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20. Thinking out loud

Canzone per il capitolo: Thinking out loud - Ed Sheeran

HARRY'S P.O.V

Le notti di Londra sono quelle che preferisco, almeno da qualche mese a questa parte. Il cielo è difficilmente limpido, e anche se lo fosse sarebbe impossibile riuscire a scorgere una stella dalle finestre del mio appartamento.

L'intensità luminosa è troppo alta, nonostante sia ormai buio e questo mi piace. Mi piace non dover trovare dei riferimenti a lei anche solo guardando il cielo. Mi piace non avere la possibilità di perdermi nei miei pensieri tanto facilmente perché saprei con molte probabilità, che lei starebbe facendo lo stesso.

Non voglio più scappare, ricorrere a espedienti per cercare di condividere qualcosa con lei. Voglio farlo e basta, voglio poter guardare il cielo stellato con lei al mio fianco, perdere la concentrazione dopo pochi minuti totalmente catturato dalla luce dei suoi occhi che non mi è mai mancata così tanto.

Mi manca, ogni secondo di più e tutta la consapevolezza mi sta raggiungendo proprio in questi giorni, rendendo la settimana d'attesa appena trascorsa, una delle più lunghe della mia vita. Non vedo l'ora di vederla, di poterle parlare e so che non sarà facile perché mi sta evitando senza mezzi convenevoli, ma stasera ci sarà e io mi sento come un dannato bambino a Natale.

Il Natale è vicino e quest'anno so esattamente cosa vorrei. Ho tutto quello che voglio, sono anni ormai che non mi aspetto nulla di nuovo o sconvolgente mentre apro un pacchetto regalo perché so che non mi manca nulla, ma quest'anno è diverso. Vorrei lei, lei e basta e sarei disposto a tutto pur di riaverla al mio fianco.

Allaccio pigramente la camicia bianca che ho deciso di indossare. Sono dannatamente nervoso, le mani tremano e non riesco a smettere di camminare per la stanza come se così facendo, riuscissi a trasferire la mia ansia dal mio corpo al pavimento.

"Haz". Mi volto fermandomi sul posto. Kendall mi sta rivolgendo un sorriso sincero che in un altro contesto probabilmente avrei già ricambiato.

"Ehi, sei già arrivata. Ti raggiungo subito". Mi volto nuovamente verso il muro cercando di giungere al termine di quella che in origine era un'azione semplice, ma che ora si sta rivelando estremamente difficile. Queste asole sono dannatamente piccole.

Le mani di Kendall si posano sulle mie spalle cogliendomi all'improvviso. Il suo profumo forte e ormai famigliare mi raggiunge costringendomi a voltarmi. "Faccio io", afferma posando le mani sulle mie.

Seguo i suoi gesti annuendo. Sono troppo agitato per fare qualsiasi cosa, fra queste pensare lucidamente. Kendall è bellissima stasera, non che normalmente non lo sia, ma quest'abito color porpora che indossa, le sta alla perfezione. "Fatto", afferma sistemandomi il colletto della camicia.

Sorrido istintivamente passandomi una mano fra i capelli. "Grazie."

"La cravatta?" mi domanda guardandosi intorno. Mi dirigo a grandi passi verso il letto recuperando la cravatta nera del mio smoking. Non è ben chiaro il motivo per cui Ed abbia scelto una serata di gala di questo tipo, piuttosto che le solite feste fra amici. Odio sentirmi costretto in un abito.

Kendall prende il tessuto nero fra le mani avvolgendomelo poi intorno al collo. Mi sta osservando con attenzione da quando è entrata e questo non mi disturba. Può farlo, non mi sento a disagio, le cose fra noi sono chiare, sappiamo entrambi quello che vogliamo l'uno dall'altro e non ci sono mai stati freni nel dimostrarlo apertamente e il fatto che le sue labbra si stiano posando sul mio collo non dovrebbe sorprendermi. "La cravatta può aspettare", sussurra avvicinandosi al mio orecchio.

