Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

3. Spazi vuoti

GRACE'S P.O.V

Non ho mai fatto un trasloco prima d'ora. Sono sempre vissuta nella stessa casa per anni in America, e quando mi sono trasferita a Parigi, tutto quello di cui avevo bisogno, era racchiuso in due pesanti valige.

Direi che oggi non mi trovo in nessuno dei due casi sopracitati; un numero indefinito di scatoloni affolla l'ingresso del mio nuovo appartamento, ancora privo di arredamento. Nell'appartamento di Mad, non ho più nulla che mi appartenga davvero, a parte qualche vestito e il caricatore del cellulare.

Non sono abituata a fare cose di questo tipo e la dimostrazione è qui davanti a me; perché ho trasferito tutte le mie cose, se non ho i mobili in cui sistemarle? Bella domanda!

I mobili in realtà li ho già scelti, e anche acquistati; mi sono affidata al buon gusto delle mie amiche, alle quali ho dato da gestire, una stanza ciascuna.

È da pazzi, non hanno avuto modo di vedere l'arredamento da vicino, se non attraverso lo schermo di un computer, ma non importa.

Conoscendo i loro gusti totalmente differenti l'uno dall'altro, non so nemmeno cosa ne uscirà, ma ho bisogno di spostarmi definitivamente qui, il prima possibile.

Sono le nove di sera e ormai è buio, non ho voglia di tornare da Mad per il momento, se lei ci fosse credo sarei già la, ma lei non c'è e questo appartamento vuoto, è molto più accogliente della sua assenza.

Mi guardo intorno alla ricerca di un possibile svago, magari di una superficie liscia su cui appoggiare il portatile e portarmi avanti con il lavoro per domani.

Improvviso una scrivania con gli scatoloni dei libri, e mi metto all'opera. Questo silenzio è incredibilmente confortante, e l'assenza di qualsiasi tipo di distrazione intorno a me, gratificante.

Potrei pensare di lasciare la stanza che Delilah ha voluto adibire a guardaroba, come spazio creativo o per meglio dire, uno spazio lasciato completamente spoglio in cui trovare pace.

Voglio davvero imbattermi nell'ira funesta della mia amica? No, vada per il guardaroba che probabilmente non sfrutterò mai a dovere.

Il cellulare mi avvisa dell'arrivo di un messaggio.

"Dove sei?"

Buona sera anche a te, Jamie.

"A casa. La nuova casa" digito velocemente.

"Arrivo."

Mi opporrei se non sapessi che non ho via di scampo. Jamie sarà qui fra tre, due, uno.

Drin.

Devo ricordarmi di disattivare il campanello, in modo da avere una scusa per non aprire ai visitatori non desiderati.

Jamie però è parzialmente desiderato, quindi mi alzo e vado ad aprire.

"Buonasera signorina," esclama, entrando nell'appartamento.

"Ciao Jamie, cosa ci fai qui a quest'ora? Matilda è in città giusto?"

Jamie si aggira indisturbato nel mio nuovo appartamento, alla ricerca di qualcosa che so per certo non troverà.

"Dov'è il frigo con la birra?" chiede, ignorando completamente la mia domanda.

"Credo al negozio di elettrodomestici in fondo alla strada."

La cosa bella di Jamie è che apprezza la mia ironia, cosa che non succede con nessuno, a parte Mad.

Forse è per questo motivo che gli permetto di irrompere nel mio appartamento ad orari impossibili, ed è anche la ragione per cui nel mio frigo, non manca mai la sua birra preferita.

"Sei particolarmente simpatica stasera, questo posto ti fa bene" risponde, sedendosi vicino al mio portatile.

Non c'è la birra, non c'è la tv e nemmeno il divano di Mad su cui sdraiarsi, quindi perché rimane qui?

"Jamie, non è per essere scortese, ma cosa ci fai nel mio appartamento?" domando, prendendo posto davanti al computer.

"Matilda aveva da fare, i ragazzi anche. Avevo voglia di una birra e sono venuto qui."

Come volevasi dimostrare.

