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13. Lasciarsi andare

HARRY'S P.O.V

Mal di testa.

Un martello pneumatico in azione nella stanza, probabilmente sarebbe più piacevole del mal di testa che ho. Non riesco a muovermi, non voglio muovermi perché solo a provarci, una fitta lancinante mi colpisce la tempia destra. Starò su questa superficie morbida per sempre se necessario, ma non mi muoverò per nessuna ragione al mondo.

Ho cercato di fare mente locale più volte, ma non ho la minima idea di quello che è successo ieri sera; spero solo di non essermi messo nei guai.

Ho caldo e sete, tanta sete.

"Alza la mano destra se sei vivo, Haz"

Perché Niall ha un tono di voce così alto, dannazione? Con tutte le forze che possiedo, alzo leggermente la mano destra, facendola ricadere poi, sul materasso.

Si, sono su un letto e la testa sembra scoppiare.

Niall si sta muovendo nella stanza: sono in un albergo, sono a casa? Dove diavolo sono? Dovrei aprire gli occhi per scoprirlo. Forse sono in ospedale, il mio mal di testa è dovuto al fatto che ho preso una grande botta e questa botta ha rimosso ogni ricordo relativo alla serata di ieri.

L'ultima immagine che riesco ad inquadrare è quella di Mad che fa la stronza più del solito. Qualcosa a proposito di Grace, ovviamente.

"Haz, devi bere e prendere un analgesico. È divertente osservarti in questo stato di semi incoscienza, ma entro stasera devi esserti ripreso.". La voce di Niall è sempre più vicina e se non abbassa il tono di voce, la mia testa prenderà fuoco.

"Mmm". È tutto quello che riesco a dire nel tentativo di aprire gli occhi e capire qualcosa di più.

Ce la faccio, con delle conseguenze non indifferenti alle tempie, ma riesco ad aprire gli occhi e il viso divertito di Niall è la prima cosa che entra nel mio campo visivo.

"Buongiorno principessa!"

Buongiorno un corno, non è un dannato buongiorno questo. "Sta zitto", riesco a dire, spostando lo sguardo nella stanza. La riconosco come la mia stanza, nell'appartamento di Los Angeles; niente ospedale, niente appartamento di Kendall.

Perché avrei dovuto essere nel suo appartamento? Immagini di Ken che balla vicina a me, si fanno spazio nella mia mente. "Dov'è Kendall?" domando, riportando lo sguardo negli occhi blu del biondo.

Ride ancora. Sono così divertente?

"Cosa ti ricordi di ieri sera, Haz?"

"La sala prove, Mad e Ken che balla, niente altro. Cosa è successo?". Mi porto una mano sulla fronte, forse così il dolore passerà.

Niall si avvicina al comodino e senza smettere di sorridere, mi porge quello che dovrebbe essere la soluzione per il mio mal di testa. La prendo immediatamente; senza acqua, non mi serve, voglio solo che questo mal di testa si fermi. Mi sta uccidendo.

"Acqua?" mi domanda Niall.

Sembra la mia dannata badante e questo mi irrita ancora di più. Scuoto leggermente il capo appoggiandomi nuovamente al cuscino.

"Cosa è successo?" domando chiudendo gli occhi nuovamente.

I passi di Niall si allontanano dal letto fino a fermarsi dopo qualche metro. Ne ho contati sei, quindi probabilmente si sta sedendo sulla poltrona beige della mia stanza.

"Eravamo in sala prove, Mad è arrivata e avete avuto un battibecco come al solito. Lei ti ha provocato, tu ci sei cascato e quando ha nominato Grace, te ne sei andato. Hai raggiunto Kendall al The nice guy e hai brillantemente deciso di ignorare le mie chiamate. Odio quando lo fai, Haz!"

Ascolto senza interromperlo mentre le parole di Mad mi ritornano alla mente "...L'importante è che lei sia felice e dal momento che sembra esserlo, puoi andare a divertirti con Adelina quanto vuoi...".

La rabbia, la delusione, il fastidio che mi hanno portato da Kendall. Ero davvero incazzato e ho bevuto, questo me lo ricordo ora e capisco anche di aver esagerato, forse come mai ho fatto prima d'ora.

Merda.

"Greg è venuto a prenderti e ti ha portato qui. Kendall mi ha chiamato subito dopo e mi ha spiegato cosa è successo e non so se esserne felice o pensare che tu sia davvero stupido Haz."

Apro gli occhi cercando di capire se Niall sta scherzando, ma è serio e qualcosa mi dice che non si stia riferendo alla quantità di alcool che ho ingerito.

"Non ricordi proprio nulla?" mi domanda nuovamente.

Cerco di sforzarmi, ma tutto quello che vedo è Kendall. Che diavolo posso aver fatto di male?. "No, Niall..."

Sospira scuotendo la testa."Hai chiamato Grace.".

Merda.

Mi metto immediatamente a sedere trovando una forza che non pensavo di avere. La testa pulsa, ma al momento potrebbe anche scoppiare. Non mi importa, perché una voce che non era quella di Grace, mi ha fatto davvero incazzare.

Lui ha risposto al suo telefono. Merda.

"Immagino che tu abbia ricordato, Haz." afferma Niall sorridendo.

Non c'è nulla di cui sorridere, proprio niente. Che diavolo mi è venuto in mente? Sono davvero un cretino, uno stupido cretino, incapace di gestire le situazioni.

"Merda!" impreco, appoggiandomi alla spalliera del letto.

"L'hai detto, e se a questo aggiungiamo le nove chiamate di Kendall di stamattina, le sedici di Paul e la tua foto fuori dal locale, che gira su internet come se non ci fosse un domani, tutto diventa davvero divertente."

Doppia merda. È la volta buona che Paul mi uccide. Dopo la storia con Grace avrei dovuto, a suo parere, mantenere un profilo basso e giuro che tutte le intenzioni c'erano, ma ultimamente i miei propositi finiscono ancor prima di nascere, e non so come risolvere il problema.

"Sono un cretino!" ammetto guardando il mio amico. Lui annuisce, alzandosi e dirigendosi nella mia direzione.

"Abbiamo spostato le prove a oggi pomeriggio per ovvie ragioni, non ti chiedo di presentarti, ma almeno provaci, ok? Liam è davvero incazzato e Louis non riuscirà a fingersi indifferente ancora per molto."

Niall sa tutto, fa finta che gli basti la sua chitarra e qualche battuta, perché le cose vadano bene come sempre, ma purtroppo non è sufficiente; non lo è affatto e io mi sento ancora più stupido per essermi lasciato andare così. Abbiamo un album da portare a termine e un tour da riprendere, e io penso a chiamare Grace che con molte probabilità, adesso, starà ridendo di me.

Scuoto la testa, facendomi del male volontario. Perché sto arrivando a pensare questo di lei? Grace sarà davvero arrabbiata o delusa da me. Non voglio nemmeno vedere la foto di cui parla Niall, ma il fatto che io non mi ricordi in alcun modo il viaggio di ritorno, spiega molte cose.

Ha sempre odiato le persone che si servivano dell'alcool per affogare i propri dispiaceri, ed è esattamente quello che ho fatto io ieri sera. "Mi dispiace" ammetto con sincerità. Mi dispiace davvero che loro debbano pensare anche a me, non dovrebbe essere così.

"Sono cose che capitano Haz, solo dovresti metterci un punto. Mi piace Grace, continuo a pensare che tu abbia fatto una grandissima cavolata a lasciarla, e la tua indecisione continua, non fa altro che dimostrarmelo. So anche che è inutile parlarne ora perché non ammetterai mai che ho ragione, ma la soluzione che hai deciso di prendere, ti sta portando solo a questo. Abbiamo davvero tante cose da fare e portare avanti e abbiamo bisogno di te, di te presente in tutti i sensi, non solo fisicamente, Haz."

Soluzione drastica. Come se non ci avessi provato, come se non fossi pienamente convinto che sia la decisione giusta per tutti e due. Ci provo, me lo ripeto in continuazione, ma qualcosa non sta andando per il verso giusto e non so davvero come, e cosa fare.

"Ci sarò oggi pomeriggio, ho solo bisogno di una doccia." dico, cercando di essere convincente.

Mi presenterò alle prove, portando con me il letto se necessario, ma ci sarò.

Niall sorride, sedendosi vicino a me. "Mad ha esagerato ieri sera e mi dispiace per non aver detto nulla. Sarei venuto volentieri con te, Emily avrebbe capito e comunque non saremmo potuti stare insieme, dice di voler ancora del tempo per schiarirsi le idee, quindi una serata insieme, era da escludere."

Sorrido guardando il mio amico che è davvero cambiato. Con noi è il solito Niall, ma quando si tratta di Emily, tutto cambia. Vorrei tanto avere il suo coraggio, ma per ora ho solo tanta confusione.

"Ha solo bisogno di tempo, vedrai" lo rassicuro.

Niall si alza sistemandosi i jeans. "Lo so bene Haz, nessuno può resistermi!"

Rido ignorando il mal di testa che ancora non da cenno di voler smettere.

Il mio cellulare suona da qualche parte e Niall si avvicina al comò per controllare chi è.

"Haz" dice voltandosi stranito nella mia direzione.

Lo guardo in cerca di spiegazioni.

"È Grace."

GRACE'S P.O.V

Ho sempre amato la musica, la musica alta che attraverso gli amplificatori dello stereo, arriva dritta a me per poi lasciarmi qualcosa.

La musica è forse la fonte di comunicazione più attuale e immortale che esista e senza dubbio è uno dei mezzi che mi lega al ragazzo biondo, che mi sta aspettando al di là della porta.

Sono sul suo pianerottolo da cinque minuti buoni ormai, ho provato a suonare il campanello, bussare, chiamarlo per telefono, ma nulla; le note degli AC/DC impediscono a Jemie di sentirmi, e riescono a raggiungermi fin qui.

Nonostante tutto, non sono infastidita; Jamie ascolta buona musica e prima o poi si ricorderà, che avevamo appuntamento cinque minuti fa.

Mi appoggio alla superficie fredda del muro alle mie spalle, canticchiando le parole di quella canzone che riesce sempre a darmi la carica.

"Living easy, living free, season ticket on a one way ride. Askin' nothing, leave me be, taking everything in my stride. Don't need reason, don't need rhyme, there ain't nothin' that I'd rather do. Going down party time, my friends are gonna be there too. I'm on the highway to hell, highway to hell"

Sorrido fra me e me inviando un messaggio a Jamie, mentre canticchio scuotendo la testa. La musica si interrompe poco dopo e dei passi veloci, si avvicinano alla porta. Mi sposto dal muro e incrocio le braccia al petto, ho tanta voglia di stare con Jamie, è troppo tempo che non passiamo del tempo insieme e devo ammettere che la sua mancanza, si fa sentire.

Le persone più importanti della mia vita, vi sono entrate senza chiedere il permesso; se mi avessero dato il tempo di analizzarle, studiarle e soprattutto di pensare, probabilmente le avrei perse e non me lo sarei mai perdonato.

"Oh mio dio! Un miraggio! Gracy, sei davvero tu?!".

Jamie è sulla soglia della porta, a piedi nudi con i capelli scompigliati. Lo adoro anche in questo modo, anche se sembra un rocker maledetto e sta cercando di ironizzare sul fatto che non ci vediamo da troppo tempo.

"Sono io Jamie, chi altro aspetterebbe fuori dalla porta, senza arrabbiarsi?" domando.

Jamie sorride, facendomi cenno di entrare. "Non badare al disordine, da quando Matilda se ne è andata, ho dovuto arrangiarmi e questo è il risultato." spiega, scavalcando un mucchio di cartoni vicino all'ingresso.

Più che un'abitazione sembra un campo di battaglia; normalmente mi sentirei a disagio e infastidita, ma stiamo parlando di Jamie e ormai non mi stupisco più di nulla.

"Allora Gracy, a cosa devo l'onore incredibile di averti con me, questo pomeriggio? Cicciobello ti ha dato la libera uscita?" domanda il biondo, gettandosi comodamente sul divano.

Mi faccio spazio fra le cianfrusaglie che affollano il salotto, prendendo posto al suo fianco.

Tutto ciò che riguarda Jamie è quello che per i miei standard non andrebbe mai bene. Jamie è illogico, sconnesso, impaziente, disordinato e improvvisato. Ma il suo essere fuori dagli standard, per me è una sicurezza. Mi sento bene qui, bene in sua compagnia, bene a sdraiarmi comoda sul suo divano senza chiedergli il permesso.

"Cicciobello ha sempre un nome Jamie e no, lui non c'entra, sono stata soltanto occupata con il lavoro. Sei tu che non ti sei più autoinvitato nel mio appartamento." spiego, voltando il viso per guardarlo.

"Gracy, con tutto il rispetto, ma quel concentrato di perfezione che ti guarda in continuazione come se tu fossi l'ultima donna sulla faccia della terra, è troppo anche per me. Ho già detto che è irritante?" mi domanda, preparandosi una sigaretta.

Rido imbarazzata per la sua affermazione. Davvero Gregg mi guarda in quel modo? Ho solo notato che mi guarda, mi guarda in un modo che mi fa sentire a disagio, ma anche importante. Solo questo, niente di più.

"Lo hai già detto, ma non lo è affatto, è solo un tantino iperprotettivo, tutto qui..."

Jamie porta la sigaretta alle labbra, aspirando profondamente. "Non mi piace che ti sequestri in questo modo, ma la vita è tua quindi fai quello che credi giusto, solo ricordati che hai un amico che in più occasioni, si è rivelato l'eccezione della teoria del biondo."

Sorrido spostandomi sul divano in modo da essere più vicina a lui. Appoggio la testa sulla sua spalla, ignorando l'odore pungente del fumo che non ho mai sopportato.

"Mi sei mancato. Mi manca Mad e mi mancano le mie amiche. Erika si laurea e la settimana prossima vado a Parigi per l'occasione, sono fiera di lei, ma sono certa di non essere riuscita a dimostrarglielo, ormai non riesco più a dimostrare nulla."

È questo che succede quando sono con Jamie, le parole arrivano da sole, forse confuse, disconnesse; proprio come lui, proprio come noi.

Jamie non risponde, si limita a stringermi a se con un braccio. "Credi sia possibile rimanere innamorati di una persona nonostante, non solo l'hai lasciata, ma hai passato il tempo con un'altra, che credevi di amare?"

Il tono di voce di Jamie è cambiato, il discorso anche, ma le sue parole mi arrivano dritte al petto. Non sono la persona adatta a rispondere, ho talmente tanta confusione in testa, da non riuscire a capire più nulla.

Mi metto seduta analizzando lo sguardo del mio amico, che sembra perso nel nulla.

"Di cosa stai parlando?" domando, portandomi le ginocchia al petto.

Jamie mi sorride, spegnendo la sigaretta nel portacenere alla sua sinistra. "Matilda aveva ragione."

Lo guardo incredula, cercando di ritrovare nella mia mente le motivazioni che l'hanno spinta a lasciare il mio amico. Il nome di Mad lampeggia a caratteri cubitali nella mia testa e spalanco gli occhi d'istinto.

Jamie è innamorato di Mad? O mio dio!

"Non fare quella faccia Gracy, non sto parlando di Mad." mi rassicura tempestivamente.

Rilascio un respiro di sollievo tornando a concentrarmi su di lui.

"Credo di essere ancora innamorato di Lily. Non so come l'ho capito e nemmeno cosa sia successo. Siamo rimasti in contatto dopo esserci lasciati e non mi è mai venuta in mente una cosa del genere, lo giuro. L'altra sera casualmente ci siamo trovati nello stesso locale e senza nemmeno rendermene conto, abbiamo passato tutta la serata insieme. Sembrava che questi mesi di lontananza non fossero mai passati. Dio era bellissima e brillante come sempre, e la mia voglia di baciarla era alle stelle Gracy. Non riesco a smettere di pensare a lei e siamo tornati a sentirci con più assiduità. Mi sembra tutto irreale, strano, veloce, confuso. Ma non riesco a controllarlo. È possibile che io sia ancora innamorato di lei?"

So che lo sta domando a se stesso e non a me. So anche che non riesco a smettere di sorridere perché non è da tutti, vedere Jamie Campbell Bower, completamente esposto, com'è in questo momento.

Lily mi è sempre piaciuta; come attrice, come persona, come ragazza. Non so dire se sia amore; non riesco ancora a decifrare quello che passa per la mia testa, non posso di certo riuscire a comprendere quello che succede in quella degli altri, ma gli occhi di Jamie parlano. Sono lucidi, vivi, attenti, come forse non li ho visti in poche occasioni. Succede quando ha in mano la sua chitarra, quando Mad è nei paraggi o quando suo fratello Sam torna a casa.

Jamie è felice e io sono felice per lui.

"Sono felice per te." ammetto, senza riuscire a smettere di sorridere. Jamie ricambia appoggiando la testa sulle mie ginocchia. Ha gli occhi chiusi, ma il sorriso strano che si ritrova, è dipinto sereno sul suo viso.

"Hai idea del casino che succederà? Matilda mi ucciderà Gracy, prometti che mi salverai, non posso davvero affrontarla da solo."

Matilda sarà su tutte le furie e non credo di poterla biasimare. I dubbi che avrà saranno tantissimi e le conseguenze a cui giungere, immediate, seppur sbagliate.

"Lo farò promesso!"

Jamie afferra il telecomando dello stereo e immediatamente la musica alta torna a diffondersi nella stanza. Cantiamo insieme senza aggiungere altro, mi fermo per qualche canzone lasciando a Jamie il merito delle note perfettamente intonate, perdendomi nelle melodie, nelle parole, nella mia vita.

Si può continuare ad amare una persona per così tanto tempo? Nonostante gli ostacoli e l'evidenza?

La mia frase avrebbe senza dubbio un soggetto, ma non ho bisogno di dirlo ad alta voce perché oltre a sentirmi stupida, farebbe troppo male.

La sua foto fuori dal locale è ben chiara nella mia testa. Non ho mai visto Harry così, e la preoccupazione che non dovrei avere, non riesce invece a lasciarmi.

La sua chiamata risale a pochi minuti prima dello scatto della foto e mi sono chiesta milioni di volte di cosa avesse bisogno. Forse di aiuto visto il suo stato, ma perché proprio io, perché io che sono a chilometri di distanza e non posso fare più nulla per lui?

Le domande sono tante, troppe, che si uniscono all'improvvisa sparizione di Gregg dalla scorsa notte. Non si è presentato per la colazione stamattina e mi ha liquidato con una lista di impegni relativi all'audizione, ai quali non poteva proprio mancare.

Che cosa si sono detti? Perché Gregg si è allontanato da me, dopo quella conversazione con Harry?

So che ho due possibili soluzioni per scoprire cosa diavolo è successo la notte scorsa, ma entrambe mi fanno paura; una più dell'altra.

Se ascoltassi il mio istinto, quello che sono sempre stata e probabilmente sarò sempre, dovrei chiamare Harry e chiedergli come sta. Ma ho davvero voglia di subire la sua freddezza, che ha abilmente racchiuso in quei messaggi?

Non ne ho idea, non so proprio cosa fare e vorrei solo spegnere il cervello e dormire.

Jamie ondeggia la testa a ritmo di musica e quando apro gli occhi, lo trovo concentrato a guardarmi. Lo conosco bene quello sguardo, è quello che mi ha riservato per le prime settimane dopo la rottura con Harry; la sua comprensione silenziosa che mi ha permesso di volergli davvero bene.

"Hai visto la foto di Harry, vero?" mi domanda, mentre le note di Sweet Candy cercando di strapparmi dai miei pensieri.

Annuisco.

"Lo senti spesso?" domando.

"E tu?" ribatte.

Non vuole giocare a questo gioco, non vuole essere la mia fonte di informazioni e lo capisco alla perfezione. Questo però rende a me le cose dannatamente difficili.

"Mi ha chiamato ieri sera, prima di quella foto fuori dal locale. Io ero in doccia e ha risposto Gregg. Non ho scoperto chi fosse il mittente della telefonata fino a che Gregg non se n'è andato e non so proprio cosa pensare." spiego.

Jamie spegne nuovamente la musica sorridendomi dolcemente. "Let It be"

Let It be? Che cosa c'entra adesso, la canzone dei Beatles?

Guardo Jamie in cerca di risposte, ma tutto quello che fa è allungarsi sul tavolino e consegnarmi il mio cellulare.

"Lascia che sia Grace, lascia che qualunque cosa accada e basta. Questo è quello che faresti se non fossi confusa all'ennesima potenza, quindi chiamalo e basta."

Afferro il telefono mentre Jamie si sposta dalle mie gambe, scomparendo nel corridoio.

Let It be. Let It be.

Il cuore batte forte nel petto all'idea di sentire la sua voce, ma so che se non farò questa telefonata, resterò con il dubbio per sempre e di dubbi, ne ho già fin troppi.

Compongo il numero restando in attesa. Non ho la minima idea di che ore siano a Los Angeles, ma non sono più in tempo per pensarci ormai.

Il suo telefono squilla, ma lui non risponde. Cerco di fare dei respiri profondi; è solo Harry, è solo Harry.

"Pronto?"

Diavolo. Diavolo. Questa è davvero la mia Highway to hell, perché non solo sto sentendo un caldo terribile, ma sono a disagio e la sua voce roca non aiuta.

"Ciao Harry." rispondo,dopo una pausa di silenzio.

"Ciao Grace."

Freddezza, perché è così fredda la sua voce, perché non aggiunge altro? Perché sono stata io a chiamarlo, e si starà chiedendo il motivo.

"Come stai?" domando.

"Ci sono stati risvegli migliori, e tu?"

Non lo so come so, non so niente in questo preciso istante. "Abbastanza bene, credo..."

"Credi?" mi chiede.

Faccio un respiro profondo e lascio che le parole che affollano la mia mente, facciano il loro corso. "Ho visto la foto su internet Harry, e il fatto che tu abbia chiamato qualche minuto prima, mi fa davvero preoccupare. Non ho praticamente dormito stanotte e non so nemmeno perché ti sto chiamando, insomma è un casino come sempre, e volevo solo capire cosa sta succedendo. Se non sono affari miei dimmelo, anzi so che non lo sono, solo..."

"Grace.". La sua voce mi raggiunge più vicina, più dolce, più Harry. Il mio Harry.

"Scusa, non so nemmeno perché ti ho chiamato, non avrei dovuto farlo."

"Grace." mi richiama nuovamente.

"Sì?"

"Sono felice che tu abbia chiamato. Ieri sera non è stata una bella serata e ho esagerato con l'alcool. Ero confuso e nella confusione più totale, ho chiamato te..."

Non c'è più traccia di freddezza nella sua voce e questo basta, per farmi stare un po' meglio. Gli ubriachi dicono sempre la verità; Delilah lo dice sempre, e io non ho la minima idea del perché Harry, abbia chiamato proprio me, ma ho bisogno di saperlo.

"Perché io?"

Una pausa di silenzio, una pausa lunga che mi da, da pensare ancora di più.

"Non lo so."

Ora sono io a non riuscire a dire nulla. Non sa perché ha chiamato me, vorrei che lo sapesse, che almeno uno di noi due, sapesse come comportarsi con l'altro. L'immagine di Harry fuori dal locale continua a vorticarmi nella testa e la parte protettiva di me, ha bisogno di essere rassicurata. Non voglio più vedere nulla del genere, non voglio più preoccuparmi così per lui.

"Harry, non dovresti bere così tanto..."

Un sospiro e un'altra pausa di silenzio. Mi chiedo per quanto tempo ancora, questa conversazione strana andrà avanti.

"Non sta funzionando, vero?" domanda.

So benissimo a cosa si sta riferendo, ma ho bisogno di conferme."Cosa?"

"Noi ... Noi come amici..."

Scuoto la testa nella consapevolezza che lui non può vedermi. "No, e non so nemmeno se potrà mai funzionare", ammetto, mentre il cuore mi si stringe in una morsa fastidiosa.

"Credo tu abbia ragione."

La sua risposta mi spiazza. Mi sarei aspettata qualcosa di meglio, qualcosa di più, ma come sempre finisco per aspettarmi troppo; da me stessa, da lui, da noi.

"Già.". È tutto quello che riesco a dire, mentre il mio sguardo di perde nel nulla un'altra volta.

"Voglio che tu sappia che il fatto che io non ci stia provando ancora, non vuol dire che non lo vorrei con tutto me stesso. È difficile stare lontano da te Grace, sei una persona speciale e una fantastica amica, ma in questo periodo della mia vita, non sono in grado di fare di più. Ci sono per te, voglio che tu lo sappia. In ogni occasione, ti basterà comporre questo numero e io ci sarò, ma non posso fare più di questo. Dovresti accontentarti di una amicizia fatta di briciole, e non è quello che ti meriti."

Briciole, quelle di cui sono finita per accontentarmi prima di stare con lui. Ha ragione, non mi merito le briciole di una persona che è stata così tanto per me, mi merito di meglio, di più di qualcosa che riesca a superare anche il ricordo che ho di noi, insieme.

"È la conversione più strana ma sincera che abbiamo avuto da quando mi hai lasciato, lo sai Harry?"

"Lo so, e mi dispiace tanto, davvero tanto piccola. Sono un disastro e mi dispiace per tutto, ma non dimenticarti mai delle cose che ti ho detto, perché sono le più vere. Sei stata importante per me Grace, e sempre lo sarai."

Dovrei sentirmi felice a questo punto? Non lo so, non sento più niente, sento solo il mio cuore che rallenta, che torna al suo posto, nascosto dai muri di freddezza a cui Harry mi ha costretto.

"Lo so."

Non faccio altro che dirlo, non faccio altro che pensarlo, ma qualcosa non va e probabilmente non andrà mai.

"Ora devo andare, le prove mi aspettano e non posso mancare. Grazie per questa chiamata, mi ha fatto piacere."

"Anche a me. Buona giornata Harry."

"Buona giornata, piccola."

La chiamata si interrompe e io rimango ferma nella mia posizione. I passi di Jamie tornano a farsi vicini e so per certo che ha origliato la nostra conversazione, ma non mi importa.

Non c'era molto da ascoltare, un addio definitivo e il mio cuore che non smette mai di spezzarsi silenziosamente.

"Gracy, che succede?"

Jamie si siede al mio fianco, ma non percepisco nessun tipo di calore.

Ho bisogno di piangere, ho voglia di piangere, ma nonostante la consapevolezza che si sta facendo spazio dentro di me, non riesco a sentire niente.

"Mi ha lasciato andare, Jamie."

SPAZIO AUTRICE

Ciao.

Non ho la minima idea di cosa sia uscito da questo capitolo ma rileggendolo percepisco solo noia e tristezza.

Cercherò di fare di meglio nel prossimo.

Parigi si avvicina e la laurea di Erika anche ;)

Un grazie speciale a @xantheax per l'immagine ❤

Al prossimo capitolo!

Un bacio!

Greta ♡

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