Sorrido posandole le mani sulle spalle. "Ken", la richiamo. Non da cenno di volermi ascoltare, procedendo invece nella scia di baci che dal mio collo si sta spostando sempre più in alto. Dovrei provare qualcosa a questo punto, ma l'unica cosa che riesco a sentire è una sensazione di disagio. Faccio un passo indietro cercando immediatamente i suoi occhi.

"Siamo in anticipo", afferma per nulla turbata dal mio rifiuto. Sospiro cercando di trovare le parole adatte a spiegarle quello che succede. La sua audacia mi darebbe fastidio anche se non dovessimo andare a nessuna festa, mi  infastidirebbe comunque qualsiasi contatto ravvicinato con qualcuno che non è lei.

Non so come sia potuta cambiare la situazione in così poco tempo, ma da quando so di avere anche solo la minima possibilità di riportarla da me, non riesco pensare a nessun altra.

"Ci sarà Grace stasera".È l'unica spiegazione che trovo, l'unica che racchiude al suo interno ogni cosa e che Kendall non sembra apprezzare. "Ti aspetto in soggiorno", afferma voltandosi.

Il tacchettio delle scarpe che indossa l'accompagna verso l'uscita della mia stanza e io mi sento più agitato di prima. Raggiungo lo specchio cercando di regolarizzare il respiro e con non indifferenti difficoltà, faccio il nodo alla cravatta. Mi guardo un'ultima volta allo specchio prima di recuperare la giacca e dirigermi in salotto.

Kendall ha un bicchiere di vino fra le mani mentre con lo sguardo assente osserva lo stesso cielo che dalla mia stanza stavo osservando io. "Mi sono permessa di servirmi da sola", afferma indicandomi il bicchiere.

"Hai fatto bene", rispondo avvicinandomi. I suoi occhi non mi cercano più, improvvisamente sembrano più interessanti le bollicine del vino. "Quando sei pronta possiamo andare", aggiungo appoggiandomi al ripiano della cucina.

Kendall annuisce finendo tutto il bicchiere in un solo sorso. Lo posiziona sul bancone al mio fianco trovandosi nuovamente con il viso vicino al mio. Il suo profumo mi invade nuovamente, forte, intenso, ma forse troppo forte per me.

Posa una mano sulla mia guancia accarezzandola lentamente, la lascio fare cercando di calmare ancora una volta quel senso di invasione che sto provando. Vorrei che questa mano fosse la sua, che le labbra che si stanno avvicinando alle mie fossero le sue, quelle che mi mancano così tanto da sentirne il bisogno.

Kendall mi bacia dolcemente, cautamente, ma io non riesco a ricambiare. Non credo nemmeno che se lo aspettasse dal momento che si allontana poco dopo sorridendomi appena. "Possiamo andare", afferma recuperando la borsa e dirigendosi alla porta.

La seguo facendo un respiro profondo. Sarà una lunga serata, ma non ho tempo di pensare a come gestire la situazione con Ken, tutte le mie attenzioni sono focalizzate su altro, su qualcosa di così intenso da riuscire ad annebbiare ogni cosa.

Prendiamo l'ascensore in assoluto silenzio, Kendall non ha smesso un secondo di osservarmi, ma ancora una volta, non mi turba. Sono abituato alle sue attenzioni, quelle che la maggior parte degli uomini vorrebbe, ma che io non riesco ad apprezzare come dovrei.

Greg ci aspetta vicino alla macchina quando raggiungiamo il garage. Lo saluto con un cenno della mano prendendo posto sui sedili posteriori. "Gli altri ci raggiungono li?" mi domanda Ken dopo una pausa di silenzio.

"Sì," rispondo sforzando un sorriso. L'agitazione mi sta davvero rendendo stupido e egoista, ma non riesco a trattenermi. Ho bisogno di vederla, di guardarla, di incontrare il suo sguardo. Dannazione ho bisogno di lei.

Il viaggio trascorre pressoché silenzioso, Kendall di tanto in tanto mi fa delle domande alle quali rispondo con troppa freddezza. Lo so, ne sono consapevole, non si merita un trattamento del genere, ma non riesco a fare altrimenti.

Il Palace Hotel compare in lontananza e una folla di fotografi e giornalisti è accalcata all'ingresso. Speravo in qualcosa di più intimo, ma evidentemente le mie speranze erano vane. Greg raggiunge l'entrata aiutato dallo staff che ci permette di farci largo fra la folla e superare i grandi cancelli.

Raggiungiamo finalmente l'entrata e scendiamo dalla macchina. Kendall mi raggiunge immediatamente aggrappandosi al mio braccio. "Andrà bene Harry", afferma sorridendomi.

Sorrido per la prima volta in modo spontaneo alla ragazza che nonostante tutto, sta cercando di aiutarmi. Dovrebbe odiarmi, ma non lo sta facendo. È una ragazza straordinaria che potrebbe dare davvero tanto. Ogni volta che leggo delle notizie travisate su di lei vorrei fare qualcosa per far capire che non è la semplice modella che cerca di arrivare, Kendall è anche altro e non perde l'occasione di dimostrarmelo.

Le lascio un bacio sulla testa prima di riprendere la mia camminata all'ingresso. La musica classica dell'orchestra ci raggiunge immediatamente e un senso di calore, in netto contrasto con il fresco dell'esterno, mi invade.

Avanzo lasciando il mio cappotto e quello di Ken allo staff addetto. Mi guardo intorno individuando immediatamente i miei amici poco più in la.

"Haz, eccoti qui! Kendall" saluta Louis dandomi una pacca sulla spalla. Eleanor è al suo fianco, bella come sempre. Mi sta sorridendo e so che quel sorriso nasconde qualcos'altro, qualcosa di cui ho bisogno e che mi fa rilassare ancora di più.

"Ciao ragazzi, ho bisogno di bere, chi mi accompagna?" esclama Ken sorridendo. Niall si avvicina immediatamente a lei porgendole il braccio. "Andiamo!"

Sorrido incrociando lo sguardo curioso del mio amico e mi trovo a respirare ancora profondamente trovando gli occhi di Louis nei miei. "Come stai?"

"Bene credo, sicuramente meglio di prima", rispondo.

"Beh, credo che tu debba riprenderti in tempo record perché Grace è qui", mi informa Eleanor puntando lo sguardo alle mie spalle.

Mi volto immediatamente, trovando la ragazza più bella che io abbia mai visto. Sta sorridendo cordialmente all'addetto guardaroba mentre la sua amica si sta guardando intorno curiosa. Grace fa lo stesso, e sono certo che stia apprezzando quello che vede.

Lo farei anche io se non fosse che lei stasera sia davvero incredibile. È bellissima, incantevole, meravigliosa. Diavolo quel vestito le sta d'incanto e in un modo che non riesco a spiegarmi batte il Valentino rosso che ero certo sarebbe stato sempre il mio preferito.

Il suo viso dolce cambia espressione quando i suoi occhi trovano i miei. A questo punto dovrei fare qualcosa, ad esempio muovermi ed andare nella sua direzione, ma non riesco a farlo perché il battito del mio cuore è troppo forte. Come ho potuto pensare di farcela? Di lasciare che un sentimento così forte rimanesse offuscato dalle mie stupide credenze.

Qualcosa di così bello non può essere offuscato, nemmeno stanotte, nemmeno se le luci di Londra oscurano le stelle che sono certo lei con il sorriso timido che mi sta rivolgendo, farebbe brillare alla perfezione.

Basta questo per convincere le mie gambe a muovermi e dirigermi nella sua direzione fino a fermarmi a pochi passi da lei. "Ciao."

Avrei altre mille parole o complimenti in mente, ma non riesco a fare altro, in nessun modo. "Ciao", risponde lei senza smettere di rivolgermi quel sorriso dolce che mi sta facendo impazzire.

Ho bisogno di altro, di un contatto con lei, di qualcosa di più perché mi sembra di impazzire. Mi avvicino al suo viso lasciandole un bacio sulla guancia, non so cosa stia pensando probabilmente che sono pazzo, oppure che mi sto semplicemente comportando da amico perché è questo che fanno gli amici, no?

Respiro a pieni polmoni il suo profumo prima di allontanarmi e lasciare spazio a Louis e Eleanor che prontamente la salutano e le rivolgono le solite domande di circostanza. Io sono ancora troppo annebbiato dall'effetto della sua pelle a contatto con le mie labbra per dire qualcosa, quindi mi limito a sorridere quando anche lei lo fa, accompagnando le sue parole a quei gesti di imbarazzo che non potrei mai smettere di adorare. 

La magia finisce quando un bicchiere di champagne compare nel mio campo visivo. Seguo con lo sguardo la mano che me lo sta porgendo trovando nuovamente Kendall al mio fianco. "Per te", afferma aggrappandosi al mio braccio.

Mi limito ad annuire sentendo lo sguardo di fuoco di Eleanor ha rivolto ai nostri corpi vicini. Cerco di ignorarlo tornando a guardare Grace che con un sorriso forzato ci sta guardando.

"Noi andiamo, ci vediamo in giro", afferma facendo un passo indietro. Non voglio che lo faccia ma le parole sembrano morirmi in gola quando lei è ormai a qualche metro da me, e mi sta ormai voltando le spalle.


GRACE'S P.O.V

La situazione è critica; il prosecco non aiuta e nemmeno la completa visuale che ho di lui avvolto in uno smoking. È dannatamente bello, con i capelli tirati indietro, le labbra rosse e quel suo sorriso ipnotico che non sta rivolgendo a me.

Posso percepire ancora il tocco delle sue labbra sulla mia guancia quando mi ha salutata all'ingresso, i brividi che la sua presenza ancora mi provoca, che non dovrebbero nemmeno esistere, ma che non se ne vanno.

"Grace tutto bene?"

La voce di Jane arriva lontana, come se non fosse realmente qui con me. Tutte le mie attenzioni sono rivolte a lui ancora una volta e mi odio per questo. Sapevo che probabilmente non sarebbe stato saggio venire qui, ma devo mettere un punto a questa assurda situazione. Credo fosse anche una prova a cui volevo sottopormi, per dimostrare a me stessa che potevo farcela davvero, senza la sua presenza costante seppur lontana, senza le sue attenzioni, senza di lui.

Sono stata davvero stupida a volerlo provare in una situazione del genere; potrei crollare da un momento all'altro e tutti se ne accorgerebbero, lui per primo.

"Grace", ripete Jane prendendomi per mano.

Mi volto a guardarla e ancora una volta mi trovo a pensare che è bellissima. Stasera lo sono tutti in realtà. Lo sarei anch'io se riuscissi a rilassarmi, a vivere semplicemente questa serata con la mia amica, ma non ce la faccio. "Non è stata una bella idea Jane", sto cercando di sorridere perché so quanto per lei sia importante essere qui stasera.

Sarebbe perfetta in questo contesto, con la sua simpatia travolgente, la sua spontaneità e i suoi grandi sorrisi. Lei lo sarebbe ma io no, non lo sono mai stata e non lo sarò mai.

"Possiamo andarcene subito se qualcosa non va, ok?"

Le direi di incamminarci subito, di scappare da qui, da queste sensazioni che in alcun modo dovrei provare, ma non posso continuare a scappare dalla realtà.
Le nostre strade si sono incontrare e inevitabilmente lo faranno altre mille volte. Devo superarla e basta. Confinare quello che c'è stato in un angolo della mia mente e lasciarlo lì per sempre, ho solo bisogno di sentirmelo dire da lui.

"Tranquilla va tutto bene", la rassicuro cercando di essere il più convincente possibile.

Mi volto ancora una volta verso la pista ed è tutto straordinario, è la festa di Natale che ho sempre sognato, con i festoni appesi, i tavoli imbanditi, le tovaglie lunghe e la musica di sottofondo.

La maggior parte dei miei sogni si sono realizzati, ma qualcosa dentro di me continua a mancare, qualcosa che non mi permette di apprezzare quello che di meraviglioso ho in questo momento.

"Buonasera", esclama una voce alla mia destra.

No, per favore non adesso.

"Ciao Niall!" saluta Jane entusiasta.

Lo sarei anche io se non fosse che Niall è sinonimo di Harry, ultimamente più che mai.
Mi volto lentamente ma lui non c'è, c'è solo Niall e il mio cuore perde un battito nella consapevolezza che dovrò iniziare ad abituarmi alla sua assenza.

Prima o poi lui sparirà completamente dalla mia vita, non potrò più nemmeno accontentarmi dei suoi sporadici messaggi, di vederlo da lontano, perché qualcuno prenderà il mio posto al suo fianco a tutti gli effetti.

Venire qui stasera è stata la peggiore idea che io abbia mai avuto, ero ad un passo dallo stare bene, con le mie nuove amiche e quelle vecchie, con il lavoro che mi sta dando soddisfazioni incredibili e con Gregg. L'intenzione era proprio quella di mettere un punto, ma sto affondando e odio non poter far nulla per ritornare a galla.

"Come stai Grace?" domanda Niall sorridendo.

Odio vedere che nel suo sguardo c'è preoccupazione, odio che tutti mi guardino in quel modo nella consapevolezza che non va come dovrebbe andare.

Guardo alle sue spalle e la sua risata mi raggiunge. Lo odio, lo odio così tanto. Lui sta benissimo, lui non ha bisogno di me e non ne ha mai avuto bisogno. Ride ancora una volta con lei, la stessa che mi aveva messo in guardia e io avevo semplicemente giudicato gelosa o superficiale, invece aveva dannatamente ragione.

Probabilmente stanno di nuovo insieme, si divertono come matti senza problemi, senza dover dar peso alla distanza e alle problematiche che io, non sono stata abbastanza brava a superare.

"Sto bene", il mio tono di voce parla per me; le parole non servono, risultano false e probabilmente l'ha capito anche Niall che persiste nel guardarmi in quel modo carico di pietà, che mi infastidisce profondamente.

"Ti va di ballare?" mi domanda indicando la pista.

Seguo il suo sguardo che mi porta fra le tante coppie che si muovono sinuose. Io e Niall non abbiamo nulla a che fare con loro, ma mi rendo conto che non ho nulla da perdere.

Mi volto in direzione di Jane; seguire Niall vorrebbe dire lasciarla qui da sola.

"Vai Grace, io starò bene", dice Jane sorridendo, prima che io possa chiederle qualsiasi cosa.

Afferro la mano che Niall gentilmente mi ha porto e lo seguo in pista sotto gli sguardi curiosi dei presenti. Si ferma al centro, sotto al lampadario di cristallo che è stato appeso per l'occasione. Posa una mano sul fianco avvicinandomi a lui. Accenno un sorriso timido al contatto con il suo corpo e mi affretto a posare la mano sinistra sulla sua spalla. L'altra è racchiusa nella sua e nell'immediato vengo catapultata nel tempo, a quella sera in discoteca in cui forse la nostra pseudo amicizia è iniziata.

"Come vedi non sono migliorato affatto", afferma Niall muovendosi goffamente.

Si sbaglia incredibilmente se lo pensa; è cambiato tantissimo e io lo so. Ha avuto la forza di prendere una decisione e di mantenerla nel tempo, almeno fino a che Emily non è partita, ma lui non ha mollato, ha lottato per lei, e lo sta facendo tutt'ora.

"Grazie Niall", rispondo semplicemente. Sto sorridendo e stavolta non c'è nulla di falso nel mio sorriso.

"Dovresti sorridere di più, non hai nessun motivo per non farlo Grace."

Sorrido amaramente e ancora una volta dimostro tutta la debolezza che sento dentro di me. Ho un solo motivo per non sorridere, e quel motivo è talmente forte, da assorbire egoisticamente tutte le cose positive che mi circondano.

"Lo so ma non è sempre facile, ci sono momenti in cui è complicato e questo è uno. Dovresti cercare una compagna di ballo più socievole di me Niall..."

Niall ride stringendomi ancora di più a se. Non è più un ballo ormai, è un abbraccio ondeggiante sulle note di questa straordinaria canzone. Mi rendo conto che un abbraccio, era quello di cui avevo più bisogno.

"Mi manca Em, terribilmente, e da quando sono entrato qui dentro non ho fatto altro che pensare a noi due in una situazione del genere. Non so perché lo sto dicendo a te, forse perché me la ricordi incredibilmente. Quindi no Grace, non vorrei un'altra compagna."

I miei occhi sono lucidi ormai e rafforzo la presa sulle sue spalle. Niall è fantastico, Emily aveva incredibilmente ragione e in questo ballo sto bene perché lui mi ricorda Harry, mi ricorda quei momenti bellissimi che abbiamo condiviso e che ora non abbiamo più.

Mi ricorda quanto sono stata stupida a pensare di farcela davvero e quanto sto fallendo miseramente. Balliamo silenziosi stringendoci l'uno all'altra colmando quel vuoto che entrambi abbiamo dentro di noi.

Alzo lo sguardo appena incrociando quegli occhi che mi hanno rapita tanto tempo fa. Lei è ancora al suo fianco, ma lui non presta più attenzione, non ride più, semplicemente ci guarda e d'istinto stringo ancora più forte Niall a me.

Ho bisogno di aggrapparmi a qualcosa, qualcosa che non sia lui e le emozioni che quello sguardo ancora mi dona.

Il biondo ricambia la stretta accarezzandomi la schiena. "Dagli una possibilità Grace", sussurra Niall al mio orecchio.

Non ho nessuna possibilità da dargli, perché lui questa possibilità non la vuole. Non l'ha voluta in questi mesi quando cercava in tutti i modi di essermi amico. Non l'ha voluta mentre usciva con una ragazza diversa ogni settimana e nemmeno nell'ultima chiamata che abbiamo avuto. 

Lui non vuole nulla, e io non ho nulla da dare a lui, non più.

Riporto lo sguardo su di lui e lo ritrovo più vicino di quanto volessi. È fermo a pochi passi da noi e anche Niall deve essersene accorto perché si è fermato, liberandomi dal suo abbraccio accogliente.

"Posso?" domanda Harry al suo amico. No, non puoi Harry. Assolutamente no!

Niall annuisce facendomi l'occhiolino e scomparendo fra la folla.

Harry è vicino a me prima che io me ne possa accorgere e le sue mani sono sui miei fianchi. Mi sforzo davvero tanto per non guardarlo, semplicemente assecondandolo e posando le mie mani sulle sue spalle.

"Avresti dovuto chiedere a me il permesso di ballare, non a Niall..."

Continuo a non guardarlo cercando di trovare un punto nella folla che funga da distrazione e lo trovo immediatamente intravedendo Jane che sorride allegramente a Ed Sheeran.

Il suo obiettivo per la serata è stato raggiunto, mentre io ho perso di vista il mio. Ho perso di vista tutto, completamente annebbiata dai ricordi che il suo profumo mi riporta alla mente.

"Tu me l'avresti senza dubbio negato Grace", sussurra Harry avvicinandosi al mio orecchio.

Non so a che gioco stia giocando e nemmeno dove voglia arrivare con questo stupido ballo; mi ero ripromessa di non cadere nel baratro dell'odio, di basarmi semplicemente sull'indifferenza. Ma non basta, non basta pensare che lui non esista perché lui continua a ricordarmi che c'è, in tutta la sua bellezza.

Dovrei odiarlo per dimenticarmi di lui, ma come posso farlo se lui non me lo permette? Se non fa nulla per farsi odiare?

Una melodia che conosco fin troppo bene si diffonde nella sala e rabbrividisco ascoltandola.

Thinking out loud.

"Hai freddo?" mi domanda.

Sa benissimo che non ho freddo, in questa sala si sta benissimo, fra le sue braccia, nonostante tutto sto benissimo.

"No, questa canzone mi piace, Ed è davvero bravo", rispondo. Harry mi stringe a se e ancora una volta mi trovo avvolta in un abbraccio che non avrei mai pensato di ricevere.

"GIà, la canzone è stupenda, Ed anche, e tu sei bellissima..."

La canzone passa in secondo piano, l'unica cosa che sento è il battito del cuore che rimbomba forte dentro di me.È un pazzo, è un pazzo bipolare che ha intenzione di giocare con me e i miei sentimenti, ma stavolta non ci sto; non posso farlo un'altra volta, lo devo principalmente a me stessa.

Lui è qui con lei, fino a pochi minuti fa aveva occhi solo per lei.

"Avevi bisogno che qualcuno mi portasse in pista a ballare per accorgertene...". Sto cercando di trovare la freddezza dentro di me, quella che per i primi giorni senza di lui, è stata la mia compagna di viaggio, quella che mi ha preservato e che piano piano ho lasciato andare, per tornare ad essere quello che sono in realtà, un concentrato di calore che ha bisogno di altro calore per stare bene.

Harry si allontana leggermente da me, abbastanza da guardarmi negli occhi e lanciarmi un sguardo ricco di significato.

Sposto lo sguardo di istinto, non ho più bisogno di lui, dei suoi occhi, di quello che è.

"Guardami Grace", ordina con la sua voce incredibilmente roca.

Vorrei non potergli dare questa soddisfazione, vorrei dimostragli quando sono forte ma inesorabilmente cedo e lo guardo, dritta in quegli occhi che mi hanno fatto innamorare.

"Non riuscivo a toglierti gli occhi di dosso, Louis ha dovuto riprendermi più volte e stavo solo cercando di essere discreto. Starei intere giornate a guardarti Grace, questo non cambierà mai."

Non cambierà mai quello che riesce a farmi, quello che mi ha dato e di cui mi ha privato senza nemmeno accorgersene. Non cambierà, ma altre cose sono cambiate e me lo sta dicendo adesso; non ho motivo di sperarci, di pensare ai suoi gesti dolci per me, perché il fatto che lui abbia scelto di andarsene, non cambierà.

Sorrido e basta riportando la mia attenzione alle sue spalle. Sento ancora il suo sguardo su di me, lo sguardo che gli nego e che da ora in poi sarò costretta a negargli per sempre.

Non ci saranno ancora feste di questo tipo, non più incontri casuali, niente più fiori per i miei traguardi, perché arriverò davvero a ricevere qualcosa, quando ritornerà nella mia vita o quando inesorabilmente la lascerà per sempre. 

Mi stringe nuovamente a se e io cerco di controllare il battito del mio cuore, le emozioni che lui continua a farmi provare. Lo amo e vorrei tanto odiarlo.

"I'm thinking 'bout how people fall in love in mysterious ways, maybe it's all part of a plan. I just keep on making the same mistakes, hoping that you'll understand"

E sto pensando a come le persone si innamorano in misteriosi modi, magari è parte di un piano .Io continuo a fare gli stessi errori, sperando che tu ora capisca.

Sta cantando, sta ironicamente cantando questa fantastica strofa al mio orecchio e i miei occhi diventano lucidi. Lo odio, lo odio davvero tanto, ma lo amo. Lo amo per quello che riesce ad essere, per quello che è riuscito a significare per me e che con molte probabilità significherà sempre, ma devo andarmene.

Devo dire basta a questa situazione di stallo perché non posso farmi tutto questo male, mio nonno non me l'avrebbe mai permesso e semplicemente mi allontanano velocemente da lui, dirigendomi all'ingresso. Non so dove sto andando, ma qualsiasi luogo freddo, sarà più accogliente delle sue fantastiche parole.

"Grace!". Dovrebbe smetterla, non ha capito che non ce la faccio? Non capisce che non voglio giocare a questo gioco?

Aumento il passo scendendo le scale dell'edificio, pochi passi mi separano dall'uscita. Mille flash mi accoglieranno ma non importa, ho smesso di dare importanza alle notizie sul mio conto, da molto ormai.

Sono quasi alla porta quando una mano che conosco dannatamente bene mi afferra il polso. "Mi dispiace", dice facendomi voltare nella sua direzione.

"Ti dispiace per cosa Harry? Per il fatto che continui a giocare a questo gioco o per il male che mi sta facendo?". Non ha senso continuare a trattenere tutto. Se non è così sveglio da capirlo da solo, allora non avrò problemi a dirgli quanto sta sbagliando con me.

Si passa nervosamente una mano fra i capelli in un modo che gli ho visto fare troppe volte. "Mi manchi Grace, mi manchi incredibilmente e sto cercando di fare tutto per stare lontano da te, ma semplicemente non posso. Ci ho provato, pensavo che standoti lontano ci sarei riuscito ma è inutile. Non so cosa mi hai fatto ma non passa e se non posso farlo passare allora, devo trovare una soluzione e la soluzione se tu."

Dev'essere pazzo, completamente pazzo per pensare una cosa del genere. Mi ha lasciata il giorno del mio compleanno, mi ha evitata in continuazione, mi ha detto addio innumerevoli volte senza darmi nessun segnale che mi facesse capire che si fosse pentito della sua scelta e adesso mi dice questo? È impazzito.

"Stai scherzando Harry! Sei un folle e ti chiedo di smetterla con queste stronzate perché ne ho abbastanza, non sono fatta di ferro, non sono come lei e va bene così. Abbiamo capito tanto tempo fa che non avrei sopportato tutto questo. Ci siamo lasciati per questo, anzi mi hai lasciato tu, per questo!"

È bloccato a guardarmi, come se tutto quello che sto dicendo fosse assurdo, ma l'assurdità è che lui sia qui davanti a me adesso, con quella stupidissima espressione sul viso.

"Kendall non ha nessun ruolo nella mia vita Grace, non l'ha mai avuto e mai l'avrà. Siamo conoscenti, nulla di più. Ho fatto uno sbaglio tanto tempo fa. Mi dispiace, ti chiedo solo di darmi un'altra possibilità e se continuerà a farti male allora la smetterò, ma non posso continuare a pensare a te, non posso pensare che se avessi aspettato, se mi fossi comportato in modo diverso, forse non sarebbe andata così. Ho bisogno di riprovarci Grace."

Ho aspettato queste parole per tanto tempo, un tempo che ricordo così bene, ma che ormai è passato. La testa gira e il cuore batte, lui è qui ma io mi sento lontana. La paura sta prendendo il sopravvento e devo per forza di cose assecondarla. Lei mi salverà da questi occhi troppi sinceri che continuano a farmi male e bene alle stesso tempo.

Non ha ancora lasciato il mio polso, ma la presa si è affievolita. Mi sta dando la possibilità di andarmene e il mio cuore mi sta implorando di farlo. "Non è quello di cui ho bisogno io Harry..."

La paura ha vinto, forse per la prima volta nella mia vita e lui semplicemente lascia la presa. Mi sta lasciando andare ancora e io mi volto. Non sta facendo nulla per fermarmi, nulla che possa farmi capire che davvero vuole provarci e io ho bisogno di certezze.

Apro le porte dell'edificio e milioni di flash mi investono; il freddo della sera mi accarezza la pelle, ma è nulla a confronto con il freddo che ancora una volta, la sua assenza lascia dentro di me.

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