29. Dusty
"Perdere qualcuno è sempre difficile e le persone non possono fare a meno di chiedersi: e ora?
Non ho la risposta neppure a questa domanda. Mi piacerebbe credere che la vita continua e che nulla è stato invano" (xantheax)
~~~
HARRY'S P.O.V
Ho dei problemi con il tempo.
Li ho sempre avuti, sin da piccolo quando costantemente in ritardo per la scuola, correvo armato di zaino nella speranza che il bus non fosse partito senza di me.
La maggior parte delle volte vinceva il bus, lo guardavo sfrecciare lontano e nonostante ogni giorno cercassi di anticipare la sveglia, qualcosa succedeva impedendomi di arrivare puntuale.
Forse è per questo motivo che adoro camminare, stare all'aria aperta; perché le lunghe camminate fino alla scuola, erano talmente frequenti, da volerle ripercorrere proprio ora.
Nessuno mi ha riconosciuto, ho cercato di mimetizzarmi il più possibile e il pesante cappello che indosso si sta rivelando molto utile.
Ripercorrere questa strada è stato un po' come fare un salto indietro nel tempo. Sono cambiate e molte cose, ma i particolari e le abitudini sono rimasti gli stessi.
Un po' come me, che più alto e con uno zaino pieno di esperienze sulle spalle, ripercorro la strada di casa; sono sempre io, sempre in ritardo, con quell'antipatia per il tempo che trascorre senza che io possa controllarlo.
Dovrei essere a Los Angeles, avevo promesso a tante persone che ci sarei stato, ma non riesco ad allontanarmi da qui.
È il 13 dicembre, fa freddo, e le prime illuminazioni natalizie fanno capolineo nei giardini delle case. Mia madre ha insistito perché la aiutassi con gli addobbi ma sono sempre riuscito a fuggire ed è quello che ho fatto anche stamattina.
Dovrebbe già essere tutto sistemato al mio ritorno e io mi dovrò soltanto occupare di inventarmi l'ennesima scusa per essere ancora qui e non da qualche parte a godermi i pochi attimi di libertà che ho.
Inutile dire dove dovrei essere, inutile continuare a riflettere sul perché io non abbia sue notizie dal giorno della diretta.
Inutile cercare di capire cosa le passa per la testa perché ha ricominciato a rifugiarsi nel suo appartamento limitandosi a recarsi al lavoro.
Nessun Gregg nei paraggi, nessuna Eloise sorridente e soprattutto nessun Jamie che la trascina in qualche posto troppo rumoroso per lei.
Credo che impazzirò presto. Sono solo cinque giorni, non sono nulla a confronto con il tempo che ho passato lontano da lei prima d'ora, ma il fatto che abbia ricominciato ad ignorarmi non è confortante.
Non so cosa mi aspettavo, ma speravo che una canzone scritta su di noi, fosse una dimostrazione abbastanza ecclatante per dimostrare che non sto mentendo su nulla.
In questi quattro anni nel gruppo non ho mai avuto la necessità di inserire esperienze strettamente personali o riferite a una persona in particolare. Sarebbe stata un'esposizione troppo grande per me. Chi l'avrebbe ascoltata avrebbe potuto dare una libera interpretazione, ma nella consapevolezza che l'unica fosse la mia, sarebbe stato come aprirmi con il mondo e risultare così scoperto non mi è mai piaciuto.
Con Grace le cose sono cambiate, con lei è cambiato tutto, e non mi importa più nulla del mondo, delle interpretazioni e delle altre variabili, l'unica cosa di cui mi importa è lei.
Dusty mi aspetta sull'uscio di casa.
Adoro quel gatto ma la situazione a mia madre sta leggermente sfuggendo di mano.
Per fortuna la tecnologia si è evoluta e non è più necessario sviluppare le foto perché se così fosse stato, casa mia sarebbe occupata da interi album fotografici contenenti momento memorabili e non di Dusty.
Apro la porta di casa lasciandomi cullare dal caldo del camino. Dusty mi segue andando poi ad accoccolarsi sul divano in salotto. Farei lo stesso se il profumo della mia torta preferita non mi richiamasse dalla cucina.
Mi libero dal cappotto controllando per l'ennesima volta il cellulare. Nessuna chiamata, nessun messaggio, dannazione!
"Harry sei tu?" domanda mia madre.
Mi sta viziando in questi giorni, non che solitamente non lo faccia, ma credo sappia esattamente che qualcosa non va anche se non ha ancora trovato la situazione adatta per domandarmi cosa.
"Presente", rispondo facendo la mia comparsa.
Mamma sta preparando il pranzo e come sospettavo la mia torta è appena stata infornata. "Gemma?" domando prendendo posto sul davanzale della finestra.
Da bambino odiava che lo facessi, sosteneva non fosse necessario appostarmi qui sopra con sei sedie a disposizione, ma non le ho mai ubbidito e ancora oggi questa è la mia postazione privilegiata.
"In camera. Andata bene la passeggiata? Avresti potuto portare Dusty con te."
Il suo problema con il gatto si sta trasformando in ossessione. Lo porta ovunque e ancora mi stupisco che non abbia pensato di prendergli un guinzaglio per averlo sempre con sé.
"Dusty sta bene dov'è e io anche. Tutto bene, niente di nuovo", affermo.
Mamma si volta a guardarmi con le mani sui fianchi. Non è un buon segno. Harry scappa finché sei in tempo.
"Oggi pomeriggio addobberemo la casa e né tu né tua sorella, avrete via di scampo!"
Lo sapevo. Avrei dovuto essere a Los Angeles, non qui.
"Ho sonno, devo riposare", affermo scendendo dal davanzale.
Mamma mi anticipa fermandosi davanti a me. "Avrai tempo stanotte per riposare, è una tradizione e non vedo perché quest'anno tu voglia evitarla."
Vorrei dirle che non ho voglia, ma non è così. Avevo promesso a Grace che avrebbe avuto un Natale con i fiocchi, che avremmo sistemato il mio appartamento a suo piacimento e invece eccoci qui, io a casa, e lei da qualche parte nel suo appartamento. "Perché quest'anno le cose cambiano."
Il suo sguardo comprensivo è nel mio e sono questi i momenti in cui mi rendo conto che nessuno può volermi bene come lei. Sento la sua mancanza ogni giorno e la adoro per il supporto che mi ha sempre dimostrato. So che dovunque andrò, nonostante il tempo passi, lei ci sarà sempre e non potrei essere più felice di così. "Per quanto ancora vuoi evitare di parlarne?"
Mesi, anni, secoli. Non lo so, la situazione è così poco definita che non ho la minima idea delle cose che dovrei dirle.
Sapevo tutto e adesso non so più niente.
"Le ho dedicato una canzone. Quasi tutte le canzoni che ho scritto e che sono nell'album sono riferite a lei mamma, e da quando le ho chiesto di ascoltarla è sparita. Mi ha chiesto del tempo, dello spazio e io glielo sto dando ma sto impazzendo. Pensavo fosse una cosa bella, insomma sto cercando di dimostrarle che non è cambiato nulla, ma sembra che non stia funzionando."
Sono agitato, sono nervoso e odio lo scorrere del tempo senza che nulla accada. Ho bisogno di un cenno, di qualcosa che mi faccia capire cosa fare dannazione.
"Credo proprio che abbia funzionato invece..."
Il suo sorriso dolce e comprensivo mi manda in confusione. Forse non mi sono spiegato o forse sta pensando a Dusty anche in questo momento perché non mi sembra che stia funzionando.
"Grace non è come le altre ragazze con cui sei stato. È una donna determinata, forte che sa quello che vuole, ed è proprio per questo motivo che ti sei innamorato di lei per poi scappare a gambe levate."
"Mamma dove vuoi arrivare? Non ti seguo e tecnicamente non sono scappato, ho solo cercato di tutelarla sbagliando tutto", affermo sedendomi pesantemente sulla sedia.
Lei fa lo stesso prendendo posto al mio fianco. "Harry, non è facile costruire quello che avevate voi due. Non è facile farlo soprattutto nel mondo in cui vivi tu. L'hai lasciata all'improvviso e ora torni con dimostrazioni importanti che senza dubbio l'hanno scossa. Ti saresti aspettato che sarebbe corsa da te? Non sarebbe stata la Grace che penso di adorare se l'avesse fatto. Hai sempre avuto a che fare con ragazze che si sono gettate ai tuoi piedi Harry, ti è sempre bastato poco per ottenere quello che volevi, ma in amore non funziona così. Credo che sia talmente spaventata da quello che prova ancora per te, da non avere il coraggio di prendere una posizione. Per lei vorrebbe dire cancellare tutto, dimenticare la sofferenza che l'ha accompagnata quando tu hai deciso di andartene e tornare a fidarsi di te, è la cosa più difficile che esista. Devi riconquistare la sua fiducia, non il suo cuore perché quello sono certa che sia ancora tuo. Lo sai anche tu, non saresti qui a combattere ancora, altrimenti."
Odio quando dimostra di sapere tutto. Odio non essere abbastanza autonomo da prendere una decisione sensata senza il bisogno di altri. Grace mi fa questo effetto ed è dannatamente frustrante. "Quindi cosa consigli?" domando ironicamente.
"Di fare quello che hai sempre fatto; prendi in mano la situazione e risolvila. Non ti servirà nulla stare qui se non hai il coraggio di andare da lei e chiederle spiegazioni. Sei qui solo fisicamente e per quanto mi piaccia vederti gironzolare per casa, vorrei vederti felice e in questo momento non lo sei e sono certa che non lo è nemmeno lei. Il tempo e lo spazio che ti ha chiesto vengono meno se non servono a nulla, quindi fai quello che ti senti e riconquista la sua fiducia."
Sembra tutto dannatamente facile detto da lei, ma non lo è. Ci sono tanti fattori che mi fermano e Gregg è uno di questi. Sono disposto ad accettare l'eventualità che i suoi sentimenti non siano davvero più corrisposti? Io ho visto come lo guarda al contrario di mia madre che vive in un mondo tutto suo e forse questa è la cosa che fa più male.
Non voglio arrendermi, ma la paura è tanta.
"È pronto il pranzo?" domanda Gemma piombando in cucina.
La ringrazio mentalmente per aver interrotto questa pseudo conversazione madre - figlio e mi affretto a recuperare la tovaglia per preparare la tavola.
Mamma mi lascia fare silenziosa tornando a dedicarsi ai fornelli.
"Cosa è appena successo qui?" domanda Gem facendo variare lo sguardo da me a mia madre.
"Stavo informando Harry suoi piani per il pomeriggio e tu sei coinvolta e non avrai via di scampo", sorride mia madre.
Sorrido anch'io incontrando lo sguardo allarmato di Gemma e questo è sufficiente a farmi rilassare.
Sono felice di essere qui con loro perché per quanto l'Inghilterra non mi appartenga, loro sono tutto quello che ho.
Il pranzo trascorre tranquillo, intervallato da discussioni simpatiche fra me e Gemma e dai soliti rimproveri di mia madre.
"Perfetto, ora siamo pronti per sistemare la casa..."
Sono ancora in tempo per andarmene e so che l'unica motivazione che mia madre accetterebbe sarebbe quella di andare da Grace. Sono le due del pomeriggio e non so nemmeno se è casa, ma sarei disposto a correre il rischio se non fossi dannatamente spaventato.
"Ok, vado a prendere le decorazioni", si arrende Gem.
"Ferma dove sei, prima devo immortalare il momento, venite qui da bravi". Credo che non abbia notato la differenza fra noi e Dusty perché questo è il modo con cui si rivolge solitamente a lui.
"Mamma non abbiamo dieci anni", protesta Gemma avvicinandosi a noi.
Sono ancora seduto al tavolo e non ho nessuna intenzione di spostarmi, ma chi sono io per privare la donna che mi ha messo al mondo, di una foto di famiglia.
"Tuo fratello sta dimostrando dieci anni tesoro, quindi non obiettare e sorridi."
Non ho il tempo di ribattere che la foto viene scattata e io tento di simulare un sorriso.
Dieci anni? Davvero?
"Perché hai dieci anni, Haz?" domanda mia sorella.
Mia madre mi osserva con un sorriso soddisfatto in volto e una scatola di decorazioni in mano. Non ho dieci anni e non ho intenzione di aiutarla con le decorazioni. Ho una cosa decisamente più importante da fare.
"Prendo la macchina, non aspettatemi per cena."
***
Ci siamo.
Rup il portiere si è dimostrato solidale nei miei confronti e ha convinto il portiere del palazzo di Grace che non sono un mal intenzionato, ma un ragazzo che vuole semplicemente parlare con la sua ex ragazza.
Ho cercato di spiegargli invano chi fossi, ma sembra che il giovanotto dai capelli biondi ignori i cartelloni che ricoprono gli autobus di Londra e anche la radio che trasmette almeno tre volte al giorno il nostro nuovo singolo.
Fortunatamente Rup è corso in mio aiuto e inizio a simpatizzare per lui, un po' meno per i paparazzi che hanno immortalato la mia entrata nel palazzo di Grace.
Sono sull'ascensore e questa sembra la salita più lunga del secolo. Non è la prima volta che vengo qui, ma forse l'ultima volta ero troppo impegnato a sorreggere Jamie per concentrarmi sulle tempistiche.
Il tempo. Ancora una volta.
Le porte dell'ascensore si aprono e prima di scendere controllo che i capelli siano a posto. Non che possa essere altrimenti dal momento che indosso un cappello di lana, ma ormai è un'abitudine.
Mi incammino e raggiungo la porta del suo appartamento. Aspetto qualche secondo prima di suonare il campanello, ma anche i secondi si fanno sentire, ora che sono qui.
I suoi passi leggeri si avvicinano alla porta. Sono certo che mi stia guardando dallo spioncino in questo momento, e ne approfitto per simulare un sorriso.
La porta si apre poco dopo una Grace con i capelli arruffati si presenta alla porta. Ha il viso stanco e visibilmente pallido. "Ciao", afferma accennando un sorriso.
È evidente che non si aspettasse di vedermi qui, ma non sembra essere infastidita. "Ciao. Posso entrare?"
Grace annuisce facendomi spazio. È la seconda volta che entro in questo appartamento e lo trovo davvero personale. Qualcunque oggetto o dettaglio entri nel mio campo visivo, riesce a rappresentarla alla perfezione ed è in questo modo che voglio arredare la casa di Los Angeles.
"Vuoi qualcosa da bere?" mi domanda sistemandosi i capelli invano.
Le sorrido incapace di fare altrimenti. "No grazie, sto bene così."
Annuisce di nuovo prendendo posto sul divano. La seguo facendo lo stesso.
"Come mai da queste parti?" mi domanda portandosi le gambe al petto.
Mi aspettavo un'accoglienza totalmente diversa da parte sua, non di certo questa finta indifferenza che sta mostrando. Non credo sia indifferenza nei miei confronti ma piuttosto uno stato di freddezza che non le appartiene. "Come stai Grace?"
Ignoro completamente la sua domanda focalizzandomi sui suoi occhi tristi.
"Ci sono stati momenti migliori..."
Breve, concisa. Questa non è Grace, non è la ragazza che mi ha sempre dato del filo da torcere. Ero ansioso di vederla, di capire cosa sta succedendo, ma è come se fossi in compagnia di una ragazza che non ho mai conosciuto prima. "Qualcosa non va?"
Grace sorride amaramente appoggiando la testa al divano. "Tutto è la riposta che mi vorrebbe spontanea, ma sarei egoista a dirlo dal momento che ci sono molte persone più sfortunate di me."
Tutto. Cosa diavolo è successo qui? È uno strazio vederla in questo stato e non posso permettere che continui in questo modo.
Mi alzo dalla mia postazione prendendo posto al suo fianco. So perfettamente che in una situazione normale si sarebbe allontanata, ma adesso semplicemente mi guarda con i suoi occhi scuri che stanno cercando qualcosa nei miei.
"Non è essere egoisti, è così che funziona. Ognuno di noi ha qualcosa che non va nella propria vita, anche se a confronto con altri i problemi che abbiamo possono essere stupidi. Ma non per questo non ci fanno pensare o stare male."
Grace continua a guardarmi con attenzione sorridendo appena. Se non avessi visto con i miei occhi l'effetto che l'alcool ha su di lei, direi che è ubriaca.
"È bella la canzone", afferma.
Ok, non ero pronto ad affrontare l'argomento proprio adesso ma posso farcela. "L'hai ascoltata?"
Annuisce sistemandosi i capelli dietro all'orecchio. "Sì"
"Nient'altro da aggiungere?"
"Vorrei non averlo fatto..."
Le parole possono davvero cambiare il mondo. Sono l'arma più potente e dette da lei diventano ancora più efficaci.
Sono preoccupato, infastidito e a tratti deluso, perché non era di certo questa la reazione che mi sarei aspettato da lei.
"Grace, che cosa sta succedendo?"
Chiude per un secondo gli occhi prima di riportarli nei miei.
"La canzone è bellissima. Mi sono emozionata, ho capito tante cose, ma non avrei dovuto ascolarla, non in quel contesto per lo meno perché è cambiato tutto. Ho litigato con Gregg, cioè lui se n'è semplicemente andato ripetendo per un milione di volte quanto io l'abbia fatto soffrire e non ho notizie da parte sua da quel giorno. L'avevo messo in conto davvero, ma non mi aspettavo potesse essere così. Eloise non si è più fatta vedere. Avevo calcolato anche questo sai? Mi sono detta: passerà, è suo fratello, si tratta solo di tempo, ma è uno strazio non avere più la certezza della sua presenza al mio fianco. La ciliegina sulla torta è Mad. Credo di averla contattata un centinaio di volte negli ultimi giorni ed era troppo occupata dagli impegni lavorativi per dare retta a me. Lo capisco, sembra che io stia capendo tutto, ma questo non cambia il mio stato d'animo. In un giorno ho perso due persone importanti Harry e inconsapevolmente sento di aver perso Mad tanto tempo fa, quando è salita su quel dannato aereo per andare a New York. Rendersi conto della realtà in una volta sola non è affatto bello, nonostante la canzone lo sia fin troppo."
Tutto ha un senso, i suoi occhi lucidi lo hanno e anche il suo tono di voce quasi spezzato dal pianto.
Non riesco a vederla così, non posso accettare questo per lei e l'unica cosa che mi sento di fare è abbracciarla perché io ci sono. Ci sono sempre stato e in un modo o nell'altro ci sarò per lei.
Grace si aggrappa al mio collo e questa è la cosa più confortante che ci sia. Il tempo trascorso senza di lei non vale più nulla perché averla fra le braccia vale molto di più.
Sta piangendo ormai e non voglio che si fermi perché ha bisogno di sfogarsi. Non avrei mai pensato di odiare Gregg per essersene andato, ma ora lo sto facendo perché lei ne sta soffrendo. Non voglio sapere il vero motivo in tutta onestà, non sono pronto a scoprirlo ma sono qui per lei e ho intenzione di esserci.
La sollevo portandola sulle mie gambe. Sono eccessivo, non riesco a stare al mio posto, ma sono innamorato di lei e tutto il resto adesso passa in secondo piano.
Grace si stringe ancora di più a me come se io fossi a tutti gli effetti la sua ancora di salvezza e non c'è nulla di più gratificante.
"Mi dispiace tanto per tutto, ma la cosa certa è che non sei sola. Mad ti vuole bene, è una pazza piena di sé, egocentrica e petulante ma ti vuole bene e probabilmente Eloise non sa come comportarsi, si trova fra due fuochi e hai perfettamente ragione quando dici che è solo questione di tempo. Sai quanto lo odio, ma stavolta può solo far bene a entrambe."
Non voglio affrontare l'argomento Gregg, sarebbe troppo da sopportare.
Grace mi guarda con gli occhi rossi e lucidi. Eccola qui la mia ragazza, eccole qui le sue emozioni che riesco a distinguere ad una ad una.
"Non volevo che mi vedessi piangere, scusami. Solo mi sento sola e odio sentirmi in questo modo. Odio non sentirmi abbastanza per le persone a cui voglio bene."
"Tu non sei solo abbastanza Grace, sei molto di più e chi non riconosce questa tua qualità allora non ha occhi per vedere", ammetto sinceramente.
Grace scuote la testa sorridendo appena. "Tu sei di parte, il tuo parere non vale."
Sta ironizzando e questo è un buon segno, non si è ancora allontanata da me e questo è un ottimo segno.
"Avresti potuto chiamarmi se stavi così male. Non sono andato a Los Angeles perché non riuscivo ad allontanarmi da Londra sapendo che tu mi stavi tenendo lontano e sarei venuto qui subito. A prescindere da tutto, puoi contare su di me Grace, posso essere il tuo pungiball personale se vuoi, ma ci sono."
Grace sorride ancora guardandomi negli occhi. "Non ti avrei mai chiamato, non in tempi brevi per lo meno, ma sono felice che tu sia qui."
Vorrei tanto baciarla in questo momento, vorrei tanto darle tutte quelle rassicurazioni di cui ha bisogno ma devo trattenermi.
"Anche io sono felice di essere qui. Ho scampato un pomeriggio con mamma Gemma e Dusty e sai quanto mia madre può essere irritante quando si tratta di quel gatto."
Grace ride senza limitarsi e io sono costretto a fare lo stesso. "Lascia stare Dusty, è tenerissimo", mi rimprovera.
Non è tenerissimo l'aggettivo che attribuirei a Dusty, ma penso di poterglielo concedere adesso.
Mi limito a guardarla mentre lei ricambia il mio sguardo. Penso che potrei trascorrere il resto del mio tempo in questo modo senza annoiarmi mai.
Ma Grace non sembra della mia stessa idea dal momento che si alza dalle mie gambe. Rimane in piedi davanti a me, credo voglia dirmi qualcosa ma senza dubbio è indecisa se farlo oppure no.
"Avevo deciso di spiegare a Gregg la situazione, prima di ascoltare la canzone", ammette.
Situazione? Di che situazione sta parlando?
Si passa una mano fra i capelli prendendo posto sul divano al mio fianco. "Le settimane dopo la partita sono state le più tranquille da quando sono arrivata a Londra. Ho passato del tempo con i miei amici, dedicandomi soltanto a me stessa e questo mi ha dato il tempo di riflettere. Gregg è straordinario, mi sono affezionata a lui, tanto, forse troppo perché se così non fosse non sentirei la sua mancanza adesso, ma non potevo continuare a fingere che fra me e te fosse tutto finito."
Sono in ascolto, ha tutte le mie attenzioni.
"Non sono mai stata brava a gestire quello che provo, ho sempre dato il 100% in tutto e l'ho fatto anche con te in passato, forse dando anche di più del 100% perché il rischio che correvo in quel caso era alto. L'ho ignorato e non mi pento di averlo fatto perché se così non fosse stato non sarei stata così bene. Abbiamo sempre vissuto tutto al massimo, tanto da creare un rapporto fortissimo in pochi mesi e io non posso semplicemente ignorare questo fatto. Mi hai spezzato il cuore, ho passato mesi tristi in cui ho perso me stessa, ma non ho mai smesso di volerti bene o di pensare a te ed è per questo che non sono riuscita ad innamorarmi di lui. Doveva saperlo, era inutile che si illudesse per qualcosa che in tempi brevi non sarebbe successo, solo avrei voluto affrontare il discorso in modo diverso, non fra arrabiature e lacrime..."
La guardo come se fosse la cosa più bella del mondo e a tutti gli effetti lo è. Non prova nulla per lui, soffre per la sua assenza, ma tiene ancora a me e questo vuol dire solo una cosa: non è finita.
"Grace credo tu debba fermare la mia mente in questo momento se non vuoi che arrivi alla conclusione più logica, perché sto per farlo e potrei non rispondere più delle mie azioni", affermo.