"La birra non c'è." sottolineo.

Jamie si guarda intorno ancora una volta, prima di riportare l'attenzione su di me.

"Farò a meno della birra. Almeno la musica, ce l'hai?" domanda voltando il pc nella sua direzione.

Quando ho permesso a Jamie, di fare come se fosse a casa sua? Mai, ma credo che lui non conosca il significato di questo piccolo, e semplice concetto.

"Se mi cancelli qualcosa ti ammazzo Jamie, ricordalo prima di fare qualsiasi cosa, tu abbia intenzione di fare." lo avverto, allungandomi verso lo scatolone del cibo.

Cibo spazzatura in particolare, che Eloise si è preoccupata di comprare in caso di emergenza. Questa lo è sicuramente; il biondo metallico è in casa mia, senza una motivazione apparente. Speriamo solo che abbia buon gusto in fatto di musica.

Hard time, AC/DC. Affermativo, il biondo sa il fatto suo.

"Quindi sei davvero un rocker maledetto?" domando, addentando una barretta di cioccolato.

Jamie sorride, rubandomene metà.

"Sono un rocker sexy e maledetto Gracy, e sono certo che potrei arrivare a stupirti in fatto di musica."

Bene, mi fa piacere, sarei interessata ad approfondire il discorso se non fosse che il mio cellulare ha inizato a squillare.

Il mix che si viene a creare nella stanza è decisamente il peggiore che io abbia mai sentito, gli AC/DC e il reggaeton non sono compatibili in alcun modo.

"Pronto?" rispondo, cercando di ignorare Jamie che sta simulando un metallaro sotto l'effetto di stupefacenti.

"Aiuto Grace, aiuto! Tu devi aiutarmi!"

Mad. Mad, che chiede aiuto. Mad,che chiede aiuto, ripetutamente .

"Mad calmati, cosa succede?" domando, cercando di abbassare la musica del portatile senza troppi risultati.

"Lei è nel mio salotto Grace. Lì, ho tutto quello che mi serve e lei sta occupando il mio spazio vitale. Vieni qui subito, e liberati di lei!"

"Lei chi, Mad?" domando, sempre più preoccupata.

L'occupazione delle case è ormai all'ordine del giorno, non immagino davvero la mia amica alle prese con un inquilino non desiderato.

"La cimice, Grace! Io ero venuta qui a New York, convinta che animali letali del genere non esistessero, ma invece esistono e lei non vuole sparire!"

Qualcuno mi dica che non è vero; che Jamie non sta continuando a fare il fulminato come se niente fosse, e che Mad non mi ha chiamato perché ha paura di una cimice.

"Mad, è soltanto una cimice, smettila di dire cavolate, prendi un pezzo di carta e lasciala libera fuori dalla finestra."

So che non lo farà mai, ma magari l'aria newyorkese, l'ha resa più coraggiosa.

"Devi essere pazza Grace! Io non mi avvicinerò a quella belva infernale, nemmeno per sbaglio! Quindi vieni qui!"

Ma certo, arrivo subito!

"Mad chiama lo psicologo, ne hai davvero bisogno. Oh, e prendi un appuntamento anche per Jamie."

Ne hanno bisogno entrambi, magari di una terapia di coppia contro l'esorcismo.

"Grace, non essere infantile. Non ti avrei chiamato se non fosse una questione di vita o di morte. Ci sono i miei vestiti di là, ho una serata importante stasera, e se il mostro non lascia la stanza, io non posso uscire. Capisci la gravità della situazione?"

Cosa ho fatto di male nella mia vita per meritarmi questo? Jamie continua a cantare indisturbato; qualcosa in lui stasera non va, e il fatto che ignori in tutti i modi la presenza di Mad dall'altra parte del ricevitore, ne è la dimostrazione.

"Mad, hai un fidanzato giusto? Grande e grosso oltretutto, quindi chiama Liam, e fai in modo che si occupi del mostro verde al posto mio. Devo lavorare."

Magari se punto su cose importanti come il lavoro, la smette di fare la modella viziata e isterica.

