibile. Questo sarà sempre un problema fra noi e so che è il principale motivo per cui mi stava allontanando e in tutta onestà non riesco a biasimarla.
"Voglio solo essere la persona che cerca. Ha condiviso qualcosa con Gregg, odio ammetterlo ma è così ed è dannatamente frustrante. So che non si vedono più, che tutto è nato e partito da lei, ma sto combattendo contro qualcosa di perfetto e certo, qualcosa che per cause di forza maggiore non potrò mai darle davvero. Posso farlo solo se si fida di me talmente tanto da provarci ancora, ma devo dimostrarglielo..."
Niall mi sta ascoltando con attenzione. Sembra meno agitato di prima e nonostante tutto lo sono anche io. "Dico solo che hai bisogno di rilassarti, uscire con Nadine non ti farà male, ha sempre avuto questa capacità di tranquillizzarti e credo sia la cosa che ti serve di più. Hai bisogno di pensare anche a te stesso Harry..."
Niall ha ragione, dovrei pensare a me stesso, ma le uniche cose che mi vengono in mente per stare bene, riconducono comunque a lei.
Forse ho bisogno di pensare a me stesso, ma il bisogno di lei è comunque più forte.
SPAZIO AUTRICE
Il mio cervello sembra essersi arenato su una spiaggia deserta senza input o idee da cui trarre ispirazione (e' una brutta immagine lo so), ma Let it be, deve continuare e terminare e ho tutte le intenzioni di arrivare a quel punto il più velocemente possibile.
Sulla spiaggia deserta per oggi ho trovato solo questo, quindi scusate se non è abbastanza ma la natura non ha altro da offrirmi (?)
Non so cosa sto dicendo quindi tolgo il disturbo :D
P.S: Nei prossimi giorni caricherò il prossimo capitolo di Girlies che avrà come protagonista Emily.
Alla prossima!
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