5. Sawyer Waters
16/9/2024
Beh diarietto, ho un bel po' di cose da riferirti oggi.
Intanto, comincio col dire che stanotte ho sognato di nuovo il Giardiniere.
Anche stanotte sono ritornata alla villa, e non mi sono svegliata nel momento in cui mi sono buttata nel fiume con la moto. A differenza delle altre volte però, quando sono arrivata nell'edificio grigio e mi sono ritrovata davanti il Giardiniere, lui si è atteggiato in un modo strano, diverso dal solito. Mi ha messo davanti un gatto, ma invece di sistemare le paure degli altri nel frattempo, questa volta mi ha guardato negli occhi tutto il tempo, tanto che non ero più sicura se la mia vera paura fosse il gatto o il Giardiniere fermo davanti a me a sorridere come un tizio che non sa nemmeno di essere al mondo, perché era davvero inquietante... .
Poco prima di uscire, mentre stavo fluttuando, il Giardiniere mi avvicinò a lui con dei gesti simili a quelli che usa per sistemare le paure. Quando me lo ritrovai a un soffio da me, il Giardiniere mi disse con un tono che cercava di mascherare l'eccitazione con la tranquillità:
"Preparati Lena, ti raggiungo".
Non capii cosa intendeva con quella frase, tuttavia non ci feci molto caso e pensai alludesse al fatto che avevo guardato per metà del tempo lui, e per metà il gatto, quindi dato che mi aveva raggiunto fisicamente, mi sarei dovuta preparare perché forse una prossima volta se l'avessi guardato ancora così tanto, mi avrebbe "raggiunto" di nuovo e magari mi avrebbe fatto quella cosa che non aveva voluto dirmi l'ultima notte in cui l'avevo sognato.
Erano solo delle ipotesi, ma in ogni caso non ci pensai troppo.
E non perché non fossi curiosa, ma perché non appena aprii con fatica gli occhi, mi accorsi che la sveglia non aveva suonato.
Udite, udite, per la prima volta nella storia Paige June era in anticipo e dovette addirittura aspettare Lena Lukasiak che era particolarmente in ritardo.
Mentre correvo per raggiungere il bus che si era fermato da poco, sentii la voce quasi compiaciuta di Paige:
"La mia amica sta arrivando, può attendere un secondo per piacere?".
Arrivai dopo poco che il conducente fece un cenno di assenso.
Buttai con non curanza il mio zaino sulle mie gambe, mentre mi sedetti sul posto davanti a quello di Paige.
Lei si avvicinò a me e ridacchiando mi disse:
"Stavolta ti precedo".
"Si, ma non montarti la testa solo perché una volta nella tua vita sei in anticipo, perché questa sarà la prima ed ultima, parola di Lena".
Non appena arrivai a scuola, passando per i corridoi mentre cercavo Irene, sentii un sacco di persone mormorare e parlare sotto voce.
"Ma cos'hanno tutti oggi? Ho capito che stamattina ero di fretta e ci ho messo meno di due minuti per prepararmi, ma non pensavo di essere messa così male..." le dissi quando la trovai.
"Ma no tranquilla, non stanno parlando di te, anche se in effetti la tua riga penso si sia persa mentre arrivavi alla fermata" mormorò sorridendo.
Tentai di sistemarla meglio che potevo, e nel frattempo le chiesi:
"E allora di che cavolo parlano?".
"Ma dai Lena! Non le hai sentite tutte le voci che girano? È arrivato un nuovo studente, e peraltro forse in classe tua".
Ah già.
Ecco cos'era la novità che sarebbe arrivata.
"In realtà sapevo già qualcosa a riguardo, ma speravo fosse più eccitante..." sospirai.
"Stiamo parlando di un nuovo studente, che forse è in classe tua. Come cavolo fai a dire che tutto ciò non è eccitante?".
"Non lo so Irene, non mi fa impazzire come novità e basta...".
Il nostro discorso venne interrotto dal suono della campanella.
"Accidenti, Lena Lukasiak sarà sempre Lena Lukasiak, non è vero? Non cambierai mai, amica mia" disse Irene sorridendo e scuotendo la testa.
Entrai in classe, e dato che ero in ritardo tutti i posti in cui mi ero seduta per la maggior parte del tempo la settimana scorsa erano già occupati, anche quelli di fianco ad Alessia e Cristina, la quale avendo di fianco Jasper, mi fece una specie di broncio per dirmi che era dispiaciuta.
Mi dovetti sedere quindi in un banco in prima fila, con il banco accanto vuoto.
Mi girai e sussurrai a Cristina:
"Ma quindi non è in classe nostra lo studente nuovo?".
La porta si aprii in quell'istante, prendendosi l'attenzione di Cristina che di conseguenza non rispose, e di tutta la classe.
"Buongiorno. È questa l'aula giusta?".
Mi girai.
Un ragazzo sulla soglia guardò la professoressa con un sorriso smagliante piantato sul viso.
Aveva la pelle bianca come quella di un pupazzo in ceramica, capelli neri come petrolio e un occhio azzurro e uno grigio.
Non ti ricorda nessuno, caro diarietto?
"Benvenuto, accomodati pure. Ragazzi questo è il vostro nuovo compagno di classe: Sawyer Waters. I tuoi nuovi compagni saranno entusiasti di averti qui, Sawyer. Sono sicura che ti ambienterai molto bene".
"Meglio dire che le ragazze saranno entusiaste di averlo qui" mormorò estasiata Lexi da due file più indietro.
Sawyer non si guardò molto attorno e non appena vide un banco vuoto ci si sedette.
Il banco vuoto era quello di fianco al mio, per la precisione.
"Beh direi che Lena è riuscita a fare colpo meglio di te, Lexi. Non deprimerti, ci sono tanti pesci nel mare..." ridacchiò Beatrice dandole dei colpetti sulla schiena.
"E quando mai non ha fatto colpo Lena? Tanto piace a tutti..." digrignò a denti stretti Lexi.
Gli occhi del nuovo studente erano davvero particolari: uno azzurro e uno grigio. Penso che Lexi fosse rimasta ammaliata da quelli, e sinceramente, nonostante Sawyer mi ricordi una persona che appare (purtroppo) spesso nella mia testa, non la biasimo.
"Ciao. Come ti chiami?" mi disse Sawyer.
Aveva la voce uguale alla sua...
"Lena" risposi.
"Piacere di conoscerti. Spero potremo andare d'accordo".
Non capii se l'aveva detto con pura sincerità, oppure per fare un po' il perfettino della serie: "Sono bello e gentile, e tanto sto simpatico a tutti", tuttavia, anche se poteva essere così, decisi di non chiederglielo e di giudicarlo dal suo comportamento.
Dopo avergli mostrato uno dei miei pochi sorrisi di circostanza, mi girai a guardare la lavagna.
Ma lui no.
Mi guardava quasi come se fosse confuso. Poi, dopo un po', aprì bocca e chiese:
"Come te la sei fatta questa?".
Puntò il dito sul mio fianco; la maglietta lo lasciava un po' scoperto, e quindi si riusciva tranquillamente a vedere una cicatrice, lunga come il mio mignolo, che aveva di fianco un'altra cicatrice la quale però era circa la metà di quella grande.
Già... come me la sono fatta?
"Non so, non me lo ricordo" risposi facendo le spallucce.
La cosa sembrò confonderlo ancora di più, e mi guardò come per dire: 'Ma sul serio?'.
Mi rigirai a guardare la lavagna.
Improvvisamente alle mie spalle, molte voci femminili si alzarono e risatine riempirono l'aula. Sawyer sembrò non farci caso, e continuò a guardarmi.
Mi metteva ansia.
Forse se non assomigliasse così tanto al Giardiniere, e se non avesse quegli occhi così particolari, potrei anche non dare un peso alle sue occhiate.
Però come ben sai, la realtà non è così: Sawyer è praticamente una fotocopia del Giardiniere, ha un occhio grigio e uno azzurro, e tutti e due sono rimasti puntati su di me durante l'intera giornata scolastica.
Ma avere un tizio di fianco che ti guarda e non puoi nemmeno girarti e dirgli: "Ehi signore, guardi che mi sta mettendo particolarmente in soggezione", non ti mette sotto pressione in una maniera assillante?
Beh, a me si.
Molto.
E sai perché non mi posso girare e dirgli questo?
Ci provai anche; alla quinta ora mi girai per dirglielo, ma non appena lo feci non riuscii ad aprire bocca, perché lui mi guardò con una faccia così innocente, con degli occhi così fermi e sicuri, che ebbi quasi... paura, e mi rigirai a guardare la lavagna.
Nel dubbio gli dissi anche uno "Scusa", ma di quelli di circostanza. Non intendevo veramente scusarmi, ma in situazioni del genere l'unica cosa che riesco a fare è dire la prima parola che mi passa per la testa.
Se avessi pensato ad esempio a "Smettila" avrei detto letteralmente "Smettila". Ma dato che pensai a "Scusa" (non si sa bene perché) dissi "Scusa".
Mi capita spesso guardando una persona di dimenticarmi perché l'ho fatto.
Ecco in quel momento, quando ho visto quegli occhi già puntati nei miei, ho azzerato tutto: non mi ricordavo più perché mi ero girata, perché lo stavo guardando.
Una delle volte più imbarazzanti in cui l'ho fatto è stato al compleanno di mio cugino. Stava parlando con la sua fidanzata, e ce l'avevo di fianco. Quel giorno avevo la testa da un'altra parte, (non che in questi giorni io ce l'abbia a posto), stavo pensando infatti ad un mio compagno di classe che si era messo a prendermi in giro davanti a tutti. Ad un certo punto, mio cugino si girò e mi chiese:
"Lena quindi ti è piaciuta la storia di Evie?".
Evidentemente mentre io stavo pensando alle mie cose, Evie, la sua fidanzata, stava raccontando una storia. Mi girai a guardarlo per sbaglio, e quando realizzai che mi aveva chiesto qualcosa, biascicai un: "Taci", molto elegante devo dire. Tanto che Evie, pensando stessi parlando con lei, mi guardò indignata in una maniera che anche se volessi, non riuscirei a imitare. Mio cugino scoppiò a ridere da bravo idiota che è, mia madre con mia grande sorpresa capì che non l'avevo detto apposta e si scusò con Evie, la quale nonostante avesse capito che non era veramente voluto quel: "Taci", mi continuò a guardare con una smorfia sulla faccia per il resto della festa.
Ah, e se vuoi delle news sappi che Evie e mio cugino si sono lasciati, lei comunque non mi piaceva fin dall'inizio... .
Tornando a noi, mentre stavamo per uscire da scuola, Sawyer continuò a chiedermi se veramente non mi ricordavo come mi ero fatta la cicatrice.
Ma cavolo, se non me lo ricordo non me lo ricordo e basta!
Adesso imito la logica della zia Esme con le piante:
"Io ti metto al sole, poi se vivi, vivi e se muori, muori".
Così come le piante, se me lo ricordo, me lo ricordo, e se non me lo ricordo, non me lo ricordo e basta!
E aumenta la probabilità che io sia esaurita, per non ricordarmi come mi sono fatta una cicatrice, ma questo è un altro discorso.
"In questo momento la danza mi sta solo facendo esaurire".
Camille, Camille... dove sei finita?
Da venerdì non ho più notizie su di lei, sulle indagini e sullo psycho mascherato. Spero di averne di nuove domani, o dopodomani, o il giorno dopo ancora... beh insomma, voglio sapere dov'è la mia amica.
Ramòn, che cosa cavolo stai aspettando a importi sullo psycho mascherato e a cominciare le indagini?
Comunque, dopo aver salutato Sawyer, poco prima che la campanella suonasse mi girai a cercare Paige per andare alla fermata con lei. Invece di incontrare i suoi occhi però, i miei si posarono per sbaglio su una figura appoggiata al muro della Windsor, la quale mi stava guardando con la mascella serrata, come se stesse digrignando i denti: Royce.
Era quasi più inquietante del Giardiniere nel mio sogno di stanotte, e anche se lo guardai per sbaglio, per fortuna non dissi la prima parola che mi passò per la mente.
In ogni caso, anche se l'avessi fatto non mi avrebbe sentito.
Comunque, quando staccò la sua schiena dal muro, e fece per venire verso di me, con non si sa quale fortuna Paige mi si mise davanti, impedendomi di guardare Royce. Piantò il suo orologio sulla mia faccia e mi disse, molto spazientita:
"Ma lo vedi che ore sono? Siamo in ritardo, sbrigati o perdiamo il bus".
Grazie Paige, quando fai la vera sorella ti adoro.
La seguii verso la fermata e mi lasciai Royce alle spalle.
Se l'avessi guardato un altro po' mi sarebbe venuta fuori la sua immagine nei miei incubi in versione "Giardinire inquietante", ma molto, molto più inquietante.
Ho paura che nei prossimi giorni potrebbe venire a parlarmi, ma io sinceramente non lo voglio neanche vedere.
C'è un motivo se l'ho lasciato, e se l'ho escluso dalla mia vita più che potevo.
Non mi pento di averlo fatto, sinceramente. Le mie sono sempre motivazioni sensate, credimi.
Beh insomma, speriamo che Royce non venga a parlarmi e che Ramòn si imponga sullo psycho mascherato e faccia cominciare le indagini.
Come e sempre ti faccio sapere tutto, diarietto.
Buonanotte, e ci si scrive domani.
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