"Lo avrei già chiamato, se avesse potuto raggiungermi, ma si da il caso che sia atterrato a Londra qualche ora fa. Ho sempre sostenuto che come principe azzurro, facesse schifo."

No, no, no.

Liam non è qui, loro non sono qui, lui non è qui.

"Grace?" mi richiama Mad.

Grace un cavolo, questa conversazione finisce qui, le paranoie che sto per farmi anche. Andrà tutto bene, doveva succedere prima o poi.

"Jamie, Mad al telefono." dico al biondo, passandogli il cellulare.

Mi alzo, dirigendomi in quello spazio vuoto che fra qualche giorno sarà la mia stanza. Apro velocemente la finestra e guardo oltre la strada. L'appartamento di Mad è esattamente davanti a me, i miei errori, racchiusi li dentro.

Non torneranno a ripresentarsi, non accadrà nulla, perché nulla deve accadere. Basta sognare, basta preoccuparsi, tutto ciò che importa è il mio lavoro, sono le mie amiche e anche Eloise che dovrebbe tornare a breve dalla riunione a cui doveva partecipare.

Respira Grace, respira.

"Gracy..."

Mi volto, incrociando lo sguardo preoccupato di Jamie. Gli AC/DC stanno ancora suonando nell'altra stanza, e io vorrei poter essere talmente spensierata, da mettermi a ballare insieme a Jamie.

"Avete trovato una soluzione per la cimice?" domando, richiudendo la finestra.

Jamie sorride, avvicinandosi a me. "Ho simulato un'interferenza e interrotto la chiamata, sarebbe andata avanti all'infinito altrimenti."

Rido, pensando alla disperazione che starà sicuramente provando la mia migliore amica.

"Stai bene?" mi domanda Jamie, prima che io possa cambiare abilmente discorso.

Annuisco, guardandomi intorno.

"Sono felice Jamie, sono tranquilla e dovreste smetterla di preoccuparvi per me. Sono solo agitata per il nuovo appartamento e per il trasloco definitivo. Se tutto va bene, entro il fine settimana potrò dormire in questa stanza ,e allora tornerà tutto alla normalità."

So che starò bene, so che posso stare davvero bene con me stessa, forse come non lo sono mai stata. Ho solo bisogno di stabilità e tranquillità.

"Mad mi ha detto che sono qui. I giornalisti non ti daranno pace Gracy, posso chiedere al mio agente qualcuno che ti aiuti a gestirli, se vuoi."

Merda. Non avevo considerato questo particolare. Mi staranno addosso, pronti a ricordarmi in ogni istante quanto Harry si sta divertendo, quanto la sua vita sia fatta di bionde dal fisico perfetto, e dal sorriso smagliante.

Non fanno altro che domandarmi come mi sento, se ci siamo sentiti, se siamo rimasti amici.

Non ho mai risposto a nessuna domanda, non so come sono riuscita a non lasciar trasparire nulla, ma nonostante questo, non si sono ancora arresi e probabilmente non si arrenderanno mai.

Sarò sempre la ragazza americana, che per qualche mese è riuscita ad accalappiarsi Harry Styles, la stessa che sta dando una speranza, a tutte le fan del mondo.

"Riesco a gestirli Jamie, davvero. Non dovete preoccuparvi per me. È divertente fingersi una star per qualche ora."

Sono diventata una specialista nell'ironizzare, ma dall'espressione di Jamie, stavolta nemmeno lui ha apprezzato.

"Gracy, basta con queste stronzate."

Ripresa da un biondo metallico; questa mancava all'elenco delle cose bizzarre, che ancora devono accadere nella mia vita.

"Ho bisogno di quei giornalisti Jamie, e anche delle loro domande irritanti. Ho bisogno di ricordare ogni giorno, in che situazione assurda mi sono cacciata. Non posso dimenticare quello che è successo, e nemmeno come stanno le cose adesso. Ho bisogno di loro e del fastidio che provo quando mi girano intorno, non posso permettere alla mia mente di fermarsi, di prendere una pausa dalla realtà, altrimenti finirei per perdermi. Non ho bisogno di aiuto, ho solo la necessità di essere una ragazza normale, una con degli amici normali, che non si preoccupano in ogni istante del suo stato di salute."

