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26. Goal

HARRY'S P.O.V

Non assisto ad una partita di calcio da molto. Non sono mai stato un grandissimo tifoso, al contrario di Niall che sono certo potrebbe vivere solo guardando partite di questo sport. È agitato con un bambino a Natale e per quanto il Natale sia vicino, lui non è più un bambino e dovrebbe aver imparato a controllare il suo entusiasmo.

Ovviamente è impossibile fermarlo, con la sua maglietta del Manchester United pronto alla partita del secolo. Ne indosso una anch'io, è un bel ricordo e portare il nome di Ferdinand sulla schiena è un onore per me. L'ho indossata anche in altre occasioni ma oggi ho la possibilità di mimetizzarmi fra gli altri tifosi vestiti di rosso e partecipare ad un'esperienza che non vivo da tempo.

L'esperienza in questo caso non è assistere alla partita fra l'Arsenal e il Manchester United, ma rivedere Grace. Sono agitato, forse quanto Niall, ma la mia è una motivazione più valida. Non si tratta di guardare la mia squadra del cuore vincere o perdere, si tratta di Grace e della mia voglia di starle vicino, di parlarle, di guardarla negli occhi e ritrovare tutto quello che ho perso. Ci sarà anche l'orso, ma nonostante la sua presenza, farò di tutto per riuscire a parlare con lei.

Non ha risposto al mio messaggio vocale, non ho sue notizie da due giorni e ho pensato che l'effetto sorpresa potesse funzionare meglio. Oggi non potrà nascondersi dietro ad uno schermo e non lo potrò farlo nemmeno io, saremo io e lei, come una volta.

Quando Jamie mi ha comunicato la sua presenza alla partita di oggi, pensavo scherzasse. A Grace il calcio non è mai piaciuto, ma evidentemente questo è uno dei tanti cambiamenti che dovrò affrontare, non importa quanti saranno, non importa nemmeno quali saranno, li affronterò.

"Dove ci aspetta Jamie?" domanda Niall guardandosi intorno curioso.

Il fatto che ad una partita come questa la maggior parte del pubblico sia di sesso maschile aiuta, non riusciremmo a camminare indisturbati fra la folla come stiamo facendo, altrimenti.

"Ingresso B settore tre. Ci aspetta all'entrata", rispondo controllando i biglietti che Jamie mi ha fatto avere.

È stata dura convincere Niall a rivendere i suoi super biglietti privilegiati e acquistare questi, ma era l'unico modo per poter stare a contatto con Grace e lui, da buon amico qual è, mi ha assecondato.

Raggiungiamo l'ingresso B con non indifferenti difficoltà e ci avventuriamo all'interno dello stadio. Solo ora mi rendo conto che siamo attorniati sì da maglie rosse, ma non di certo appartenenti alla nostra squadra del cuore.

"Haz solo io penso che non ne usciremo vivi?" domanda Niall cercando di aumentare il passo.

Sorrido guardandomi intorno e trovando solo occhiate disgustate. Dovevo immaginare che l'orso tifasse Arsenal, d'altronde non saremmo mai potuti andare d'accordo su qualcosa. "Andrà bene Niall, sorridi e fai il disinvolto, non se ne accorgeranno nemmeno", spiego cercando Jamie fra la folla.

Siamo nel posto indicato ma del biondo nessuna traccia. È meglio che lui compaia al più presto non posso fingermi indifferente alle occhiaie d'odio che ci stanno rivolgendo, ancora per molto.

"Non lo state facendo davvero!". Mi volto trovando gli occhi blu di Jamie puntati su di noi.

"Jam, potevi avvertirci che saremmo stati nella curva avversaria non trovi?" domanda Niall salutandolo con una pacca sulla spalla.

"Io non so nulla di calcio, conosco solo due tipi di curve e su questi spalti scarseggiano."

Niall sta ridendo come non mai, attirando ancora di più l'attenzione su di noi, vuole rischiare, è evidente. "Andiamo?" domando. Sono impaziente e l'idea di sapere Grace da sola con l'orso mi infastidisce. È stupido dal momento che per tutto questo tempo sicuramente sono stati soli in molte occasioni, ma il fatto che io sia qui, rende tutto più reale.

"Styles calmati, Gracy non scapperà, almeno finché non ti vedrà comparire nei posti vicino ai loro, e a quel punto sarà troppo impegnata a pensare come uccidere me per averti portato qui. Quindi prima passiamo dal bar a prendere una birra e poi torniamo da cicciobello e Gracy."

Non ho il tempo di rispondere che Jamie e Niall si stanno dirigendo in direzione del bar. Li seguo cercando di controllare l'agitazione che si sta facendo sempre più spazio dentro di me.

È come se fossi tornato indietro nel tempo, ad una delle nostre prime uscite, quando non aspettavo altro che vederla e stringerla a me. Il desiderio di oggi è lo stesso, ma so che non sono nella posizione di comportarmi come allora.

"Media?" mi domanda Niall.

Media? Oh, la birra. "Non la voglio grazie."

Jamie mi guarda scuotendo la testa. So che per lui rifiutare la birra è un reato gravissimo, ma non sono nelle condizioni di poterla accettare.

"Bene, andiamo. Styles niente gesti avventati, scene teatrali degne di un Oscar, o sparizioni improvvise. L'attore è cicciobello e a quanto pare non se la cava male", mi informa Jamie incamminandosi verso le tribune.

Lo seguo cercando di mantenere il suo passo svelto, la partita inizierà a breve e, ancora una volta, non mi sto riferendo a quella calcistica. Ok respira Harry, sei arrivato fin qui, ce la puoi fare.

Niall è davanti a me e il fatto che sia qui è confortante. So che qualcuno è totalmente dalla mia parte e mi sento meglio. Jamie è diviso per metà e so che sceglierebbe Grace ad occhi chiusi. Non che lui debba fare una scelta.

"In alto a destra", afferma Jamie indicando un punto che mi affretto ad osservare.

Diavolo! È bella, anche se sembra ancora più piccola vicino all'orso, anche se indossa una felpa dell'Arsenal, anche se si sta guardando intorno contrariata, soprattutto perché non appena mi vedrà lo sarà ancora di più.

Jamie mi poggia una mano sulla spalla invitandomi a proseguire, non mi ero nemmeno reso conto di essermi fermato. Non mi rendo conto di tante cose quando lei è nei paraggi, non riesco a trovare una via di mezzo, perché lei semplicemente mi confonde, mi cattura completamente.

I suoi occhi lo fanno, sempre, soprattutto adesso che visibilmente sconvolta mi guarda. Salgo le scale delle tribune senza riuscire a smettere di guardarla mentre il suo sguardo passa da me a Jamie.

Non vorrei essere nei suoi panni adesso, lo sta letteralmente fulminando. "Mi dovrai tanti favore lo sai, Styles?" domanda il biondo alle mie spalle.

Annuisco intercettando la mano dell'orso posata sulla gamba di Grace. Dovrebbe smetterla in questo istante, levarsi di torno e guardare in faccia la realtà; non ha speranze. Non sono sicuro di averne nemmeno io, ma non sarà lui che prenderà il mio posto, non lo permetterò.

"Ehi! Ciao Grace!" saluta Niall avvolgendola in un abbraccio.

Grace ricambia lasciandogli un bacio sulla guancia. "Ma che sorpresa, chi l'avrebbe mai detto che fra tutta questa gente ci saremmo trovati proprio vicini. O forse non è un caso?" domanda cercando di nascondere il nervosismo.

Si è alzata dandomi una completa visuale delle sue gambe lasciate scoperte dai pantaloncini che indossa. Diavolo siamo a Novembre, non dovrebbe indossare qualcosa di diverso?

"Non è un caso, volevamo assolutamente assistere alla partita e Jamie è stato così gentile da procurarci i biglietti. Ciao Gregg, tutto bene?" domanda Niall focalizzandosi sull'orso.

"Alla grande grazie, tu?"

Alla grande, ma certo! Ha la possibilità di posare le sue enormi mani sulle gambe di Grace, come potrebbe andare diversamente. Falso, egocentrico del cavolo!

"Molto gentile da parte tua Jamie, sei davvero un amico e non fai altro che dimostrarlo!" esclama Grace tornando a fulminare con lo sguardo il biondo.

"Grazie Gracy lo so, ora ritorna al tuo posto, non puoi assolutamente perderti questo incontro", afferma Jamie prendendo posto vicino a Niall.

Non ho detto una parola e devo risultare un cretino agli occhi di tutti, ma avrei talmente tante cose da dire che nella scelta farei senza dubbio quella sbagliata.

"Ciao Harry", esclama Gregg con un sorriso stampato in volto.

Falso, egocentrico e anche ipocrita. Mi limito ad un cenno della mano, puntando il mio sguardo in direzione del campo da gioco che è sicuramente meno artificiale di lui.

"Inizia! Buona fortuna Gregg, ne avrete bisogno!" esclama Niall pronto ad intonare i cori che sa a memoria. Peccato sia nella tifoseria sbagliata.

Le squadre fanno ingresso in campo mentre l'orso dice qualcosa che il mio migliore amico deve trovare molto interessante. Ne approfitto per voltarmi in direzione di Grace. Sta osservando il campo ma è evidentemente nervosa.

Non vorrebbe essere qui, è a disagio, e sono certo che io ho contribuito a crearlo. Sono felice di averlo fatto, evidentemente non le sono così indifferente come continua a ripetere e questo è un punto a mio favore. I minuti passano e le tifoserie si scatenano, l'orso è visibilmente coinvolto dalla partita e mi chiedo come diavolo faccia quando al suo fianco ha Grace. Grace che si sta annoiando, Grace che continua ad evitare il mio sguardo costantemente puntato su di lei.

Non riesco a smetterla, cerco di concentrarmi sulla partita, ma la sua presenza così ravvicinata mi impedisce di concentrarmi su altro che non sia lei.

Fra ammonizioni, cambi, e tiri in porta parati da parte dei portieri, termina il primo tempo. I giocatori escono dal campo accompagnati dalle urla della folla ed è come se fossi in una posizione che non mi appartiene.

Ho già visto questo stadio, ma sono sempre stato io il protagonista, ero io in quel campo, su un palco mente la folla cantava con me. È strano stare da questa parte ma anche bello potermi immedesimare nell'euforia da una prospettiva diversa.

"Vado in bagno", afferma Grace scattando in piedi.

Fine della prospettiva diversa, quella che ho, mentre guardo Grace, rimarrà sempre la migliore, indipendentemente dal luogo in cui mi trovo.

"Vuoi che ti accompagni?" domanda l'orso posandole una mano sul braccio. Che necessità ha di toccarla in continuazione?

"No tranquillo, vado e torno", afferma Grace incamminandosi per le gradinate.

La seguo con lo sguardo accorgendomi solo quando scompare dalla mia visuale, che l'orso stava facendo lo stesso. Lo odio!

"Quindi Gregg, Grace mi ha detto che hai avuto una parte importante in un telefilm", afferma Jamie fingendosi interessato.

So che la parte dell'orso è l'ultimo dei suoi interessi, quindi approfitterò del gentile diversivo che il mio amico mi sta offrendo, per raggiungere l'unico motivo per cui oggi sono qui.


GRACE'S P.O.V

Pensare positivo; è il proposito con cui cerco di svegliarmi ogni giorno. Pensare positivo implica grandi sorrisi nei confronti del prossimo, massima tollerabilità, e pazienza per allontanare gli eventuali aspetti negativi di una giornata.

Utopia! Chi l'avrebbe mai detto che la mia positività sarebbe andata in vacanza nel momento in cui forse ne avrei più bisogno? Non posso più fidarmi nemmeno di lei che mi ha accompagnato in questi anni come un'amica speciale. 

Mi sono svegliata stamattina ancora in subbuglio per gli eventi del giardino botanico. Inutile dire che più i giorni passano, più sembra che gli errori che commetto siano pronti ad accogliermi ad ogni passo che faccio e infatti eccomi qui, ad un'interessantissima partita di calcio che si sta trasformando in un incubo.

Chiudermi nel bagno dello stadio non era proprio nei miei piani; tutto ciò che pensavo di fare era osservare con attenzione ogni mossa dei giocatori nella speranza di capire una volta per tutte in cosa consistesse il fuorigioco, e invece eccomi qui.

Il fuorigioco continua ad essere un mistero; se fossi stata in grado di osservare la partita con più attenzione forse l'avrei anche compreso, ma qualcuno ha avuto la brillante idea di passare i quarantacinque minuti del primo tempo a guardarmi.

Che cosa ci fa qui, e perché Jamie non perde l'occasione di voltarmi le spalle? Ha una strana concezione di amicizia e non è la stessa che conosco io. Dannazione!

Giro la manopola del rubinetto facendo scorrere l'acqua fresca. Siamo a Novembre ma ho caldo, sono nervosa, infastidita, frustrata perché troppe cose stanno succedendo senza che io possa controllarle.

Harry non aiuta in tutto questo, la sua determinazione inizia a spaventarmi e non fa altro che confondermi dal momento che non ha fatto altro che guardarmi, ma non mi ha nemmeno salutata. Ha perso la voce forse? Avrebbe dovuto perderla prima di inviarmi quello stupido messaggio vocale che non fa altro che tormentarmi.

Lascio che l'acqua fresca scorra sulle mani e sui polsi. Sono stanca, sto soffocando e mi rendo conto che invece di procedere in direzione della via d'uscita, mi sto scavando la fossa con le mie mani. Non posso continuare così, cerco di sistemare le cose, di posizionare i tasselli del puzzle nel miglior modo possibile, ma il risultato finale non è quello che vorrei, e osservando con attenzione mi accorgo che alcuni dei pezzi sono addirittura sbagliati.

Devo tornare alle origini, capire che cosa voglio ottenere e ricominciare da capo. Sono stata brava nei puzzle, li ho sempre trovati divertenti, quindi perché non recuperare le vecchie abitudini?

Asciugo le mani velocemente, non curandomi che siano totalmente asciutte prima di uscire dal bagno. Decine di persone camminano da una parte all'altra dello stadio sinonimo del fatto che il secondo tempo non è ancora iniziato.

Dovrei sentirmi sollevata? Forse no, perché fra quelle decine di persone riesco a scorgerne una dannatamente famigliare.

Harry è a pochi passi da me, le mani nelle tasche dei jeans e un sorriso innocente stampato in viso. Innocente è solo l'aggettivo che un critico d'arte attribuirebbe al personaggio del quadro, ma lui non potrà mai sapere le vere intenzioni dell'artista. Lui non potrà mai sapere l'effetto che quel sorriso fa, nonostante il tempo e le dinamiche continuino a cambiare.

Mi dirigo nella sua direzione, non ha più senso ignorarlo, non ha senso nemmeno fare finta di non averlo visto perché sarei infantile e lo sono stata per troppo tempo nell'ultimo periodo.

"Ciao."

Sono ferma ad un passo da lui mentre i tifosi continuano a passeggiare da una parte all'altra del locale. "Allora non hai perso la voce."

Harry sorride scuotendo la testa. "Avevo troppe cose da dire, e avrei detto sicuramente quella sbagliata."

"Da quando ti preoccupi delle cose che dici?" domando incrociando le braccia al petto.

Harry sorride ancora alzando le spalle. "Da quando le conseguenze di quelle sbagliate, hanno rovinato tutto."

Oggi in questo stadio si stanno svolgendo due partite; quella fra l'Arsenal e il Manchester United e quella fra di noi. Credo che sia sempre stato così, sin da quando arrivata a Londra giocavamo a chi per primo avrebbe vinto il campionato. Ora siamo uno contro l'altro, palla al centro. Chi vincerà?

"Il secondo tempo sta per ricominciare", affermo voltandomi in direzione delle tribune.

"Non ti è mai piaciuto il calcio Grace e se quando ti ho visto lì, ho pensato che le cose potessero essere cambiate, guardandoti ho capito che non è così. Ti stai annoiando e anche io, andiamo a prendere qualcosa al bar."

Mi volto ritrovando i suoi occhi verdi e vispi. Mi conosce bene, fin troppo bene, tanto da essere sicuramente consapevole che non ho prestato minimamente attenzione alla partita. Devo ritornare alle origini, e in che modo posso farlo se non in questo?

Lo supero senza aggiungere nulla. Mi dirigo in direzione del bar e non ho bisogno di voltarmi per verificare che mi sta seguendo. Il bar è praticamente deserto. Gregg si preoccuperà per me? Probabilmente, vedendo l'assenza di Harry, sì, ma non mentirò stavolta, non inventerò nessuna scusa, gli dirò la verità; avevo bisogno di parlare con lui e il calcio non fa assolutamente per me.

"Due caffè neri per favore", afferma Harry sedendosi sullo sgabello vicino al mio.

Alzo gli occhi al cielo alla sua richiesta, quel critico d'arte aveva davvero sbagliato tutto. Il barista annuisce mettendosi al lavoro, guardo Harry in attesa che dica qualcosa, so che muore dalla voglia di farlo.

"Non prendertela con Jamie, gli ho chiesto io dei biglietti."

Bingo. Il barista ci consegna i caffè fumanti e mi affretto ad avvolgere la tazzina con le mani. Lavarle con l'acqua fredda non è stata una buona idea.

"Hai freddo?" mi domanda immediatamente Harry.

"Sto bene, e non me la prenderò con Jamie, non me la sono presa nemmeno con te, se questa è la prossima domanda."

Harry mi guarda sorpreso, non credo si aspettasse una risposta del genere da parte mia, ma probabilmente non si aspetta tante cose.

"So che sei arrabbiata Grace, ho visto quanto eri nervosa prima e non ti biasimo, ma questo è l'unico modo in cui ero certo di poterti vedere senza che tu rifiutassi. Non ho avuto tue notizie per due giorni."

Gli ricorderei volentieri che io non ho avuto sue notizie per mesi, ma non ho intenzione di litigare, sono troppo stanca per farlo. "Sono solo esasperata Harry..."

Mi osserva attentamente ma non gli permetto di studiarmi, tornando invece ad assaporare il caffè bollente.

"È successo qualcosa?" mi domanda voltandosi completamente nella mia direzione.

Un boato si sprigiona dallo stadio e immagino che una delle due squadre abbia segnato. Harry non si scompone nemmeno un po', tutte le sue attenzioni sono su di me e nonostante tutto è gratificante.

"Non è successo nulla di diverso dal solito, sempre e solo la solita confusione che non mi sta portando da nessuna parte. Vorrei solo che non succedesse più niente,oppure qualcosa che mi porti nella direzione giusta, perché quella in cui sono ora non ha senso. Non mi riconosco più", confesso.

Harry istintivamente posa una mano sulla mia gamba. Seguo il suo gesto senza scompormi, dovrei spostarmi, evitare contatti del genere, eppure non riesco a fare meno di osservare la sua mano piena di anelli e tatuaggi che un tempo, proprio come ora, mi piaceva incredibilmente.

"Grace, io sto solo cercando di fare la cosa giusta. Non ho altro modo di dimostrarti quello che provo, ma se ti fa stare così male allora cercherò di limitarmi. Ti ho già fatto soffrire abbastanza e non è nelle mie intenzioni continuare a farlo. Ti direi che sarebbe tutto più semplice se tu semplicemente accettassi quello che dico, ma non posso obbligarti a farlo se non ci credi."

Non si è curato della distanza di sicurezza che sta superando, è solo preoccupato per me e questo è ancora più destabilizzante.

Un passo avanti e uno indietro, non c'è spazio per l'equilibrio, solo per il fuorigioco e adesso ho una motivazione in più per cercare di capirne il significato. "Io non so se ti credo, è questo il punto. Non posso negare che ci spero Harry, perché se così non fosse mi renderei conto che non ti conosco affatto. L'unica cosa che so è che non riesco a fidarmi di te, non posso semplicemente dimenticare questi mesi e gettarmi fra le tue braccia nonostante io sappia che farlo, mi renderebbe felice. Ma se dovesse ricapitare ancora, se tu un giorno cambiassi idea nuovamente anche se ora sei convinto che sia impossibile, io come farei? Dovrei rischiare, potrei farlo, ma dall'altra parte ho una persona di cui mi fido ciecamente, che non mi volterebbe mai le spalle e forse è una credenza stupida e superficiale, ma in cuor mio so che è così. Non sono innamorata di lui, non so nemmeno quanto ci metterò a innamorarmi di qualcuno quanto mi sono innamorata di te, ma non posso buttarmi e basta. Questo gioco continua a confondermi, un giorno penso di stare bene e quello dopo cambia tutto. Sembra una dannata sfida fra te e Gregg e io non voglio essere il trofeo che uno dei due vincerà. Sono stanca, voglio solo tornare ad essere Grace, quella spensierata, quella che è arrivata a Londra felice e con l'intento di esserlo per tanto tempo..."

Mi sfogo completamente, fregandomene del fatto che il barista è a pochi passi da noi, che Harry non ha smesso un secondo di guardarmi con quello sguardo che ho amato tanto.

Non ho tempo di rielaborare quello che ho detto, di pensare ad una possibile risposta da parte sua, perché le sue braccia mi circondano.  Il suo corpo slanciato fra le mie gambe e la mia testa sul suo petto. Il suo profumo mi confonde, mi riporta a visitare luoghi ed emozioni che non riuscirò mai a dimenticare ed istintivamente lo abbraccio mentre le lacrime si fanno spazio sul mio viso.

"Mi dispiace Grace", sussurra al mio orecchio lasciandomi un bacio leggero sui capelli. 

Mi basta questo per stringerlo ancora di più a me. Mi è mancato tutto, mi è mancato lui ma soprattutto il modo perfetto in cui il nostro puzzle riusciva ad essere ultimato. 

Mi sento a mio agio, mi sento bene, a casa, come se questo fosse il posto giusto per me, ma finché non avrò la certezza che Gregg non significa nulla per me, e che le fondamenta non sono più che solide, non posso semplicemente aprire la porta.

Posso guardarla da fuori, come se a tutti gli effetti questo fosse il nostro quadro, la nostra partita, il goal che verrà segnato da uno di noi due.

"Ho bisogno di una pausa Harry", affermo allontanandomi leggermente da lui.

Lui mi sorride lasciandomi un bacio sulla fronte. "Penso di farcela. Cercherò di limitarmi il più possibile, ma non chiedermi di sparire definitivamente, perché potrei impazzire sul serio e poi dovrai vedertela tu con le mie fan."

Rido scuotendo la testa. Riconosco la persona che ho davanti, riconosco le sue labbra e il suo tocco ed una delle cose più confortanti che mi siano successe nell'ultimo periodo.

"Grazie, nell'eventualità ne risponderò personalmente", affermo asciugandomi le lacrime.

Harry ritorna nella sua posizione originale mentre un altro boato si sprigiona a pochi passi da noi.

"Nel frattempo potresti chiedere all'orso di toccarti meno spesso? È davvero irritante!"

Sta sorridendo e stavolta lo seguo, senza rimproverarlo per il fatto che ancora una volta sta superando la soglia consentita. "Non dovresti osservarmi così insistentemente, mi infastidisce e lo sai."

Termino il mio caffè voltandomi verso di lui. 

"Scusa ma è difficile concentrarmi su una partita del quale non mi importa affatto, soprattutto quando tu sei a pochi metri da me."

La sua sincerità continua ad essere disarmante, ma questo pianto liberatorio sembra avermi fatto bene. "Eppure indossi addirittura una maglia della tua squadra del cuore!".

"Un regalo che Ferdinand  mi ha fatto tempo fa, mi sta così bene che non ho potuto evitare di indossarla", ironizza facendomi l'occhiolino.

Ridiamo insieme ed è bello come un tempo, come se questi mesi non fossero passati. Probabilmente Harry meriterebbe un cartellino rosso, ma per oggi penso di poter chiudere un occhio e lasciar proseguire la partita.

"Starai a Londra per molto?" domando.

Annuisce sistemandosi i capelli da un lato. "Sicuramente ancora per una settimana, abbiamo alcune esibizioni per la presentazione dell'album e poi credo che ritornerò a Los Angeles."

Il suo amore per quella città non mi è ancora chiaro. Quando stavamo insieme ci tornava di rado, ma il suo entusiasmo quando l'argomento veniva introdotto era elevato, e ora sembra essersi anche concretizzato. "Ti piace così tanto quella città. Cos'ha di speciale?".

"Tutto. Non so spiegarlo, è come se mi guardassi intorno e la riconoscessi come la mia città natale. Un po' quello che succede a te con Londra, credo", sorride.

Vista sotto questo punto di vista suona strano. Ho visto Los Angeles solo una volta con i miei genitori. Ero piccola e i ricordi che mi sono rimasti, non sono abbastanza vivi da poter immaginare Harry in un contesto del genere. 

"Tu hai programmi per le prossime settimane?" mi domanda riportandomi alla realtà.

"Nulla di troppo diverso dal solito, il prossimo weekend o quello successivo dovrei andare a Bournemouth con Eloise e Gregg, ci tengono molto a presentarmi alla loro famiglia e ho tanta voglia di vedere il mare. I racconti di El sono stati abbastanza dettagliati da farmi un'idea precisa persino della localizzazione di tutti i soprammobili che ha in casa, e vederli dal vivo è ormai necessario."

Sorrido scuotendo la testa. La richiesta della mia amica è arrivata prima del giardino botanico e della ricomparsa di Harry. Forse le dinamiche sono leggermente cambiate, ma le ho fatto una promessa ed ho intenzione di mantenerla.

Harry sembra pensieroso mentre mi guarda con un sorriso appena accennato. So quello che sta pensando ma non posso fare nulla per cambiare le cose dal momento che io per prima, non sento la necessità di farlo.

"Cerca di indossare un abbigliamento adatto in quella circostanza per favore, con pantaloncini come questi avresti sicuramente freddo e io non vorrei mai che ti ammalassi..."

So esattamente dove vuole arrivare, la scelta dei pantaloncini è stata dettata solo dalla fretta e dalla confusione, ma sia lui che Gregg sembrano aver apprezzato questa mia piccola, ma non indifferente distrazione. "Smettila di fissarmi in questo modo."

Sto arrossendo come al solito e il fatto che lui stia ridendo di gusto implica che se n'è accorto. "Io non posso controllare quello che sono piccola, se tu che dovresti evitare di provocarmi."

"Come vuoi, adesso però smettila, mi stai imbarazzando, sono certa che Kendall sapeva fare di meglio". Non era mia intenzione stuzzicarlo, ma l'istinto mi ha portato a questo, sinonimo del fatto che non sono assolutamente pronta a dimenticare.

Tutto quello che è successo è ben chiaro nella mia testa e solo quando le dinamiche avranno una via di uscita diversa da quella che hanno ora, riuscirò a lasciarmi andare.

"Èpassato", afferma alzando le spalle. 

Per lui sembra essere tutto semplice, come se, di fatto, io non avessi nulla da temere. Un altro boato ci raggiunge più rumoroso degli altri, istintivamente guardo l'orologio alla parete e siamo vicini alla fine della partita.

"Hai avuto modo di ascoltare il nostro album?" mi domanda Harry pensieroso.

"No, non ancora". Ho visto la pubblicità su decine di cartelli e vetrine ma ho volontariamente evitato di aggiungere confusione a quella che già regna sovrana.

"Non farlo, ok?". La sua richiesta strana accompagnata da quel sorriso furbo mi spaventa.

"In questa settimana abbiamo fatto delle esibizioni e vorrei che tu guardassi una di quelle quando la manderanno in onda. So che è una richiesta apparentemente stupida ma, ascoltare quella canzone live credo abbia più significato."

Forse non ha ben chiaro il concetto di pausa. Lui e la sua voce su un palco nello stesso momento sono davvero tanto, ma probabilmente non se n'è ancora reso conto. "Quando andrà in onda?" chiedo.

"L'8 dicembre. E' l'esibizione del Royal Variety Performances", spiega.

Ok, posso farcela, se non erro non dovrebbero essersi esibiti solo loro, quindi potrò appellarmi alla voglia di guardare uno spettacolo senza dubbio interessante, al quale anche i reali hanno assistito.

"Ok", confermo.

Due fischi seguiti dall'ennesimo boato riecheggiano nella stanza. La partita è terminata e non ho la minima idea del risultato, l'unica certezza è che fra pochi minuti questa stanza verrà invasa da tifosi agitati che non sono pronta ad affrontare.

"Credo che sia meglio tornare dagli altri", afferma Harry indicandomi l'uscita.

Annuisco affrettandomi a raggiungere l'ingresso delle tribune. Mi fermo a pochi metri dall'uscita cercando di individuare i miei amici fra la folla che sta iniziando ad evacuare lo stadio.

Harry è al mio fianco e ancora una volta tutta la sua attenzione è su di me. Lo riprenderei ma la nostra partita si è conclusa con un pareggio meritato da entrambi e non voglio cambiare nulla.

"Grazie per essere venuto qui oggi", ammetto incontrando il verde dei suoi occhi.

Harry sorride avvicinando le labbra alla mia fronte per la seconda volta in questa giornata particolare. Il suo calore mi raggiunge e il mio cuore perde un battito. L' equilibrio che abbiamo raggiunto in questo secondo tempo, non l'abbiamo ottenuto nemmeno quando tutto andava bene e mi sento sollevata.

"Io sarò sempre qui". È un sussurro leggero e caldo, ma abbastanza acuto da capovolgere completamente il risultato del match.

Rigore, traversa, goal.

SPAZIO AUTRICE

Tante cose nella testa, capacità limitata di esprimerle come vorrei.

Non forzare mai gli altri a fare spazio per te nella loro vita, perché se conoscono davvero il tuo valore, saranno loro a creare uno spazio per te. -CIT.





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