10. Parole in circolo
Canzone per il capitolo: I will be found - John Mayer
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GRACE'S P.O.V
Quello che mi ci voleva, dopo una giornata di lavoro come questa, era proprio una doccia calda; la condensa causata dal vapore ricopre lo specchio impedendomi di osservare i segni della stanchezza.
È stata una settimana intensa, le bozze per il progetto sono state ultimate e consegnate e lunedì sapremo chi di noi, ha apportato al software, le modifiche migliori. Non mi aspetto che il mio progetto venga scelto, Charlotte senza dubbio avrà dato il meglio di sé, ma sono comunque felice di averci messo tutta me stessa.
Esco dal bagno avvolta nell'accappatoio, ho ancora dieci minuti di libertà prima che Gregg venga a controllare che fine ho fatto, ed ho tutte le intenzioni di sfruttarli al meglio.
Indosso la mia morbida tuta di ciniglia; ottobre è ormai inoltrato e il fresco dell'autunno inizia a farsi sentire anche nell'appartamento.
Amo l'inverno, gli abiti pesanti, il fuoco dei camini e tutto ciò che preannuncia l'arrivo di quel periodo dell'anno che sin da bambina, aspettavo con ansia; il Natale.
Quest'anno sarà totalmente diverso, non so ancora se Tim mi permetterà di tornare a casa, se lo festeggerò qui sola, oppure se tornerò a Parigi. Avevo mille progetti per questo Natale, che coinvolgevano anche Mad e tutte quelle persone che nonostante tutto, mi hanno cambiato la vita.
Ne ho parlato con Harry così tante volte, da perderne il conto. La cosa bizzarra è che lui mi ascoltava, mi assecondava mentre fantasticavo sulla festa natalizia alla quale a tutti i costi avremmo dovuto partecipare, sull'albero di Natale che insieme avremmo addobbato e sulla neve, che seduti sul divano del suo appartamento, avremmo visto cadere dal cielo.
Giocare di fantasia non è mai stato così difficile; il silenzio avvolge il mio appartamento e tutta la luminosità che i pensieri natalizi portano con se, non riescono a dare colore all'ambiente.
Il salotto è illuminato soltanto dalla luce dei lampioni della strada e nonostante l'apparente solitudine che regna sovrana nella stanza, riesco a godere di questi attimi di tranquillità, come non mai.
Solo di notte riesco a bearmi del silenzio; i miei amici e i miei pensieri affollano le giornate e se solo qualche mese fa, non desideravo altro, adesso pagherei per poter stare semplicemente qui, in silenzio.
Raggiungo il divano, sedendomi a contemplare le strade di Londra che anche a quest'ora della sera, sono cariche di traffico.
Sorrido, pensando a Jane che sicuramente sarà fra quegli automobilisti pronti e carichi, per affrontare il venerdì sera della capitale inglese. Oggi ha cercato di coinvolgermi in uno dei suoi pazzi programmi per la serata, ma anche stavolta, mi sono trovata costretta a rifiutare.
Il venerdì per me è sinonimo di pizza, film scelto da Gregg, Eloise che non ha il turno di lavoro e Jamie che, se non ha altri impegni a base di birra con la band, condivide questo momento relax con noi.
Il venerdì era il mio giorno preferito. Adesso è semplicemente la giornata che preannuncia un week end pieno di cose che Gregg deciderà di farmi fare, e che mi separa dal lunedì per troppo, troppo, tempo.
Sorrido pensando al ragazzo dal sorriso grande che mi aspetta nel palazzo di fronte. È costantemente pieno di energie ed entusiasmo e un giorno scoprirò qual è il suo segreto, per ora mi limiterò a trarre i benefici del suo temperamento.
Il mio telefono vibra sul tavolino in cristallo, segnalando l'arrivo di un messaggio. Il destinatario è Harry che come ogni venerdì, come se fosse un dannato appuntamento cronico sulla sua agenda che sicuramente pullula di impegni, mi manda un cenno di vita.
Leggere il suo nome sul display fa sempre un certo effetto, ma con il passare del tempo, la trepidazione nel leggere quello che il mio caro amico Harry, vuole comunicarmi, continua a diminuire.
Quello che mi scrive è totalmente artificiale; privo di Harry, privo di amicizia, privo di tutto. Non credo che l'amicizia sia un appuntamento del venerdì, il messaggio dai soliti caratteri da inviare perché ci si sente in dovere di farlo.
L'amicizia è altro, qualcosa che ho visto nei suoi occhi quando parla con Niall, con gli altri ragazzi o con Ed, ma che evidentemente non ha voglia di coltivare con me.
Non so cosa mi aspettavo, forse che davvero per una volta un compromesso fra di noi, potesse esistere e funzionare, ma qualcosa dev'essere andato storto.
Lucy sostiene che sono congetture che mi creo io, che Harry si sta comportando da amico e che sono solo condizionata dai fatti: Harry e Kendall, Kendall e Harry, Taylor che crea canzoni sempre e solo su Harry, bionde platino che vengono fotografate con il suddetto Harry.
Non mi importa, non dovrebbe proprio importarmi e invece vorrei solo smetterla di incappare in notizie di questo tipo. Ho smesso di consultare le novità sul suo conto da un bel po', ma è praticamente impossibile evitare di guardare i video di Taylor, proiettati ogni cinque minuti sui maxi schermi di Piccadilly.
I giornalisti non aiutano, vogliono una mia reazione e nonostante Gregg li abbia minacciati più e più volte, loro non se ne vanno, non la smettono di guardarmi e provocarmi come se fossi soltanto quella povera ragazza illusa che Harry Styles, ha semplicemente scaricato.
Non voglio pensarci, non voglio inciampare in questo circolo vizioso che mi porterà solo a soffrire. So che non sono stata solo questo per lui, ma non posso fare a meno di pensarci.
Il suo nome lampeggia ancora sul display, non so se vale la pena leggere quello che mi ha scritto, so per certo che sarà il solito messaggio del venerdì e i caratteri che compaiono quando apro la busta gialla, confermano le mie supposizioni.
Un saluto da L.A. Spero che vada tutto bene, un abbraccio. H
In un messaggio qualche settimana fa, mi ha chiesto di vederci per un caffè al suo ritorno dalla fantastica città degli angeli, ma per impegni di lavoro inderogabili che ancora non esistono, mi sono trovata costretta a rifiutare.
Non sono pronta, non sarò mai pronta per questo tipo di rapporto, e prima entrambi lo capiremo e lo ammetteremo, prima la mia vita forse, tornerà ad essere normale.
Eliminare messaggio? Si.
Messaggio Eliminato.
Mi alzo tenendo il telefono fra le mani, siamo a due messaggi ai quali non rispondo.
Non sono solita comportarmi in questo modo, ma non sono mai stata sull'orlo di una crisi di nervi come in questo momento, quindi a mali estremi, estremi rimedi.
Controllo che tutte le luci siano spente e indossando le scarpe e il mio cappotto scuro, esco dall'appartamento.
Ilary ha sempre sostenuto che un giorno avrei abbandonato le vesta di "Grace la benefattrice nei confronti del prossimo" e quel giorno, è evidentemente arrivato.
Mi incammino in corridoio dopo aver chiuso la porta a chiave. Sono in perfetto orario, e forse stasera eviterò a Gregg la discesa nell'atrio ad aspettarmi con ansia.
Sorrido fra me e me salendo sull'ascensore. Mi appoggio alla parete premendo il pulsante della discesa.
È arrivato il momento di ritornare ad immergermi nell'euforia che mi aspetta oltre la strada, e il sorriso che non vedo riflesso nello specchio dell'ascensore, deve essere ripristinato.
Ormai sono abituata ad improvvisare sorrisi di convenienza, anche se in questo caso diventa tutto più facile.
Saluto il portiere con il quale ancora, non sono riuscita a trovare la chiave di comunicazione e passando oltre le porte a vetri, mi trovo nel vivo della notte di Londra.
Non piove e Jane ne sarà felicissima, potrà sfoggiare il suo ultimo acquisto tacco dodici, di cui non ha fatto altro che parlare, senza preoccuparsi delle conseguenze.
Osservo le mie all star mentre mi affretto ad attraversare la strada; sono circondata da persone diverse da me, quasi completamente estranee alle mie abitudini e spesso mi sento disorientata.
Il mio puzzle è stato scombinato e distrutto; tutte le tessere sono sparse nel mondo, da New York a Parigi, da Toronto a Londra e so che faticherò a ricomporlo, a riportare tutto nell'ordine giusto per ritrovare forse, l'equilibrio che ormai ho perso.
Rup mi accoglie con il suo fantastico sorriso.
"Ciao, Grace!"
Ricambio, osservando la camicia perfettamente stirata del ragazzo dai capelli rossi. "Ciao Rup, tutto bene?".
"Tutto bene grazie. Sono arrivati questi fiori per la signorina Sulkin, potresti gentilmente portarglieli mentre sali da loro?"
Un enorme mazzo di rose rosse è posato sul bancone della portineria. Non credo che il mandante sia proprio Rup, dal momento che sembra più che infastidito dalla presenza di questa fantastica composizione. Quindi chi è l'ammiratore segreto della mia amica?
"Certo, me ne occupo io, buona serata Rup!"
Recupero le rose, facendo attenzione a non sgualcirle. Non ho idea di quante possano essere, da questa prospettiva mi risulta difficile.
Rup mi aiuta con l'ascensore e scompare dietro le porte con un cenno del capo. Credo che sia completamente cotto di Eloise nonostante non si decida a farsi avanti, ma forse il fattore Gregg, lo intimorisce più del dovuto.
Raggiungo l'ultimo piano e mi incammino verso l'appartamento. Con difficoltà recupero le chiavi dalla tasca e dopo acrobazie degne di un circense pluri qualificato, riesco ad aprire la porta ed entrare.
Le risate di Gregg ed Eloise mi raggiungono accompagnate al profumo di pizza.
Avanzo nell'appartamento, raggiungendo la cucina.
La mia amica è evidentemente impegnata ad impastare, nonostante Gregg stia cercando in tutti i modi di farle il solletico.
Li adoro, adoro il loro rapporto, la complicità che hanno e la loro vitalità. Ho sempre voluto un fratello maggiore, qualcuno con cui condividere le mie giornate, le litigate e soprattutto le troppe attenzioni che mia madre ha sempre rivolto solo a me.
"Grace, non ti azzardare mai più a lasciarmi sola con Gregg mentre cucino. E' peggio di un bambino di due anni e se andiamo avanti di questo passo, non mangeremo prima delle tre di stanotte!"
Sorrido ricambiando l'occhiolino che Gregg mi ha appena rivolto. Sta osservando attentamente i fiori che porto in grembo, incamminandosi nella mia direzione. Mi affretto ad appoggiare il mazzo di rose sul bancone, mentre mi lascia un dolce bacio sulla testa.
"Buonasera principessa, chi è l'ammiratore segreto che devo sfidare a duello, per avere la tua mano?" mi domanda stringendomi a se.
Sorrido ricambiando l'abbraccio.
"Nessun duello per la mia mano, forse per quella di Eloise." rispondo divertita.
Il sorriso di Gregg muta istantaneamente in una smorfia infastidita.
Eloise si volta incrociando il mio sguardo. Ha le mani piene di farina e i capelli disordinati, l'emozione che vedo dipinta sul suo viso ha tutta l'aria di essere preoccupazione.
"Chi li ha mandati?" domanda Gregg, irrigidendosi.
Eloise si affretta a raggiungere i fiori prima di lui. Afferra il bigliettino bianco, ricoprendo di farina gran parte delle rose e del pavimento.
In un'altra situazione mi preoccuperei di pulire, ma quello che più mi preoccupa è l'espressione della mia amica che da preoccupata diventa incredula e poi sconvolta.
"E' lui, vero?" domanda Gregg, strappandole il biglietto di mano.
Che diavolo sta succedendo qui e perchè Gregg è così arrabbiato?
Eloise cerca di recuperare il biglietto invano, i muscoli di Gregg giocano a sua favore e io sono troppo concentrata a cercare di capire cosa sta succedendo, per cercare di aiutarla.
"Eloise che cavolo sono questi? Vi sentite ancora? Vi vedete ancora? Diavolo dovevo prevederlo, quello stronzo non mollerà mai la presa!" urla Gregg, lanciando il biglietto sul pavimento.
Eloise lo fulmina con lo sguardo stringendo i pugni.
"Smettila di fare il cavernicolo dannazione! Sono solo dei fiori e abbiamo deciso tanto tempo fa che sto bene! Finiscila di preoccuparti per ogni cosa!" urla di rimando la mia amica.
Sono spiazzata, non ho mai visto El e Gregg litigare, non li ho mai visti far nulla di diverso dall'essere fratelli meravigliosi che scherzando e divertendosi, si vogliono bene.
"Ecco come diventi quando si tratta di lui, non capisci più niente Is e se pensi che gli permetterò di avvicinarsi a te ancora, ti sbagli di grosso!"
Gregg è veramente arrabbiato e io non so cosa fare; gli occhi di Eloise stanno diventando lucidi e mi sento soltanto di troppo.
"Certo, sono solo una bambina innamorata, giusto?" domanda El con le lacrime agli occhi.
Odio vedere le persone piangere, odio che lei stia piangendo.
"Sì, lo sei Is, è ora di crescere e guardare in faccia la realtà!" risponde Gregg, uscendo velocemente dalla stanza.
Lo seguo con lo sguardo cercando di capire chi è il ragazzo arrabbiato che non mi ha rivolto nemmeno uno sguardo. La porta di una stanza sbatte e i singhiozzi di Eloise si fanno sempre più forti.
Mi avvicino a lei senza pensarci e la stringo forte tra le braccia. Non so cosa fare, ne tanto meno cosa dire; non sono io quella che salva le persone, sono gli altri che solitamente salvano me.
"El, ti va di calmarti e dimmi cosa sta succedendo?" domando, cercando di metterci tutta la dolcezza che posseggo.
El si allontana leggermente da me, spostandosi i capelli dal viso.
"Daniel ..." sussurra con un filo di voce.
Guardo i suoi occhi ricolmi di lacrime, le sue guance arrossate e la dolcezza che anche il questo stato, riesce ad esternare. Mi ha parlato una sola volta di Daniel, disegnandolo come quell'amore impossibile di cui un giorno mi avrebbe raccontato; forse quel giorno è arrivato.
"Ti va di sederci un attimo?" chiedo.
Eloise annuisce, dirigendosi al lavandino. Si lava le mani velocemente e mentre lei cerca di fermare le lacrime con un fazzoletto, io prendo un vaso dalla credenza e sistemo le rose all'interno.
La mia amica segue attentamente ogni mio gesto, e mi regala un sorriso sforzato quando le riconsegno il bigliettino bianco che Gregg ha lanciato sul pavimento.
Dalla sua stanza proviene soltanto musica ad alto volume. Spero che si stia calmando, non mi piacciono queste situazioni e so che dovrei andare a verificare come si sente, ma le lacrime e la sofferenza che riempiono gli occhi di El, hanno la precedenza.
Ci sediamo sul divano silenziose. El ha una storia da raccontarmi e io non la obbligherò a dire o fare nulla che non si senta di fare. Sono qui per lei, nel ruolo dell'amica che per tutto questo tempo, è sempre stata lei.
"Ho conosciuto Daniel cinque anni fa, frequentavo il penultimo anno di liceo e lui era appena diventato il collega di mio padre. Ne io ne Gregg avevamo la minima intenzione di seguire le sue orme come dentista, quindi si è trovato costretto ad assumere qualcuno che un giorno, prendesse il suo posto nello studio che aveva costruito con tanta passione. Inizialmente era solo il collega di papà, quel ragazzo di ventisei anni, troppo grande e bello per me, ma con il passare del tempo è diventato qualcosa di più. Ogni weekend veniva a cena o a pranzo da noi e spesso mi capitava di rimanere da sola a parlare con lui. Inutile dire che mi sono innamorata follemente, Grace. Era bellissimo, intelligente e mi guardava come nessuno mi ha mai guardata prima ..."
Sorrido, immaginandomi una Eloise appena diciottenne che con il suo sorriso sincero e il suo imbarazzo costante, si innamora di un ragazzo molto più grande di lei.
"Inizialmente pensavo che fosse tutta una creazione del mio cervello sognatore, ma in una di quelle tante chiacchierate, Daniel mi ha confessato i suoi sentimenti. Era strano anche per lui, difficile per entrambi, mettere da parte i pregiudizi che la gente avrebbe avuto e provarci nonostante la differenza di età e così abbiamo fatto. I primi tempi sono stati fantastici, mi trattava da principessa, mi riempiva di regali straordinari e mamma e papà erano al settimo cielo. La loro bambina era ben sistemata con un ragazzo che avrebbe portato avanti per sempre il loro nome e il lavoro di una vita, un ragazzo di cui entrambi si fidavano."
Eloise si attorciglia i suoi folti capelli ricci sulle dita mentre con lo sguardo cerca qualcosa fuori dalla finestra. Le lacrime si sono fermate, ma gli occhi sono ancora rossi e lucidi.
"Ero felice Grace, ho terminato gli studi, mi sono diplomata con il massimo dei voti ed ero pronta ad affrontare l'università. E' li che le cose sono iniziate a peggiorare. Daniel non era d'accordo con il percorso che volevo intraprendere, preferiva che io facessi altro, che non frequentassi in alcun modo l'università, ma che piuttosto mi trasferissi da lui. Inizialmente lo vedevo solo come un gesto di amore, il suo desiderio di sistemare le cose, di vivere insieme e di creare la nostra famiglia come non faceva altro che ripetermi. Diventare maestra è sempre stato il mio sogno, adoro i bambini e ho sempre voluto averne di miei, ma prima volevo crescere, studiare e soprattutto imparare un mestiere così bello che volevo coltivare. Ne ho parlato con Daniel e nonostante le litigate iniziali, con il supporto di Gregg sono riuscita a convincerlo. Mio fratello non l'ha mai sopportato, era l'unico che non apprezzava il fatto di vederci sempre insieme. Pensavo che si trattasse di gelosia, ma quando sono iniziati i primi visibili problemi di coppia fra me e Daniel, mi sono resa conto che Gregg aveva ragione."
Ascolto in silenzio, cercando di non perdere mai di vista lo sguardo della mia amica che vaga da una parte all'altra della stanza, mentre il volume nella camera di Gregg non fa altro che aumentare.
"Daniel è sempre stato geloso, molto. Non voleva che mi vestissi in un certo modo quando uscivo, che frequentassi determinati ambienti e in generale non apprezzava il fatto che io uscissi senza di lui. I primi anni di università sono stati un incubo; mi ero fatta delle amicizie, ma non riuscivo a coltivarle perchè lui tentava in tutti i modi di impedirmelo, di convincermi del fatto che non era necessario che io uscissi il sabato sera con le mie amiche, che fosse giusto invece, passare tutto il mio tempo con lui. La cosa bizzarra è che adoravo stare fra le sue braccia, passare ogni singolo istante del mio tempo libero con lui, nonostante Gregg mi ripetesse in continuazione che non fosse giusto. Lo amavo così tanto Grace, infinitamente. Mi son detta che non avevo bisogno di amicizie, di quelle uscite, perchè lui era la cosa migliore che potesse capitarmi, quello che un giorno sarebbe stato il padre dei miei figli, ma quando mi sono laureata e mi è stato offerto questo posto di lavoro a Londra, la situazione è degenerata."
Eloise sta tremando e istintivamente mi avvicino a lei posandole una mano sulla spalla. Sapevo che qualcosa doveva essere successo nel suo passato, ma non mi aspettavo nulla del genere, non un amore così forte, ma anche distruttivo.
"Daniel è come impazzito, non voleva che accettassi, che inseguissi il mio sogno, che abitassi qui. Mi ha chiesto di sposarlo, di trasferirmi definitivamente con lui e Gregg ha assistito a una delle nostre litigate. La reazione che hai visto in lui stasera non è nulla Grace. Urlavano entrambi, sembravano due pazzi e in quell'occasione ho capito che Gregg aveva dannatamente ragione. Non potevo continuare così, amavo infinitamente Daniel, con tutta me stessa, ma se amare lui voleva dire sacrificare la mia vita, non potevo accettare. Se veramente mi amava come diceva, sarebbe cambiato, avrebbe ridimensionato il suo carattere e le sue idee, senza imporre quello era il suo pensiero, sulle mie decisioni."
Lacrime calde scendono lungo il viso di Eloise e ora la reazione di Gregg inizia ad assumere un significato. E' sempre e solo Gregg, quel ragazzo fantastico ed eccentrico che sempre e comunque, vuole proteggere le persone a cui vuole bene.
"L'ho lasciato. Gli ho detto che la nostra era una relazione malsana e che finché lui non avrebbe capito quali erano i confini che lui si ostinava a oltrepassare, non poteva funzionare. Non so con che coraggio l'ho fatto, quando è uscito da casa nostra sono scoppiata a piangere e credo di aver continuato per interi giorni. Gregg ha visto tutto, mi è stato vicino per tutto il tempo e non mi ha mai abbandonata. Mi ha sostenuto con il trasferimento a Londra nonostante i miei genitori non fossero d'accordo, con la promessa che appena possibile, mi avrebbe raggiunto e così ha fatto. E' un fratello stupendo e io l'ho appena deluso. Gli avevo promesso che non avrei avuto più nulla a che fare con Daniel, ma sapevo che non avrei mai potuto dire addio, all'amore della mia vita."
Ho gli occhi lucidi e non so ancora per quanto riuscirò a trattenere le lacrime. L'amore è strano, pazzo, forte, e incredibilmente importante. Può sembrare assurdo, non giusto o irrazionale, ma non si possono imporre decisioni sensate quando di mezzo c'è il cuore.
Eloise è fatta di questo, di cuore e gentilezza che sempre e comunque dona agli altri e priva se stessa.
"So che è assurdo, ma non ho mai smesso di amarlo, di pensare che lui fosse quello giusto per me, l'uomo della mia vita, quello che un giorno sarebbe stato davvero il padre dei miei figli. Ho provato ad evitare le sue chiamate, ad ignorare i suoi messaggi per tutti questi mesi, ma l'altro giorno ho risposto. Mi ha chiesto di uscire domani sera, vuole parlarmi e dimostrarmi che le cose sono cambiate e questo mazzo di fiori è il suo modo per convincermi ad accettare. La cosa assurda è che vorrei tanto dire di si, muoio dalla voglia di vederlo, ma non so se sono abbastanza forte per affrontarlo, per analizzare la situazione con lucidità e soprattutto per voltare le spalle a Gregg. Non posso fargli questo Grace."
Gli occhi lucidi della mia amica sono nei miei e finalmente tutto ha un senso. Eloise è tante cose, e fra queste cose c'è l'essere una ragazza forte, in grado di voler bene a se stessa nonostante l'amore l'abbia portata sull'orlo dell'annullamento personale.
Ho visto tante ragazze annullarsi, accecate completamente dal sentimento e forse, in un periodo della mia vita, sono stata una di loro. Ma sono riuscita ad essere forte, a rendermi conto che prima di tutto dovevo amare me stessa, i miei sogni, per riuscire ad amare qualcuno e ad essere amata completamente.
"El, io penso che tu abbia già dimostrato a te stessa e anche a Gregg che sei forte, che puoi affrontare Daniel domani sera e farlo anche con la lucidità giusta per far fronte anche, alle eventuali conseguenze. Hai avuto un coraggio che hanno in pochissimi e sei una persona stupenda che in questi mesi ha portato avanti tutto, senza il minimo cedimento. Quindi tu domani sera uscirai, indosserai il vestito più bello del tuo armadio e darai del filo da torcere a quell'uomo. Se fosse cambiato davvero, se è riuscito a capire le tue ragioni in questi mesi e tu non uscissi domani sera per scoprirlo, te ne pentiresti per sempre. Continueresti a pensarci per il resto della tua vita perché un amore così, non può sparire da un momento all'altro, non dopo mesi, non dopo anni e se qualcosa fra voi può davvero esserci ancora, voglio che tu lo viva. Perché l'amore vero e sincero, è tutto quello che ti meriti!"
So per certo che non sto parlando solo con lei, sto parlando anche a me stessa, mentre dico che l'amore non può passare così presto. Se fossi certa che qualcosa fra me e quello stupido di Harry potesse ancora funzionare, non sarei qui. Sarei da lui a ricordargli quanto è codardo, ma non posso combattere contro un muro, contro qualcuno che ha voltato pagina e riesce perfettamente nel ruolo di amico.
Io non posso, ma Eloise si.
Le braccia della mia amica sono intorno a me e mi affretto a ricambiare. So che non è finita qui, che prima di domani sera, avrà altre mille ricadute e perché no altri dubbi, ma questa è la cosa giusta da fare e glielo ricorderò fino all'ultimo secondo.
"Se Gregg lo scopre mi uccide Grace e non so nemmeno quanto tempo passerà prima che esca da quella stanza. Da bambino passava giorni interi nella sua camera e nessuno era in grado di farlo uscire di li."
Passo un fazzoletto a El cercando di capire come riuscire a convincere quel piccolo cavernicolo cocciuto, a darsi una calmata.
"Gregg non lo scoprirà e a lui ci penso io, tu finisci di impastare la pizza e non ti preoccupare del resto. Lo farò ragionare, a costo di stare fuori dalla sua stanza fino a domani."
El finalmente sorride e spero davvero di riuscire nel mio intento perché quello di cui ha bisogno la mia amica in questo momento, è proprio suo fratello.
Mi alzo e facendo un respiro profondo mi dirigo nella direzione della stanza di Gregg. Non l'ho mai vista, e sono curiosa di vedere se è eccentrica e frizzante come lui.
Busso cercando di sovrastare il volume della musica all'interno.
"Vattene, Is."
Il tono di voce di Gregg mi fa capire che è ancora arrabbiato, ma non posso permettere che questo attrito fra loro, continui. "Gregg sono io, apri!"
La musica si spegne e dopo qualche minuto di silenzio la serratura scatta e la porta si apre.
Gregg si sposta immediatamente, evitando il mio sguardo, ributtandosi sul letto. Ha gli occhi chiusi e sembra intenzionato ad evitare qualsiasi tipo di interazione con me.
Chiudo la porta alle mie spalle avvicinandomi allo stereo. Do un'occhiata ai cd sparsi sulla scrivania e ne prendo uno che riconosco immediatamente: Paradise valley di John Mayer.
Lo inserisco nel lettore cd e schiaccio play. Le note di I will be found si diffondo nella stanza e il mio sguardo ricade sul mio amico. Ha ancora gli occhi chiusi e nonostante questo non sia il momento per elaborare determinate cose, non posso fare a meno di pensare che sia un ragazzo bellissimo.
Arrossisco al pensiero e mi affretto a raggiungere il suo letto. Mi sdraio al suo fianco senza chiedere il permesso, come lui ha evitato di fare tutte le volte con me.
Guardo il soffitto della stanza percependo la stranezza della situazione; la vicinanza di Gregg senza avere il coraggio di avere un contatto con lui. In questo momento mi manca la sua intraprendenza, il suo invadere il mio spazio vitale, perchè so che probabilmente quel contatto, è l'unica cosa di cui ha bisogno.
Mi volto appena trovando i suoi occhi ancora chiusi. Non si è mosso e so che adesso tocca a me fare qualcosa, tocca a me comportarmi da amica assillante che prende in mano la situazione, ma io non sarò mai brava come lui.
Faccio un respiro profondo allungando la mia mano verso la sua.
La sua risposta arriva immediatamente e le nostre mani sono legate in una morsa d'acciaio che sono certa ,non riuscirò a sciogliere tanto facilmente.
Gregg apre gli occhi voltandosi verso di me.
"Devo risultare davvero disperato ai tuoi occhi per arrivare a prendere l'iniziativa."
Quello che vedo davanti a me, è un ragazzo bellissimo dal cuore grande. Non vedo altro, oltre quegli occhi scuri, niente di diverso nascosto dietro quello sguardo imbronciato.
"Assolutamente no. Era soltanto giunto il momento di ricambiare tutto quello che hai fatto fino ad adesso per me, quindi eccomi qui..."
Gregg mi studia, mi guarda attentamente e ancora una volta mi sento in soggezione. Solo una persona era in grado di annientarmi con lo sguardo e ora quella persona è lontana chilometri da me.
"Mi piace questa canzone." affermo, tentando di interrompere qualsiasi cosa stia succedendo nella testa di Gregg.
In tutta risposta mi attira a se e prima che me ne possa accorgere sono accoccolata a lui, la mia testa è sul suo petto e la sua mano e fra i miei capelli. Il suo cuore batte forte e il suo respiro è regolare.
Cerco di rilassarmi, ma la consapevolezza della situazione, mi mette incredibilmente a disagio.
Provo a concentrarmi sui battiti del cuore di Gregg, in attesa che lui dica qualsiasi cosa abbia bisogno di dirmi.
"So che a volte esagero, mamma me lo dice da quando sono piccolo, ma odio vedere Eloise soffrire. Daniel non è giusto per lei e so che gli basta poco per crollare un'altra volta. Mia sorella non si merita tutto questo, ma molto di più, lo stesso che ti meriti tu, ma che ti ostini a non volere."
Il suo tono di voce è cambiato, non è più arrabbiato, ma nemmeno tranquillo come al solito.
So come si sente, dopo il racconto di El, tutti i suoi comportamenti iniziano ad avere un senso e le sue parole ora più che mai, ce l'hanno.
Istintivamente allungo una mano sul suo petto, non so perchè lo sto facendo, voglio solo fargli capire che ci sono, che so tutto e che la sua invasione di campo ora è motivata ed apprezzata.
"Non puoi vivere per sempre cercando di proteggere le persone a cui tieni dalle cose negative Gregg. El sa quello che è giusto per lei e ti ha dimostrato la sua forza per tutto questo tempo. Se non la lasci sbagliare, capire, non l'aiuterai, le impedirai soltanto di vivere e questo non è un bene per lei; ti comporteresti esattamente come si è comportato lui."
Sto camminando in un campo minato, ma se lui ha dalla sua parte l'intraprendenza, io ho solo la sincerità e ho tutte le intenzioni di vincere questa partita.
La sua mano che fino a prima accarezzava i miei capelli si ferma un istante, prima di ricominciare con quel messaggio rilassante che potrei richiedergli altre volte da qui in poi.
"Mi dispiace..."
La sua risposta tarda ad arrivare, ma so che queste due parole sono quelle più sincere che mi ha rivolto fin ora.
Sorrido, stringendomi di più a lui.
"El sa quanto le vuoi bene Gregg, ma adesso ha bisogno di suo fratello, non dell'eroe che sei, anche se è una delle cose che riesce meglio."
Mi attira più vicino al suo corpo e stavolta nessuna traccia di disagio mi invade, lo lascio fare lasciandomi cullare da quelle attenzioni che mi sono mancate per troppo tempo.
"E tu?" mi domanda, dopo una pausa di silenzio.
Alzo la testa incrociando il suo sguardo attento. Sembra essersi rilassato e spero davvero di essergli stata utile in qualche modo.
"Io cosa?"chiedo, appoggiando il mento sul suo petto.
Gregg sorride, posandomi una mano sulla guancia.
"Tu lo sai quanto ci tengo a te, Grace?"
Il mio cuore inizia a battere all'impazzata senza un apparente motivo e vorrei chiedergli di smetterla perché sta davvero esagerando, stavolta. Non è il momento, non è la situazione o forse lo è dannatamente tanto e io me ne sto accorgendo solo adesso.
Non distolgo lo sguardo, cerco di comunicargli con gli occhi quello che a parole non riesco a fare. Sarò sempre in deficit con lui, riuscirà sempre a mettermi a disagio e questo non va bene, non va bene per niente.
Annuisco, beandomi del suo tocco dolce.
"Ho bisogno che tu lo sappia Grace, perché per troppi anni le persone non l'hanno capito."
Non ho mai visto lo sguardo di Gregg così serio prima d'ora e le sue parole ancora una volta, vorticano e si rincorrono nella mia testa e nel mio cuore.
Non so cosa sia successo a questo ragazzo, non so cosa abbia dovuto passare, ma so per certo che qualcosa è andato storto e quello che deve essere salvato, per una volta è lui.
Forse sono troppo presuntuosa da pensare di poter essere quella persona, ma di certo voglio provarci; voglio provare ad essere quello di cui ha bisogno e senza dubbio dovrò superare muri insormontabili, muri che hanno dipinto sulla superficie due occhi verdi bellissimi che ancora mi danno del filo da torcere, ma ci devo assolutamente provare.
"Ti voglio bene, Gregg" ammetto.
Il sorriso che mi rivolge basta a ripagare tutte le mie preoccupazioni. Basta questo, per spingermi ad abbracciarlo, bastano questi gesti, questa canzone, a farmi dimenticare tutta la pesantezza e i pensieri che mi hanno invaso la mente per troppo tempo.
Basta Gregg e forse potremmo bastare noi.
Gregg mi solleva facendomi rotolare sotto di lui. Lo libero dall'abbraccio in cui l'avevo intrappolato e mi ritrovo a pochi centimetri dal suo viso.
Il suo corpo è completamente appoggiato al mio e mai e poi mai, avrei pensato di poter percepire questo calore da qualcun altro che non fosse Harry.
Gregg non smette di guardarmi in quel modo che conosco fin troppo bene e io non riesco a dire o fare nulla.
Il suo respiro è accelerato e vorrei avere il coraggio di buttarmi, di porre fine a questa stupida distanza e unire le mie labbra alle sue.
"La pizza è pronta! Oh mio dio scusate!"
La voce di Eloise arriva direttamente da pochi metri da noi, forse nel momento giusto o probabilmente in quello totalmente sbagliato.
Mi volto nella sua direzione trovandola con il viso completamente arrossato. Gregg non sembra avere nessuna intenzione di spostarsi, ne tanto meno di guardare in una direzione diversa dal mio viso.
"Arriviamo fra un minuto, Is." afferma, accennando un sorriso nella mia direzione.
Eloise sparisce dal mio campo visivo prima che io possa dire o fare qualcosa. Non ho modo di voltarmi nuovamente verso al mio assalitore, perchè le sue labbra morbide sono sulla mia guancia.
E' un bacio dolce, un bacio ricco di significato che mi fa immediatamente desiderare qualcosa di più, qualcosa che forse, potrei avere il coraggio di volere.
Baby, I'm a runaway train
Baby, I'm a feather in a hurricane
Maybe it's a long grey game
But maybe that's a good thing
SPAZIO AUTRICE
"A volte non hai bisogno di qualcuno che ti alzi da terra, ma di qualcuno che si sdrai al tuo fianco fino a quando non sarai in grado di alzarti da sola"
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