Forse questo è il primo sfogo sincero che ho con lui, e nonostante tutto, mi sento meglio.

"Posso rimediare alla parte degli amici che si preoccupano, ma non posso fare nulla per gli amici normali. Credo che ormai ti sei resa conto anche tu, che non è possibile risolvere la situazione."

Rido, nella consapevolezza che ho gli amici più strani del mondo, a tratti fulminati e anomali, ma non li cambierei per nessuna ragione.

La stranezza positiva che li avvolge, è la stessa che me li fa apprezzare così tanto, e io non posso più fare a meno di loro.

Lui è qui, ma non sono spaventata. Forse irrequieta e a disagio, ma sto bene. Ho fatto a meno di lui per un mese, ho fatto a meno della magia che ci avvolgeva, per abbastanza tempo.

Posso farcela, devo farcela e senza dubbio, ce la farò.

HARRY'S P.O.V

Casa dolce casa.

Mai come oggi posso dirlo, urlarlo, e gridarlo al mondo. La porta di casa è chiusa, quella della mia vecchia camera da letto anche, e tutto ciò che riguarda Harry Styles è abbastanza distante, da lasciarmi dormire in pace.

Non scherzo quando dico che la maggior parte del tempo che trascorro qui, lo passo dormendo; questo è il mio breve letargo, un posto in cui rilassarmi e spegnere il cervello che ultimamente, lavora fin troppo.

Dev'essere quasi mezzogiorno, a giudicare dalla luce che entra dalla finestra, ma non ho intenzione di lasciare il mio letto almeno fino a stasera.

Gem ha parlato di una festa al Fabric, devo ancora decidere se ho voglia di riaprire le porte che mi dividono dal mondo, ed andare con lei.

So quanto ci tiene a passare del tempo in mia compagnia, ma so anche quanto per mia madre, sia importante avermi al suo fianco come se in questi quattro anni, la mia vita, non fosse radicalmente cambiata.

Gem o mamma? Mamma o Gem? È questo il problema.

"Haz."

Alzo la testa del cuscino, ad incrociare lo sguardo curioso di mia sorella. Ha perso l'abitudine di bussare alla porta della mia stanza, quanto avevo cinque anni, questo dice molto sulla mia privacy, all'interno di questa casa.

Mi metto seduto consapevole del fatto che Gem, ha appena deciso di interrompere il mio letargo; mi osserva sorridente come non mai, ha qualcosa da dirmi, qualcosa che la diverte, e che ha intenzione di condividere con me.

Non sono ancora totalmente sveglio, ma sono pronto per mettermi in ascolto.

"Buongiorno Gem."

"Buonanotte Haz. Dormito bene fra le tue lenzuola di spider-man?"

Spider-man? Mi guardo intorno allarmato; Gem ha la cattiva abitudine di scattare foto compromettenti che minaccia di diffondere sul web in qualsiasi istante, ma per fortuna tutto ciò che mi avvolge adesso, sono candide lenzuola bianche.

"Gem, cosa stai dicendo?" chiedo, sistemandomi meglio sul cuscino.

"Testavo i tuoi neuroni, e ogni volta è sempre peggio Haz. La fama ti fa male, dovresti andare in pensione, e lasciare spazio ai giovani!"

Mi sento buono stamattina, quindi mi asterrò dal ricordarle che lei, è anagraficamente più vecchia di me.

"Che problema hai, con i miei neuroni?"

Gem sorride compiaciuta; mi devo essere perso qualcosa di davvero incredibile, mentre dormivo.

"Io nessun problema, vorrei capire come mai piacciono così tanto. È uscito il nuovo album di Taylor in settimana, e ho avuto modo di ascoltarlo molto attentamente, quindi mi domandavo: che diavolo stai combinando, fratellino?"

Taylor Swift, il più grande punto di domanda di sempre. Non so cosa passi veramente per la testa di quella ragazza, non so cosa la spinga, a scrivere testi che in un modo o nell'altro, riconducono alla nostra storia.

Non mi dispiace essere al centro dell'attenzione, non mi dispiace nemmeno, essere d'ispirazione a una ragazza in gamba come lei. Solo è strano sentirmi preso in causa in ogni canzone che scrive.

"Non sto combinando nulla Gem, credo che ormai tutti, abbiano capito che la sua fonte massima di ispirazione, siano le storie che ha. Io sono l'ultima, ecco tutto."

"Niente altro? Nessuno scoop? Nessun ritorno di fiamma? Niente di niente? Che vantaggi posso trarre dall'averti come fratello, se non mi dai notizie scottant,i che nessun altro nel mondo sa?"

Rido, consapevole del fatto che sta scherzando; Gem odia i giornali forse più di me. Impazzisce quando legge una notizia falsa sul mio conto, e il suo istinto di protezione in quelle occasioni, sale alle stelle.

"Non sei credibile, lo sai?" domando, facendole cenno di sedersi vicino a me.

Gem mi asseconda subito, tuffandosi al mio fianco. La accolgo volentieri, sdraiandomi vicino a lei.

"Lo so, ma mi chiedevo se per Kendall hai la stessa spiegazione logica che mi hai dato per Taylor. Ho avuto modo di parlare con Ashton di recente, quindi cosa sta succedendo?"

Devo ancora abituarmi all'idea della pseudo relazione che c'è fra Ashton, e mia sorella; è strana e incomprensibile, ma senza dubbio la rende felice, quindi non ho motivo di oppormi.

"Non lo so Gem, mi sto semplicemente lasciando andare, non ho tempo ne voglia di pensare troppo, e Kendall vuole la stessa cosa. Quindi non ho una spiegazione, non sta succedendo niente. Questo è il massimo che mi posso permettere adesso."

So che Gem si aspetta molto più di questo da me. So che, quello che vuole sentirmi dire, è qualcosa che adesso, non posso darle.

"Se sei felice così, per me va bene Haz. Sai che quella ragazza non mi piace, e non solo perché ha fatto soffrire Ashton. La trovo superficiale e non mi va che coinvolga anche te, nella sua vita troppo movimentata."

Lo so, so tutto questo e posso anche affermare che Kendall, è molto più, di quello che i giornali e la gente, in generale, riescono a vedere.

"So prendermi cura di me stesso."

Non mi piace essere rimproverato, non quando nessuna delle persone che mi circondano, sa realmente, quello che mi passa per la testa.

Gem mi osserva attentamente, prima di alzarsi dal letto e dirigersi alla porta.

"Stasera sei dei nostri?" mi domanda.

Non amo discutere con lei e nemmeno risponderle come ho appena fatto. Ma la situazione non è facile, il fatto che io sia tornato qui, rende tutto più difficile. Vorrei solo riposare e non pensare a nulla.

"Per stasera passo,"

Gemma annuisce, ma sembra che non abbia ancora intenzione di lasciarmi solo.

"Ok, ma domani sera non avrai scuse."

Sorridiamo insieme, nella consapevolezza che non siamo in grado di mantenere questo distacco e freddezza fra noi.

"Non avrò scuse, promesso." confermo.

"Non voglio costringerti a parlarne se non ti va Haz, ma se hai voglia di parlare di lei, di sfogarti o anche solo di ricordare, io sono qui. Mi piaceva quella versione di Harry, forse era la mia preferita e non vederla più, è strano."

Lei, lei, lei.

Posso fingere con chiunque, posso continuare ad evitare di parlarne, e anche di pensarci, ma è evidente che tutti sanno, che qualcosa non va; che c'è qualcosa di non detto, che mi porto dentro.

Vorrei dirle tutto quello che provo, assicurare a Gem, che sono sempre lo stesso, che sono soltanto Harry, quello pronto a vivere quell'emozione forte che lei mi ha insegnato ... Ma non posso farlo, menterei a mia sorella, e anche a me stesso.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro