31. Out of Style
- He says, "What you've heard is true but I can't stop thinking about you," and I...I said, "I've been there too a few times." -
HARRY'S P.O.V
Taylor.
Un bel nome che corrisponde a un bel viso correlato a un bel caratterino. Non ci sarebbe nulla di male in tutto ciò, se la ragazza in questione non fosse uno dei miei principali punti interrogativi.
Quando si tratta di lei non so mai cosa pensare o aspettarmi, un attimo prima mi odia e rilascia interviste negative sul mio conto, un attimo dopo mi ringrazia in privato per averle fatto capire determinate cose delle quali, ad oggi, non sono ancora a conoscenza.
Ecco perché, quando l'ho vista stasera, non sono riuscito a prendere una decisione abbastanza rapida; avrei potuto lasciare i miei amici e preferire una serata con altre amicizie non in comune, oppure fare l'uomo e perseverare nel comportarmi come se nulla fra di noi fosse successo.
Non ho avuto modo di decidere dal momento che non ha perso un secondo prima di avvicinarsi a me e darmi un caloroso abbraccio e sottolineare almeno dieci volte, quanto le facesse piacere vedermi.
Una persona normale probabilmente avrebbe contattato la neurodeliri e chiesto un posto letto per lei, ma da persona corretta quale sono ho preferito sorridere ed annuire come se a tutti gli effetti la situazione fosse normale.
Nonostante le preoccupazioni la serata è trascorsa in modo piacevole, ho avuto modo di ritrovare vecchi amici e divertirmi con loro, e sono felice che ora siano tutti qui nel mio appartamento, Taylor compresa.
Si sta guardando intorno in modo assiduo, sta cercando di trovare un difetto in ogni particolare della casa e la cosa buffa è che nessuna delle cose che dirà mi tangeranno, in questa casa non ho nulla di mio.
È tutto provvisorio, di passaggio, in stand-by, pronto per essere sostituito con qualcosa di più personale che sono sempre più intenzionato a condividere con Grace.
L'ho lasciata cinque giorni fa e la voglia di tornare a Londra è davvero tanta, ma devo sbrigare degli affari qui e fra questi c'è sicuramente l'acquisto della nuova casa.
"Sei pensieroso."
Mi volto trovando Taylor appoggiata al davanzale vicino a me. I nostri amici stanno disquisendo in tutta tranquillità e sembra che nessuno stia badando a noi.
"Anche tu mentre ti guardavi intorno", affermo incrociando le braccia al petto.
Non ho familiarità con lei, averla vicina non mi suscita nulla, non risveglia in me nessun ricordo assimilabile all'amore e paradossalmente il contatto con Kendall è sempre stato più famigliare rispetto al suo.
"Ho avuto modo di parlare con Ken qualche settimana fa e sono rimasta sorpresa nel sentirle dire determinate cose. Pensavo non ci fossero speranze per te Harry..."
Sapevo che non sarebbe potuto essere così semplice. Fra me e Taylor non potrà mai esserci pace, almeno finché lei non deciderà di far pace con sé stessa.
"Pensavo la odiassi.". Potrei continuare all'infinito con questo dialogo irriverente con lei. So che non demorderà, ma non ho intenzione di farlo nemmeno io.
"Anche io, ma lo sai come funziona. Il giorno prima si è acerrime nemiche e quello dopo tutto cambia per vari motivi, ma non è questo il punto. Sei diverso, e se avessi trascorso dell'altro tempo con lei sarei dovuta correre in tuo aiuto, ma per fortuna ci ha pensato qualcun'altro al posto mio..."
Di tutte le vesti in cui potrei vedere Taylor, quella di eroina pronta a salvarmi, proprio non sarebbe opportuna. Tutto ciò, unito al fatto che Kendall si è sempre comportata in modo coretto con me, ha sempre fatto il suo gioco senza mai pretendere nulla ed è stata la cosa più vicina a un'amica che io abbia mai avuto. "Dove vuoi arrivare?"
Taylor sorride abbassando appena lo sguardo. "Ho sempre voluto capire cosa non andasse in me. Nessuno mi ha mai lasciato come hai fatto tu Harry, e questo mi ha dato molto da pensare. Ti odio per averlo fatto, ho sofferto tanto, ma la mia sofferenza ha fruttato non solo canzoni memorabili, ma anche cambiamenti personali che mi hanno portato dove sono ora."
Dovrei essere fiero di me stesso? Perché se è così, qualcosa sta andando storto. Non lo sono per nulla. Non mi sono comportato bene con lei, avrei potuto dedicarle più attenzioni e impegno, ma non mi importava abbastanza. "Non eri tu il problema, non ero pronto per una relazione del genere e non mi sono impegnato a sufficienza per far si che continuasse."
"E invece adesso lo sei?"
I suoi occhi blu sono in cerca di risposte e per la prima volta sono pronto di dargliele. "Non so se lo sono, ma so che in qualsiasi caso ne vale la pena."
Continuo a ripeterlo, a lei, a Kendall, a tutti.
"Ti piace tanto, eh? Mad non fa altro che ripetere quanto sia stupenda la sua amica e quanto tu sia stupido. Ti odia davvero tanto Harry, devi averle fatto un torto enorme."
Rido pensando alla rabbia di Mad. Credo che non mi perdonerà mai, a prescindere da come andranno le cose, ma non importa se Grace mi aprirà nuovamente le porte della sua vita. "L'unico torto l'ho fatto a me stesso. Mad non c'entra nulla in questa storia, e prima se ne farà una ragione e meglio sarà. Dire che Grace mi piace è riduttivo, sono innamorato di lei."
Taylor sembra sorpresa e se prima lo ero anche io, adesso non lo sono più. Sarei in grado di urlarlo al mondo se questo servisse.
"Ti ho aspettato Harry. L'ho fatto per tutti questi mesi e ho smesso di farlo soltanto qualche tempo fa, quando ho capito che lei è arrivata dove io non sarei mai stata in grado, e nonostante c'è chi pensa che non mi arrenderò mai con te, l'ho fatto. Credo che non smetterai mai di avere un certo effetto su di me, ma so riconoscere i miei limiti e non essere giusta per te è il primo che sono in grado di ammettere."
Wow. Non mi sarei mai aspettato di ricevere una confessione di questo tipo da parte sua. Sono sempre stato abituato a una Taylor che valorizzava le sue qualità in continuazione, tanto da sentirmi in difetto al suo fianco, come se io scomparissi di fronte a tutti i suoi pregi, che tutti, non facevano altro che elencare. Ma forse ero troppo cieco da non vedere la realtà. Taylor è molto meno sicura di quanto vuole mostrare, e il suo voler sottolineare tutto quello che in lei è perfetto, non fa che dimostrarlo. "Wow. Miss Taylor che ammette di avere dei limiti, i numeri del tuo album sembrano dire il contrario..."
Mi da una piccola spinta che fa sorridere entrambi. "Sto cercando di fare un discorso serio dovresti aiutarmi e non ironizzare."
"Ti sto aiutando Tay, perché non si tratta di limiti, ma di combinazioni. Tu non eri quella giusta per me e io non sono quello giusto per te. Tu sei una regina, pretendi tanto come è giusto che sia, ma io non sono mai stato in grado di dartelo."
Vorrei aggiungere che non potrei nemmeno tra un milione di anni, ma non vorrei che fraintendesse.
"Grace si accontenta?" mi domanda dopo una pausa di silenzio.
La parola accontentarsi e Grace non sono presenti sullo stesso vocabolario. "No, ma sono disposto a tutto per darle quello che merita e sono certo di poterlo fare. Devo solo convincerla che sono in grado di farlo."
Taylor sorride voltandosi completamente nella mia direzione. È molto bella stasera con il rossetto rosso e la gonna stretta, se i miei occhi non fossero stati programmati per vedere soltanto una moretta dal viso d'angelo credo che ritratterei ogni mia decisione.
"Mi piacerebbe conoscerla..."
Fermi tutti. Niente ritrattamenti, in assoluto. No, sarebbe imbarazzante e fuori luogo, Taylor non è nota per la sua discrezione. "Stai scherzando, vero?"
Scuote il capo sistemandosi i capelli biondi. "No, sono curiosa di sapere chi si nasconde dietro alla stupenda Grace, tutto qui. Ma puoi stare tranquillo per ora, non sono ancora pronta per farlo."
Io non sarei mai pronto. "Sarebbe strano."
"È strano anche l'essere qui insieme a parlare come due persone civili che hanno condiviso qualcosa."
"È vero". Annuisco assecondando la sua postura. Siamo faccia a faccia e la situazione diventa sempre più strana. Non siamo mai stati a una distanza così ravvicinata senza fare nulla di diverso dall'entrare in contatto ed è quasi divertente pensarci.
"Sto uscendo con qualcuno", ammette mordendosi il labbro inferiore.
Non capisco come questo possa interessarmi, ma stiamo disquisendo quindi immagino sia tollerabile."E?"
"E credo mi piaccia parecchio. È tutto molto strano in realtà dal momento che non solo non è il mio tipo, ma nemmeno il mio genere, ma sto bene e non ho più la necessità di mettere tutto sotto i riflettori come un tempo, so che è stato anche questo a farti scappare..."
A quanto pare questa è la serata dei chiarimenti. "Quindi non troverò più riferimenti a me dentro le tue canzoni?"
Taylor ride mostrandomi il suo più bel sorriso. "Potrebbe essere, ma non ti assicuro niente, investire su di te è stato un buon affare, infondo..."
Da fidanzato ad investimento, posso affermare con certezza di aver provato tutto. "Mi fa piacere."
È la verità. Le ho fatto male, sono stato scorretto con lei in molte occasioni e sono felice che in un modo o nell'altro di poterle lasciare qualcosa di positivo.
"Va bene, direi che per stasera abbiamo già superato la soglia della stranezza, è meglio che torno a casa", afferma.
Annuisco controllando i miei amici. Stanno continuando a chiacchierare indisturbati quindi immagino che nessuno abbia intenzione di seguirla. "Ti accompagno giù."
Taylor mi sorride seguendomi all'ingresso. Saluta tutti prima di uscire dalla porta in mia compagnia.
Il suo autista è già arrivato e si affretta ad aprirle la portiera.
Steve e Gregg non sono così efficienti, ma credo che mi spaventerei se ogni volta che mi girassi fossero li ad aspettarmi.
"Allora ciao, grazie per l'ospitalità e per la chiacchierata", afferma sorridendomi sinceramente.
"Di nulla, grazie a te. Buonanotte, Tay."
Taylor sorride ancora prima di voltarsi semplicemente e tornare in macchina. Aspetto che l'auto scura scompaia dietro all'isolato prima di rientrare. Il chiacchiericcio proveniente dal mio salotto è sempre più alto e mi affretto a raggiungere i miei ospiti che non ho ancora considerato come forse avrei dovuto.
Ed mi rivolge uno sguardo che vale più di mille parole, ma non ho voglia di dare ancora dello spazio a Taylor, quello che abbiamo condiviso stasera è più che sufficiente.
"Il tuo telefono suona da almeno dieci minuti", afferma quando prendo posto al suo fianco.
Lo recupero constatando che il mittente è sempre lo stesso. Jamie.
Sto per comporre nuovamente il numero, ma l'ennesima chiamata da parte sua mi semplifica le cose. "Pronto?"
"Coglione!"
Cosa? Mi alzo immediatamente raggiungendo la cucina. Sono un pessimo padrone di casa stasera, ma sembra che il destino abbia deciso così. "Jamie?"
"Styles, spero tu abbia una spiegazione logica e sufficientemente convincente perché stavolta la vedo veramente grigia. Non so che tipo di animali popolino il tuo cervello, ma dovresti darti una regolata, sempre che non sia troppo tardi..."
È impazzito. Controllo l'orologio a parete constatando che a Londra sono le quattro del mattino.
"Jamie, che diavolo stai dicendo, non ho voglia di scherzare!"
Lo odio quando fa il cretino, lo odio quando beve e improvvisa chiamate di questo tipo.
"Non sto scherzando, mi piacerebbe poterlo fare, ma ho solo voglia di prenderti a calci! Che diavolo ti viene in mente di portare Taylor a casa tua? So che c'era altra gente l'ho visto dalle foto, ma nel caso tu non te ne ricordassi, qui è un campo minato e l'hai appena fatto esplodere!"
Merda. Il cretino non è lui, sono un'altra volta io. "Grace..."
Mi appoggio al piano della cucina chiudendo gli occhi. Sembra il mondo si sia schierato contro di me o meglio contro di noi.
"Adesso te ne ricordi?"
La voce di Jamie arriva sprezzante e non so se sia dovuto al fatto che sono le quattro del mattino e probabilmente lui è con lei, ma tutto passa in secondo piano eliminato dalla necessità di parlare e risolvere il malinteso il più presto possibile. "Jamie devo parlare con lei, ora!"
"È chiusa in camera sua da tre ore e Lucy non riesce a convincerla ad uscire, pensi davvero che vorrà parlare con te?"
Dannazione. Grace è davvero un campo minato, un concentrato di insicurezze che non faccio altro che alimentare. "Jamie devo parlare con lei quindi abbatti la porta se necessario, ma portale il telefono."
Esco dalla cucina dando uno sguardo al salotto. Tutto procede secondo la norma, e se così non fosse non avrei comunque modo di curarmene.
"Vaffanculo Styles!" esclama Jamie dall'altra parte del telefono.
Riesco a sentire i suoi passi anche da qui e la cosa bizzarra è che stiamo camminando entrambi, solamente in direzioni diverse. Chiudo la porta della mia stanza alle mie spalle sedendomi sul letto. "Bower, portale quel dannato telefono, per favore..."
Lo sto praticamente pregando, ma non mi importa, devo risolvere questa cosa che non si deve accumulare alle mille altre che in questo momento ci dividono.
Un sospiro e qualche imprecazione silenziosa sono tutto quello che sento.
"Gracy, tesoro, c'è Mad al telefono e ha bisogno di parlare con te, fra poco prenderà un aereo e ha solo pochi minuti..."
È un pazzo, ma un fottuto genio. Credo che lo prenderei a pugni se fosse qui, ma anche stavolta sta cercando di aiutarmi.
"Mad?"
La sua voce è bassa, priva di emozioni, ancora più fredda dell'altro giorno quando l'ho trovata a casa sua in preda a mille paranoie.
"Grace sono io, non riattaccare per favore..."
GRACE'S P.O.V
"Non ho niente da dirti."
Mi ha fregata di nuovo. Continua a farlo, in ogni istante, in ogni stupido momento della giornata e io glielo lascio fare.
"Ma io si Grace, non era programmata questa uscita e non sapevo che lei ci sarebbe stata. Eravamo in tanti, abbiamo degli amici in comune e non avevo ne ho alcun interesse a passare del tempo con lei. Non potevo lasciarla fuori dal mio appartamento e non mi andava nemmeno di farlo in realtà, perché non ho nulla da condividere con lei, nemmeno tutto ciò che di negativo ci può essere al mondo. Quindi ferma la tua mente, piccola."
Può dirmi tutto quello che vuole, la mia testa è così piena di informazioni da non essere in grado di gestirne altre. "Ok."
Mi sdraio nuovamente sul letto facendo attenzione a non guardare le stelle sul soffitto. Le odio in questo momento, odio l'avere delle speranze che finiscono sempre per spezzarsi in mille pezzi.
"Grace, mi devi credere. Non ho altro modo di dimostrarti che le cose stanno così, quindi puoi solo credermi. Mi dispiace averti fatto preoccupare, ma ho smesso di comportarmi da cretino e non mi permetterei mai di farlo con te..."
Continua a dirlo, a ripeterlo come se fosse un dannato disco in ripetizione, ma non fa altro che dimostrare il contrario e io semplicemente non ho voglia di ascoltare la sua musica. "Non sono preoccupata, sono solo stanca Harry. Così stanca che vorrei solo dormire. Stanno succedendo troppe cose tutte insieme, e anche le cose semplici o stupide diventano pesanti. Non ne posso più!"
"Grace lo capisco, ma chiuderti in te stessa non ti aiuterà..."
Non aiuta nemmeno stare con Lucy, non aiuta ascoltare le stupide battute di Jamie al di là della porta. Aiuta solo il silenzio, la tranquillità.
Aiuta questo ed è tutto quello che voglio, a costo di perdere tutto e ricominciare da capo. "Harry trova un'altra ragazza. Trova qualcuna che sia in grado di reggere tutto questo, i malintesi, i tuoi colpi di testa e tutto quello che fai, perché io non sono in grado. Non sopporto più i fotografi, sono stufa di vedere foto con mille possibili significati nascosti e non sono fatta per questo, non sono fatta per te."
Gli sto dando altre motivazioni che probabilmente nemmeno merita, ma la connessione mente - corde vocali si è interrotta quando lui ha detto il mio nome.
"Non so più come cercare di fartelo capire, piccola, si sta rivelando più difficile del previsto e diavolo è una sofferenza..."
Dovrei essere io quella addolorata, non lui. Perché ha questa voce? Perché mi sta chiamando? "Lo so, lo è per entrambi quindi lascia perdere."
Sono arrivata a questo punto: a quello in cui non importa più cosa voglio io, importa solo la possibilità di una pausa. Arrancare e cercare di rimediare agli errori non ha senso. Nonna passava intere giornate a rattoppare i pantaloni da lavoro del nonno, ma non sono mai tornati come nuovi; riusciva ad utilizzarli per una settimana forse, ma poi il danno risultava irreparabile.
Non voglio sperare in una settimana di tranquillità, perché il danno a quel punto, sarebbe irreparabile anche per me.
"Non posso Grace, ci ho provato, ma finisco per tornare sempre da te."
Boom. Boom. Boom. C'è così silenzio in questa stanza che il battito del mio cuore è facilmente udibile e facendosi beffa di me, sta aumentando.
"Harry non ce la faccio, per favore!"
Porto una mano sulla fronte, sono stanca, ho tanto sonno, ma non riesco ad addormentarmi, continuo a pensare e non riesco a smettere.
"Cinque giorni fa mi hai detto che c'è ancora qualcosa fra noi. Hai allontanato Gregg per questo e finché sarà così non lascerò perdere Grace. Siamo a un passo dal far tornare le cose come prima e non mi arrenderò adesso.
Gregg. Il cuore rallenta, smette di correre, asseconda la sua assenza, e mi ricorda quanto sia pesante.
"Io non sono quella di prima. È questo il problema, ok? Ho troppe cose per la testa e sto sbagliando in continuazione con tutti e tu sei lo sbaglio più grande che continuo a fare e rifare."
Dargli la colpa di ogni cosa è l'espediente più semplice, ma in cuor mio so che non ha colpe in questo momento, solo di avere ancora un ascendente su di me.
"Avevi detto che ero l'unico sbaglio che eri certa di non aver commesso."
Lo odio. Non può utilizzare le mie stesse parole contro di me. "Prima che tu te ne andassi alla prima difficoltà."
Harry sospira dall'altra parte del telefono. Si prende una pausa prima di rispondere. "Grace, non puoi ricordarmelo per sempre! Dannazione sono un umano, una persona che sta cercando di dimostrarti quanto ci tiene a te giorno dopo giorno e tu non capisci o meglio non vuoi capire!"
Non voglio, non posso. "Sono stanca, troppo stanca!"
Un'altra pausa un altro sospiro. È stanco anche lui, ma non vuole arrendersi. "Forse avevi proprio bisogno di lui..."
"Forse sì, ma non è più qui..."
Nemmeno Harry è qui e per un motivo a me sconosciuto vorrei che lo fosse. Se fosse qui davanti a me sarebbe diverso, forse più difficile per me, ma guardarlo negli occhi riesce sempre a lasciarmi qualcosa ed è sempre meglio che non sentire nulla come in questo momento.
"Ho parlato con Taylor stasera e la cosa buffa è che non ho fatto altro che ripeterle quanto sarei disposto a fare per te."
Boom boom. Il cuore ritorna a battere di nuovo e sono costretta ad aprire gli occhi. "Harry, non voglio che tu soffra."
"Disegnandomi come uno sbaglio lo stai facendo."
Sa di non essere il mio sbaglio, sa che sto cercando di mettere un punto, ma mi sta impedendo di farlo. "Sono stanca davvero, ripetitiva, e anche stremata. Non sono in grado di ragionare in questo momento, quindi è inutile parlarne..."
Un pausa, ancora un sospiro, e l'ennesimo colpo al cuore. "Io ti amo Grace..."
Chiudo gli occhi di istinto cercando di trattenere le lacrime. "Harry per favore."
"Devi fidarti di me."
"Non posso."
"Puoi Grace, se solo lo volessi e aprissi gli occhi."
Lo faccio, apro gli occhio e incontro le stelle di Candy. "Sono ben aperti e sto vedendo cose che continuano a non piacermi e mi chiedo come abbia fatto a non vederle prima", ammetto.
Non so cosa mi sta succedendo, so solo che non sono mai stata così debole prima. Ho sempre odiato le persone poco determinate, quelle che non hanno la forza di prendere in mano la loro vita e risolvere ogni questione lasciata irrisolta.
"Torno a Londra."
No. "Harry no, non ha senso e io devo sistemare le cose con me stessa prima."
Non voglio essere questa persona, non voglio aver bisogno di qualcuno che mi aiuti ad uscire dal tunnel dello sconforto perché ho sempre pensato che un'uscita d'emergenza ci fosse sempre. Forse è nascosta, forse più avanti di qualche passo, ma so che c'è. Non avrebbero consentito l'apertura del tunnel altrimenti.
"Ok."
Vorrei che fosse qui. In questo momento più che mai, ma so che non è giusto chiedergli di tornare. "Mi dispiace, davvero", ammetto.
"Lo so e ti amo anche per questo."
Sorrido appena mettendomi comoda sul letto. Resto in ascolto, trovando la tranquillità nel suo silenzio e nel suo respiro. "Non ti arrendi, vero?" domando cercando la luna fuori dalla finestra.
"Sarei un pazzo se lo facessi."
È un pazzo a non farlo. "Scusa se sono così poco determinata ultimamente. Non riesco a dare una svolta efficace alla mia vita e sto trascinando situazioni a cui non sono abituata."
Afferro le coperte chiare coprendomi completamente.
"Non scusarti con me, scusati con te stessa perché non ti stai volendo bene. Non puoi pensare di avere la colpa di tutto, Grace. Certe cose succedono e basta, le persone cambiano e i rapporti evolvono e non tutti nella stessa direzione."
Non so come faccia ogni volta a centrare il punto. A salvare la goccia che farebbe inevitabilmente traboccare il vaso. "Ho paura di perdere tutto."
La mia voce è quasi un sussurro, ma lui riesce a sentirmi comunque.
"Non succederà", afferma convinto.
"Come lo sai?"
"Ti conosco anche se sono uno sbaglio..."
So che sta sorridendo e sono obbligata a fare lo stesso. "Sai di non esserlo."
"Lo hai detto 5 minuti fa", mi ricorda.
"Dico tanto cose, e mi sto scoprendo anche immatura ed estremamente gelosa di qualcosa che non è mio..."
"Sono tuo."
Il mio cuore si risveglia, ancora e ancora e improvvisamente non ho più freddo. "Harry smettila."
"Stai arrossendo."
È vero. "Ti odio!"
"Non è vero."
Ha ragione, ma non vorrei che ce l'avesse. "Ho bisogno di dormire."
"Io di parlare con te, mi manchi..."
Stasera o meglio stamattina, ha proprio intenzione di darmi il colpo di grazia. "Siamo stati lontani per molto più tempo di così", gli ricordo.
"Ma in quella circostanza avevo la certezza di averti al mio fianco, adesso non ce l'ho, anzi non fai altro che scappare da me."
Sto scappando da me stessa, non da lui. "È sempre stato così infondo", ammetto.
"È vero, ma sono sempre riuscito a prenderti..."
Ce l'ha sempre fatta, senza aver mai la minima indecisone nel farlo. Solo una volta ha mollato la presa, ma in quel caso non ha nemmeno tentato di rincorrermi. Non voglio pensarci. "Mi mancano troppe persone. Ho voglia di tornare a casa ed è troppo tempo che non sentivo più questa necessità."
"Parla con Eloise prima di partire o non servirà a nulla."
El. Dio quanto mi manca. "E se mi manda al diavolo?" domando.
"È troppo dolce per farlo."
Il suo tono di voce è cambiato, è tornato alla normalità e questo è solo un male per me. Ho sempre amato il suo timbro. La vera domanda è cosa non ho amato di lui. "Ha complottato contro di te per tanto tempo insieme a Mad, lo sai vero?"
"Non mi sorprende, la tua cara amica sa essere spietata. Cosa avevano in mente?"
Rido ripensando all'ipotetica riuscita del loro strambo piano. "Una cosa assurda. A volte mi chiedo quando riescano a trovare il tempo di pensare a determinate cose."
Harry ride a sua volta impedendomi di far scomparire il mio sorriso. "Dimmi tutto, sono pronto."
"Non vuoi proprio lasciarmi andare a dormire?" chiedo speranzosa.
"No, voglio parlare con te", risponde risoluto.
"Avevano programmato la futura nascita di un ipotetico bambino che secondo loro avrei avuto con Gregg. Avevano intenzione di appendere manifesti facendosi beffa di te per tutta Londra e questa è una delle tante cose che hanno pensato."
Silenzio. Magari è caduta la linea. Uno, due, tre secondi. Silenzio. "Harry?"
"Non avrai un bambino con lui."
Arrossisco ancora portandomi una mano alla tempia. "Non avrò un bambino e basta."
Harry sospira e vorrei essere lì con lui per poterlo guardare negli occhi. Sono più tranquilla, più calma e devo solo ringraziarlo.
"Non ne vuoi?" mi domanda prendendomi alla sprovvista.
"Sì ne voglio, ma non adesso. Insomma non lo so, che domande sono?"
"Mi piacciono i bambini."
Dannazione. "Harry, possiamo interrompere questa conversazione per favore?"
"Possiamo se ti mette in imbarazzo, ma questo non impedisce alla mia mente di continuare a pensare e dovresti farlo anche tu perché quello che vedo è molto bello."
Sorrido istintivamente chiudendo nuovamente gli occhi. Mi è passata così tante volte l'immagine di un bambino dagli occhi verdi nella mente, da sembrare incredibilmente realistica. Mad ha sempre contribuito ed è uno dei tanti sogni che si sono spezzati quando lui ha deciso di andarsene.
"So che è bello, ci ho pensato tante volte quando stavamo insieme", ammetto.
Da arrabbiata, a vuota, a questo. Ho tutti i sintomi di una donna in gravidanza senza esserlo.
"Non me l'hai mai detto. Come mai?"
"Sarebbe stato affrettato e fuori luogo, no? Non volevo spaventarti."
Non volevo che scappassi spaventato da quegli stessi castelli che non saresti stato in grado di costruire. "Pensi troppo piccola."
Sorrido ancora. "Dimmi qualcosa che non so", ironizzo.
"Ti amo."
Ancora, e il mio cuore non si ferma più.
"Sei ripetitivo e poco credibile."
"Sono credibile e lo sai anche tu."
Purtroppo è così. "Posso andare a letto, ora?" lo supplico.
"Se mi prometti che andremo a cena quando torno."
Qualcuno deve mettere dei paletti a quest'uomo, io non posso pensare anche a questo. "Harry", lo richiamo per l'ennesima volta.
"Dimmi di sì e toglierò il disturbo."
Conta fino a dieci Grace, sicuramente troverai un modo per depistarlo. "Sono comunque convinta di non essere adatta a tutto questo."
"È un sì?"
La speranza nella sua voce mi fa sorridere ancora una volta, ma la paura è sempre lì dietro l'angolo, nascosta in compagnia del bambino dagli occhi verdi.
"È un vedremo. Ho sempre pensato che finché non si è tranquilli con se stessi, non si può dare nulla di buono nemmeno agli altri e in questo momento non sono tranquilla. Sto mettendo in discussione molti dei miei atteggiamenti e molte decisioni che ho preso e vorrei poterti dare il massimo se così dovrà essere. Adesso non potrei, sono solo quello che rimane di Grace e se non piaccio a me stessa non devo piacere a te."
"Non puoi farcela sempre da sola piccola, so che sei abituata a farlo, ma a volte è giusto lasciarsi andare e affidarsi a qualcuno che ci possa aiutare."
Non so se posso. "Quel qualcuno saresti tu?"
"Sì, se ti vedessi con i miei occhi non avresti più nessun dubbio."
"Da quando sei così dolce?". Sto arricciando inconsciamente una ciocca di capelli intorno all'indice e questo non è un buon segno.
"Lo sono sempre stato."
"Non così tanto e mi metti in difficoltà", confesso sinceramente.
"Forse sono solo cresciuto come sei cresciuta tu."
Forse. "Da ragazza cresciuta mi sento in dovere di chiederti scusa, per le cose che so per certa ti ha detto Jamie al telefono e per le risposte che ti ho dato io stasera."
Vorrei tornare indietro nel tempo e cercare di fare la persona controllata, non la pazza che sono stata nell'inseguire la via più facile; la sofferenza.
"Jamie ti vuole davvero bene Grace, so gestirlo e non hai bisogno di scusarti, se avessi visto Jace entrare nel tuo appartamento avrei preso il primo aereo e sarei venuto lì."
"Grazie Harry."
"Grazie a te per non aver interrotto questa conversazione ancora prima che iniziasse, ne avevo bisogno."
Io avevo bisogno di te, che sei la causa e la soluzione dei miei problemi.
"Allora buonanotte?" domando quasi in un sussurro.
"Buonanotte piccola."
- And when we go crashing down, we come back every time -
SPAZIO AUTRICE
Se qualcuno ha capito cosa sto combinando con questa storia me lo dica perché io non ne ho la minima idea.
Le intenzioni non erano queste ma ogni volta che mi trovo davanti ad un capitolo lui prende il controllo io mi trovo costretta ad assecondarlo.
Mi piacerebbe avere un parere critico, dal momento che dall'inizio di questa storia non sono mai stata convinta del risultato, quindi non siate timide e ditemi cosa ne pensate ♡
Grazie del supporto, nonostante la direzione "strana" in cui ci stiamo dirigendo.
Al prossimo capitolo!
Un bacio!
Greta ♡
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