Ho bisogno di abbracciarla ancora, di stringerla fra le braccia e baciarla per recuperare tutto il tempo perso, ma i suoi occhi mi dicono che non è tutto.
"Sono legata a te, ma questo non è abbastanza per far si che io mi butti nuovamente fra le tue braccia. Non ho più bisogno di spazio per capire perché è tutto chiaro nella mia testa e nel mio cuore. Tu non passi così facilmente Harry, ma non voglio mai più ritrovarmi nelle condizioni in cui sono stata i mesi scorsi e in tutta sincerità ti dico che in questo momento non riesco a fidarmi di te. Mi stai dimostrando tanto e lo apprezzo, ma ci vuole tempo."
Tempo. Tempo. Dannato tempo.
Lo odio, odio me stesso per averne perso così tanto lontano da lei, ma non posso pretendere nulla. La consapevolezza che qualcosa di forte continua ad esserci è sufficiente per ora. Posso continuare a dimostrarle tutto quello di cui ha bisogno e ora ho un motivo in più per farlo.
"Esci con me domani sera", affermo istintivamente.
Grace mi guarda sorpresa prima di scuotere la testa divertita. "Quale parte della frase: ho bisogno di tempo, non ti è chiara?"
Non lo so quale parte, ma non sono in vena di puntualizzare. "Come faccio a riconquistare la tua fiducia se non mi dai la possibilità di farlo?" domando.
Grace sorride alzando le spalle. "Sorprendimi..."
Ok, va tutto bene. È normale che lei risulti sexy ai miei occhi mentre pronuncia una frase del genere, assolutamente normale e ha tutte le mie attenzioni; anima e corpo.
"Non so se ti conviene darmi carta bianca piccola. Lo dico per il tuo bene", affermo avvicinandomi a lei.
"Quello che non ti conviene Harry, è fare passi falsi perché questa è la nostra ultima occasione."
Sorrido pensando a quanto la parola nostra detta da lei suoni bene.
"Ho ben chiaro il mio obiettivo Grace e niente e nessuno mi impedirà di raggiungerlo!"
"Eccolo qui il vecchio Harry Styles..."
"Eccomi qui ed è bello che anche tu ci sia adesso. Quando sono entrato qui dentro eri da un'altra parte Grace e odio vederti così. Si risolverà tutto e se pensi che Mad si stia allontanando, allora non smettere di ricordarle che tu sei qui, che hai bisogno di lei. Eloise non resisterà a lungo e qualcosa mi dice che nemmeno tu riuscirai a resistere alla tentazione di contattarla ancora per molto. A volte bisogna semplicemente lasciarsi andare."
Grace sorride capendo perfettamente il messaggio velato che le sto dando. "Se pensi che giocando al latin lover con me funzionerà, ti sbagli."
Mi sta puntando un dito contro, ma questo non mi impedisce di avvicinarmi nuovamente a lei con gli occhi puntati nei suoi. "Ne sei sicura?" affermo.
Gli occhi di Grace sono sulle mie labbra e ho già ottenuto la risposta che so non mi darà ad alta voce.
Mi basterebbe avvicinarmi ancora di più e soddisfare il mio grande desiderio, ma il suono del campanello interrompe ogni cosa.
Grace sobbalza alzandosi in velocità dal divano. Faccio lo stesso totalmente intenzionato a non perderla di vista, ma una massa di capelli ricci compare dalla porta avvolgendo Grace in un abbraccio asfissiante.
Guardo la scena sorridendo, vivendola come un dejavu che mi riporta indietro nel tempo, nella città in cui ho capito che non potevo a fare a meno di lei; Parigi.
Tutto è cambiato da allora, ma sento la stessa immutata necessità di tenerla con me per tanto tempo e ora, senza il minimo dubbio, quel tempo è assimilabile al per sempre.
SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti!
Ecco a voi il nuovo capitolo, non ho riletto quindi probabilmente ci saranno degli errori, scusate :(
Domani pubblicherò il nuovo capitolo di Girlies che seguirà quello che avete appena letto, così capirete chi è la riccia misteriosa ;)
Buon weekend a tutti ♡
Al prossimo capitolo!
Un bacio Greta ♡
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro