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17. Promenades

GRACE'S P.O.V

Una leggera brezza mi accarezza il viso svegliandomi dal sonno profondo in cui sono caduta ieri notte. Mi stringo nelle coperte strizzando gli occhi, il torpore del cotone è in netto contrasto con il venticello che mi sta colpendo il viso.

Profuma di Parigi, di Croissant e di pioggia. Parigi. La mia stanza d'albergo. Gregg.

Spalanco gli occhi voltandomi. La finestra della mia stanza è leggermente aperta e sul comodino svolazza un foglietto bianco.

"Sono andato a prendere la colazione. Buongiorno principessa."

Sorrido stringendomi il labbro inferiore fra i denti. Stamattina mi sento bene, mi sento felice e i ricordi di ieri sera contribuiscono a farmi sentire meglio.

Le carezze di Gregg, i suoi baci, non ho la minima idea del tempo che abbiamo trascorso a baciarci su questo letto e dannazione mi sento un'adolescente dopo il primo bacio. Poggio istintivamente una mano sulle labbra chiudendo gli occhi. Mi sento leggera, spensierata, forse perché nessuno prima d'ora mi ha detto quello che lui stanotte, ha ammesso senza timore.

Gli piaccio. Nonostante gli innumerevoli ostacoli che ci sono, nonostante persino le cose che ci circondano, diventano pericolose per la situazione, a lui non importa. Non gli importa del resto, del prima o del poi, gli importa solo di me e questa è una sensazione che non provavo da troppo, troppo tempo.

L'immagine di Harry si sta tenendo lontana con accuratezza dalla mia mente, forse è l'effetto dei baci di Gregg, forse la consapevolezza del suo ultimo addio e pagherei qualsiasi cosa per sentirmi sempre così leggera.

Sorrido nuovamente, scendendo dal letto. Sono solo le nove e credo di aver dormito si e no cinque ore, ma ne è valsa davvero la pena. Ho assolutamente bisogno di una doccia rinfrescante e di abiti puliti per affrontare la giornata.

Mi affretto a raggiungere il bagno recuperando un paio di jeans e un maglione. Novembre è ormai iniziato e il freddo dell'inverno inizia a farsi sempre meno tollerabile. Mi lavo lentamente, gustandomi il getto d'acqua calda. Oggi è il mio ultimo giorno a Parigi prima di tornare alla realtà, e ho intenzione di gustarmelo al meglio.

Esco dalla doccia tamponandomi i capelli con l'asciugamano. Il riflesso della mia immagine allo specchio mostra qualcosa che non incontravo più da molto tempo: Grace.

Grace felice, Grace senza pensieri, Grece che vuole lasciarsi andare alla realtà, senza domandarsi troppo quali potrebbero essere le conseguenze.

Let It be.

Le parole di Jamie iniziano ad avere un senso più piacevole, più giusto e confortante.

La chiusura della porta della mia stanza mi avvisa dell'arrivo di qualcuno. Mi affretto ad indossare gli abiti che avevo preparato lasciando ricadere i capelli bagnati sulla schiena, a loro ci penserò dopo.

"Principessa?" mi richiama Gregg dalla stanza.

Sorrido nuovamente alla mia immagine, uscendo dal bagno. Gregg mi aspetta seduto comodamente sul letto e improvvisamente una punta di imbarazzo si impossessa di me.

"Buongiorno", esclamo spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Gregg sorride, scuotendo la testa. "Ti sembra questo il modo giusto di augurarmi il buongiorno?"

Arrossisco ancora avvicinandomi a lui. Dove l'hai lasciata l'intraprendenza, Grace?

Gregg mi porge la mano che prontamente afferro e prima che me ne possa rendere conto, sono fra le sue braccia. Le sue labbra accarezzano le mie dolcemente, lentamente, come se avesse paura di fare qualcosa di sbagliato. Mi aggrappo alle sue spalle lasciandomi andare, ricambiando il suo bacio facendo vagare le mie mani fra i suoi capelli.

"Ora si che è un buon giorno", sussurra.

Sorrido posando un altro bacio sulle sue labbra soffici. Lo abbraccio perdendomi nel suo profumo fresco, nei suoi abbracci confortanti e nelle sue carezze che mi portano distesa sul letto fra le sue braccia.

"Principessa", sussurra al mio orecchio.

Rabbrividisco a quel contatto chiudendo gli occhi d'istinto. I suoi baci si fanno più veloci, più intensi, prima sulle mie labbra poi a scendere lungo il collo.

"Stai cercando di sabotare la nostra passeggiata per Parigi?" domanda Gregg, guardandomi negli occhi.

I suoi capelli sono scompigliati, e nei suoi occhi leggo una luce nuova. Stringo istintivamente il labbro inferiore fra i denti. Da quanto tempo non mi sentivo più così? Da troppo tempo, e Gregg ha la capacità di darmi delle conferme, delle sicurezze che mai nessuno è riuscito.

"Sta piovendo, sei sempre propenso ad una passeggiata con questo tempo?" domando giocando con il colletto della sua t-shirt.

Gregg sorride poggiando nuovamente le labbra sulle mie. "Non avremo presto l'occasione di tornare qui, quindi sì, voglio fare una passeggiata con una guida d'eccezione. Non assicuro di riuscire a prestare davvero attenzione ai monumenti con te presente, ma farò del mio meglio, promesso!" afferma mettendosi seduto.

Seguo i suoi gesti attentamente prima di alzarmi e dirigermi in bagno.

"Qualcosa non va?"

Mi volto nuovamente nella sua direzione sorridendo sinceramente. "Al contrario va tutto benissimo ed è strano..."

"Strano ma vero?" chiede Gregg sistemandosi i capelli.

Annuisco chiudendo la porta alle mie spalle. Mi sistemo il maglione e afferro il phon senza perdere di vista la mia immagine riflessa.

Gregg è perfetto, è il ragazzo che ho sempre desiderato, ma questa perfezione mi mette a disagio. Sto cercando in tutti i modi di tenere lontani i dubbi, di basarmi solo sulle cose positive, ma manca qualcosa.

Mancano delle labbra sempre pronte ad accogliere le mie, manca una voce roca che mi sussurra cose che mi fanno arrossire all'orecchio. Manca la necessità di mandare al diavolo la passeggiata fra le vie di Parigi, per restare in questa camera tutto il giorno. Manca la sua imperfezione.

Aumento la potenza del calore del phon nel tentativo di azzittire la sensazione che provo. Com'è possibile provare queste emozioni contrastanti all'improvviso?

Gregg è oltre la porta e ieri sera è stato a dir poco incredibile, mi ha aperto il cuore e l'ho adorato, ma non sono ancora sicura di poter lasciare lui fuori da tutto questo. Non posso, ma lo voglio fare.

Mi impegnerò perché questa sia una giornata indimenticabile, perché le mani di Gregg siano le uniche che vorrò fra le mie. Devo farlo e lo farò!

Lego i capelli in una coda alta, e guardandomi un'ultima volta allo specchio, ritorno nella stanza. Gregg è già pronto con l'impermeabile indossato. "La tua colazione?" mi domanda indicandomi il sacchetto sul comodino.

"La mangerò mentre camminiamo, Parigi ci aspetta!" esclamo concentrandomi sulla nostra giornata, non su Harry, non su di me, ma solo su Gregg.

Passeggiamo e chiacchieriamo per tutta la mattinata, scambiandoci abbracci e baci di tanto in tanto. Visitiamo il Louvre, percorriamo gli Champs Elysee fino a raggiungere l'Arc de Triomphe.

Gregg è pieno di entusiasmo, non ha smesso di parlare e di raccontarmi aneddoti della sua vita nemmeno per un secondo e il disagio di stamattina è quasi completamente scomparso insieme alla pioggia che ha smesso di scendere.

"Hai fame?" mi domanda, una volta raggiunta la Tour Eiffel.

"No, ma avrei voglia di un caffè", affermo sedendomi su una panchina. Da qui la visuale è perfetta, la torre è perfetta, Parigi lo è, e anche Gregg che mi sta scattando una foto senza chiedermi il permesso.

"Potrei denunciarti, sai?" affermo facendogli una linguaccia.

Gregg ride abbassandosi alla mia altezza. "Per così poco?". Il suo viso è a pochi centimetri dal mio e ancora una volta sta cercando di imbarazzarmi e ci sta riuscendo.

Sto per avvicinarmi alle sue labbra quando il telefono per l'ennesima volta da stamattina, inizia a vibrare. So benissimo chi mi sta cercando e credo sia giunto il momento di uscire dalla tranquillità e perdermi nella realtà bizzarra della mia migliore amica.

"Vado a prendere i caffè, torno subito", afferma Gregg dirigendosi nella direzione opposta. Sorrido guardando le sue spalle larghe allontanarsi da me e senza nemmeno controllare il mandante della chiamata, rispondo.

"Ciao amica..."

"Sei un'amica ingrata Grace, non mi devi dire nulla?"

Cosa dovrei dirle? Che sto passeggiando con Gregg come se fosse il mio fidanzato, che in tutti i modi sto cercando di trovargli un difetto o che finalmente mi sento leggera?

"Sono l'amica migliore del mondo Mad, cosa avrei dovuto dirti?" domando.

"Che tu e il cucciolo di foca giocate al principe e alla principessa nella città dell'amore, amica. Sentiti autorizzata ad abbandonare le classiche tradizioni della castità prima del matrimonio Grace, nessuno ti giudicherà!"

Rido, ma vorrei piangere. È ossessionata a questa storia dei bambini e i suoi ormoni ultimamente iniziano ad avere degli scompensi non indifferenti, ma le voglio bene lo stesso. Vorrei solo capire come diavolo fa a sapere cosa sto facendo dal momento che da ieri mattina, non ci siamo sentite.

"Mad dobbiamo trovare una soluzione ai tuoi ormoni ultimamente sono troppo agitati e queste conversazioni con te mi turbano. Tu come diavolo fai a sapere quello che sto facendo qui? Hai mandato qualcuno a seguirmi?"

Mi guardo intorno cercando di capire se qualcuno ci sta effettivamente seguendo, ma tutto quello che vedo sono turisti, turisti e ancora turisti.

"Quali ormoni, Grace? Qui stiamo parlando di bambini, mi hai illuso che sarei diventata zia con la precedente relazione, adesso non puoi semplicemente ignorare le tue promesse. Tutto ciò unito al fatto che non vedo l'ora di ricoprire Londra con i cartelloni luminosi per la nascita del tuo bambino!"

Che qualcuno la fermi, esisterà un farmaco da farle prescrivere per fermare la sua mente, giusto? Vanno sulla luna, inventano cose insensate, quindi perché non trovate la soluzione all'uragano Mad?

"Di quali cartelloni stiamo parlando, Mad? E smettila con questa storia e soprattutto di evitare le mie domande, chi è il tuo informatore?"

"I cartelloni che creeremo io e Eloise. Siamo già d'accordo sulla scritta che verrà appesa al London Bridge: Fuck You Styles, it's a girl. La nostra preferenza verte per una femminuccia, sai che questi uomini prima o poi passano le fasi degli sbagli atroci e non non vogliamo assolutamente un bambino comune, vogliamo un bambino esemplare come te, come me, come noi insomma. Comunque non ti sto facendo seguire da nessuno, siete su tutte le pagine dei social e vorrei proprio vedere la faccia di Styles quando vedrà queste cose!"

Diavolo. Il mio cuore riprende a battere troppo veloce, nella mia mente risuona l'allarme e l'immagine di Harry è proprio qui. Dannazione!

Tutto ciò che ho sempre evitato ed odiato, sta accadendo e io ne sono la stupida protagonista. Cosa penserà quando vedrà queste fotografie, diavolo è passata solo una settimana!

Mi passo nervosamente una mano nei capelli guardandomi intorno. Sono una stupida, probabilmente non gli interesserà nemmeno, ma non volevo che lo scoprisse così. Non ho la minima idea di cosa potrebbe scoprire visto che non sta succedendo niente, insomma io e Gregg non stiamo insieme, almeno penso, almeno credo. Dannazione, stupida confusione!

"Grace sei ancora lì?" mi richiama Mad.

"Sì sono qui". Vorrei aggiungere che preferirei essere da tutt'altra parte, ma purtroppo sono qui e Gregg sta tornando con i nostri caffè.

"Bene perché ho ancora un consiglio, poi potrai tranquillamente tornare dal tuo principe che fra le altre cose è dannatamente fotogenico. Devo parlare con lui e farmi spifferare il suo segreto, non che io abbia bisogno di suggerimenti, si sa."

Non riesco più a seguirla, non voglio più seguirla perché tutto il mio impegno nel pensare solo a Gregg sta andando a farsi benedire e non posso sopportarlo.

"Mad devo andare", la richiamo prima che possa perdersi in altre assurdità che mi manderanno in confusione più di quanto non sia già.

Gregg mi porge il mio caffè sedendosi sulla panchina al mio fianco. È sempre sereno, sorridente e i suoi occhi anche in questo momento sono solo per me, ma io non sono più qui.

"Ok, ma ricorda ogni cosa che ho detto. Divertiti e impegnati per portare avanti la specie, a più tardi amica, saluta il cucciolo di foca da parte mia!"

Interrompo la chiamata senza dire nulla. Mi sento improvvisamente fredda, apatica e tutto solo sentendolo nominare. Quando passerà? Quando la smetterò con queste stronzate e riuscirò davvero a guardare avanti?

"Tutto bene?" mi domanda Gregg, posandomi una mano sulla gamba.

Annuisco sorseggiando lentamente il mio caffè. Ho bisogno di calore, quello che la vicinanza e il contatto con Gregg, non riescono più a darmi.

"Ti va di salire sulla Tour Eiffel?" mi domanda con un sorriso.

Distrazioni, ne ho bisogno e da lassù ne avrò a volontà. Mi alzo e Gregg mi segue afferrando la mia mano.

Il disagio si fa spazio dentro di me al contatto e mi sento stupida e superficiale come non lo sono mai stata.

Ci avviciniamo all'ascensore consegnando i nostri biglietti, fortunatamente non c'è molta coda e riusciamo a salire dopo qualche minuto.

Mi appoggio alla ringhiera dell'ascensore panoramico sorseggiando lentamente il mio caffè. Parigi scorre sotto di noi, piena, affollata, e grande come al solito, mentre io cerco di allontanare ancora una volta la sua immagine, il suo pensiero, la sua presenza.

Tutto diventa vano quando invidio quel punto del giardino circostante la torre che ricorderò forse per sempre. Le mani di Gregg sono sui miei fianchi, il suo petto contro la mia schiena, ma io non sento niente, vedo solo due ragazzi che si stavano innamorano l'uno dell'altra, senza nemmeno accorgersene.

Per sempre. Ci ho creduto davvero, pensavo di averlo visto nei suoi occhi e invece eccoci qui, io a Parigi con Gregg, e lui da qualche parte del mondo con la sua nuova fantastica vita. Dannazione!

Bevo tutto d'un sorso il mio caffè senza perdere di vista il paesaggio che scorre sotto i nostri piedi. Mi volto solo quando siamo in cima e gettando il bicchiere del caffè ormai vuoto, raggiungo il parapetto della torre.

Il cielo è nuvoloso, i miei pensieri e il mio cuore anche. Fa freddo, intorno a me e dentro di me, nonostante la mano di Gregg si sia avvolta ancora una volta intorno alla mia.

"Cosa è successo?" mi domanda.

Percepisco il suo sguardo sul mio viso, ma non ho il coraggio di guardarlo. Soltanto qualche ora fa eravamo in un letto a baciarci e adesso siamo qui distanti come non mai. È colpa mia, della mia sicurezza del mio non essere più abbastanza Grace, da prendere una decisione definitiva.

"Nulla, era Mad al telefono", rispondo, sforzando un sorriso nella sua direzione.

Gregg lascia la mia mano spostandosi davanti a me. Mi sta guardando ancora e la mia visuale su Parigi è completamente offuscata dalla sua presenza. Perché non può succedere anche con il mio cuore?

"Grace non ha senso mentire. Ho bisogno della tua sincerità anche se so che farà male", afferma alzandomi il mento nella sua direzione.

Nei suoi occhi non c'è più traccia di serenità, solo preoccupazione e turbamento. "Le nostre foto sono ovunque e questo non mi piace. Non mi piace la reazione scostante che ho e il non poterti dare quello che meriti. Un secondo mi sento vicina a te, e quello dopo lontana anni luce e mi sento stupida solo al pensiero. Odio deludere le aspettative degli altri e soprattutto quelle che ho nei confronti di me stessa, ed è quello che sto facendo di continuo. Le cose che mi hai detto ieri sera mi hanno colpito davvero, ma non so se posso farcela, non voglio farti male Gregg..."

Mi ascolta in silenzio, guardandomi attentamente senza perdere di vista i miei occhi. "Lo so Grace e per quanto io non capisca cosa ti passa per la testa, voglio stare vicino a te. Se non vedessi il trasporto da parte tua, non sarei nemmeno qui, ma lo vedo. Lo vedo in modo non costante, ma succede spontaneamente quando ti lasci andare. Voglio che continui a farlo, so che hai dell'interesse nei miei confronti, l'ho visto aumentare con il passare dei giorni e voglio che continui a farlo. Non pretendo nulla, so che Harry sarà sempre un problema, almeno lo sarà ancora per molto, ma stamattina quando mi sorridevi e mi baciavi, Harry non c'era più. Sto combattendo con qualcosa di molto più grande di me, qualcosa di cui ad oggi, non vuoi ancora parlami, ma non voglio sforzarti a farlo perché lasciarti libera di fare le tue scelte e l'unico modo che ho per portarti nella mia direzione. Non mi aspetto nulla da te, non mi aspetto che mi presenti come il tuo fidanzato o che ricambi i miei gesti di affetto, perché sono cose che devo venire da te."

Le sue mani sono nuovamente sui miei fianchi e il calore torna ad impossessarsi di me. Cosa ho fatto per meritarmi una persona del genere al mio fianco?

"Vorrei che fosse più semplice", ammetto.

Gregg sorride lasciandomi un bacio sulla fronte. "Lo sarà Grace e non riesco davvero a capire cos'abbia fatto Harry, per meritarsi tutta questa cautela da parte tua..."

Mi ha amata. La risposta è ben chiara nella mia testa, ma non avrebbe senso dirlo perché dovrei parlare al passato, ed è quella cosa che si sta prendendo gioco di me adesso.

"Sei speciale Gregg", ammetto guardandolo.

Lui sorride posandomi una mano sulla guancia. Avvicina il suo viso al mio posando le labbra sulle mie. Sono fredde, ma accarezzano le mie in un modo talmente attento, da portarmi a ricambiare. Sono di nuovo qui con lui, forse per qualche ora, forse per un attimo, ma sono qui e non vorrei essere da nessun'altra parte.

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